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Paolo Soleri - Wikipedia

Paolo Soleri

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Paolo Soleri (Torino21 giugno 1919) è un architetto, scrittore, scultore, urbanista e artista italiano.

Laureatosi all'Università di Torino nel 1946, nel 1947 si trasferisce negli Stati Uniti dove conosce e frequenta Frank Lloyd Wright. Acquista fama internazionale per gli studi sui ponti. Rientra in Italia nel 1950, dove progetta la costruzione di una fabbrica di ceramica.

Nel 1956 si trasferisce in Arizona con la famiglia, dove fonda prima la Cosanti Foundation e nel 1970 Arcosanti, un prototipo di città per 5.000 persone, basata sui concetti dell'Arcologia (Architettura e Ecologia). Si ispira principalmente alla frugalità di risorse e di energia per vivere sfruttando il meno possibile l'ambiente.

Soleri vive ad Arcosanti. Ha scritto sei libri e numerosi articoli e monografie. Ha vinto numerosi premi di architettura. Nel 2000 Paolo Soleri ha ricevuto il leone d'oro alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia per la sua vita dedicata all'architettura. Nel 2006, in Novembre, riceve il Cooper Hewitt Award presso lo Smithsonian Museum di New York, premiato da Milton Glaser, per aver contribuito profondamente e per un lungo periodo allo stile di progettazione contemporanea.

Indice

[modifica] La vita

Nel filone delle più recenti proposte utopiche per la città del futuro si distingue, oltre che per un'affascinante capacità conformativa, soprattutto per il personale contributo ideologico basato sulla convergenza di componenti sociali, filosofiche, ecologiche tradotte sub specie architettonica in quella che egli stesso definisce «arcologia» (architettura + ecologia). Si laurea al politecnico di Torino nel 1946 e si trasferisce subito dopo negli Stati Uniti dove lavora per due anni nello studio di Wright a Taliesin West. È un periodo fondamentale che lascerà un segno indelebile in tutta la successiva produzione anche se, a causa della sostanziale divergenza rispetto alle concezioni urbanistiche del maestro (Soleri, al contrario di Wright, non rifiuta la metropoli), è costretto a lasciare lo studio comunità dell'Arizona. Nel 1950 torna in Italia e progetta una delle sue poche concrete realizzazioni, la fabbrica di ceramiche Solimene a Vietri sul Mare, in cui oltre agli influssi della tematica wrightiana si possono leggere componenti formali derivate da Gaudí. Benché l'opera desti un certo scalpore, non è accompagnata dal successo professionale; comunque gli vale ad acquisire la tecnica della ceramica che con la sua valenza artigianale diviene un'altra delle fondamentali componenti del suo modo espressivo oltre che un pratico mezzo di sostentamento nel soggiorno italiano. Ritornato negli Stati Uniti nel 1955, si stabilisce in Arizona, a Paradise Valley. Qui inizia un'instancabile attività che, mentre sul piano concreto registra opere di stampo organico (tra cui il suo studio e fabbrica di ceramica), sul versante delle «idee», invece, è rivolta alla progettazione di fantastici modelli urbani.

Nel 1961 fonda Cosanti, sorta di scuola cantiere (alla quale più tardi si aggiungerà Arcosanti), dove assieme agli studenti dell'università dell'Arizona tenta una sperimentale vita comunitaria in cui la costruzione con le proprie mani di un ambiente a misura ecologica viene autofinanziata producendo oggetti artigianali in ceramica. L'ideologia urbanistica di Soleri, affidata all'insegnamento, ai numerosissimi grafici e a pubblicazioni, si fonda sulla riflessione secondo cui quanto più un sistema è complesso, tanto più è miniaturizzato. Da qui la proposta dell'implosione, cioè dell'accorpamento di tutte le varie dimensioni disgregate ed esplose nell'attuale condizione urbana. Egli ha coerentemente sviluppato tale concetto in numerose elaborazioni, dalla più celebre Mesa City del 1959 (nella cui biomorfica planimetria, con le alte torri residenziali per 2 milioni di abitanti ed i 30 villaggi rurali, si avverte l'originale fusione del «grattacielo alto un miglio» e della composizione territoriale di Brodoacre City di Wright) fino a più recenti proposte di insediamenti urbani (Novanoah, Asteromo, Arcollective). In tali agglomerati l'altissima concentrazione urbana delle megastrutture viene bilanciata dalle vaste aree territoriali destinate all'agricoltura e al godimento della natura, dalla riduzione al minimo degli sprechi di tempo, di spazio, di trasporti e di inquinamento, il tutto a vantaggio di un più organico, umano ed ecologico sfruttamento dell'ambiente. Se tali proposte sono inquadrabili in una più generale e diffusa ricerca sulla «grande dimensione», va tuttavia notato che il dato peculiare di quella di Soleri risiede, oltre che nell'accentuazione di una esuberante vena formale, soprattutto nella proposizione di nuovi modelli di vita in una linea di pensiero tra il sociale e il filosofico che lo collegano alle grandi utopie del passato.

[modifica] Il pensiero

Partendo dalla condizione dell'uomo, in Paolo Soleri trentacinquenne, per il quale l'abitare il deserto arizoniano e lo sperimentare in esso è già scelta di vita, la riflessione sull'architettura inizia a sterzare sui temi della città e dell'ambiente in un crescendo ininterrotto che sempre più si apre a scala planetaria, rivendicando la sinergia dei diversi a principali rami del sapere. Per una nuova unità della conoscenza contro frammentazione a specializzazione imperanti. E ciò, in una sorta di filo rosso che attraversa la storia della cultura di volta in volta palesandosi, scomparendo, per di nuovo rispuntare modificato, arricchito, trasformato, connette Soleri al pensiero degli antichi greci, dei grandi umanisti a delle tempre più pregnanti del primo grande illuminismo, sino allo stesso organico di Wright a ad alcuni tra i maggiori scienziati viventi.

Contro un materialismo che dal secondo dopoguerra ad oggi ha ridotto l'uomo ad un folle distruttore di sé stesso, con fede incrollabile, che non è ingenuità ma consapevolezza del costante miracolo della vita, inventa nuovi mondi, in una continua sperimentazione che di essa celebra il prodigio unitamente alla mente che ne è suprema manifestazione; questa sorta di “telaio incantato” come così poeticamente l'aveva definita nel 1941 il neurobiologo inglese Charles Sherrington (in Man on His nature) che tesse e disfa e ritesse senza sosta un quadro del mondo esterno per creare appunto il nuovo.

Se quindi nel talento di Soleri, nella sua straripante capacità immaginativa lucidamente fondata sull'idea di una conoscenza al servizio dei diritti e del progresso dell'umanità, non può disconoscersi una matrice illuminista, e se ancora, al pari dei più significativi protagonisti di questa folgorante accensione, ha prodotto un pensiero troppo avanzato per il suo tempo per ottenere il consenso di cui esso stesso si sarebbe nutrito germinando altri semi, è pur vero che diversamente dagli illuministi la sua, sia pure da laico, non è visione laica poiché dà alla religione, riportata al suo significato etimologico di re-ligare, mettere insieme, connettere, un ruolo fortissimo pur negando tutte le religioni istituzionalizzate. Ed ecco perché, anche se via via la problematica dell'ambiente, l'acquisizione della coscienza ecologica ha portato alla ribalta temi sui quali già molto prima Soleri ha riflettuto, a tutti manca però quel “quid” particolare che fa di lui un “unicum”.

Per quanti lo conoscono e ancor più per i pochi che hanno letto e studiato a fondo i suoi libri esercitandosi a farne il traslato nella sua architettura, la spiritualità, propria dell'uomo consapevole, entra ed esce continuamente dai suoi pensieri portandoci in una sfera così elevata da porre in discussione anche quelle realizzazioni architettoniche in cui convergono i consensi della critica più esigente. Ci si domanda: servono ad aiutare la città e l'uomo? O sono soltanto stupende ma solitarie orchidee come forse Soleri stesso le definirebbe? Nel precludere il destino dell'uomo, il materialismo è per lui causa della distruzione della città, fenomeno antimaterialista per forma e contenuto; per struttura. E per cinquant'anni Soleri questo materialismo lo ha visto nascere, crescere, freneticamente impadronirsi di uomini e cose; di tutto, obliterando le coscienze. Eppure non ha mai cessato di credere che l'uomo, anche se intrappolato da una cultura orientata verso la morte di cui è egli stesso progettista a realizzatore, possa, debba, affrancarsi da questo mostro dai plurimi tentacoli, riacquisendo la coscienza della sacralità della vita di cui è pregna anche la sua più infinitesima particella, in ogni angolo della terra; coltivare gli spazi vuoti dell'anima ponendo l'energia creativa a servizio della costruzione di una nuova città che sia essa stessa nuova civiltà.

Una fede non diversa da quella di Lewis Mumford quando nel 1961, dopo avere ripetutamente donato al mondo splendide riflessioni sull'uomo e il suo habitat sin dal 1938 (The culture of cities), apriva “The city in history” certo di poter dimostrare che la città, divenuta simbolicamente da “un mondo” “il mondo”, potesse in futuro germinare ad un livello più alto, liberandosi dalle sue interne malattie e nuovamente sana esprimere l'enorme ricchezza di potenzialità non ancora concretate. Mentre dalla scena dell'architettura vengono a mancare i padri del movimento moderno, e mentre dallo e dello stesso, sia pure in modo disorganico, spesso non sempre consapevole, inizia un processo di allontanamento-revisione, nell'arco temporale compreso tra il 1954 a il 1969 Soleri avvia l'elaborazione di una ricerca che si rivelerà assolutamente rivoluzionaria. Nel possedere la modestia, la disciplina, il dovere della frugalità ed un ideale organico che si innesta su un DNA da scienziato, pensiero e linguaggio vanno oltre l'architettura, o meglio ne risemantizzano significati e valori.

Dal suo iniziale entrare nella terra creando spazio per sottrazione al pari di quanto facevano i primi cristiani nelle catacombe, ma differenziandosi da essi poiché si apre sempre in qualche modo a sole a cielo, ad una nuova città contro la tragedia delle periferie e di una terra insufficiente alla crescita demografica, incapace di sostenere un consumismo devastante, la sua arcologia tridimensionale implode l'effetto urbano in una realtà autocontenuta. Vertebrata di volta in volta dalle specificità e potenzialità di natura e territorio è in un processo finalizzato alla spiritualizzazione della materia fondato sulla profonda interrelazione tra gli uomini; su scambi vitali sempre più guidati dalla coscienza della mente. Nella sua produzione, che dal pianeta Terra si apre anche allo spazio interstellare, convergono grado zero ed alta tecnologia sulla base di una complessa concezione escatologica con richiami in Henry Bergson a Teilhard de Chardin.

Come raccontare allora in una breve sintesi, che si ritiene qui necessaria per introdurre ad un successivo a minuzioso scandaglio, l'ininterrotta e lunga ricerca di Paolo Soleri, intreccio profondo di azione a pensiero in divenire che copre per intero la seconda metà di questo nostro secolo aprendo al nuovo millennio? Ecosistema organico in quanto creato dall'uomo intelligente, il suo habitat in un nuovo equilibrio con la natura di cui ha compreso e assimilato struttura, connessioni, rete di relazioni. Affinità con Wright? Più di quante lui stesso ne riconosca, come si vedrà in seguito; ma diversa la sua concezione di città che per essere tale deve generare ciò the egli definisce l'effetto urbano. Nella pienezza dell'azione e trasfigurazione, esso manifesta e rende attive tutte quelle forze che caratterizzano la vita e l'amore: cooperazione, altruismo, bellezza, sinergia, passione. Per questo, l'effetto urbano è genesi del divino, con alla base l'uomo, straordinario esempio di arcologia, assemblaggio di trilioni di entità in una realtà altamente complessa, miniaturizzata e quanto mai cooperativa. Pertanto la città di Soleri è macchina di spiritualizzazione, anch'essa governata dalle leggi fisiche di complessità e miniaturizzazione. Necessità di sopravvivenza, smitizza l'uomo pratico poiché i suoi paradigmi sono in bancarotta nella convinzione che la città sia il fenomeno estetico più rilevante in quanto atto di pura invenzione.

Introietta un assunto fondamentale di Wright che postula la coincidenza tra architettura ed urbanistica, ma va oltre. Sin dagli anni sessanta riporta entrambe all'ecologia, rivendicando non l'uomo nella natura dei materiali ma il cosmo nella natura dell'uomo: «La nostra tecnologia se non la nostra coscienza non ci consentirà ancora per molto approcci parziali ai nostri problemi ... L'architettura è urbanistica, come è ecologia della natura, trasfigurata in ecologia dell'uomo. L'architettura non può restare un fenomeno atomistico. Deve sorpassare i bisogni dell'uomo e donargli più che il semplice gusto delle cose future. II cosmo nella natura dell'uomo, questo è lo scopo, ben più che l'intervento umano nella natura dei materiali. L'evoluzione è questa rivoluzione che giustifica i suoi balzi ponendo la società su un piano veramente elevato dove è assente la frustrazione che affaticando lo spirito dell'uomo dallo stesso elimina le idee come delle utopie». Avverte sui rischi della tecnologia. Se posta allo stesso livello del materialismo, dice, sarà il più grande ostacolo all'umanizzazione dell'uomo. Insiste sulla natura anti-materialistica dell'architettura in quanto ecologia.

Nel 1960 con il progetto di Mesa City scandaglia l'angoscia relativa agli aspetti ecologici in atto sul pianeta. Nel 1970, con Arcosanti, la concretizzazione fisica di un laboratorio urbano per una nuova città contro l'etica edonistica, dove la felicità è il consumo che umilia e degrada la persona. A servizio della società, anti-utopista per progettazione e contenuto, Arcosanti crede nelle potenzialità inespresse dell'individuo e nella semi-infinita perfettibilità del processo evolutivo. Pur non escludendo il fallimento, in ambito di sperimentazione scientifica sempre motivo di crescita ed apprendimento, vuole essere un modello operativo che potrebbe influire sulla trasformazione degli attuali caratteri ambientali, sociali, culturali.

Nel 1985, caduta la tensione a favore del progresso tecnologico, nel pieno del post-modern e del perbenismo mediocre, il suo “spazio per la pace” è sterzata futuribile contro la tecnocrazia del mondo. Si radica nella lunga sperimentazione del ventennio ‘60-'70. Dalle arcologie della prima generazione a quelle della seconda fondate sui “due soli” (cosmico e dell'effetto urbano che si genera dalle relazioni sinergiche tra gli uomini), quindi della terza con habitat modulari costruiti da componenti strutturali di base assemblabili per formare insediamenti su asteroidi o liberamente fluttuanti. Di questa sfida, le positività: ricerca dell'ignoto come imperativo della mente; stimolo per l'avanzamento tecnologico e scientifico con effetti nella cultura e nell'estetica; spazio come luogo alternativo dell'ecosistema terrestre ormai a rischio; tuffo nella frugalità, ma anche passaggio tra i più formidabili verso la metamorfosi della materia per un'urbanizzazione che sempre più, al di là di ogni confine antropomorfico, è creazione di organismi-mente; strumento e mezzo di vera comprensione della prodigiosa realtà della terra che è nella grandezza del suo cielo, acqua, clima, flora, fauna e mente.

[modifica] Opere e progetti

[modifica] Progetti d'architettura

Opere realizzate

Progetti proposti

  • Scottsdale Bridge: progetto di un ponte sul canale di Scottsdale in Arizona.
  • Tsumari Project: negli ultimi anni Soleri ha visitato questa regione (a un'ora e mezzo di treno da Tokyo) partecipando a conferenze e manifestazioni artistiche e fornendo la sua consulenza alle autorità municipali nel loro progetto di sviluppo della comunità. Il progetto comprende molti lavori.

[modifica] Progetti teorici

Progetti del passato

  • Aeroporto urbano di Jersey. Studio e modello 3-D (1967)
  • Iper-Costruzione (Hyper-building) su commissione di un consorzio giapponese (1996)

Progetti attuali

  • Francis Ford Coppola’s ‘Megalopolis’: Il regista ha lavorato su un copione che tratta di un architetto visionario che vuole ricostruire New York City. Il titolo provvisorio del film è ‘Megalopolis’. Soleri è stato un consulente del film.
  • New World Trade Center, Iniziative della Max Protetch Gallery

[modifica] Pubblicazioni

  • Itinerario di architettura. Antologia dagli scritti, Jaca Book, Milano 2003, ISBN 8816406305
  • What If?: Quaderni - Vol. 1, Mayer, AZ.: The Cosanti Press, 2002
  • What If Collected Writings 1986-2000. Berkeley, CA: Berkeley Hills Books, 2002, ISBN 189316344X
  • The Urban Ideal: Conversations with Paolo Soleri. Berkeley, CA: Berkeley Hills Books, 2001, ISBN 1893163288
  • Arcosanti: An Urban Laboratory? (Third Edition). Mayer, AZ.: The Cosanti Press, 1993. ISBN 0883340440
  • Technology and Cosmogenesis. New York: Paragon, 1986, ISBN 0913757624
  • Paolo Soleri's Earth Casting: For Sculpture, Models and Construction. [co-authored by Scott M. Davis] Salt Lake City: Peregrine-Smith, 1984, ISBN 0879051507
  • Space for Peace. [monograph] Paradise Valley, AZ.: Cosanti Foundation, 1984
  • Fragments--A Selection from the Sketchbooks of Paolo Soleri; The Tiger Paradigm-Paradox. San Francisco: Harper and Row, 1981, ISBN 0062508105
  • The Omega Seed: An Eschatological Hypothesis. New York: Anchor/Doubleday, 1981, ISBN 038517716X
  • The Bridge Between Matter and Spirit is Matter Becoming Spirit. New York: Anchor/Doubleday, 1973, ISBN 0385023618
  • The Sketchbooks of Paolo Soleri. Cambridge, MA.: MIT Press, 1971, ISBN 0262190990
  • Arcology: The City in the Image of Man. Cambridge, MA.: MIT Press, 1969, ISBN 0262690411
  • "Archetipi Cosanti--Paolo Soleri Architetto" (Booklet in Italian), 1956

[modifica] Bibliografia

  • Ruggero Lenci, Voce: "Paolo Soleri", sulla quinta appendice dell'Enciclopedia Italiana Treccani.
  • Enrico Sicignano, "Paolo Soleri. Fabrica di ceramica a Vietri sul mare", in Costruire in laterizio n. 61, 1998 articolo in pdf

Antonietta Iolanda Lima, "Soleri: architettura come ecologia umana", Jaca Book, Milano 2000; ed. ingl. "Soleri: achitecture as human ecology, The Monacelli Press, New York 2003

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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