Linfoma non Hodgkin
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I linfomi non Hodgkin sono tumori maligni del tessuto linfatico, con localizzazione primitiva nei linfonodi e che più raramente possono comparire in sede extra-nodale ( cute, ghiandole esocrine, gonadi, apparato gastro-enterico, SNC). La classificazione dei linfomi è molto complicata sul piano clinico, una distinzione si può fare solo sul piano istologico, che resta anche l'unica diagnosi di certezza. Data la somiglianza nell'evoluzione della patologia con le leucemie, che rappresentano il corrispettivo ematologico dei linfomi in ambito oncologico, spesso in fase avanzata diventa difficile, se non impossibile distinguere sottotipi di linfomi da analoghi sottotipi leucemici. In generale i linfomi sono spesso dovuti sia a linfociti di tipo B che T che proliferano in maniera incontrollata in linfonodi e poi in organi linfatici, e alcune varianti, come quelli a piccole cellule o linfoblastici possono diffondersi e assumere carattere sistemico. L'unica generica classificazione che si può fare senza troppe complicazioni, è pensare, ad ogni stadio di maturazione e differenziazione del linfocita come al corrispettivo tipo istologico di linfoma. La maggior parte dei linfomi è dato da linfociti B, ma molti linfomi a cellule T sono legati ad anomalie cromosomiche, quindi su base genetica, e sono rilevabili soprattutto in specifiche etnie (oriente), e spesso associate, in paesi in via di sviluppo a coinfezioni per esempio con virus del tipo HIV, dove alcuni linfomi , come il Burkitt, assumono carattere endemico. Potendo comparire teoricamente in ogni linfonodo dell'organismo, ed essendo i linfonodi, disseminati ovunque, la malattia e la sintomatologia può sorgere ovunque. La diagnosi si effettua su esami di laboratorio, dove oltre l'esame del sangue e l'elettroforesi delle proteine, in cui si rivela un picco di gammaglobuline, per l'aumento degli anticorpi prodotti dal clone linfocitario B iperproliferante (nei linfomi B), resta fondamentale l'esame istologico. La diagnosi può essere raggiunta con certezza, e il tipo istologico identificato, anche se non con poche difficoltà in una buona percentuale dei casi sulla base del semplice esame microscopico, ma nei casi più difficili attraverso la determinazione del profilo immunofenotipico. La prognosi e l'evoluzione della malattia dipende fortemente dalla variante tipica, e dal singolo caso clinico, oltre che dallo stadio di evoluzione della malattia.