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Frank Lloyd Wright - Wikipedia

Frank Lloyd Wright

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Frank Lloyd Wright (Richland Center, Wisconsin8 giugno 1867 – Phoenix, Arizona9 aprile 1959) è stato un architetto statunitense e una figura centrale dell' architettura organica. Assieme a Le Corbusier, che rappresenta forse in maniera più emblematica l'altro lato dell'architettura moderna (quello della cosiddetta architettura funzionale), è uno dei maggiori esponenti del Movimento Moderno in architettura ed il rappresentate di maggior rilievo dell'architettura organica.

Romanticamente legato all'ideologia individualistica del "pionierismo" statunitense, si volse all'approfondimento del rapporto fra l'individuo e lo spazio architettonico e fra questo e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno. Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case d'abitazione unifamiliari ("prairie houses"), che costituirono l'aspetto determinante del suo primo periodo di attività.

Nel suo volume Architettura organica del 1939 Frank Lloyd Wright esprime compiutamente la sua idea di architettura. Un'architettura che ha come idea trainante il rifiuto della mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell'uomo. La progettazione architettonica deve creare un'armonia tra l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. The Fallingwater (la casa sulla cascata) del 1936 è l'esempio più pragmatico ed eccezionale di questo modo Wrightiano di fare ed intendere l'architettura. Una frase molto significativa del pensiero architettonico di Frank Lloyd Wright è la seguente : "... Per Architettura Organica io intendo un'architettura che si sviluppi dall'interno all'esterno , in armonia con le condizioni del suo essere , distinta da un'architettura che venga applicata dall'esterno...".


Indice

[modifica] Cronologia

  • 1869: Nasce negli Stati Uniti, il giorno 8 giugno 1867 a Richland Center, nello stato del Wisconsin.
  • 1887: Dopo due anni di ingegneria all'università del Wisconsin, entra nello studio di I.L. Silsbee, poi in quello di L. Sullivan, con il quale collaborò per sei anni.
  • 1889: Sposa Catherine Lee Tobin, da cui ha 6 figli.
  • 1909-1910: Parte per il suo primo viaggio in Europa, in compagnia di Mamah Cheney.
  • 1911: Di ritorno dall'Europa si trasferisce nella località di Spring Green nel Wisconsin, realizzando per sé e per la propria famiglia il complesso noto come Taliesin. Risalgono a questo periodo anche i Midway Gardens a Chicago (1914), personale rielaborazione dell'architettura orientale.
La "Robie House"
La "Robie House"
  • 1912: Pubblica il libro The Japanese Print: An Interpretation.
  • 1915: Apre uno studio a Tokyo in Giappone. Progetta l'Imperial Hotel.
  • 1923: Divorzia dalla prima moglie Catherine e sposa Miriam Noel, da cui ha 3 figli.
  • 1928: Sposa la terza moglie, Olga Hinzenberg, da cui ha una figlia.
  • 1940: Il MOMA di New York organizza la mostra retrospettiva: The Work of Frank Lloyd Wright.
  • 1958: Pubblica il suo ultimo scritto: The Living City.
  • 1959: Il 9 aprile, a Phoenix, muore Frank Lloyd Wright, uno dei più grandi architetti del Novecento.

[modifica] Progetti

Per approfondire, vedi la voce Opere di Frank Lloyd Wright.
Fallingwater o La casa sulla cascata (1935)
Fallingwater o La casa sulla cascata (1935)

Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank Lloyd Wright realizzò un migliaio di progetti (400 furono realizzati) tra case, uffici, scuole, biblioteche e molto altro.

Tra quelli rimasti solo sulla carta, si può citare il famoso grattacielo Illinois che doveva diventare il più alto grattacielo grazie ad un'altezza pari a 1 miglio.

[modifica] Formazione

Frank Lloyd Wright, nacque nel 1867 a Richland Center, nel Wisconsin, ed era il maggiore di due sorelle; Maginel e Margareth. Sullo sviluppo della sua personalità, come vedremo, ebbero un gran peso i suoi genitori. Il padre, William Russell Cary Wright, originario del Massachusetts, laureato in legge, si sposò nel 1851 con Anne Lloyd Jones, appartenente a una famiglia gallese emigrata negli Stati Uniti; un “clan” di religione unitariana, molto unito e influente nella cultura e società del Midwest. Il padre fece molti lavori, tra i quali anche il pastore protestante, era uno spendaccione e aveva continui problemi con il denaro. Ciò fece si che la famiglia Wright fu costretta a trasferirsi per ben tre volte ancor prima che l’architetto compisse gli undici anni. Il rapporto che Frank Lloyd Wright nutrì per il padre fu di amore-odio; amore per la passione che gli tramandò per la musica, e odio per i suoi modi autoritari e l’indifferenza che mostrò nei suoi confronti (FLW in questo fu, nei riguardi dei suoi figli, uguale se non peggiore del padre).

Nel 1876 la madre Anne Lloyd Jones vide alla esposizione internazionale indetta per il centenario di Philadelphia i giochi fröbeliani. Friedrich Fröbel era un pedagogo che sosteneva che cartoni dalle forme geometriche e cubi di legno, dipinti di colori primari, avrebbero guidato i bambini alla conoscenza della natura, della composizione, della scomposizione di volumi principali in secondari e delle relazioni tra diverse forme. Questi giocattoli potevano infatti essere combinati in infiniti modi, bi o tridimensionalmente, e, come sosteneva Fröbel, erano molto utili se usati per rappresentare con forme geometriche oggetti naturali. Anna Lloyd Jones li acquistò e obbligò il piccolo Frank a giocarci, costringendolo a comporre “bene”. Molti anni dopo, famoso in tutto il mondo, Wright ebbe modo di dire: “I lisci triangoli di cartone e i levigati blocchetti di acero restarono impressi nella mia memoria infantile e costituirono una esperienza indimenticabile”.

La formazione scolastica fu scarsa, forse nemmeno si diplomò, fu infatti ammesso alla università, che comunque lasciò dopo due semestri improduttivi, come “studente esterno”. In questo periodo lesse due libri che lo colpirono molto: “The stone of Venice” di John Ruskin e il Dizionario di architettura di Eugène Viollet-le-Duc.

Nel 1885, con il divorzio dei genitori, fu investito di nuove responsabilità. Per aiutare la famiglia trovò quindi impiego nel suo primo studio, quello di Allen D. Conover. La separazione dei genitori, quando era appena diciottenne, e la successiva convivenza con il clan dei Lloyd Jones (molto compatti), lo portarono a considerare in ogni sua casa il tema della “unità della famiglia”, dello “stare insieme”.

Sul divorzio egli accettò la verità della madre, pensando che ogni colpa fosse del padre. Frank Lloyd Wright per molto tempo sperò che il padre tornasse, ma questi non diede più notizie di se. In ogni caso Wright fu sempre riconoscente a questi per l’amore per la musica che gli aveva tramandato, e imparò ad accostare i parallelismi con le rapsodie di Beethoven, la simmetria geometrica con quella musicale di Bach (V. Le Duc). In comune con il padre, Wright ebbe la irrequietezza, il difficile rapporto con il denaro, il non essere mai soddisfatti del proprio lavoro e il dare più importanza a realizzazioni personali piuttosto che agli obblighi familiari. Inoltre entrambi considerarono i loro figli come intrusi, d’impaccio.

[modifica] La Prairie House

Verso la fine del 1800 la architettura domestica si riferiva ad un eclettismo neoclassico; la casa era uno status symbol, un luogo di sfoggio. Alle porte del 1900 nacque dalla scontentezza dello status quo sociale ed economico la 'Prairie House (casa nella prateria); una vera rivoluzione. Wright radunò nel suo studio sulla Chicago road un certo numero di architetti, molti dei quali venivano dallo studio di Adler e Sullivan. Da questo gruppo di collaboratori, che lo aiutarono nelle sue tantissime commesse, nacque la cosiddetta Prairie school, attiva dal 1890 al 1910. Tra questi si ricordano Marion Mahoney (bravissimo, disegnò per conto dell’architetto sedie, tavoli e ornamenti scultorei) e Byrne e Drummond, che furono figure di spicco della Prairie school per anni. I 18 architetti del gruppo che, pur tenendo conto della tradizione, rinnovarono la casa urbana prevedevano:

  • 1. Disposizione orizzontale delle linee e delle masse. Sono presenti però elementi verticali come i pilastri e i comignoli.
  • 2. Attenzione per la Natura, sviluppo organico, secondo le forme degli gli organismi naturali.
  • 3. Relazioni dell’edificio con il paesaggio, della pianta con i prospetti, degli interni con gli esterni.
  • 4. Funzionalità.
  • 5. Uso di materiali naturali, valorizzandoli, eliminando la decorazione eclettica.
  • 6. Apertura interna tra i locali della casa. Al piano terreno i locali si compenetrano, “la scatola è rotta”.
  • 7. Recupero di modelli Vernacolari (Four square house).
  • 8. Uso delle nuove tecnologie. Il ritorno all’artigianato sarebbe dovuto servire per risollevare la qualità della architettura. La macchina dava una nuova estetica ai materiali.
  • 9. Integrazione dei servizi tecnici come il riscaldamento e l’illuminazione.

[modifica] La concezione della Prairie House

La Prairie house è insieme moderna (per l’estetica e l’uso della tecnologia), e tradizionale, per la fede nella sicurezza, nella privacy e nella famiglia. Le sue caratteristiche sono queste:

  • La semplificazione della pianta corrisponde a una nuova concezione della famiglia, più semplice e con meno servitù. La famiglia è minacciata e la casa la protegge; La Prairie House è un luogo di rifugio dalle incertezze del mondo: così l’ingresso è spesso nascosto, labirintico, la facciata è arretrata, i giardini sono schermati da alberi e piantumazioni.
  • Il camino è il fulcro attorno al quale si avvolgono gli ambienti del piano principale; Privato della sua funzione di riscaldamento, riveste per lo più un significato simbolico: attacca la casa al terreno, è il simbolo dello “stare insieme”.
  • Al piano terreno non ci sono più partizioni (che però restano al piano superiore, con le camere da letto) ma un grande spazio unico; solo la cucina e la zona per la servitù sono separate (di solito sono messe dietro il camino).
  • La parete non è più il lato di una scatola ma la delimitazione di uno spazio contro le avversità climatiche; è anche un mezzo per “aprire lo spazio”, stimolando un collegamento esterno-interno.
  • Le gronde in forte aggetto, le decorazioni e spesso anche la disposizione dei mattoni danno alla casa una forte orizzontalità.
  • Per suggerire una maggiore intimità, spesso nelle stanze i soffitti sono otticamente “abbassati” mediante fasce colorate di decorazione nel punto di incontro con le pareti.
  • I mobili, disegnati dall’architetto, sono per la maggior parte incassati. Le finestre spesso sono a piombo, decorate con motivi geometrici e vetri colorati.
  • L’architetto deve curare anche il giardino, dando così un idea di continuità, di non interruzione.
  • Il grande e poco spiovente tetto della casa serve sia per il controllo climatico che per dare intimità.
  • E’ importante il nuovo rapporto che si vuole stabilire con la natura; Per suggerire una continuità interno-esterno le finestre sono in numero maggiore che nelle case normali.
  • Le piante tipiche sono a X,T,L, in linea, rettangolari e a padiglioni.

[modifica] Verso le Prairie Houses

Nel periodo tra il 1895 e il 1900, che fu di preparazione per la Prairie House, l’influenza dei maestri Silsbee e Sullivan fu evidente. A questi anni risalgono la pompa a vento Romeo e Giulietta e il circolo del golf di River Forest (in shingle style). Nel 1894 fece la Bagley house, che ha evidenti elementi coloniali come la biblioteca ottagonale separata. Nel 1985 fu costruita a River Forest la Nathan Moore house, anch’essa in shingle style. In questo periodo Wright prese molto da altri stili, evitando comunque di copiare quello che era già stato fatto. E evidente come, casa dopo casa, si stia accentuando sempre di più la orizzontalità e la semplicità: ci si sta avvicinando alla Prairie house, la casa semplice e accogliente, che non vuole essere uno status symbol.

[modifica] Le Prairie Houses

[modifica] 1900

HICKOX HOUSE (1900, Kankee, IL) Fu la prima Prairie house; asimmetrica, con pianta ad X, ha uno “slancio verticale e una fluidità spaziale che supera i muri e coinvolge anche il giardino” (Zevi). Le linee dei prospetti danno alla casa una forte orizzontalità.

[modifica] 1902

DANA HOUSE (1902, Springfield, IL) Grande e lussuosa casa, è sacrificata su un piccolo lotto senza alcuna vista particolare o apertura verso la prateria. I prospetti sono famosi per i loro colori caldi: mattoni ‘romani’ grigi dorati (importati dall’Inghilterra), legno di quercia e vetrate a piombo (su disegno dell’architetto, splendide). Susan Lawrence Dana, personaggio in vista politicamente, chiese a Wright un edificio che non fosse soltanto una casa familiare, ma che avesse dimensioni tali da diventare un importante centro sociale dell’Illinois. La tensione degli spazi è insolitamente verticale (ambienti pubblici al primo piano, salone a doppia altezza, luce dall’alto). Il grande atrio sembra più una anticamera, una zona per socializzare prima di passare nella adiacente sala da pranzo (non divisa da esso, indicata solo dalla presenza del tavolo). Dalla zona di ricevimento, con un lungo e stretto corridoio illuminato da vetrate su entrambi i lati si passa a una sala, detta “galleria”, con soffitto a volta, destinata a feste e balli, per cui la signora Dana era famosa. La casa fu costruita sopra quella della signora Lawrence, madre di Susan Lawrence Dana, che fu quasi completamente demolita. Wright decise infatti di lasciare per la anziana madre la biblioteca della vecchia casa, in stile Vittoriano (è dietro il salone). Tutti pensavano che la signora Lawrence, circondata da tanta modernità si sarebbe rifugiata sempre nel suo accogliente studio, ma invece si trovò tanto bene nella accogliente casa di Wright che non vi andò quasi mai.

W. WILLITS HOUSE (1902, Highland Park, IL) Con questa casa, che sorge in un sobborgo a nord di Chicago, si realizzò completamente l’idea della Prairie house. Come in molte altre case di questo periodo la pianta è a croce, impianto che Wright preferiva in quanto ogni braccio poteva estendersi verso la prateria e avere finestre su entrambi i lati. La orizzontalità della Willits house, accentuata dai tetti poco spioventi e dal basamento che si prolunga oltre il corpo dell’edificio (questo anche con la funzione di radicare in modo maggiore la casa con il terreno), è contrapposta alla verticalità degli alberi che sono davanti. I volumi della facciata sono massimi al centro, e degradano progressivamente verso i lati. Dall’intonaco bianco si staccano le linee nere dei cornicioni, creando così un piacevole contrasto. Gli interni vedono come al solito il grande camino al centro, attorno al quale si avvolge la zona giorno. Questa non è divisa nei suoi più ambienti da mura, ma solo da diversi pavimenti e piccoli divisori; non sono definiti così spazi chiusi. Nelle sue prime opere Wright tentò più volte di introdurre mobili da lui stesso progettati, ma, con grande delusione scoprì che i clienti, quando la casa era terminata, vi installavano il loro vecchio mobilio. Costruendo librerie, sedili, credenze e armadi incassati, era sicuro che almeno gli arredi di base sarebbero stati in armonia con la concezione generale. Cercava quindi di limitare la libertà di azione dei proprietari. Così fece nella W. Willits house.

FRICKE HOUSE (1902, Oak Park, IL) I prospetti sono anche qui di color panna e nero, come nella Willits; la Fricke house però, pur avendo già una certa articolazione volumetrica, a differenza di questa resta ancora una casa di transizione. A causa della strettezza del lotto ci fu il bisogno di andare verso l’alto: ha infatti ben tre piani. La disposizione della casa sul terreno è innovativa: non è al centro del lotto ma in un angolo: Wright rinunciò alla simmetria per lasciare più spazio al giardino. La pianta è a L.

THOMAS HOUSE (THE HAREM) (1902, Oak Park, IL) Soprannominata l’ “harem” per la sua forma orientaleggiante, ha la pianta ad L e un alto basamento che sembra proteggerla. Al piano terreno non ci sono separazioni nette tra le varie zone. Un arco d’ingresso (Richardsoniano) porta in uno stretto corridoio di accesso (ingresso protetto) che arriva nel soggiorno, affacciato su terrazze.

HURTLEY HOUSE (1902, Oak Park, IL) La maggior parte delle case nella prateria hanno un impianto decisamente orizzontale; non è così per questa casa che sembra una fortezza su un prato. La facciata, molto imponente, è resa dinamica dal grosso arco d’ingresso che non è messo in posizione centrale. A pianta rettangolare, ha molte delle caratteristiche delle Prairie houses: camino centrale (un arco in mattoni) e tetto in dolce pendenza. La muratura alterna il mattone piatto con bande a rilievo, con tinte che vanno dal rosso al rosa pallido (è l’unica casa di Wright fatta così). In un continuum spaziale, al secondo piano c’è la zona abitativa : soggiorno, pranzo, veranda. Molto belli i vetri colorati, con un disegno piuttosto semplice creato da quadrati, bacchette di piombo e inserimenti di vetri trasparenti.

[modifica] 1904

CHENEY HOUSE (1904, Oak Park, IL) A un solo piano, con pianta quadrata, è poggiata su un basamento come la Willits house. Attorno al camino, posto al centro, si snoda la zona giorno, aperta e con forma a C. Dietro il camino la zona di servizio e le camere. In mattoni, è contenuta da una sorta di recinto (Mies vi si ispirò).

DARWIN MARTIN HOUSE (1904, Buffalo, NY) La grande casa, progettata per un importante dirigente della Larkin company, è articolata in più padiglioni (Residenza, garage, serra e dependance); la larghezza del sito infatti, consentì per la prima volta a Wright l’impiego di questa pianta, con la quale la ‘distensione sul paesaggio’ poteva esser portata a livelli estremi. La rottura della scatola è massima: nei volumi interni ma anche nella articolazione degli esterni (l’asse di collegamento casa-garage/serra divide il giardino i due parti, una per ciascuna abitazione). Grande la cura dei materiali; dai mattoni, alle finiture in legno, agli splendidi vetri (fatti da specialisti su disegno di Wright). La casa principale ha pianta cruciforme, come peraltro la dependance, che era stata fatta per la figlia di Martin.

[modifica] 1907-1909

ISABEL ROBERTS HOUSE (1908, River Forest, IL) E’ completamente integrata nella natura. Isabel era la contabile di Wright nello studio di Oak Park. La pianta è a croce. In questa casa Wright fece un uso ambiguo dei livelli: da fuori la casa sembra essere di un solo piano, in realtà ne ha due (la zona giorno e servizio è di mezzo livello interrata, il piano delle camere è invece rialzato di un mezzo piano). Alla orizzontalità delle linee si contrappone la verticalità degli spazi nel salone a doppia altezza.

THOMEK HOUSE (1907, Riverside,IL) Richiama la Roberts house per la ambiguità dei livelli, ma soprattutto la Robie house per l’impressione di allungamento in una direzione e l’alto basamento che le dà orizzontalità.

COONLEY HOUSE (1908, Riverside, IL) Wright la considerò una delle più riuscite Prairie house di questo periodo. Egli fu molto onorato per il fatto che la signora Coonley disse che voleva lui come architetto perché “il suo lavoro era l’espressione di un principio”. Fece quindi del suo meglio. I materiali usati sono il mattone e il legno. Gli spazi della zona giorno sono completamente aperti; tali ambienti, enormi, sono al livello superiore, come sempre incentrati attorno al camino. Al piano inferiore vi sono i servizi. Tutto è curatissimo: i mobili, le vetrate a piombo (disegnate da Wright), la grande scala in legno, il grande giardino con lo specchio d’acqua, la bella casetta dei giochi per i bambini.

GALE HOUSE (1909, Oak Park, IL) Per la sua rivoluzionaria forma colpì molto le avanguardie europee del movimento De Stijl. Wright non fu per nulla contento di ciò; era infatti convinto che il tipico “dottrinarismo europeo” avrebbe preso come modello solo la forma, privata però di tutta l’esperienza organica che le stava dietro. La casa è diversa da quelle viste finora: ha infatti grandi terrazze che aggettano in tre direzioni; il camino è sì al centro, ma è spostato in una sola stanza. Piccola rispetto al lotto, è caratterizzata dalle semplici superfici, di intonaco bianco. Al piano terreno la integrazione degli ambienti è massima; non ci sono pareti, solo schermi. Per Wright la Gale house fu la madre (soprattutto per le terrazze) di Fallingwater.

ROBIE HOUSE (1909, Chicago, IL) E’ il capolavoro delle Prairie houses. Essa non è nella prateria, come le altre, ma a Chicago, la città per cui Wright nutrì un rapporto di amore-odio (è comunque in periferia, non è quindi introversa come il Larkin building). Frederick C. Robie era un ricco industriale propenso alla ricerca. Estremamente intraprendente, di lui si ricorda che da studente universitario fece una bicicletta a sei posti per pubblicizzare la azienda del padre. Nel 1906 costruì un prototipo di auto e impiantò una industria di ricambi. Sposatosi nel 1902, comprò cinque anni dopo il lotto dove verrà poi costruita la casa. Nel 1909 contattò Wright e lo mise davanti a specifiche richieste:

“Volevo che entrasse il sole in soggiorno la mattina, prima di andare al lavoro, e che fosse possibile guardare in lungo e in largo la strada senza che i vicini violassero la mia intimità”. 

Inoltre voleva una casa che fosse “funzionale come una automobile”, che fosse fatta con materiali ignifughi, che ci fosse una relazione continua tra le stanze (questo era però già tipico di Wright), che non ci fossero armadi a muro chiusi e che i mobili e le decorazioni non avessero nulla in comune con quelle diffuse in quell’epoca. Inoltre ci sarebbe dovuta essere una zona separata per i figli e un box (all’epoca era pionieristico). Robie prima di andare da Wright si era rivolto, con le sue interminabili richieste a molti altri architetti della zona di Chicago e invariabilmente ottenne la solita risposta “So che cosa vuole, una di quelle dannate case di Wright”. Il lotto, d’angolo, è in Woodland avenue, poco lontano dalla università. Wright sfruttò la leggera pendenza di questo per incassare ulteriormente la casa. Il fronte sud ha molte finestre, comunica con l’esterno, quello nord è invece chiuso perché si pensò che molto probabilmente avrebbero costruito case molto a ridosso. Vista da fuori sembra che al perno verticale del camino si aggancino i tetti sospesi (sostenuti da travi di ferro). Terrazze, muretti e davanzali contribuiscono a svincolarsi dalla “scatola”. La ampia finestratura da la possibilità di partecipare alla vita esterna, i tetti e un alto recinto però sembrano proteggere la casa dalla strada e le danno discrezione. Secondo la teoria tedesca del “gesent kunstwert” Wright dedicò grande cura nella realizzazione non solo dell’edificio ma anche di tutti i particolari tecnici e d’arredamento. Le gronde sono studiate per il controllo della luce, Le luci artificiali sono in parte a vista (dei globi) e in parte nascoste, che seguono le travi. Il legno è di quercia rossa, lavorato “a macchina”, con decorazioni molto lineari. I soffitti sono bassi, quasi a voler proteggere la famiglia e dare intimità. I camini servono per aiutare il riscaldamento centrale. La forma lunga e stretta del lotto spinse l’architetto ad abbandonare l’impianto a croce in favore di quello allungato. La pianta è infatti costituita da due rettangoli intersecati e slittati tra loro. Il corpo anteriore ha nel suo centro il camino. nel corpo arretrato c’è la zona di servizio. La orizzontalità della casa è accentuata dal suo arretramento rispetto ai tetti, dalla disposizione particolare dei mattoni (è più alto lo strato di cemento orizzontale rispetto a quello verticale, che peraltro è reso invisibile da una verniciatura in rosso) e dal basamento, che si prolunga oltre la casa. Molto pubblicata sulle riviste, la Robie house esercitò una notevole influenza in tutto il mondo. Non era solo una accogliente casa nella prateria come le altre, ma con la sua struttura in cemento, mattoni e acciaio (i nuovi materiali) e la sua forma aerodinamica ed elegante, si propose come la casa dell’era delle macchine. In Germania la casa divenne nota come esempio di architettura “dampfer” (piroscafo). Piano terreno è leggermente interrato. L’ingresso, protetto come al solito, è posto su un lato ed è sormontato da tre finestre. Si accede quindi a una zona aperta comprendente la hall, la sala da bigliardo e la sala giochi. In mezzo, a dividere i tre ambienti, ci sono due camini, separati dalle scale che portano ai piani superiori. Le due canne fumarie, salendo, si uniscono a formare la canna fumaria principale del camino della Living room al primo piano. Nel corpo arretrato ci sono la lavanderia, la caldaia e il garage, collegato con la soprastante cucina per mezzo di una scala interna. Primo piano (ammezzato) è caratterizzato dai grandi bow-windows nei lati stretti. Nel corpo verso la strada, a cui si accede dal piano di sotto, vi sono la sala da pranzo e la living room, che in un unicum spaziale sono divise dalle sole scale e dal camino. La living room è la zona più scura della casa; molto bello il suo soffitto con un elaborato disegno a fascioni, in cui si incastonano i bulbi delle lampade. Famosissima la sala da pranzo, con le seggiole dagli gli alti schienali e il tavolo rettangolare, che ha in ogni angolo una lampada a piantana sormontata da fioriere (Wright era contrario agli alti candelieri che si mettevano come centrotavola per illuminare; erano per lui barriere alla intimità della cena) Il soffitto, in questa parte della casa si piega, continuando sulle pareti: Wright ottenne così un piacevole effetto di abbassamento. Nella parte arretrata della casa vi sono la cucina e la zona di servizio. Le camere da letto sono al secondo piano.

[modifica] Abitazioni plurifamiliari

ROLOSON HOUSE (1894, Chicago, IL) Furono progettate nel periodo di studio delle Prairie houses parallelamente ad altri esperimenti stilistici legati alla rielaborazione della casa gotica (Moore house). Il complesso residenziale progettato per Robert Roloson sorge su un lotto stretto e lungo; la pianta è formata da due elementi affiancati, con un cavedio centrale che serve per la illuminazione e l’accesso agli appartamenti. La facciata è in mattoni e presenta motivi neogotici rielaborati con originale personalità. Essa è divisa in tre fasce: superiore con timpani, centrale con finestre triple e una decorazione in mattoni (con un motivo a quadrati), e inferiore, sempre in mattoni con aperture e balaustre. Il paramento in mattoni è simile a quello della Charnley house.

FRANCIS APARTMENTS (1895, Chicago, IL -DEMOLITI) Emerge la chiarezza funzionale. Con paramento in mattoni, la decorazione era limitata al cornicione, al basamento e alla cancellata. Il blocco aveva sei appartamenti per piano, era a C, con una piccola corte dalla quale si accedeva alle due scale d’ingresso. I piani, che risultavano simmetrici rispetto all’asse d’entrata, avevano lunghi corridoi che portavano agli appartamenti. Erano presenti più scale antincendio.

FRANCISCO TERRACE (1895, Chicago, IL -DEMOLITE) Furono commissionate da Edaward C. Waller, per il cui figlio Wright progettò un capolavoro della sua architettura: i Midway garden. Le Francisco Terrace sorgevano nel Near West Side, un quartiere povero di Chicago, ed erano appartamenti per operai. La casa aveva all’interno una grande corte alla quale si accedeva attraversando un arco di certa influenza Richardsoniana, ma che richiamava anche quello del Transportation building di Sullivan. Gli appartamenti erano di diversi tagli, avevano però un impianto simile: la zona dei servizi era interna, mentre sulla strada vi erano la zona giorno e quella notte. Tutti gli ingressi, nella corte, erano protetti da pensiline in legno. Per garantire una certa riservatezza, ogni coppia di appartamenti aveva un accesso diretto. Con la sua corte interna e un piano di appartamenti in più sugli angoli (quasi a fare delle torrette) la casa aveva un aspetto da fortino dell’ “epopea dell’west”. Gotiche le bifore sulle “torri”.

LEXINGTON TERRACE (1901-1909, progetto) Anche questo complesso edilizio, iniziato quando uscì sul Ladies Home Journal l’articolo di Wright “A home in a prairie town”, fu commissionato da E.C. Waller. Nonostante la aridità formale dovuta allo stadio precoce in cui si fermò il progetto, le Lexington Terrace sono estremamente importanti, per il tentativo che rappresentano di applicare l’approccio organico alla tematica urbana. La pianta era formata da due edifici a corte, affiancati, che come le Francisco terrace avevano ballatoi continui e torrette sui quattro angoli. Gli appartamenti avevano tutti una terrazza affacciata sulla corte. Alla orizzontalità data dalla continuità delle balaustre e dal basamento si contrapponeva la verticalità dei bow-windows. Tutti gli ingressi erano protetti dalla pioggia da pensiline.

LARKIN COMPANY WORKMEN ROW HOUSE (1904, Buffalo, NY -progetto) La Larkin chiese a Wright di progettare le case per i lavoratori della compagnia, ma il progetto non venne costruito. I prospetti mostrano un senso orizzontale molto evidenziato, grazie alla continuità delle finestre e dei parapetti. Gli appartamenti, di 95mq ciascuno, avrebbero dovuto essere su due piani: 1°P: zona giorno (living, cucina), 2°P: camere da letto, con armadi a muro. Lo standard mq/ab era molto basso in quanto tali appartamenti erano progettati per 5 persone ciascuno.

COMO ORCHARD CLUBHOUSE (1909, Darby, MO - parzialmente demolita) Sarebbe dovuta diventare la colonia estiva nel Montana per i docenti della Chicago university. Alla base della idea era un utopico tentativo di investimento: una cooperativa di docenti, che si sarebbe autofinanziata affittando parte degli edifici costruiti. Furono persi però molti soldi, anche da Wright che ne aveva una quota. Il progetto consisteva in una serie di Prairie houses disposte simmetricamente lungo i due lati dell’asse di insediamento che portava fino alla grossa Clubhouse. L’unica parte realizzata fu proprio questo edificio centrale, in cui vi erano gli spazi sociali e il ristorante (gli appartamenti non avevano infatti cucina per incentivare l’uso degli spazi comuni). Vi è qualche punto in comune con le quadruple block houses che Wright progettò nel 1901 (esse erano 4 case unite su 4 lotti vicini. era anch’esso un progetto utopistico: I lotti erano troppo grandi per incentivare la speculazione edilizia, le case troppo vicine per interessare la classe medio-alta.).

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Frank Lloyd Wright, Architettura e Democrazia, Milano 1945
  • Frank Lloyd Wright, Io e l'architettura, Vol. I, A. Mondadori Editore, Milano 1955
  • Grant C. Manson, Frank Lloyd Wright: la prima età dell'oro, Officina Edizioni, Roma 1969
  • Frank Lloyd Wright, a cura di Bruno Zevi, Zanichelli, Bologna 1979
  • Frank Lloyd Wright, Fiesole 1910, di Giampaolo Fici e Filippo Fici, Minello Sani Editore, Fiesole 1992
  • (EN) Edgar Kaufmann, An American Architecture. Frank Lloyd Wright, Bramhall House, New York 1955
  • (EN) David A. Hanks. The Decorative Designs of Frank Lloyd Wright, E.P. Dutton, New York 1979
  • Frank Lloyd Wright, Una Autobiografia ,Quarta edizione italiana, Editoriale Jaca Book , Milano, Maggio 2003

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