Cavalcanti
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I Cavalcanti sono una delle più celebri famiglie fiorentine. Probabilmente originari di Fiesole signori del castello delle Stinche in val di Greve e di Montecalvi in val di Pesa, di Luco e di Ostina nella val d'Arno superiore. Furono a Firenze famiglia consolare: Cavalcante fu console civitatis nel 1176 e Aldobrandino suo figlio nel 1204. Durante tutto il duecento furono una delle più importanti famiglie fiorentine.
Di tradizione guelfa, ebbero un ruolo importante nelle lotte tra guelfi e ghibellini. Furono una delle consorterie fiorentine più ricche di uomini, e molti di loro furono personalità rilevanti. Furono colpiti dagli Ordinamenti di Giustizia e dichiarati Magnati, e come tali esclusi dalla guida del Comune. Al momento della divisione dei Guelfi in Bianchi e Neri i Cavalcanti, come molte altre famiglie, si divisero tra di loro, anche se in prevalenza tennero per la parte bianca.
In questo periodo il celebre poeta stilnovista Guido Cavalcanti, amico e compagno di parte di Dante Alighieri, ebbe a soffrire l'esilio (allorché furono esiliati, per sedare i tumulti, alcuni capi delle due parti) che lo doveva condurre a morte.
Le Stinche, le antiche prigioni fiorentine, prendono tristemente nome da uno dei castelli dei Cavalcanti da quando alcuni Cavalcanti di parte bianca asserragliati nel castello furono catturati e gettati in quel carcere. Nel trecento le leggi antimagnatizie relegarono questa famiglia ad un ruolo secondario. Fa parte di questa famiglia anche Giovanni Cavalcanti, autore delle "Istorie fiorentine".
I Cavalcanti s'imparentarono con molte delle famiglie più importanti del tempo, ed anche con famiglie di fede ghibellina come i Lamberti e gli Amidei nell'ambito di quelle paci con cui vanamente si cercava di riportare la concordia nella citta.