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Rekla - Wikipedia

Rekla

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Rekla è uno dei personaggi principali ideati da Licia Troisi nella sua saga fantasy Guerre del mondo emerso; è uno degli assassini più importanti presenti nella Gilda degli assassini, è la pupilla di Yeshol.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Infanzia

Rekla nasce in un piccolo paese della Terra del mare, nel paese tutti sanno della sua storia, Rekla è nata da uno stupro e suo padre e sua madre per evitare lo scandalo si sposarono, Rekla,nonostante ciò, finge di non sapere. Rekla non era molto popolare tra i suoi coetanei, per questo finiva per spiarli da lontano, senza mai unirsi al gruppo. Ogni tanto, quando sembrava che si annoiassero, li vedeva prendersela con qualche animale. Li osservava tagliare zampe di grilli, strappare le ali alle farfalle, li ascoltava ridere. C'era qualcosa in quegli spettacoli che finiva sempre per affascinarla. La fuga disperata delle vittime, la loro impotenza e la vitalità che mostravano sempre, quell'ottuso rifiutarsi di soggiacere alla tortura aggrappandosi strenuamente alla vita. Cominciò a farlo anche lei, in solitudine. Guardare l'agonia dei piccoli animali che catturava divenne un sottile piacere solitario. Una distrazione. A sua madre diceva che andava a giocare con gli amici. Ma non c'erano amici. Usciva agli stessi orari degli altri bambini, ma non andava con loro. Si defilava dietro qualche muro cadente, o in una macchia più isolata. E la consumava i suoi giochi. Non ci volle molto tempo perché gli insetti non le bastasserp più. Si era stancata di studiarne le agonie, che ormai conosceva a memoria. Aveva bisogno d'altro. Imparò a cacciare da sola guardando i pochi cacciatori che c'erano al paese. Rekla li osservava da lontano. Non osava avvicinarsi, e del resto neppure lo voleva. Non c'era nulla di interessante nella gente, preferiva imparare le cose stando alla larga da sguardi indiscreti. Scoprì che c'era portata. Era solenziosa mentre sgattaiolava nell'erba, e aveva talento per la costruzione delle trappole. All'iniziò si accontentò del puro piacere della caccia. Si divertiva a catturare gli animale, ma una volta che li vedeva morti perdevano di interesse e finiva per seppelliva con tutti gli onori. Poi passò alle trappole. Li catturava vivi, a volte li osservava mentre cercavano di sfuggire ai suoi ingegnosi tranelli e poi ci giocava. Era, per Rekla, uno strano e terribile piacere. Un giorno sua madre, siccome aveva saputo da una madre di un coetaneo di Rekla che non andava a giocare con suo figlio, seguì Rekla di nascosto dietro le frasche per scoprire quali passatempi divertivano sua figlia. Quando la vide, gli venne fuori uno sguardo colmo d'orrore, la prese per le braccia e la portò a casa e per la prima volta non fu suo padre a picchiarla ma sua madre. E mentre la colpiva, le ropeteva che era un mostro, e che quello che faceva non era degno di un essere umano. Tuttavia non lo disse al marito. Lo fece solo per evitarsi una ripassata. Chiuse Rekla in una stanza e la tenne senza mangiare per qualche giorno. Rekla sentiva di meritarselo. Non poteva darle torto. Eppure era troppo tardi. Quello che era iniziato tra stupidi ragazzini era diventato un'ossessione. Ma ce l'avrebbr fatta lo stesso. Disresa sul suo letto, al buio, giurò che sarebbe cambiata,non sapeva come, ma non lo avrebbe fatto mai più. E ci provò, a essere normale. A cercare di vivere come tutti gli altri, con i loro sciocchi problemi, con le loro risate immotivate. Ma non poteva. Mescolarsi con loro le era impossibile. Perché era cattiva, aveva fatto cose orribili, così le aveva detto sua madre, e allora non c'era posto per lei al villaggio. E se davvero era così, perché non continuare?Perché non riprendere quello stupido gioco, che tra l'altro era l'unica cosa che le desse sollievo? Ci cascò ancora. E ancora la scoprirono. Ma questa volta fu suo padre a scoprirla che la vide con le mani sporche di sangue. Suo padre,furioso, la trascinò a casa per i capelli,davanti a sua madre, rosso d'ira e gonfio di birra, i due iniziarono a litigare e Rekla si cacciò in un angolo e si tappò le orecchie ma lo stesso sentì tutto, senti suo padre che diceva a sua madre che Rekla era un mostro e che aveva fatto male a sposare sua madre e ad allevarla. Sua madre ribattè dicendo che non aveva mai voluto averla ed era stata colpa di suo padre che violentandola aveva portato alla luce Rekla, disse che aveva pensato pure di abortire ma non ci riuscì, in preda all'ira maledì il giorno che nacque Rekla. Rekla,con gli occhi gonfi di lacrime, prese il coltello sulla cucina e uccise i suoi genitori poi fuggì disperata nel bosco dove, grazie alle sue conoscenze sulla caccia, visse vagando in macchia. La sua faccia cominciò ad apparire sui muri delle case, disegnata sui manifesti che promettevano taglie per criminali. La gente li guardava e scuoteva la testa. Adesso tutti sapevano chi era e cosa era stata capace di fare. Si ripeteva che era cattiva. Se l'uomo fosse arrivato solo un giorno più tardi sarebbe morta. Avrebbe smesso di lottare, di cacciare, e si sarebbe lasciata morire. Aveva dodici anni, e più nessuna voglia di vivere. L'enormità di ciò che aveva fatto la schiantava. L'uomo era scivolato alle sue spalle senza fare rumore, era vestito interamente di nero, e si muoveva in maniera agile ed elegante. Diceva di essere un Vittorioso, e portava con sè un pugnale nero, con la guardia e l'elsa a forma di serpente, e aveva una miriade di altre armi. Disse a Rekla che la conosceva, sapeva che aveva ucciso i suoi genitori, e sapeva che gli piaceva l'odore del sngue. Disse ancora a Rekla che il suo era un dono, e quello che aveva fatto era straordinario. Rekla però gli disse che lei era cattiva e che lo sapevano tutti al villaggio dove viveva. L'uomo vestito di nero ribattè dicendo che lei era speciale. Gli stolti la chiamano cattiveria, ma i saggi la chiamano giustizia. E gli disse che senza che lei lo sapesse, il suo dio, Thenaar, ha agito tramite Rekla per rendere manifesta la sua gloria. Bastarono quelle parole. Un dio che muoveva le sue mani. E la sua maledizione un dono. Gli occhi le si illuminarono.

[modifica] Rinascita nella Gilda

Così conobbe Thenaar e seppe di essere una bambina della morte. Capì che aveva sbagliato,in tutti quegli anni, a ritenersi maledetta. Che orribile fraintendimento, e quanta sofferenza vana! Lei era semplicemente stata prescelta da Thenaar,che aveva creato i vittoriosi. Lei era una dei pochi.Perché anche tra i vittoriosi e gli assassini non era comune trarre tanto piacere dall'uccidere. Fu come, per Rekla,scoprire un nuovo mondo. Non c'era più da sentirsi in colpa, e non c'era neppure ragione di infliggersi inutili punizioni. Bisognava invece essere contenti,gioire per essere scelti. Tutta l'angoscia di quegli anni si dissipò in un colpo solo, e Rekla sentì in sè una serenità che non aveva mai conosciuto. I suoi genitori le apparvero per quel che erano: esseri meschini e insignificati, e ucciderli era stata una cosa giusta. Thenaar divenne tutto per lei. Il dio l'aveva scelta, e lei gli sarebbe votata completamente. Sarebbe diventata la sua ragione di vita, avrebbe dedicato a lui ogni suo respiro, e non sarebbe morta prima di vedere la sua gloria nel Mondo Emerso. Gli anni passarono e Rekla assunse ruoli sempre più importanti all'interno della Gilda,fino a diventare una degli anziani. Durante questi anni si era impratichita con i veleni,aveva studiato la botanica, persino sui libri scritti da Aster in persona. Il suo trionfo era stato il filtro che la rendeva giovane in eterno. L'aveva sintetizzato lei stessa, e ne era particolarmente orgogliosa. Una pozione assai difficile da produrre, che usava solo su di sè e che custodiva gelosamente. Non lo faceva per vanità, non le interessava essere bella. Il suo corpo era solo una macchina, un pugnale nelle mani di Thenaar. Lo faceva per il dio. Fino all'ultimo istante, fino al suo ultimo respiro voleva servirlo al massimo della sua forza. La morte sarebbe giunta comunque, ma l'avrebbe colta giovane e scattante come un tempo, ancora efficiente, ancora letale. Era stata una vita felice fin'ora finché non arrivò dubhe.

[modifica] Il fallimento di Rekla

Con l'arrivo di Dubhe Rekla fu scelta come sua guida. Rekla aveva accettato senza problemi di farle da guida. L'idea di avere una persona a sua completa disposizione e a lei totalmente sottomessa la eccitava. Era stata la sua fuga,piuttosto,a rovinare tutto. L'aveva vista come un suo personale fallimento . Dubhe era stata affidata a lei, e le era sfuggita sotto il suo naso. Ma se si fosse trattato solo di senso di colpa, avrebbe saputo come uscirne. Purtroppo era ben altro. Il giorno stesso in cui la fuga di Dubhe era stata scoperta, Rekla corse nel tempio disperata. Si gettò a terra, le mani rivolte verso l'alto implorando il perdono Thenaar. Dall'alto,nessuna parola, nessun conforto. Solo silenzio. Trascorse lunghe ore in penintenza, altre in preghiera, ma fu tutto inutile, e Rekla era disperata. Si era offerta personalmente di andare a cercare Dubhe perché credeva fosse l'unico modo per placare l'ira del suo dio. Quando il sangue di quella traditrice fosse scivolato nella piscina, Thenaar avrebbe ripreso a parlarle. Rekla non vedeva l'ora di farlo.

[modifica] Morte nelle terre ignote

Grazie all'abilità della Gilda di sapere tutto, Rekla seppe che Dubhe era andata nelle terre ignote, insieme a Lonerin, alla ricerca di Sennar, il mago più potente di tutto il Mondo Emerso. Grazie a un drago offerto da Dohor, Rekla e i due dei suoi allievi attraversarono il fiume Saar senza problemi. Camminarono giorno e notte finché non li scovarono. Rekla e i suoi gettarono Lonerin in un burrone e catturarono Dubhe. Dopo giorni di prigionia e di sofferenza, Dubhe riuscì a scappare di nuovo nel cuore della notte. Il giorno dopo Rekla, in preda all'ira, si mise subito in marcia e disse ai suoi allievi che avrebbero marciato giorno e notte senza sosta finché non l'avrebbero trovata. Dopo altri lunghissimi giorni di marcia Rekla ritrovò Dubhe e, con gran stupore, anche Lonerin. Rekla disse a Filla, un suo allievo, di far crollare la roccia in modo da separare Dubhe e Lonerin, si era stancata di quella ragazza, la voleva morta. Crollata la roccia il duello iniziò, all'iniziò ebbe la meglio Rekla ma poi Dubhe, per riuscire a sconfiggerla e soprattutto per riuscire a sopravvivere perché la stava uccidendo, fece uscire dal suo corpo volontariamente la Bestia. Una volta uscita Dubhe, o meglio la bestia, si scagliò su Rekla e la prese per il collo. Rekla, in preda alla rabbia, disse che non sarebbe mai morta e che il suo dio l'avrebbe aiutata ma non fu così, Dubhe strinse più forte il collo finché non si ruppe, uccidendo Rekla. Rekla è morta senza riuscire a vedere compiuta la missione del suo dio. Alla notizia della morte di Rekla Yeshol, la suprema guardia della Gilda, per la prima volta nella sua vita dopo la morte di Aster, divenne triste, aveva voluto bene a Rekla proprio come un fratello vuole bene a una sorella e soprattutto fu triste perché, un vittorioso come Rekla, con la sua enorme energia e la sua grande e profonda fede, capita una volta ogni diecimila anni.


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