Autore a proprie spese
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APS è un acronimo che significa Autori a Proprie Spese. È stato inventato e reso di uso comune nella lingua italiana da Umberto Eco, nel suo romanzo Il pendolo di Foucault, nel quale narra, fra l'altro, le vicende di un editore che, oltre alla normale attività imprenditoriale (si veda al proposito la voce Editoria), pubblica anche aspiranti romanzieri e poeti facendosi pagare per questo e mettendo in campo una serie di artifici volti ad ingannarli rispetto alle effettive prestazioni che offre in cambio.
Il fenomeno degli autori a proprie spese è sempre stato diffuso, ma negli ultimi anni, con la diffusione delle tecnologia di stampa digitale ha visto il proliferare di centinaia di sedicenti case editrici che propongono contratti di edizione.
La campagna di stampa intitolata Libri puliti, lanciata in anni recenti da Marcello Baraghini, patron della casa editrice Stampa Alternativa, con la pubblicazione del libro Editori a perdere di Miriam Bendìa, ha sollevato all'attenzione dell'opinione pubblica il problema degli operatori disonesti del settore. Tuttavia occorre distinguere, poiché non necessariamente un editore a pagamento è un operatore disonesto.
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[modifica] Inquadramento del problema
L'aspirazione a pubblicare una propria opera è legittima, anche quando quest'opera non susciti l'interesse commerciale o culturale degli operatori qualificati. Il ricorso quindi ad un editore a pagamento, che pubblichi l'opera con qualità tipografica adeguata, fornendo all'autore la necessaria consulenza affinché il suo lavoro, pur con una diffusione modesta, sia presentabile ed apprezzabile da un pubblico ristretto, fossero anche soltanto gli amici e conoscenti, resta legittima. A fronte di una richiesta di prestazioni (consulenza redazionale, impaginazione, stampa tipografica e confezione dell'opera da diffondere), l'azienda che fornisce il servizio (l'editore a pagamento) richiede e percepisce un legittimo compenso.
Diverso il rapporto commerciale e contrattuale che viene a crearsi quando l'editore a pagamento promette all'autore una gloria letteraria, in cambio della corresponsione di somme che nulla hanno a che vedere con l'effettiva prestazione dei servizi di consulenza redazionale, grafica e tipografica sopra descritti. In questo caso, il rapporto rasenta, e talvolta supera, i limiti della truffa commerciale.
È da dire, per completezza di informazione, che spesso la vittima del raggiro, cioè l'autore esordiente, è in qualche modo complice del truffatore, poiché in nome di una eccessiva autoconsiderazione del proprio valore, della valenza culturale di scritti mediocri o scadenti, insegue un sogno di gloria che non ha alcuna possibilità di essere realizzato. Di qui deriva la crescita del fenomeno, malgrado le campagne di stampa.
[modifica] Un caso a parte: l'editoria sostenuta
Un caso di editoria che in qualche modo potrebbe essere ricondotta al concetto di editore a pagamento ma che in realtà si differenzia in modo sostanziale da questa definizione è la cosiddetta editoria sostenuta. Quando un'opera è di elevato valore culturale (ad esempio un saggio estremamente curato ma anche estremamente specialistico), può accadere che nessuna casa editrice sia disposta a pubblicarlo, poiché commercialemente avrebbe la certezza di ricavarne soltanto perdite. Non bisogna infatti dimenticare che una casa editrice è e resta comunque un'azienda, vocata al conseguimento del profitto e non un'istituzione benefica. In taluni casi, enti ed istituzioni (ad esempio Fondazioni, oppure centri studi, o ancora le stesse Università) possono ritenere comunque importante che lo studio sia reso disponibile in veste editoriale, e decidono di concorrere alla spesa di realizzazione dell'opera, attraverso contributi.
Questo tipo di sostegno ha un elevato valore culturale, poiché salvaguarda una parte della cultura, di nicchia, permettendo la diffusione e la circolazione delle idee, permettendo altresì che negli scaffali delle libreria compaiano anche libri di alto valore, e non soltanto i successi editoriali di consumo.
[modifica] Parametri
Di fatto, quando si parla di editori a pagamento o di editoria sostenuta, il problema della distinzione fra un corretto rapporto economico e uno truffaldino si definisce nell'ammontare dell'intervento economico che permette la pubblicazione del libro. Non è chiaramente possibile fornire parametri esatti, poiché ogni pubblicazioni può avere caratteristiche diverse, quando a formato, numero delle pagine, finitura, rilegatura. Una pubblicazione scientifica di un migliaio di pagine, stampate a colori, rilegata elegantemente a filo refe, con copertina rigida e sovraccoperta, differisce sostanzialmente da un tascabile rilegato in brossura, di un centinaio di pagine, stampata in bianco e nero su carta ordinaria.
In linea di massima, i rapporti di costo fra le varie fasi di realizzazione di un'opera, cioè gli elementi che concorrono alla formazione del prezzo finale di copertina, possono essere schematicamente suddivisi in tre parti:
- redazione e composizione del volume, 25 per cento
- stampa tipografica e legatoria, 25 per cento
- promozione e distribuzione organizzata, 50 per cento
È chiaro che si tratta di uno schema semplicistico. I costi reali che un editore affronta possono variare notevolmente: i costi di stampa per un tascabile economico di grandissima tiratura sono inferiori a quando indicato, mentre saranno superiori per un'opera di pregio. Ma questo paramentro, applicato alla valutazione dell'editoria a pagamento rappresenta un utile discrimine per capire se l'offerta che l'autore o l'ente riceve è coerente con il prodotto. Concretamente, l'editore a pagamento che richiede all'autore a proprie spese, per stampare 500 copie di un tascabile dal costo di copertina di 10 euro, la somma di 2500 euro, offre un servizio e riceve un compenso coerente. Diverso il caso in cui la richiesta superi questa somma, magari facendo balenare all'autore esordiente prospettive difficilmente realizzabili di gloria e fama.
[modifica] Chi offre il servizio
In pratica tutti gli editori offrono il servizio di editoria sostenuta, ovvero la possibilità di pubblicare opere di scarsa o nulla valenza commerciale ma elevato contenuto e valore culturale quando sia presente uno sponsor istituzionale che ne sostenga i costi. In questo caso la scelta dello sponsor dovrà orientarsi sull'editore che abbia già a catalogo opere affini per qualità realizzativa e argomento. Diverso il caso per gli autori esordienti. Esistono infatti editori disposti ad inserirli a catalogo in collane consolidate o più spesso dedicate, dietro corresponsione del fatidico "contributo". Esistono infine editori a pagamento puri che di fatto esercitano soltanto questo tipo di servizio, in forme più o meno dichiarate. In linea di massima il fatto che lo dichiarino espressamente, anziché ricorrere ad artifici commerciali, quali fantomatici premi letterari o altre pubblicità ingannevoli, rappresenta la garanzia maggiore per l'autore a proprie spese.
[modifica] Bibliografia
(IT)Editori a perdere, libro di Miriam Bendìa - Stampa Alternativa Editore 2001, ISBN 8872263360