Roberto Ceruti

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musica [modifica]

La musica è l'arte della generazione e della combinazione di suoni che, secondo determinate leggi fisiche e convenzioni formali, esprimono e suscitano uno stimolo fisico ed emotivo attraverso l'apparato uditivo.

Roberto Ceruti [modifica]

Roberto Ceruti (Verona, 21 aprile 1950) è un musicista, chitarrista e giornalista italiano.

BIOGRAFIA

Nasce a Verona dove consegue il diploma di perito aziendale. Frequenta poi il biennio della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Padova ed in seguito consegue il dottorato in Art and Business a Los Angeles (California). negli anni '60 suona la chitarra con varie band veronesi, di cui fanno parte anche Jerry Calà e Umberto Smaila. Dal 1970 suona con Renato e i Kings. Dal 1971 suona la chitarra professionalmente con i Monelli. Poi, continua le sue esperienze sul palco con gente ome Shel Shapiro (Rokes), Maurizio Vandelli, I Corvi e tanti altri. Nel 1982 inventa la manifestazione Verona Beat.

Sposato, attualmente vive a Verona con la moglie e uno dei due figli.

Sin dalla giovane età il suo amore per la musica e la scrittura occupano gran parte del suo tempo libero.

All'inizio degli anni Settanta invia i primi articoli a periodici musicali e nei primi Ottanta inizia a scrivere regolarmente sul quotidiano Il Mattino di Verona.

Nel 1990 inizia la sua collaborazione continuativa con il quotidiano L'Arena. Contemporaneamente, suona con varie formazioni e diventa direttore artistico di diverse produzioni discografiche.

Attualmente è giornalista professionista ed ha prodotto artisticamente un cd, "I love Verona", in cui compare anche Bobby Solo con il pezzo omonimo (musica di Bobby e testo di Ceruti), una delicata folk ballad dedicata alla città di Giulietta e Romeo.

DISCOGRAFIA

- Beat generation (1982), Top rock for peace (1995), Acid Blues (2002), Music of the wood di Lorenza Pollini (2002), The beatles in blues di Rudy Rotta (2002), Dio è altrove di Marco Ongaro (2002), Il manuale del piccolo esploratore di Bruno Lauzi (2003), Esplosioni nucleari a Los Alamos di Marco Ongaro (2004), I love Verona di Roberto Genovesi/Bobby Solo (2008).

Verona Beat [modifica]

Verona Beat è un festival musicale dedicato agli anni Sessanta. L'idea della manifestazione al Teatro Romano nacque nel 1982 al music bar Campidoglio dalla fantasia di Roberto Ceruti, che a quell'epoca gestiva il celebre locale assieme a Ferruccio Carnevale. Ogni sera tanti bravi musicisti degli anni '60 che non trovavano più spazi ed erano praticamente in procinto di cessare l'attività artistica ebbero l'occasione di rimettersi a suonare. Parliamo di gente come Rudy Rotta, Pierpaolo Adda (Kings), Francesco Casale (Alpha Centauri), Renato dei Kings e tanti altri. Il Campidoglio infatti anticipava già di fatto l'idea di "Verona Beat", essendo l'unico locale in cui tutte le sere si suonava musica degli anni '50 e '60 dal vivo. Un gruppo di amici, tra cui lo stesso Renato dei Kings, sposò l'idea di Ceruti di battezzare l'evento "Verona Beat" e assieme a lui chiese al Comune di Verona l'uso del Teatro Romano. La prima edizione fu un vero successo e fu accompagnata dalla registrazione della cassetta "Beat Generation", che vedeva protagonisti gli stessi Ceruti e Renato. L'evento fu portato avanti da Renato fino al 1990, ultima eclatante edizione con Shel Shapiro, la Rock Philarmonic Orchestra diretta da Tarcisio Marani, Maurizio Vandelli, Dino, Franco Oppini, Mal, Dino, Rocky Roberts e tanti altri, assieme ai migliori complessi veronesi d'epoca, nella città, definita la "Liverpool italiana" dopo un articolo di Ceruti pubblicato da Ciao 2001 nel 1971. Dal 1990 al 2002 fu Ceruti a portare avanti la tradizione, riproponendo a livello locale “Verona Beat”, che si svolse in vari locali, situazioni e spazi teatrali come Il Posto, il Teatro di San Giovanni Lupatoto, Verona Rock e tanti altri. Nel 2002 tornò la voglia di riportare l’evento al Teatro Romano per far conoscere ai ragazzi l'atmosfera di pionierismo artistico che "trasudava" da ogni cantina veronese nella gloriosa epopea del beat. A TuttoMusica di Alfio Cantarella (Equipe 84) fu affidata l'organizzazione tecnica di una nuova edizione di prova a scopo benefico. Fu utilizzato in quell'occasione un marchio di transizione giallo su fondo nero, studiato da Ceruti in collaborazione con un grafico. Nel giugno 2003, presagendo un illecito sfruttamento del nome “Verona Beat” a scopo speculativo, si manifestò da parte dell'ideatore la necessità di registrarne il marchio per evitare qualsiasi genere di lucro da parte di estranei all'opera d'ingegno. Fu dunque depositato alla Camera di Commercio di Verona il marchio definitivo, che rappresenta la paletta di una Fender Stratocaster, con la scritta “Verona Beat” gialla su fondo nero, alla classe 41 della tabella C della Camera di Commercio di Verona. L’oggetto della classificazione è: “Educazione e svaghi per sviluppare le facoltà mentali di persone e/o animali, per divertire e per occupare l’attenzione.