Seminario vescovile di Asti
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Il Seminario vescovile di Asti, è un edificio barocco sede degli studi ecclesiastici astigiani, sito in Piazzetta del Seminario nel Rione Cattedrale.
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[modifica] Storia
Il primo seminario fu aperto nel 1574 ad opera di mons. Domenico Della Rovere, in una casa attigua alla antica chiesa di S.Ilario. La chiesa, soppressa nel 1565, era a tre navate con un altare centrale.
Durante la visita del vescovo mons. Peruzzi nel 1585, la comunità clericale contava 25 studenti e la rendita del seminario superava i mille scudi. Reggeva la cattedra il canonico don Giulio Penna, prevosto della collegiata di San Martino.
Nei secoli il numero dei chierici aumentò, rendendo insufficiente l'edificio. Il vescovo Paolo Maurizio Caissotti, nel 1762, incaricò il conte Benedetto Alfieri, primo architetto del re Carlo Emanuele III di progettare un nuovo seminario che fosse funzionale per i numerosi seminaristi, ma anche esteticamente austero e rigoroso visto l'importante funzione spirituale dell'edificio.
Per poter aumentare la superficie dei lavori, furono abbattute le attigue case dei Padri Filippini e l'antichissima chiesa di S.Sisto.
A ricordo della chiesa, venne eretta una colonna sormontata da un crocefisso, che fa ancora bella mostra di sé davanti al Seminario.
L'esecuzione dei lavori venne affidata al capomastro Bernardo Guggia che li terminò nell'autunno del 1775.
Lo splendido progetto dell'Alfieri non poté essere eseguito integralmente per mancanza di finanziamenti.
Dei quattro fronti con il cortile interno, ne vennero realizzati solamente tre (manca infatti la manica ovest).
Dei tre piani, l'ultimo venne costruito solo in parte, ed il primo, che doveva essere completamente formato da portici che confliuivano in un atrio centrale, venne ridimensionato.
Anche l'aula magna a forma elissoidale che doveva essere costruita sopra al monumentale refettorio alto due piani, non venne mai realizzata ma trasformata in cappella, visto che il progetto della splendida chiesa rotonda che doveva sorgere sull'angolo nord-ovest, non venne mai realizzata.
Malgrado questo, il canonico Lorenzo Gentile descrive nel 1932 la costruzione come " ... senza dubbio il più bell'edificio moderno della città ".
Tra gli illustri visitatori del Seminario astigiano vi fu anche il poeta risorgimentale Silvio Pellico, che lasciò ai chierici una lettera e dedicò a loro alcuni versi.
[modifica] La biblioteca
La fondazione della biblioteca è dovuta all'opera del vescovo Giovanni Todone che la istituì nel 1730.
In seguito venne collocata in due camere al piano terra e rimase aperta al pubblico fino al 1876. Nel 1912, il vescovo Luigi Spandre, incaricò il canonico Ermanno Dervieux di Torino per l'ordinamento e l'inventario di tutto il materiale cartaceo presente nel Seminario. Questo portò alla redazione di un catalogo ancora oggi attuale per la consultazione.
Dal 2001, la biblioteca è stata riaperta al pubblico nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15,00 alle 18,00. La bibliotecaria è la dottoressa Debora Ferro.
[modifica] Il materiale
La biblioteca vanta uno dei patrimoni librari più cospicui e importanti del Piemonte. Si contano, infatti:
- 20 codici in pergamena del XII/XVI secolo,
- 190 manoscritti
- 365 incunaboli
- 3000 "cinquecentine"
- 40.000 volumi anteriori al 1831
Tra i reperti più importanti, il Giornale d'Asti dell'abate Stefano Giuseppe Incisa, che racconta gli avvenimenti civili e religiosi avvenuti ad Asti tra il 1776 ed il 1819.
[modifica] I gabinetti di fisica
In seguito al restauro dell'edificio del 1998, sono stati recuperati all'ultimo piano del Seminario in alcuni locali adiacenti l'osservatorio meteorologico, alcuni strumenti utilizzati per gli esperimenti di fisica e chimica utilizzati nel XIX secolo.
Di particolare interesse sono anche le trenta tavole di botanica, ecologia e fisica, oltre alle pubblicazioni del Ministero dell'Agricoltura Industria e Commercio, dal 1879 al 1889.
[modifica] I dipinti
Nei locali del Seminario vi sono alcuni dipinti di particolare importanza del XVI, XVII e XIX secolo tra cui ricordiamo una "Natività con i santi Bartolomeo e Benedetto", opera di Gandolfino da Roreto del XVI secolo, una "Adorazione dei Magi" di Jacobino e Giovanni Longo del 1517 e il "Ritratto di mons. Luigi Garberoglio" di Michelangelo Pittatore del 1896.
[modifica] Galleria fotografica
Seminario vescovile, lo scalone di Benedetto Alfieri |
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[modifica] Bibliografia
- Stefano Giuseppe Incisa, Asti nelle sue chiese ed iscrizioni C.R.A. 1974
- Can. Lorenzo Gentile. Il seminario d'Asti. Asti 1932
- AA.VV. Il Seminario Vescovile di Asti, recuperi e restauri. Schede a cura del Seminario Vescovile di Asti.
- G. Visconti. Diocesi di Asti e Istituti di vita religiosa, lineamenti per una storia, Gazzetta d'Asti, 2006
- G.Bosio. Storia della Chiesa di Asti, ristampa anastatica, Asti 2003.ISBN 88-88491-18-X