Ursus americanus
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Baribal |
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Ursus americanus |
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Stato di conservazione | ||||||||||||||
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||
Ursus americanus Pallas, 1780 |
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Il baribal (Ursus americanus), conosciuto come orso nero americano, seppure più piccolo del grizzly, è riuscito ad adattarsi bene alle trasformazioni del suo habitat. Curioso per natura e sempre alla ricerca di cibo, ha subito appreso che la presenza dell'uomo nel suo ambiente significa poter soddisfare la sua fame senza fatica, grazie al cibo abbondante che i visitatori offrono generosamente durante le loro gite.
Il baribal è stato a lungo il simbolo dell'America Settentrionale, un tempo paese selvaggio e disabitato, caratterizzato da regioni rocciose e distese boscose. Gli antenati degli ursidi fecero la loro prima apparizione sulla terra probabilmente nel Miocene, dai 25 agli 8 milioni circa di anni fa. Successivamente, nel Pliocene, il loro numero e il loro areale aumentò notevolmente. Dopo un periodo di crescita demografica, questo gruppo di progenitori degli ursidi si estinse.
Il genere Ursus, al quale appartengono 3 specie di orso dei giorni nostri, secondo gli studiosi apparve circa 3 milioni di anni fa. Il nome orso "nero" fu dato al baribal, per il colore del suo manto, dai primi abitanti dell'America Settentrionale, ma in realtà è improprio poiché in effetti la tonalità di colore va dal blu al grigio ma può anche essere marrone, beige o anche bianco crema.
Queste variazioni cromatiche generalmente si presentano in relazione ai differenti tipi di habitat. Una sottospecie di orso nero, con il manto chiarissimo, si trova solo in alcune zone isolate della Columbia Britannica (Canada occidentale). A volte il manto assume una colorazione più scura che va dal giallo all'arancio e al castano. L'Ursus americanus emmonsii, sottospecie di orso nero, frequenta le montagne dell'Alaska sudorientale, ha un colore grigio-bluastro, ma nella forma pura di colore blu è molto raro. Tutti gli ursidi presentano la stessa struttura anatomica: un corpo massiccio, una testa abbastanza grande con orecchie piccole e rotonde, arti tarchiati e potenti e una coda corta.
Il baribal è molto più piccolo del suo parente stretto, l'orso grigio, anche se le sue dimensioni variano a seconda dell'areale di diffusione. Gli esemplari che vivono nelle regioni orientali dell'America Settentrionale possono crescere fino al doppio rispetto a quelli delle regioni occidentali.
Il muso del baribal è moderatamente più lungo e più appuntito rispetto a quello dell'orso grigio. Le orecchie sono troppo grandi in confronto al muso e il dorso non presenta, in modo evidente, la gibbosità tipica di molti orsi grigi che si può comunque individuare quando l'animale assume certe posizioni.
Gli arti posteriori sono corti e gli artigli poco sviluppati. Qualsiasi sia il colore del loro manto, il muso è solitamente castano. Rispetto agli orsi grigi il pelo è più corto ma la stazza resta comunque impressionante.
Come in tutti gli orsi il senso dell'olfatto è acutissimo. Il naso è sempre umido e spesso il baribal si accoscia annusando l'aria per esplorare l'ambiente circostante. Anche se la sua vista non è acuta come quella di molti carnivori, riesce a percepire un movimento anche a grandi distanze.
Il baribal è generalmente silenzioso pur disponendo di un certo repertorio vocale. Emette un latrato quando si spaventa e un ringhio minaccioso quando entra in conflitto con un altro orso. I cuccioli lanciano grida acute per richiamare l'attenzione della madre. Contrariamente al grizzly, si arrampica abilmente sugli alberi sia per sfuggire a un pericolo sia per cercare cibo. Inoltre è un abile nuotatore e non ha paura dell'acqua.
Indice |
[modifica] Comportamento
Il baribal è un animale notturno, anche se lo si può avvistare in qualsiasi momento della giornata. Avendo imparato che la presenza di turisti significa sfamarsi senza alcuna fatica, gli orsi si lasciano osservare facilmente anche durante il giorno. Non è un fatto inconsueto sorprenderli mentre si aggirano intorno ai secchi dei rifiuti cercando qualche cosa di commestibile, né è difficile accorgersi del loro passaggio dal momento che lasciano tracce evidenti nei luoghi che frequentano.
Sulla corteccia degli alberi, anche a una certa altezza, sono visibili i solchi lasciati dai denti dell'orso che può tenersi eretto sugli arti posteriori e poggiarsi al tronco. Durante questa operazione può capitare che pezzi di corteccia vengano divelti. L'orso utilizza gli alberi soprattutto per grattare la corteccia, come si può ben vedere dai segni lasciati dai lunghi artigli solitamente disposti in diagonale ma a volte anche verticalmente e orizzontalmente.
Durante la primavera, sui ciocchi degli alberi privi di corteccia, si possono trovare mucchi di pelo di orso perché, risvegliandosi dal letargo, la prima cosa che l'animale fa è quella di sfregare il corpo contro un albero per liberarsi del prurito causato dai peli caduti. Le tracce che l'animale lascia nei posti in cui si trova per cercare del cibo sono numerose. Ciocchi di albero e pietre vengono rovesciati alla ricerca di qualsiasi fonte di nutrimento si trovi sotto il terreno fresco; le tane sotterranee vengono rimosse e i formicai demoliti.
Le bacche dai cespugli vengono letteralmente saccheggiate e i rami degli alberi da frutta distrutti. Gli escrementi o cataboliti sono simili a quelli di un cane: di solito di colore marrone scuro, appallottolati e intrisi di peli di animali, semi, gusci di nocciole ed esoscheletri non digeriti di insetti. Quando un orso fa indigestione di bacche, i cataboliti sono più liquidi e più scuri.
La loro natura solitaria non favorisce le aggregazioni con i conspecifici e pertanto elimina ogni possibile motivo di conflittualità. Se un gruppo di orsi si avvicina a una fonte di cibo, a parte qualche rumoroso latrato, viene rispettato l'ordine gerarchico. Quando si verificano scontri, il più delle volte sono causati dall'indole aggressiva di alcuni esemplari.
Durante lo scontro, gli antagonisti si affrontano stando accosciati, ciondolando la testa avanti e indietro e spalancando la bocca mentre emettono sordi brontolii. Solitamente, a questo punto, uno dei 2 contendenti si arrende, ma se le ostilità continuano essi si affrontano poggiandosi saldamente sui 4 arti, tenendo testa e orecchie basse e mostrando i canini.
La lotta finisce quando il più debole si allontana con la bocca serrata e la testa rivolta altrove. Essendo animali solitari non comunicano e non esprimono il loro umore e le loro intenzioni mediante contrazione dei muscoli facciali, se non quando spalancano gli occhi perché innervositi.
Dai miacidi, loro antenati, gli ursidi hanno ereditato la capacità di arrampicarsi sugli alberi. Questa caratteristica però non è comune a tutti gli attuali rappresentanti della famiglia poiché varia da specie a specie. Per esempio, il grizzly - che ha un'imponente corporatura ed è molto pesante - raramente sale sugli alberi.
Il baribal, invece, è un agile arrampicatore che sale sugli alberi per nutrirsi o per sfuggire a uno dei suoi pochi nemici: il grizzly.
Arrampicandosi alla ricerca di un nido d'api, l'orso prende la rincorsa, compie 2 o 3 salti e abbraccia saldamente il fusto piantandovi gli unghioni degli arti anteriori; quindi solleva il capo puntellandosi sugli arti posteriori. Quando fugge da un pericolo procede anche a balzi usando gli arti posteriori e gli artigli per aggrapparsi e tenersi in equilibrio. Quando scende dall'albero compie i movimenti inversi rispetto all'arrampicata.
[modifica] Ambienti
Come tutti gli animali selvaggi, l'orso nero americano sceglie i suoi habitat in base alle sue necessità, in luoghi dove il cibo è abbondante e facilmente accessibile, dove ci sono risorse idriche o dove è possibile appartarsi per riposare o per stabilire la propria tana.
Un luogo ideale è rappresentato dalle zone del vasto territorio in cui questo animale vive, ed essendo un abitatore della foresta, preferisce i boschi. Nelle regioni orientali, frequenta le zone boscose e le paludi mentre in quelle più occidentali vive tra le foreste della montagna, anche se raramente raggiunge più di 2100 m di altitudine.
Le foreste e le vaste distese di conifere sono altrettanto praticate così pure quelle zone di passaggio tra un ambiente e l'altro che offrono una grande varietà di cibo. L'ambiente in cui vive il baribal, è costituito dalle foreste pluviali dove il clima è umido e temperato e gli alberi crescono molto alti.
Un tipico esempio è la foresta pluviale di Olimpia nella penisola Olimpia, nello stato di Washington. Le nuvole cariche di pioggia provenienti dall'Oceano Pacifico si riversano sulla costa occidentale degli USA facendo crescere piante in abbondanza. Durante l'inverno, la temperatura non scende mai al di sotto dello zero e i corsi d'acqua sono ricchi di pesci.
Il territorio entro il quale l'animale si muove si estende dalle zone settentrionali dell'Artico fino a quelle meridionali del Canada, l'Alaska e il centro America fino a raggiungere le zone boscose della Sierra Madre nel Messico settentrionale. Vive anche in più di 20 stati degli USA come in molti territori e province del Canada. Prima che l'uomo distruggesse gran parte delle foreste, questo animale era più diffuso. La consistenza numerica degli individui allo stato libero è maggiore nelle zone settentrionali del suo areale, mentre in quelle meridionali e orientali la sua presenza è confinata ai parchi nazionali.
[modifica] Territori
Ogni orso si muove all'interno di un territorio circoscritto la cui estensione varia da individuo a individuo. Il territorio in cui si muove una femmina da sola o con i suoi cuccioli, ha una superficie che va dai 2,5 ai 94 km². I maschi si aggirano all'interno di zone fino a 5 volte più vaste rispetto a quelle delle femmine.
Anche se non difende tenacemente il suo territorio e non lo delimita marcandone i confini con tracce odorifere come altri animali, il maschio vi è attaccato e non lo condivide con nessun altro omeospecifico. La femmina occasionalmente occupa un territorio insieme ad altre femmine o con 1 o 2 maschi. Nei casi di "coabitazione" ogni orso si appropria di una piccola area di suo esclusivo dominio.
Durante la stagione degli accoppiamenti, che dura da metà maggio a luglio inoltrato, le femmine adulte difendono territori esclusivi che in alcune zone, come nel Minnesota, sono risultati estesi tra i 10 e i 25 km², con un valore medio di 15 km². Gli esperti sostengono che esiste un ben individuato punto critico al di sotto del quale la riproduzione diventa difficile.
All'interno del suo campo d'azione, il baribal si muove lungo percorsi ben definiti, già utilizzati dalle generazioni che hanno abitato lo stesso territorio in epoche precedenti.
Solitamente l'orso evita gli spazi aperti, preferendo l'entroterra boscoso o le zone circoscritte dove è possibile trovare ancora qualche luogo appartato. A volte utilizza i letti dei fiumi come sentieri, probabilmente perché le varie insenature prodotte dai corsi d'acqua sono un ottimo rifugio. Alcuni zoologi pensano che i segni degli artigli trovati sugli alberi, quando non hanno la funzione di delimitare il territorio, siano messaggi che l'animale utilizza per intimorire gli altri maschi durante la stagione degli amori. Infatti questi segni sono più numerosi nella settimana che precede l'accoppiamento. Nelle regioni settentrionali e nordoccidentali, il baribal divide il suo habitat con l'enorme orso bruno.
Il fatto che occasionalmente i 2 animali entrino in competizione per il cibo, spiega perché il baribal sia di dimensioni minori nelle regioni nordoccidentali rispetto a quelle orientali.
Non è raro che un orso bruno attacchi il baribal e lo colpisca anche mortalmente con le sue forti zampe e con i lunghi artigli. È stato riferito che un orso bruno abbia scaraventato su un albero un baribal facendogli percorrere 5 m e uccidendolo sul colpo con una zampata.
[modifica] Dieta e alimentazione
Indubbiamente il fatto che il baribal si nutra di una grande varietà di cibo e che sia così attento nella ricerca del nutrimento ci dice molto sulla capacità di sopravvivenza della specie.
Il fabbisogno giornaliero di cibo si aggira intorno ai 7 kg. Anche se viene classificato come carnivoro, il 75% della sua dieta è costituito da alimenti di origine vegetale. A seconda della stagione e della disponibilità alimentare, questo animale può mangiare erba, ramoscelli, foglie, germogli di albero e di cespugli, grano, ghiande, faggina, radici, tuberi, bulbi, bacche e frutti di ogni tipo, con una predilezione particolare per le ciliegie.
Si nutre anche di insetti e larve che trova nei ciocchi d'albero marciti, sotto le pietre o in qualche buca del terreno. Inoltre saccheggia il favo, le api e le larve dei loro nidi servendosi degli artigli.
Caccia e uccide mammiferi di tutte le dimensioni, prelevandoli talvolta direttamente dalle loro tane. I piccoli di alce in Alaska cadono spesso vittime dell'orso nero, così come i lemming della famiglia dei miomorfi in Canada, anche se questi sono più difficili da catturare perché molto veloci.
Se l'orso nero trova nel sottobosco uova di uccelli che nidificano a terra, non esita a divorarle. Questo animale ha inoltre una predilezione per i porcospini che colpisce abilmente con una zampata nella parte inferiore, più vulnerabile.
Alcuni esemplari sono stati sorpresi tra le montagne mentre trascinavano fuori dall'acqua i castori. Essendo abili nuotatori, spesso pescano lungo i torrenti, i laghi o le acque poco profonde dei fiumi, alla ricerca di salmoni, cibo preferito anche dagli orsi bruni. Nei pressi delle zone costiere si nutrono anche di invertebrati, consumando anche carcasse di animali o pesci morti.
Nella regione ricca di alberi della costa della California settentrionale, dell'Oregon, dello Stato di Washington e della Columbia Britannica meridionale, il baribal ha causato vari danni strappando le cortecce di alberi come gli abeti di Douglas, alla ricerca degli strati succosi del cambio (zona di tessuto che, sul fusto delle piante, dà origine al "libro" della corteccia). Un orso da solo può strappare fino a 50 alberi in una notte causando più di 20.000 dollari di danni in una primavera.
Essendo un animale che mangia di tutto, nei parchi nazionali si è adattato molto bene alla presenza dell'uomo, probabilmente perché ha imparato molto presto che dove ci sono le persone c'è anche possibilità di sfamarsi senza fatica. Rovista tra i rifiuti e la spazzatura distruggendo ciò che trova, alla ricerca di qualche avanzo. In molti parchi nazionali, numerosi visitatori, di ritorno dalle loro escursioni, hanno ritrovato la loro auto aperta, i vetri rotti e a volte le portiere divelte.
I denti di questo animale testimoniano una alimentazione molto varia. I canini sono lunghi e servono per addentare profondamente la preda durante la cattura, ma i carnassiali o denti ferini non sono sviluppati. I molari servono per triturare gli alimenti di origine vegetale.
Il baribal trascorre gran parte del suo tempo alla ricerca di nutrimento. Generalmente rimane in una zona ben definita per tutto il tempo in cui è disponibile il cibo, per poi spostarsi in altre zone. Si muove lentamente all'interno del proprio territorio alla ricerca di cibo rivoltando rocce, curiosando tra i ciocchi e i tronchi d'albero imputriditi, scavando tra le radici alla ricerca di insetti e piccoli mammiferi e strappando la vegetazione. Spesso si siede vicino a un cespuglio per mangiare, spostandosi ogni tanto ma senza allontanarsi.
[modifica] La tana
Il baribal trascorre gran parte del suo tempo riposandosi o dormendo in una tana ben riparata. Può anche sistemarsi tra la biforcazione di un ramo mettendosi così al riparo dagli attacchi del grizzly. Spesso costruisce un rifugio dove poter riposare dopo un pasto abbondante e di solito lo fa in prossimità di zone ricche di fonti alimentari. Scava in superficie o calpesta la vegetazione in modo da ricavarne un comodo "giaciglio" sul quale riposare. In gran parte del suo territorio, quando l'autunno si avvicina, l'orso comincia a mangiare in modo più frenetico aumentando anche di 14 kg di peso in una settimana.
La riserva di grasso accumulato sotto la pelle gli permetterà di sopravvivere durante il rigido inverno quando cadrà in una specie di letargo.
[modifica] Il grande sonno
Gli ursidi non cadono in un vero e proprio letargo, dal momento che la loro temperatura corporea si mantiene intorno ai 32 °C e si abbassa di soli 5 °C anche se fa molto freddo.
Nelle giornate invernali più calde, il baribal può risvegliarsi e lasciare la tana per qualche ora. Ma può dormire anche 1 mese senza muoversi, se non viene disturbato. Mentre dorme consuma metà delle energie che impiega quando è in attività e il ritmo del battito cardiaco diminuisce considerevolmente. La durata del sonno dipende dal luogo in cui si trova. Gli esemplari che vivono nel Canada settentrionale e nell'Alaska si rifugiano nella tana prima e più a lungo rispetto agli orsi che vivono nelle regioni meridionali: solitamente dal mese di ottobre fino ad aprile.
In Florida, addirittura, alcuni orsi non dormono affatto. Questo fenomeno si verifica anche nel caso in cui la quantità di cibo assunto non sia sufficiente per assicurare all'animale la sopravvivenza durante il freddo inverno.
Di solito l'orso smette di mangiare qualche giorno prima di cadere in letargo perché in questo periodo la cavità dello stomaco si restringe e si indurisce.
Alcuni orsi mangiano sostanze resinose come foglie o aghi di pino e inoltre strappano e ingoiano i loro peli. Questi boli passano attraverso il sistema digerente e ostruiscono il retto formando in tal modo una sorta di tampone. Le ragioni fisiologiche di questo processo sono sconosciute. L'orso si libera di questi residui alimentari non appena lascia la tana, durante la primavera.
Quando emerge dal suo rifugio, appare molto dimagrito tanto che le sue funzioni alimentari ritornano alla normalità solo dopo alcune settimane, quando ricomincia a mangiare come di consueto. Spesso però l'animale continua a perdere peso per un altro mese o due.
[modifica] Ciclo vitale
Gli orsi neri di solito si accoppiano tra la metà di maggio e la metà di luglio, o un po' più tardi nelle aree settentrionali dell'areale. Durante il periodo degli accoppiamenti, i maschi si aggirano nel territorio delle femmine e si scacciano l'un l'altro con aggressività, in particolare quando si trovano vicino a una femmina.
Quest'ultima viene fecondata non appena si accoppia; maschi e femmine anche in questo periodo trascorrono poco tempo insieme, di solito accoppiandosi per più giorni successivi e poi dividendosi di nuovo. La femmina dà alla luce i piccoli nella tana durante il sonno invernale e li protegge durante i primi mesi di vita. Per ottenere questa sincronizzazione l'ovulo fecondato non inizia a crescere fino al mese di ottobre, quando la femmina è ancora in letargo, e la vera e propria gestazione dura dalle 8 alle 10 settimane.
Se per caso l'animale non ha accumulato sufficienti riserve di grasso sottocutaneo per attingere il nutrimento necessario per sé e per l'embrione, l'ovulo non si impianta ma viene semplicemente riassorbito nel corpo.
[modifica] Cuccioli tascabili
Tra gennaio e febbraio la femmina dà alla luce di solito 2 o 3 cuccioli, eccezionalmente anche 5; durante la gestazione i feti crescono al suo interno nutrendosi attraverso il cordone ombelicale. I cuccioli sono incredibilmente piccoli e pesano meno di 1/500 rispetto alla madre. Nascono ciechi, indifesi e coperti di peli radi, tanto da sembrare nudi. Durante le prime settimane stanno attaccati alla madre addormentata e succhiano il latte. Aprono gli occhi quando hanno 25-30 giorni di vita.
Nei primi giorni i cuccioli sono così inetti e hanno arti così deboli che per muoversi all'interno della tana devono trascinarsi con gli arti anteriori. In ogni caso la crescita è abbastanza rapida e all'età di 5 settimane sono in grado di camminare da soli. Quando la madre si risveglia dal sonno invernale i piccoli sono completamente ricoperti di pelo: sono orsi in miniatura pronti ad accompagnarla per esplorare il mondo, ma sono senza dubbio molto indifesi. Il pericolo più grande è rappresentato dai maschi adulti di orso nero, di orso bruno e di grizzly. I piccoli rimangono vittime anche di puma, linci rosse e aquile. Mentre è alla ricerca di cibo la madre li mette al riparo dai pericoli lasciandoli o in una tana riparata o nel sottobosco o nella cavità di un albero. Dopo il letargo la femmina è molto debole e deve procurarsi abbastanza cibo per nutrire se stessa e la prole, che viene allattata fino all'età di 6 o 8 mesi.
Nonostante siano già svezzati per l'autunno, sono soliti trascorrere l'inverno, tutti insieme, nella tana. Durante la primavera la madre, per potersi accoppiare di nuovo, costringe in particolare i giovani maschi ad allontanarsi.
Il primo anno che i giovani orsi neri trascorrono da soli è molto pericoloso. Vengono continuamente tormentati dagli adulti, specialmente quando sono alla ricerca di cibo; sono infatti attratti dai posti dove il cibo è facile da trovare, come le discariche e i secchi dei rifiuti. È proprio in questi posti che spesso vengono aggrediti dagli adulti.
[modifica] Bibliografia
- Bear Specialist Group 1996. Ursus americanus. In: 2007 IUCN Red List of Threatened Species. IUCN 2007.
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