Sant'Egidio Abate
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Sant' Egidio abate (640?-720?) (in latino: Ægidius, in francese: Gilles, in Inglese: Giles in spagnolo: Gil) fu un eremita e, probabilmente, abate di un monastero nel sud della Francia, è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. È una figura di santo divenuta molto popolare nel medioevo in seguito a numerose leggende, ma di cui non si hanno notizie sicure.
I dati storici sulla sua vita sono molto incerti. Secondo alcuni nacque ad Atene all'inizio del secolo VII e in seguito si recò in Provenza dove fondò un monastero nei pressi di Arles in cui fu nominato abate. Qui Egidio morì probabilmente nel 725 e il monastero venne chiamato con il suo nome: "Abbazia di Saint-Gilles".
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[modifica] La storia
Sul luogo della sua cripta, sul finire del IX secolo, venne costruita una basilica nella quale, in una tomba di età merovingia, si sarebbe conservato il suo corpo.
La località, posta nella regione di Nîmes, prese da allora il nome di Saint Gilles du Gard. L'abbazia di sant'Egidio divenne luogo di numerosi pellegrinaggi soprattutto nel X secolo. Coloni francesi, valloni e sassoni diffusero nel medioevo il culto di sant'Egidio anche nelle terre orientali d'Europa, in particolare in Slovacchia, Ungheria e Transilvania.
[modifica] Culto
È venerato come patrono dei lebbrosi, degli storpi e dei tessitori, nonché dei paesi di Cellere, Tolfa, Linguaglossa, Sant'Egidio alla Vibrata, Latronico, Sommati (frazione di Amatrice) e Orte e Staffolo. A Firenze nel 1284 fu fondata una compagnia laica sotto la sua protezione, di cui ci sono rimasti gli "Statuti" e un prezioso laudario (conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, B.R. 19, già Magliabechiano II.I.212). Viene festeggiato il 1° settembre.
[modifica] La leggenda di sant'Egidio
La più antica recensione della sua vita, databile al X secolo[citazione necessaria] e riportata anche dalla Legenda Aurea, narra che Egidio, venuto in Gallia da Atene, dopo una breve sosta in Provenza si era ritirato a vivere in vita eremitica in un luogo deserto della Settimania, in compagnia soltanto di una cerva che gli offriva il suo latte. Durante una battuta di caccia l'animale si salvò perché Egidio fu colpito al suo posto da una freccia scagliata dal re dei Goti, rimanendo ferito ad una gamba. Il sovrano donò allora all'eremita delle terre sulle quali egli costruì un monastero di cui divenne abate. Diffusasi ormai la sua fama di santità, Egidio fu invitato dal re dei Franchi, Carlo, che lo supplicò di pregare per ottenergli il perdono di una colpa che non osava confessare a nessuno.
La domenica successiva, mentre celebrava la messa, apparve ad Egidio un angelo che depose sull'altare un biglietto sul quale era scritto il peccato segreto del sovrano, che così poté essere perdonato. In seguito Egidio si sarebbe recato a Roma per porre il suo monastero sotto la protezione papale, ottenendo dal pontefice privilegi che sottraevano il cenobio ad ogni altra ingerenza. Morì poco dopo il ritorno da Roma, nella notte del primo settembre, giorno a lui dedicato.
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