Il Conciliatore
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Il periodico Il Conciliatore, si pubblicò in Milano con cadenza bisettimanale dal 3 settembre 1818 per un totale di dopo 118 numeri. Dopo il 17 ottobre 1819 venne soppresso dalla censura austriaca.
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[modifica] I fondatori
I finanziatori (Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri), ricchissimi proprietari terrieri lombardi, di antica e nobile casata. Essi affidarono la pubblicazione allo stampatore Vincenzo Ferrario. E vi convolsero intellettuali a loro vicini, quali Pellico, Berchet, Adeodato Ressi e Ludovico di Breme.
[modifica] Il programma editoriale
Il titolo intendeva esprimere la volontà di assumere posizioni non radicali né in politica né in letteratura, ma di fatto l'orientamento si precisò rapidamente in senso romantico e progressista anti-austriaco. Il "programma" del periodico prevedeva un indirizzo multidisciplinare, aperto anche a "materie utili" come l'economia, la tecnica, il diritto. È possibile perciò riconoscere una linea di continuità con l'altro importante periodico milanese di qualche decennio prima, Il Caffè.
[modifica] L'importanza per la cultura italiana
Nei due anni recano il loro contributo alcuni dei migliori pensatori della prima restaurazione: Borsieri, Giuseppe Pecchio, Gian Domenico Romagnosi, Melchiorre Gioia. Nel novembre-dicembre 1818 Ermes Visconti firmava sei fondamentali articoli che saranno poi raccolti in volume sotto il titolo di "Idee elementari sulla poesia romantica".
Alessandro Manzoni non era lontano dal gruppo pur senza farne parte attiva.
[modifica] La reazione austriaca
Per ragioni politiche il giornale ebbe vita breve: la censura austriaca iniziò a fare pressioni sempre più insistenti sul Pellico, finché il 26 ottobre 1819 questi non fu convocato al commissariato di polizia dove il conte Villata gli impose di non inviare più articoli di natura politica alla censura, pena la sua espulsione dal regno. Gli amici e collaboratori del giornale decisero così, come atto di solidarietà e insieme di estrema protesta, di sopprimere il giornale.