Discussione:Le città invisibili
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Mi sembra che sarebbe necessario spiegare cosa s'intenda per "letteratura combinatoria" e in che senso il romanzo sia "formato da cornici concentriche". --werther_w 21:47, 1 nov 2006 (CET)
"infatti sia Kublai Khan che Marco Polo sono estranei all'Impero cinese e ne percepiscono costantemente la diversità." Ma Kublai Kahn è l'imperatore dei tartari... Va bene tutto, ma almeno rispetctate il minimo di senso che l'autore fornisce. Poi, se volete fare una voce decente, almeno riportate la tabella che Calvino stila per la pubblicazione del libro, così si capisce un po' di pi (la tabella la si trova in Romanzi e racconti di Calvino, nei meridiani Mondadori). La spiegazione poi non ha alcun senso. E nemmeno la categoria "letteratura combinatoria", perlomeno applicata a questo romanzo di Calvino. Letteratura combinatoria sono i Cient Mille Miliards de Poémes di Raymond Queneau, non Le città invisibili... che sono un'opera allegorica, che trova il suo senso al di fuori di sè (come sempre avviene in Calvino, che tutto è fuorchè uno scrittore incentrantesi sul proprio ombelico come implica l'aggettivo "metanarrativo", almeno nella critica degli ultimi trent'anni. E non rispondetemi dicendo "beh, siamo democratici e liberi, scrivi quello che pensi" perchè quando l'ho fatto alcuni "grandi vecchi" di questa enciclopedia online mi hanno pesantemente cazziato. Carlo.