Classe Bora (hovercraft)
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Sivuch | |
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Descrizione generale | |
Tipo | unità SES |
Classe | Project 1239 Bora |
Impostazione | 1987 |
Entrata in servizio | 1997 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1050 t |
Stazza lorda | 1280 t |
Lunghezza | 65 m |
Larghezza | 18 m |
Profondità operativa | max. m |
Propulsione | 2 turbine a gas |
Velocità | 55 nodi nodi |
Autonomia | 2500 n.mi. |
Equipaggio | 68 |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | 1 radar scoperta in superficie e aerea, uno guidamissili SA-N 4, 1 designazione SS-N 22 |
Armamento | 1 cannone AK-176, 2 ADG-630, 18 missili SA-N 4 e 8 SS-N 22 |
Classe Bora è il nome NATO della classe di hovercraft lanciamissili sovietici Progetto 1239 Sivuch.
Le unità classe Sivuch o Bora, project 1239, sono i maggiori esponenti della progettazione dei veicoli a cuscino d’aria sovietici, anzi esse appaiono le maggiori unità di questo tipo in servizio a livello mondiale.
Vennero progettate durante la metà anni ’80, con una enfasi principale per la lotta antinave. La caduta dell’URSS nel 1991 lasciò per lunghissimo tempo incomplete le 2 navi impostate, e solo dopo circa 10 anni vennero immesse in servizio.
La loro struttura non è, come talvolta riportato, quella di un hovercraft, ma quella ben più efficiente di una nave ad effetto superficie (SES, Surface Effect Ship), con le fiancate verticali e rigide, che trattengono con più efficienza il cuscino d’aria del classico concetto di ‘gonna’ gonfiabile dalle ventole. La loro struttura, simile a quella di un catamarano, è molto larga, con ampio spazio per la sistemazione di armamenti e sensori, mentre la sovrastruttura comprende una plancia assai massiccia, circondata letteralmente dalle cupole dei radar di scoperta e tiro. In termini di propulsione, 2 turbine di elevata potenza le rendono capaci di navigare in sostentamento ma non è chiaro come questo effetto sia ottenuto, ovvero come le eliche siano sistemate rispetto all’apparato propulsivo. Quello che è certo è che esse sono disposte in appositi ‘pod’ in bracci ad immersione sotto lo scafo.
L’armamento è quello che dà ragione d’essere a questi vascelli, che dispongono della stessa batteria di missili dei grandi cacciatorpediniere Classe Sovrennenji, confermando che le navi di questo particolare tipo sono molto efficienti nella capacità di trasportare pesi elevati, se non altro per la notevole larghezza dello scafo.
La potenza di fuoco contronave è data da 2 gruppi di lancio per missili della famiglia degli SS-N 22, supersonici e capaci di attacchi a pelo d’acqua, tra le minacce più temute dall’US Navy. Per la difesa antisommergibile è ritenuta adeguata la velocità e la relativa invulnerabilità che questo tipo di nave ha contro i siluri. La difesa contro i missili antinave e gli aerei è data da 1 cannone da 76mm ad alta cadenza di tiro, di fatto il primo ‘super-rapido’ di questo calibro, essendo entrato in servizio 10 anni prima del pezzo analogo della OTO-Melara. Inoltre sono disponibili 2 CIWS ADG-630, per la difesa antimissile e contraerea a corto raggio. La difesa missilistica è garantita dall’OSA, ovvero l’SA-N 4 Gecko. La rampa binata a scomparsa è presente a poppa dell’unità navale. Si tratta di un missile alquanto superato per una nave più recente di 20 anni, ma la lentezza dello sviluppo dell’unità di questa classe se l’è portato dietro dai tempi in cui esso era ancora la migliore arma per la difesa ravvicinata della marina sovietica, e d’altra parte non cè abbastanza spazio per l’SA-N 9 Klinok successore del Gecko. Solo un complesso CASD-N1 con cannoni da 30mm e missili contraerei da 8km di gittata si potrebbe ottenere una difesa missilistica per tale nave, che sia abbastanza moderna e compatta al tempo stesso, ma esso non è stato installato: evidentemente, i problemi della meccanica da risolvere per tale unità, specialmente la propulsione, hanno lasciato in secondo piano il suo riarmo con armi della generazione degli anni ’80.
Pare che le doti di tenuta al mare siano buone, come anche l’autonomia, di circa 10 giorni a velocità di crociera. La meccanica, a seconda delle fonti, è scarsamente affidabile o soddisfacente, probabilmente sono vere entrambe le versioni, dipendenti dai tempi in cui esse sono state raccolte.
In ogni caso, il costo è alto, molto maggiore che per corvette come le Tarantul, armate con missili di tipo similare, anche se meno numerosi. La produzione ha riguardato solo 2 unità, che nella disastrata marina ex-sovietica hanno impiegato anni per essere completate e non hanno lasciato eredi per un modello di nave d’attacco interessante, ma anche complessa e costosa. Le Tarantul, invece, sono state sviluppate prima e impiegate con numerosi operatori stranieri, con l’unico svantaggio di una velocità inferiore di una quindicina di nodi, anche se ancora più che sufficiente per la maggior parte delle necessità.