Pascolo
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Il pascolo (dal latino pascuu, pascere), è una formazione vegetale permanente in erba, a volte puntaggiata di cespugli ed alberi, utilizzata di solito per il nutrimento degli animali tipici della pastorizia.
Per la loro struttura ed il loro utilizzo, i pascoli rappresentano la forma più estensiva della foraggicoltura, e si trovano solitamente in zone marginali dove è più difficile la normale attività agricola (coltivazione, alberi da frutto, ecc.), oppure in zone dove esistono obiettivi di carattere paesaggistico.
Ai pascoli si può quindi attribuire sia un valore produttivo che un valore ambientale, specie appunto in zone marginali e fragili. Nell'ambito dell'Unione Europea, i paesi con maggiori superfici a pascolo sono la Francia e la Gran Bretagna. L'Italia presenta 4,7 milioni di ettari di pascolo, distribuiti soprattutto in Sardegna, Piemonte e Trentino Alto Adige.
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[modifica] Vegetazione
La vegetazione pastorale è il primo elemento caratterizzante i pascoli. La grande varietà della flora che caratterizza i pascoli italiani è data dalla presenza di una vasta gamma di situazioni climatiche e dalla molteplicità dei tipi di utilizzazione. Non tutte le specie e le parti del pascolo infatti sono utilizzate egualmente da tutti gli animali. Ogni specie utilizzata dagli animali per il nutrimento è detta pabulare, la maggior parte delle specie del pascolo è formata da poacee e fabacee, a cui si aggiungono asteracee, cariofillacee ecc.
[modifica] Il condizionamento del popolamento vegetale
Il popolamento vegetale (detto cotico erboso) è il risultato dell'interazione tra i fattori climatici e quelli legati all'uomo ed alla modalità di uso del terreno. I principali fattori che condizionano il cotico erboso sono il suolo, il clima e gli animali. Il suolo assume particolare importanza negli ambienti estremi e nelle fasi di colonizzazione, il terreno ideale è quello con reazione pressoché neutra.
L'influenza positiva sulla produzione e sul permanere del pascolo è data dalla quantità e dalla distribuzione delle precipitazioni nella fase di crescita della vegetazione, dal permanere della copertura nevosa che produce una naturale coibentazione termica, e dall'esposizione alla radiazione solare. Il vento rappresenta invece un fattore negativo, per l'aumento che determina nell'evaporazione e nella traspirazione del suolo, effetto particolarmente evidente sui crinali.
[modifica] Gli animali e l'effetto sul pascolo
Sono erbivori domestici (bovini, ovini, caprini ed equini) e selvatici (cervi, stambecchi, camosci, ecc.) a portare un'ulteriore influenza sul pascolo, determinata dalle preferenze alimentari molto diverse, così come dal comportamento sociale e dall'organizzazione del tempo durante la giornata.
Le principali azioni animali sono:
- Il prelievo della fitomassa, quando si tratta di pascolamento dell'erba e la brucatura di particolari organi specifici come germogli e parti di pianta.
- La restituzione delle deiezioni animali che presenta elementi positivi come il riciclo degli elementi nutritivi e la diffusione dei semi, ma anche negativi come l'occupazione della superficie, il rifiuto dell'erba imbrattata e la diffusione di semi infestanti;
- Il calpestamento, che è positivo perché determina l'interramento dei semi, ma causa il compattamento del terreno e la rottura di diversi organi delle piante;
In sostanza gli animali influiscono positivamente sul pascolo solo quando la loro presenza è in equilibrio con la fitomassa presente.
I metodi di analisi della vegetazione per conoscere i carichi consentiti sono diversi: il più autorevole è il metodo del valore pastorale (VP) del pascolo, basato sullo studio della presenza quantitativa e qualitativa delle diverse specie. Il VP è direttamente correlato alla produzione ed alla qualità della fitomassa a disposizione degli animali. Un pascolo è conosciuto a fondo quando sono note la distribuzione stagionale della produzione e l'intensità della crescita giornaliera.
[modifica] Voci correlate
- Abbeveraggio
- Abbeveratoio
- Elenco dei diritti e tributi feudali
- Fida
- Transumanza