Complesso monumentale e statua a Padre Pio (Benevento)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Complesso monumentale situato nell'immediata periferia della città di Benevento
Indice |
[modifica] Cenni storici sulla realizzazione dell'opera
In data 11 novembre 1997, due rappresentanti del "Comitato Festività di San Vitale" si recano dal Sindaco Pasquale Viespoli per esporre l'idea, e per chiedere contemporaneamente l'autorizzazione per l'utilizzo della Rotonda dei Pentri
Il Sindaco accetta con entusiasmo ed incoraggia i due alla costituzione del Comitato per poter adempiere a tutte le formalità che la pratica richiede.
Una volta avuta l'assicurazione della concessione dell'area, si passa ad operare su due fronti: a) costituzione del Comitato che viene chiamato "Comitato Pro Messaggio P.Pio. b) formulazione del tema teologico.
Il Comitato in data 10 marzo 1998 assume formale veste giuridica, davanti al notaio Mario Iannella, che offre il primo contributo, non percependo alcuno onorario.
Il 17 febbraio 1998 viene presentata la domanda al Sindaco del Comune di Benevento per la concessione del suolo.
Il 9 aprile 1998, con Delibera della G.M. n. 556, vengono assegnati al Comitato 4.838 mq.; ma con delibera successiva del 7 maggio 1999, la Giunta comunale concede l'intera aria.
Il 2 marzo 1999 presso l'Auditorium del seminario arcivescovile di Benevento, alla presenza dell'arcivescovo Serafino Sprovieri e di alcuni sacerdoti, con un folto pubblico, veniva illustrato il progetto architettonico con l'ausilio di molte diapositive.
Il 15 dicembre 1999 alla presenza di numerosi fedeli, benché scoraggiati da una bufera di acqua e vento l'arcivescovo Sprovieri benediceva la posa della prima pietra.
Intanto, l'opera, veniva contestata da molti cittadini, che riusciranno poi portare in città le telecamere di Canale 5 (Striscia la notizia) nel mettere in cattiva luce il complesso [citazione necessaria].
Questi accenni alla protesta portarono anche ad un momento di riflessione il Sindaco, il quale prima di autorizzare la redazione del verbale di linee e quote, richiesto dal Comitato con missiva del 4 gennaio 2000 prot.generale n°232, dispone che il plastico, con cui viene rappresentata l'intera opera, già esaminata ed approvata dalla Commissione Edilizia, venga esaminato anche dalla Commissione Edilizia Integrata.
Cosichè in data 28 febbraio 2000, presso la parrocchia di San Maria di Costantinopoli (sede del Comitato) viene illustrato il plastico alla Commissione Ediliza Integrata, che approva il progetto, ed in data 5 maggio 2000 viene rilasciato il verbale di linee e quote ed il 9 maggio 2000 viene comunicato l'inizio dei lavori.
[modifica] Tema teologico
Memoriale che trasmetta un messaggio in sintonia con l'intera storia della salvezza e che costituisca, una sintesi fra l'Antico Testamento, Nuovo Testamento e Tempo della Chiesa: Tempo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
[modifica] Operatori professionali ed artistici per la realizzazione dell'opera
- Maestro Pengue scultore dell'Opera bronzea
- Arch. Benedetto Aloia progettista e direttore dei lavori;
- Arch. Eleonora Aloia, Giuseppe Scocca, Flavio De Stasio collaboratori;
- Ing. Giuseppe Pedicini condirettore dei lavori e calcolatore delle opere strutturali, con la collaborazione degli Ing. Nicola Pedicini ed il geologo Eliseo Ziccardi perizia geologica.
- Ing. Michele Petrella collaudatore in corso dell'opera;
- Ing. Carmine Lombardi, coordinatore della sicurezza;
- Ing. Giulio Cesare Pedicini, consulente esterno.
[modifica] Presentazione dell'Opera da un punto di vista artistico
Di terra è la collina solcata dai quattro percorsi ideali a formare una croce (la collina è il monte Oreb, luogo dell'inizio della redenzione dell'uomo). La collina è, a sua volta, delimitata da un solco circolare in tufo (un ideale ruscello, quasi a definire un'area sacra), all'esterno della collina, su di un basamento in tufo, sono collocati, in bronzo i sandali ed il bastone di Mosè con la scritta "Dio è amore".
Di tufo e pietra, in cima alla collina, è il sacrato o palco rituale a forma di ostensorio, scena del contatto con la divinità. Il tufo per l'occasione, materiale notoriamente debole, è stato usato simbolicamente per sostenere ed accogliere.
Lungo le pareti, accentuate prospetticamente, quasi a scivolare a terra, sono collocati il Saio cappuccino dismesso di Padre Pio, le fasce sepolcrali del cristo risorto, mentre al centro del sacrato è collocato il Roveto Ardente. Tutte opere, queste ultime, in bronzo, trattato per grana, tessitura a colore e disponibili anche al tatto del pellegrino.
Di acciaio corten, materiale autopassivante, non soggetto al degrado prodotto dall'ossidazione metallica, è la scultura primaria costituita da quattro "U" (Ut Unum) che formano una croce e rappresenta il basamento variamente interpretabile, una massa imponente alta mt 6.30, alla cui sommità appaiano, con scorci visivi diversi, la sacra Sindone, Padre Pio ed il simbolo della Croce.
La Sacra Sindone documento riportato alla memoria, si muove lentamente in un telaio dorato, attivato da un motore.
La Croce, alta 12 metri, è costituita da uno stelo assemblato di acciaio corten e termina a croce greca, a sei bracci per dirigersi simbolicamente in tutte le direzioni.
La statua di P. Pio in bronzo, alta 7 metri, complesso formalmente articolato, il cui volto, le mani, i piedi con le stimmate, il costato, il cordone del saio ed il crocefisso, traggono la loro visione perfetta per essere fortemente radicata nella memoria.
Tutto questo complesso monumentale è abbellito da vaste macchie di rose, color giallo e rosso, con insanature di prato sempre verde, grazie alla cura della provincia di Benevento, e grazie al progetto del dott. Antonio Castellucci, responsabile della forestazione e del verde pubblico della provincia.
[modifica] Bibliografia
- Memoriale a Padre e Pio e all'amore misericordioso di Dio, Antonio Rapuano, CO.IM.EV s.r.l, 2004.