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Let There Be Rock - Wikipedia

Let There Be Rock

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Let There Be Rock
Artista AC/DC
Featuring {{{Featuring}}}
Tipo album Studio
Pubblicazione 21 marzo 1977
Durata 38 min: 20 sec
Album di provenienza {{{Album di provenienza}}}
Dischi 1
Tracce 8
Genere Hard rock
Etichetta Albert Productions
Edizioni {{{Edizioni}}}
Produttore Harry Vanda, George Young
Arrangiamenti {{{Arrangiamenti}}}
Regista {{{Regista}}}
Registrazione Albert Studios Sydney Australia 1977
Formati {{{Formati}}}
Note
Premi
Dischi d'oro
Dischi di platino
Dischi di diamante {{{Numero dischi di diamante}}}
AC/DC - cronologia
Album precedente
Dirty Deeds Done Dirt Cheap
(1976)
Album successivo
Powerage
(1978)
Singolo precedente
/
Singolo successivo
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Video precedente
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Video successivo
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{{{Seconda discografia}}} - cronologia
Album precedente
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Singolo precedente
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Singolo successivo
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Video successivo
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{{{Terza discografia}}} - cronologia
Album precedente
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Singolo precedente
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Singolo successivo
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Video successivo
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Let There Be Rock è il quarto album della hard rock band australiana degli AC/DC, pubblicato nel 1977. È anche uno dei maggiori album rock della storia dal punto di vista significativo.

Indice

[modifica] Il disco

Rauco, violento, sporco, immortale, carico, senza pietà…… non bastano 1000 aggettivi diversi, per descrivere quello che è probabilmente uno dei più grandi album Hard Rock di tutti i tempi. Let There Be Rock un assalto sonoro, una dichiarazione di guerra in un momento in cui, nel 1977, il mondo musicale prendeva moltissime pieghe differenti, dal punk alla new wave alla disco. Mentre generi come il rock’n roll, il blues e perfino il jazz si apprestavano ad attraversare la più grossa crisi di sempre, culminata nel 1979, gli AC/DC fecero parlare di sé, finalmente anche negli Stati Uniti, meta gia da tempo agognata.

Gli AC/DC, provenendo da una realtà musicale non esattamente al passo con i tempi, ovvero quella australiana, avevano già realizzato dischi di grande rispetto, ma, a differenza della concorrenza inglese e americana, il loro stile risultava leggermente più “vecchio”, un po’ “indietro”, almeno se paragonato alle bands d’Europa e America. Fu solo quando trasferitisi in Inghilterra, nell’ Aprile del 1976, e venuti a contatto con una realtà musicale più moderna, poterono poi elaborare il nuovo disco con delle idee più fresche, rendere più attuale il loro Boogie forsennato. E molti nel corso degli anni, hanno lodato questo rumorossimo 33 giri, da Tony Iommi a Pete Townshend a Slash, considerandolo un vero e proprio capolavoro.

La partenza è subito furiosa, in Go Down le chitarre dettano legge, il brano suona come uno shuffle, ma non lo è, sono le chitarre che con la propria ritmica danno questo senso al brano. Dog eat dog è un brano molto semplice e diretto, una “meraviglia di tre accordi” come scrisse Mark Putterford. Ma la leggenda arriva con il terzo brano, ossia la title track. Brano biblico, nel vero senso del termine, un colosso nella carriera degli AC/DC, il brano che meglio rappresenta la filosofia che sta dietro la loro musica. Un brano che non concede respiro, la sezine ritmica basso e batteria, creano un tappeto sonoro indistruttibile, granitico, su di esso le chitarre degli Young non sono mai state così crudeli e furibonde, gli assoli sono da manuale, Angus Young si rivela un virtuoso del proprio genere. E sopra questo innarrestabile crescendo, Bon Scott, improvvisato profeta, canta la storia del rock, con un sapore biblico e assoluto: In the beginning/ Back in nineteen fifty-five/ Man didn't know about a rock 'n' roll show /And all that jive /The white man had the smoltz/ The black man had the blues /No one knew what they was gonna do /But Tchaikovsky had the news /He said -"Let there be light"/ and there was light/ "Let there be sound",/ and there was sound /"Let there be drums"/ and there was drums/ "Let there be guitar"/ and there was guitar/ "Let there be rock"! Con Bad Boy Boogie gli AC/DC si calano definitivamente nella loro rinnovata identità, un brano legato alle loro origini, ma con uno stile fresco, rinnovato e per la prima volta, molto pesante, “arrabbiato”, un urlo di guerra, e mentre Bon Scott canta di essere un cattivo ragazzo, la vera cattiveria esce dalle chitarre dei fratelli Young, l’una complementare all’altra, si incrociano, si sostengono, le loro parti all’unisono si mescolano creando un vero e proprio muro sonoro, Malcolm Young è una macchina, ed unito alla compattissima sezione ritmica di Phil Rudd e Mark Evans, diventa poi micidiale, ed Angus è sempre più istrionico ed epilettico, qui nei suoi assoli più incandescenti di sempre. Overdose è il brano più sottovalutato, ma che in realtà ha carisma da vendere ed anche qui la band non risparmia le energie, Bon canta a suo modo di un’uomo innamorato, mentre la band sfodera uno stile molto “on the road”, per un brano per certi versi “sofferto”; musicalmente il meno giocoso dell’album, dove la band per un’attimo si siede, in attesa delle ultime furibonde tracce. Da dire anche che la voce di Bon Scott, in questo album migliora, si fa meno sottile, e comincia ad acquisire molta più personalità, un miglioramento via via in crescendo, fino al culmine di Highway to Hell. A questo punto, un brano già noto ai fan (europei) degli AC/DC, quella Problem Child, altro immortale capolavoro della band, originariamente apparsa su Dirty Deeds Done Dirt Cheap, un brano che effettivamente però fa fare un balzo indietro all’album, che avendo un suono molto compatto, si ritrova un pezzo con una sonorità diversa, chiaramente proveniente da un’ altro album. La canzone infatti sostituisce Crabsody in Blue, presente nella versione australiana. Un blues lento e grondante sudore, con un testo tra i più ironici e espliciti di sempre. Gli ultimi due brani dell’album fanno parte della leggenda, ancora oggi tra i momenti più attesi dal vivo, Hell Ain’t A Bad Place To Be ("l'inferno non è un brutto posto dove stare") e Whole Lotta Rosie. Il primo è un’ulteriore rinfrescata di stile, una nuova dimensione musicale che riesce a donare alla band, quel senso di autorevolezza, quel talento portato agli estremi. Il secondo è un pezzo scatenato, velocissimo, un vulcano in eruzione, con la chitarra di Angus che sul finale esplode in un solo, veloce e tesissimo, una prova da maestro, grande conferma di un talento in continua crescita, che gli aggiudicherà un posto nella storia, come vera e propria icona del rock e chitarrista tra i migliori che questo genere abbia mai avuto. Il testo di quest'ultima narra le imprese di una donna dalle grosse dimensioni ma dalle prestazioni eccezionali; da aggiungere che dal vivo la canzone viene accompagnata da una gigantesca bambola gonfiabile. In sostanza l’album è un’assalto sonoro al fulmicotone, che non risparmia l’ascoltatore neanche un’attimo, una vera pietra miliare dell'hard rock.

[modifica] Tracce edizione australiana e prima edizione mondiale

  1. Go Down (Young/ Young/ Scott) - 5:17
  2. Dog Eat Dog (Young/ Young/ Scott) - 3:30
  3. Let There Be Rock (Young/ Young/ Scott) - 6:10
  4. Bad Boy Boogie (Young/ Young/ Scott) - 4:18
  5. Overdose (Young/ Young/ Scott) - 5:47
  6. Crabsody in Blue (Young/ Young/ Scott) - 4:39
  7. Hell Ain't a Bad Place to Be (Young/ Young/ Scott) - 4:12
  8. Whole Lotta Rosie (Young/ Young/ Scott) - 4:27

[modifica] Tracce seconda edizione europea

  1. Go Down (Young/ Young/ Scott) - 5:17
  2. Dog Eat Dog (Young/ Young/ Scott) - 3:30
  3. Let There Be Rock (Young/ Young/ Scott) - 6:10
  4. Bad Boy Boogie (Young/ Young/ Scott) - 4:18
  5. Problem Child (Young/ Young/ Scott) - 5:50
  6. Overdose (Young/ Young/ Scott) - 5:47
  7. Hell Ain't a Bad Place to Be (Young/ Young/ Scott) - 4:12
  8. Whole Lotta Rosie (Young/ Young/ Scott) - 4:27

[modifica] Formazione

[modifica] Note

  • La copertina è in bianco e nero e sfumature di grigio; presenta una mano in primo piano che suona degli accordi su una chitarra.
  • Nella seconda edizione europea la copertina rappresenta il gruppo in concerto e sullo sfondo appaiono delle nuvole grigie dalle quali escono dei fulmini che toccano la "paletta" della chitarra di Angus Young, il quale sta facendo un assolo di fine brano.
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