Perdifumo
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Perdifumo | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Campania | ||
Provincia: | Salerno | ||
Coordinate: | |||
Superficie: | 23 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 81 ab./km² | ||
Frazioni: | Vatolla, Mercato Cilento, Camella, Giungatelle | ||
Comuni contigui: | Castellabate, Laureana Cilento, Lustra, Montecorice, Serramezzana, Sessa Cilento | ||
CAP: | 84060 | ||
Pref. tel: | 0974 | ||
Codice ISTAT: | 065091 | ||
Codice catasto: | G447 | ||
Santo patrono: | San Giacomo | ||
Giorno festivo: | 25 Luglio | ||
Sito istituzionale | |||
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Perdifumo è un comune della provincia di Salerno.
Indice |
[modifica] Geografia
[modifica] Storia
Il primo nucleo del centro abitato di Perdifumo nacque nel corso dell’XI secolo con l'assorbimento degli abitanti del vicino villagio di S. Arcangelo. Di Perdifumo è prima notizia nel 1083, quando la popolazione, dapprima aggruppatasi sotto l'ala protettrice del monastero di S. Arcangelo, per le migliorate condizioni economiche e sociali aveva ritenuto di potersi trasferire nell'abitato sorto via via in una localitá più adatta all'agricoltura. La sua ubicazione nei pressi di un torrente, ha favorito in epoca medievale il nome di "pes-de-flumine”, donde il dialettale "per(e)-de-fiume". Che il villaggio piú antico di Sant'Arcangelo fosse sorto intorno al cenobio italo-greco ne è notizia, oltre che nella tradizione, dai nomi degli abitanti longobardi e bizantini e dai toponimi, come si evince dall'evoluzione semantica. Nel 1073 S. Arcangelo con i suoi possedimenti passò alle dipendenze della Badia di Cava e nel 1077, l’anno in cui i Normanni conquistarono il Principato di Salerno, il centro di Perdifumo doveva già essere costituito, giacché da una verifica effettuata sei anni dopo, nel 1083, per accertare il numero dei vassalli dipendenti dai singoli monasteri cilentani, risultarono di pertinenza di S. Arcangelo una cinquantina di nuclei familiari che senz’altro dovevano risiedere in quel tempo a Perdifumo. Nello stesso periodo Perdifumo, come tutti i possedimenti di S. Arcangelo, fu compreso nel territorio concesso alla famiglia Sanseverino. A seguito degli avvenimenti della guerra del Vespro (1282-1302) Perdifumo fu completamente distrutto. Ricostruito, rimase ancora in possesso della stessa Badia fino al 1412, quando tutti i suoi feudi cilentani per volontà del papa Gregorio XII passarono in mano al re Ladislao di Durazzo. Perdifumo fu poi concesso nel 1436 da Alfonso d’Aragona ai Sanseverino in assoluto dominio, conservandovi la Badia la sola giurisdizione spirituale. Nel 1500, trovandosi i Sanseverino privati di tutti i loro feudi a seguito della Congiura dei Baroni (1485-87), il re Federico d’Aragona concesse Perdifumo in feudo al cavaliere Giacomo Guindacio, nobile napoletano, che ne conservò poi il dominio come suffeudatario dei Sanseverino quando questi recuperarono nuovamente i loro feudi nel 1507. Di ciò sono testimonianza, sulla monumentale fontana del paese (costruita nel 1500), le due epigrafi che ricordano i due tempi dell’acquisto del dominio di Perdifumo da parte del Guindacio. Una figlia del Guindacio, Porzia, portò in dote il feudo ai Caracciolo (1520), dai quali passò a Violante Brancaccio (1561) e poi a Paolo del Baglivo (1568). Ritornò subito dopo alla stessa Brancaccio, che lo rivendé a Federico Capece Tomacelli (1593), dal quale passò a Lucrezia Sersale (1609), che per matrimonio riportò il feudo ai Caracciolo (1609). Costoro, ottenuto su Perdifumo il titolo di Duchi, lo rivendettero ai Filomarino (1616), che prima del 1636 lo trasmisero nella loro famiglia al ramo dei Principi di Roccadaspide, che lo mantennero fino all'abolizione della feudalità nel 1806 da parte dei Francesi. Nell'abitato si possono ammirare edifici gentilizi di un certo rilievo,con eleganti portali di pietra scalpellata, torrini e colombaie. La fontana pubblica con i lavatoi risale al 1500,mentre il convento di S. Maria degli Angeli è del 1636. Nell' interno vi sono conservate alcune tele,un Crocefisso,un tabernacolo ligneo e alcune statue tutte di fattura seicentesca.Inoltre vi è la Chiesa Collegiata Parrocchiale di S. Sisto II p. e m. (XVI sec. ), internamente si possono ammirare affreschi (eseguiti di recente),un 'acquasantiera del '600, un' altare settecentesco di pregevole fattura e la statua della Madonna del Rosario, anch'essa del 1600. Adiacente alla chiesa vi è la cappella della Confraternita del S. Rosario (XVI sec.).Dietro di essa si può vedere il palazzo baronale con una colombaia circolare e al lato di questa si trova il palazzo Giardulli che conserva all' interno un frantoio ottocentesco e alcune cantine ora adibite a museo. Le festività principali sono varie. La principale è quella del Santo Patrono, San Giacomo, il 25 Luglio, vi sono poi quella della Madonna del Rosario, il martedì dopo Pentecoste, quando la sacra effige è portata in processione su una barca adorna di fiori. Segue la festa di Sant'Antonio e quella del 18 Ottobre con una festa di ringraziamento alla Madonna del Rosario.Inoltre il periodo estivo è animato da varie manifestazioni culturali e folkloristiche, come il 13 agosto con la "Festa della Montagna" e l'elezione della Miss. In estate Perdifumo si anima di turisti che scelgono il paese per il clima e la posizione favorevole,esso è situato infatti a metà strada tra il mare e la montagna.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Frazioni
- Vatolla è la maggiore frazione comunale. Paesino ricco di tradizioni, che vanta, tra le altre cose, la permanenza per ben nove anni del grande filosofo napoletano Gian Battista Vico(che qui ha avviato i lavori di stesura del suo capolavoro: "La scienza nuova").
Il documento più antico che parla di una "terra dei Batullani" (il paese prima , probabilmente, si chiamava "Batolla")risale al 994, anche se sono state ritrovate lapidi risalenti al periodo romano che fanno presupporre un'origine ben più antica di un primo nucleo abitato. Importante monumento presente a Vatolla è il "Castello de Vargas", il luogo dove, appunto, fu ospitato il Vico in qualità di precettore dei figli del signore del tempo. Sebbene oggi siano meno di mille gli abitanti di Vatolla, lì fioriscono numerose iniziative culturali e di difesa del territorio, come la fondazione che prende il nome dal noto filosofo napoletano e che ha istituito, nel paesino del cilento, un noto centro di studi filosofici, a cui non hanno fatto mancare il loro appoggio eminenti figure della cultura partenopea come il professor Marotta. Importanti filosofi italiani, contemporanei e non, hanno ricevuto la cittadinanza onoraria di Vatolla(come il grande filosofo esistenzialista Aldo Masullo, a detta di molti il più grande filosofo italiano vivente). Situato a 436metri s.l.m., da questo paesino, che si trova nel cuore del Cilento, si gode di un meraviglioso panorama (nei giorni con poca foschia si vede perfino Capri) e di un clima mite in tutte le stagioni. Caratteristiche sono le tradizioni popolari, come il "gioco del caciocavallo", o rappresentazioni religiose come quella dell'"Angelo e il Diavolo" che ogni 15 di agosto si tiene nella piazza del paese da centinaia di anni. A Vatolla hanno sede, inoltre, il Museo Vichiano e il Museo della cultura contadina.
- Mercato Cilento è una frazione (turistico alberghiera) situata in un importante nodo viario, nei pressi del convento e omonima chiesa della SS. Maria del Carmine.
- Camella è una frazione situata nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. E' la più antica contea longobarda attestata nel Cilento Antico. Ogni anno, in occasione della festa patronale in onore di San Nazario, si svolge il caratteristico "volo dell'angelo": un volontario, solitamente un bambino, appeso ad una trave tesa tra due balconi, simula la venuta di un angelo a Camella, giunto per raccomandare a Nazario la protezione del piccolo borgo cilentano. All'entrata del paese si può ammirare l'antica fontana pubblica con stemma degli Altomare su epigrafe parzialmente leggibile del 1536.
- Giungatelle è la più piccola frazione, situata al confine col comune di Montecorice, nella contrada omonima (Giungatelle) di Case del Conte.
[modifica] Personalità legate al territorio
- Giambattista Vico, trascorse nel castello di Vatolla, come precettore presso il marchese Rocca, gli anni 1689 al 1695, un periodo importante per la sua formazione culturale.
[modifica] Voci correlate
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