L'ultima domanda
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'ultima domanda (titolo originale: The Last Question) è un racconto breve dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov. Fu pubblicata per la prima volta nel numero del novembre 1956 della rivista Science Fiction Quarterly e compare nelle raccolte Nine Tomorrows (1959), Il meglio di Asimov (1973) e Sogni di robot (1986).
Il racconto fa parte di una serie di storie vagamente connesse tra di loro che narrano di un computer immaginario universale chiamato Multivac (AC sono le iniziali di calcolatore analogico). Asimov considerava il racconto il migliore che avesse mai scritto. La storia fu adattata per lo Strasenburgh Planetarium di Rochester, New York nel 1969, sotto la direzione di Ian C. McLennan. Dopo aver visto l'adattamento della storia per il planetario, Asimov concluse "in privato" che fosse la miglior storia di fantascienza mai scritta. L'ultima domanda è considerata insieme a Notturno ed altre una delle storie di Asimov più conosciute ed apprezzate.
[modifica] Trama
La storia narra dell'evoluzione di un computer chiamato Multivac e del suo rapporto con l'umanità, spiegato attraverso sette diverse ambientazioni storico-temporali. La prima si svolge nell'anno 2061. In ognuna delle prime sei ambientazioni uno dei personaggi pone al computer una domanda, cioè come si possa affrontare la minaccia alla sopravvivenza umana a causa della morte termica dell'universo. Così come gli stessi personaggi della storia riconoscono, la domanda è equivalente a dire: "Può la seconda legge della termodinamica essere invertita?". Ogni volta il computer si trova nell'impossibilità di rispondere, affermando di avere "dati insufficienti per una risposta significativa".
Nelle ultime scene, i discendenti dell'umanità, esseri quasi divini, osservano l'universo mentre sta per raggiungere lo stato di morte termica e fanno ad AC Cosmico (discendente di MultivAC) la domanda per l'ultima volta. L'AC Cosmico è ancora incapace di rispondere, ma, anche dopo la morte termica dell'universo, continua a cercare di dare una risposta: AC esiste infatti ancora nell'iperspazio, fuori dal tempo e dallo spazio convenzionale. Finalmente, l'AC Cosmico scopre la risposta, ma non ha nessuno cui poterla riferire. Decide allora di attuare ciò che ha scoperto e di invertire l'entropia, creando un nuovo universo. Il racconto si conclude con la frase di AC SIA LA LUCE! E luce fu...
[modifica] Parallelismi
Tra le varie sezioni del racconto vi sono vari parallelismi ed elementi ricorrenti: ad esempio al principio vi sono due umani che parlano, per finire (eccetto nell'ultima sezione) con la risposta di AC. Viene qui riportata di seguito una tabella con alcuni elementi ricorrenti che si presentano diversi:
Sezione | Tempo | Uomini | AC | Caratteristiche AC | Novità tecnologica |
1 | 21 maggio 2061 | Alexander Adell, Bertram Lupov | Multivac | Transistor | Energia solare |
2 | pochi secoli dopo | Jerrodd, Jerrodine, Jerrodette I e II | Microvac | Valvole molecolari | Balzo interstellare |
3 | ca. 22000 d.C. | VJ-23X di Lameth, MQ-17J di Nicron | AC Galattico | Ondate di sub-mesoni | Immortalità |
4 | tra oltre cinque miliardi di anni (?) | Zee Prime, Dee Sub Wun | AC Universale | Globo luminoso di mezzo metro, la maggior parte nell'iperspazio | Liberazione della mente dal corpo |
5 | tra 100 miliardi di anni | Uomo | AC Cosmico | Fusione di tutti gli uomini tra loro | |
6 | tra 10 trilioni di anni | Uomo | AC | Fusione Uomo/AC | |
7 | AC | Inversione dell'entropia |