Manlio Aquillio (console 101 a.C.)
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Manlio Aquillio (latino: Manlius Aquillius; fl. 101 a.C.-88 a.C.; ... – ...) fu un uomo politico e generale della Repubblica romana. Sconfisse gli insorti in occasione delle Guerre servili, ma fu catturato e ucciso durante la sua campagna contro Mitridate VI del Ponto.
Figlio di Manlio Aquillio (console nel 129 a.C.) e nipote di Manlio Aquillio, fu collega di Mario nel suo quinto consolato del 101 a.C. e suo luogotenente. Fu incaricato di domare la Guerra servile in Sicilia (104-100 a.C.), causata dalla rivolta degli schiavi diretta dal cilicio Atenione: avendo sottomesso completamente gli insorti, tornò a Roma nel 100 a.C., celebrando un trionfo.
Nel 98 a.C. Lucio Fufio lo accusò di cattiva amministrazione in Sicilia. Nel processo che ne seguì, fu difeso da Marco Antonio Oratore: malgrado l'esistenza di prove schiaccianti della sua colpevolezza, venne prosciolto in considerazione del suo valore nella guerra servile.
Nell'88 a.C. fu inviato in Asia come legato consolare a condurre la guerra contro Mitridate VI e i suoi alleati. Sconfitto presso Prostachium, venne catturato e consegnato a Mitridate dagli abitanti di Mitilene: Mitridate lo trattò inumanamente, facendolo poi morire colandogli dell'oro fuso in gola.
[modifica] Bibliografia
- Smith, William, "Aquillus 2", Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology v. 1, p. 253
Precedessore Quinto Lutazio Catulo, Gaio Mario IV |
Console romano 101 a.C. con Gaio Mario V |
Successore Lucio Valerio Flacco Gaio Mario VI |