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Classe Cressy - Wikipedia

Classe Cressy

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L'HMS Cressy
Descrizione generale
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Tipo  Incrociatore corazzato
Classe  Cressy
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori  {{{costruttori}}}
Cantiere 
Matricola  {{{matricola}}}
Ordine 
Impostazione
Varo  1899-1901
Completamento 
Entrata in servizio 
Proprietario 
Radiazione 
Destino finale 
Caratteristiche generali
Dislocamento  11700 t
Stazza lorda  t
Lunghezza  143,87 m
Larghezza  21,18 m
Altezza  m
Pescaggio  m
Profondità operativa  m
Ponte di volo 
Propulsione  2 gruppi motrici alternative a triplice espansione, 2 assi per totali 21.000hp
Velocità  21 nodi nodi
Autonomia  n.mi. a nodi ( km a km/h)
Capacità di carico 
Numero di cabine  {{{numero_di_cabine}}}
Equipaggio  755
Passeggeri 
Equipaggiamento
Sensori di bordo 
Sistemi difensivi 
Armamento  2 cannoni da 233mm, 12 da 152mm., 13 da 76mm

siluri: 2 TLS da 457mm

Corazzatura  cintura da 152mm al centro, ridotta a 51 alle estremità, paratie trasversali 127mm ponte protetto 76,2mm, alle estremità 38mm. barbette 152mm, casematte 127mm.
Mezzi aerei 
Note
Motto 
Soprannome 

I 6 incrociatori classe ‘Cressy’, ovvero l'HMS Cressy, Aboukir, Bacchante, Euryalus, Hogue, Sutlej, sono stati il primo segno del rientro della categoria dell’incrociatore corazzato nella flotta britannica. Essi erano stati provvisoriamente sostituiti dai meno corazzati ma più veloci incrociatori protetti, privi di cintura corazzata per riuscire a contenere i pesi, e quindi il pescaggio e la velocità massima. Essi sono stati realizzati come modifica dei tipi Diadem protetti, con un leggero aumento delle dimensioni.


con le nuove leghe in acciaio ad alta resistenza del tipo Krupp, che a parità di protezione un peso molto inferiore, il che consentì di ottenere l’istallazione di una cintura corazzata che anche se era rastremata alle estremità era sufficiente contro i cannoni da 152mm avversari alle medie distanze. Essa si estendeva per la maggior parte della nave, con l’inizio a 36,6m da prua fino a 27m da poppa, lasciando per il resto solo una piastra di 51mm che non mancò di attirare notevoli critiche al progetto. LA corazza aggiuntiva, anche così pesava circa 1200t.

Il ponte protetto era anch’esso di spessore differente a seconda della zona della nave da proteggere, ma in generale garantiva una buona protezione ai depositi munizioni e alle caldaie, anche se era meno spesso che sui Diadem, in quanto era ritenuto meno importante per la protezione della nave ora che vi era la cintura corazzata. Le caldaie erano 4 servite da altrettanti lunghi fumaioli al centro nave, che davano a queste navi un aspetto ‘vittoriano’, molto imponente . Grandi maniche d’aria per la ventilazione dei locali interni erano pure presenti in ragione di 4 per fianco, ma esse erano comunque di profilo ridotto rispetto ai tipi normali per ridurre i danni in caso di combattimenti.

L’armamento principale era di 2 cannoni da 233mm in torri singole, uno a prua e uno a poppa, come sugli incrociatori corazzati Powerful. Essi erano potenti a sufficienza (160kg di proiettile x 2 colpi al minuto x 13km di gittata, limitata solo dall’alzo ad appena 13 gradi) per minacciare anche la protezione delle corazzate di linea. Tuttavia essi non erano sufficienti per assicurare un volume di fuoco intenso e accurato ad ogni distanza di tiro utile, errore che sarebbe stato commesso quantomeno fino alle corazzate italiane Classe ‘Vittorio Emanuele’ o ‘Regina Elena’,. Con 2 cannoni da 305mm.

L’armamento secondario era costituito da 12 cannoni da 152mm che consentivano di sparare contro bersagli di piccola e media taglia, o le sovrastrutture delle navi maggiori. Purtroppo essi erano sistemati in casematte laterali,non esattamente l'ideale per un impiego in condizioni di mare grosso. 4 di essi erano in casematte nella parte centrale dello scafo, ma gli altri 8 erano su casematte sovrapposte ai lati delle fiancate, e i cannoni inferiori si ritrovavano totalmente allagati in caso di mare grosso, per cui essi non erano un armamento valido, alti poco oltre il livello del mare com’erano, e avevano anche un campo visivo ridotto nonostante le ampie possibilità di brandeggio.

LA struttura generale delle navi era caratterizzata da una bassa plancia, un alto bordo libero ancorché con il castello prodiero piuttosto corto, e da 2 alberi tubolari molto alti e snelli, con coffe di tiro e osservazione sia dietro la plancia che dietro i fumaioli, cosa che inficiava il rendimento di quello poppiero.

[modifica] La breve guerra delle 'Cressy'

Le Cressy hanno avuto un servizio bellico ridotto, perché non solo per il 1914 gli incrociatori corazzati erano in genere declassati dall’apparizione delle corazzate e incrociatori da battaglia, ma anche perché essi erano assai vecchi e troppo lenti.

5 di queste navi vennero assegnate alla 7a Squadra, dipendente dal Gruppo operativo di Nore, con il compito di dare supporto al gruppo navale di Harwich, e sorvegliando gli accessi settentrionali nella Manica.

Il loro tragico primato è stato quello di perdere 3 navi, metà della classe, nel volgere di una partita di calcio, ovvero 90 minuti. Spesso nella storia vi è un prima e un dopo, con il punto di svolta in un evento, spesso tragico.

Come già nel caso del Titanic, la potenza navale inglese venne messa in ginocchio allorché una minaccia non prevista ne sfidò asimmetricamente l’invincibilità: il 22 settembre 1914, 3 di questi incrociatori non scortati, Aboukir, Cressy e Hougue, stavano pattugliando un tratto di mare stretto, davanti alle coste olandesi, e limitato da un campo minato al largo. Ad un certo punto, alle 6,30, l’Aboukir, che al pari delle altre navi procedeva lentamente e senza zig-zagare, venne preso in pieno da un’esplosione. Le altre navi si fermarono per dare assistenza, credendo che si trattasse di una mina uscita dagli ormeggi.

Invece, si ritrovarono una dietro l’altra silurate dall’U-9 di Weddigen, che era in agguato, incredulo per l'occasione che gli si stava presentando. I sommergibili dell’epoca non erano, quando sommersi, nulla di più di mine intelligenti appostate sul fondo, tanto i loro sensori e armi erano limitati, come anche la loro velocità e autonomia. Il pericolo dei sottomarini era già noto ma venne ignorato. Questo costò i 3 vecchi incrociatori, e soprattutto, 1500 uomini di equipaggio su 2300. La corazza della cintura non era evidentemente intesa come capace di proteggere anche dai siluri e la compartimentazione subacquea, come normale per vecchie navi come quelle, non funzionò a dovere. Così anche colpi singoli le affondarono senza scampo e le 1200 tonnellate di corazzatura aggiuntiva di alta qualità servirono solo da zavorra.

Molto più che dai fantasiosi disegni di leonardesca tradizione e dalle altre imprese come quella dell’American Turtle , molto più che dai primi preoccupanti successi dei sommergibili con il loro primitivi siluri, la nascita del sottomarino, e certamente il suo concreto battesimo del fuoco, la sua importanza nel decidere una volta per tutte il cambiamento nella guerra navale, viene da molti assegnato a quel 22 tragico settembre 1914, ad appena poche settimane dall’inizio delle ostilità. La RN non avrebbe più subito un tale smacco, ma esso non venne mai dimenticato, e i Cressy, come gli Zara italiani e gli Astoria USA ebbero la caratteristica di perdere ben 3 navi in una sola azione bellica (il primato indubbiamente della gravità spettò agli Zara sia perché erano solo 4 in tutto, annientando la classe come forza combattente di conseguenza, sia per il numero delle vittime e prigionieri, oltre 2000).

Nel caso dei 'Cressy' soltanto questo venne dovuto ad un attacco di sommergibili, gli altri 2, pure nati dalla sorpresa, furono dovuti ad azioni di attacco notturne, a prescindere dalla disponibilità avversaria di radar di bordo (inesistente nel caso dei giapponesi a Savo).


Anche per questa esperienza, da allora la RN ha cercato e mantenuto una capacità antisommergibile costantemente al miglior livello possibile, tanto che nel secondo dopoguerra essa ha avuto un compito quasi esclusivo di contrasto dei sottomarini sovietici.

[modifica] Bibliografia

Enciclopedia Armi da guerra N.90


[1]: Naval weapons of the world, sito con un database praticamente completo sugli armamenti navali degli ultimi 100+ anni, in continuo aggiornamento


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