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Mori (TN) - Wikipedia

Mori (TN)

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Mori
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Mori (TN)]]
Mori (TN) - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Trentino-Alto Adige
Provincia: stemma Trento
Coordinate: 45°51′0″N 10°59′0″E / 45.85, 10.98333
Altitudine: 204 m s.l.m.
Superficie: 34 km²
Abitanti:
9.086 31-08-2007
Densità: 267 ab./km²
Frazioni: Besagno, Loppio, Manzano, Molina, Mori Vecchio, Nomesino, Pannone, Ravazzone, Sano, Seghe I e II, Tierno, Valle S.Felice e Varano 
Comuni contigui: Arco, Ronzo-Chienis, Isera, Rovereto, Nago-Torbole, Brentonico, Ala
CAP: 38065
Pref. tel: 0464
Codice ISTAT: 022123
Codice catasto: F728 
Nome abitanti: moriani 
Santo patrono: Santo Stefano 
Giorno festivo: 26 dicembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Mori è un comune di 9.086 abitanti della provincia di Trento.

Indice

[modifica] Il nome

La pronuncia corretta è Móri, con la o chiusa, nonostante la radice del nome si trovi nella parola mòra, con la o aperta.

Il nome viene tradizionalmente associato ai "mori" (dal latino morus alba, pianta produttrice di more), cioè al gelso. Intenso è stato l'allevamento dei bachi da seta fin dal XV secolo, alimentati appunto con le foglie dei gelsi.

[modifica] Origine e storia del nome

In un placito del 26 febbraio dell'845 tenuto a Trento, in cui si discuteva una causa tra Andelbergo, abate del monastero di S.Maria in Organo di Verona, e alcuni uomini di Tierno,Avio,Mori e Castione per alcune prestazioni di servitù,compare per la prima volta il nome di Mori ("Murius"). In altri documenti poi del 1180,1220 e 1234 e posteriori appaiono anche nuove forme: "de Murio" "Morio" "Moriensis" "Muriensis". Questo sembrerebbe smentire la tradizionale associazione del nome Mori con il termine latino "Morus Alba" (pianta produttrice di more) cioè al famoso gelso, del quale nella Vallagarina fu iniziata la coltura solo al principio del 1400. Altra opinione verosimile è che il nome sia stato ispirato dalla terra spesso scura, talvolta nera (famosa è la località di Terra Nera). Paolo Orsi, l' unico studioso di toponomastica che ha tentato di studiare il nome ci ha dato una sua ipotesi, che il nome derivasse da "Vicus Murius", per "Murianus", dal gentilizio Murius, un nome romano che ci richiama a una gens Muria. L'interpretazione ci offre notevoli difficoltà. Lo storico locale Luigi Dalrì pensava a un origine molto antica del nome Mori, a un periodo prelatino-retico,probabilmente come altri paesi (Peri,Nomi). Con l'avvento dei romani i reti e i paesi retici sarebbero stati distrutti,solo alcune zone remote o lontane ai maggiori punti d'interesse, come ad esempio parti del territorio moriano sarebbero state risparmiate. Le prove le troviamo nella toponomastica locale dove abbiamo numerosi termini prelatini come "Pipel" e "Perghem", situati infatti nella zona di più antico insediamento del paese,quella di Mori Vecchio. Per l'origine del nome Mori secondo Dalrì allora non è da escludere il prelatino "Mur" o altri termini di un antico tedesco come "Muhre" o "Mos" che starebbero a indicare una zona dai terreni acquitrinosi.--Supermoio86 (msg) 13:55, 26 mar 2008 (CET)

[modifica] Storia

[modifica] Luoghi notevoli

Simbolo della borgata è il santuario di Montalbano di Mori (TN), situato nei pressi dei ruderi del castello di Montalbano di Mori, posti un centinaio di metri più in alto della quota del paese.

Luoghi di ritrovamenti archeologici sono: la grotta del Colombo sita nei pressi della frazione di Sano e l'isola di San Andrea sul lago di Loppio.

Il palazzo Salvotti che si affaccia sulla piazza della frazione di Mori vecchio e che fronteggia la chiesa di Santa Maria a Bindis.

Le chiese di Santa Maria ab Indis, di Santo Stefano, di San Biagio e quella di Sant'Apollonia, nella frazione di Manzano, sono dotate di pregevoli campanili romanici.

Inoltre, nella frazione di Pannone, situata a 760 m s.l.m., in val di Gresta, sorgono, in posizione dominante su di un dosso, i ruderi del castello medievale di Castelgresta, un tempo di proprietà della nobile famiglia dei Castelbarco.

Fra i luoghi notevoli rientrano ormai anche i luoghi della Grande Guerra (1914-1918). Almeno due sono i luoghi che conservano rilevanti resti di apprestamenti e fortificazioni: sul Dos del Gal, vicino alla località Talpina, e sul colle denominato Mossano nelle vicinanze della frazione di Ravazzone (dove troviamo il famoso ponte di Ravazzone). Entrambe dominano la valle dell'Adige, la prima a sud e la seconda a nord del comune di Mori.

Di rilevante interesse è un'edificio di archeologia industriale, dove nel tempo si sono succedute INA Industria Nazionale Alluminio, Montecatini, Alumental, Alluminio-Italia. Le attività sono ormai cessate dal lontano 1982, e da allora non si è riusciti a trovare una nuova destinazione. Si sono succeduti due progetti di riconversione senza approdare ad una soluzione. L'ultimo prevedeva di realizzare un polo del gusto, una vetrina dei prodotti italiani sulla via che porta al Brennero.

[modifica] Idrografia

Il corso d'acqua di maggiore rilievo del comune di Mori è il fiume Adige. Esso scorre da nord a sud lungo il confine est del comune.

Il rio che caratterizza la pianura di Mori è il Rio Cameras. Nasce dal lago di Loppio e si immette nel lato destro del fiume Adige. Il Rio Cameras nel tempo è stato pesantemente artificializzato contenendolo entro argini di cemento armato, tanto da renderlo per gran parte del suo percorso un canale a cielo aperto. Nel tratto che attraversa l'abitato, in corrispondenza della piazza Cal di ponte, e nella adiacente piazza Malfatti esso risulta tombato.

Il bacino lacustre del comune di Mori è il Lago di Loppio, caratterizzato dalla presenza dall'isola di San Andrea, sede di antichi insediamenti. Il lago, in quanto tale è molto compromesso, esso è ridotto da molti decenni a zona umida, in quanto con la realizzazione della galleria Adige Garda, che scorre sotto il lago, si provvide al suo svuotamente realizzando dei camini di scolo. Da anni si discute circa un suo recupero.

[modifica] Frazioni

[modifica] Mori vecio

Mori vecio è una frazione situata ad ovest di Mori, lungo la valle del Cameras.

Confina verso est con la frazione del comune di Mori: Mori Centro, a sud con la frazione di Sano ed a ovest con la frazione di Loppio.

[modifica] Pannone

Pannone (760 m.s.l.m.) è una frazione di 229 abitanti situata al margine nord di un terrazzamento naturale che nel versante sud termina con un dosso dal quale svettano i ruderi del Castel Gresta, una volta di proprietà della famiglia dei Castelbarco. Fino agli anni sessanta Pannone era sede del comune della Val di Gresta, poi entrò a far parte del comune di Mori.

[modifica] Varano

Varano (860 m.s.l.m.)è una frazione che conta attualmenta 49 abitanti situata in Val di Gresta. Nel 1236 è documentato Varanum. Secondo l'Orsi è, un nome prediale: «Varianum», della famiglia «Varia» (o «Veria»). Varagna, Varano, Varignano di Arco, Varano di Tenno, Varena di Cavalese, Varenna a Como, Varana a Verona, Varese, Vara e Varia forse sono parole liguri indicanti corso d'acqua. (Testo tratto da Mori di L.Dalrì , La Grafica, 1987)

L'insediamento di Varano , la più piccola frazione in Val di Gresta, è sempre stato nelle vicende della storia locale un centro di modeste proporzioni, ma che ha saputo costruirsi una sua specifica identità. In una prima e sommaria ricerca sono state individuate alcune date storiche interessanti: 1) nel 1234 la famiglia dei Signori di Gardumo (ora Ronzo-Chenis) chiese ed ottenne dal Principe Vescovo l'investitura per costruire un castelletto sul GROM di Varano; 2) nel censimento del 1339 l'abitato di Varano contava 18 FUOCHI ; in seguito grazie a questa presenza consistente , l'insediamento poteva così costituire un proprio Comune Catastale; 3) nel XVI secolo i Signori di Gresta-Castelbarco eseguirono varie opere di ricostruzione , tra queste venne interessata anche la chiesa SS. Fabiano e Sebastiano di Varano con interventi particolari di abbellimento, attraverso affreschi, che a tutt'oggi necessitano di urgenti ed mirati interventi; 4)nell'anno scolastico 1785-86 la scuola di Varano vedeva la presenza di un maestro e 42 alunni maschi frequentanti, i dati ritrovati, affermano inoltre che vi erano altri 4 alunni obbligati e 30 bambine, ma di queste , come la quasi totalità delle alunne obbligate del Circolo Ai Confini d'Italia , non frequentavano per immaginabili motivi socio culturali; 5)nel corso del XIX secolo v'era la presenza di una fabbrica di coppi, usando l'argilla gialla ricavata in loco, molto resistente all'usura come dedotto da attente osservazioni di tecnici moderni. Nella recente fase di ristrutturazione di alcuni vecchi edifici dell'abitato sono stati ritrovati su alcuni coppi : la data di fabbricazione (1833) e un probabile marchio della famiglia che svolgeva questo tipo di lavoro.Osservando la frazione dall'alto risulta evidente come essa stessa si presenti compatta nel suo nucleo costruttivo , dimostrando l'originaria esigenza già emersa in epoca romana e salvaguardata nel succedersi della storia, di non sottrarre spazio alle colture agricole per permettere di organizzare il suolo secondo il criterio di massimo utilizzo delle risorse naturali e nel rispetto dei caratteri morfologici della montagna. Il territorio agricolo era ben valorizzato tanto che si riusciva a determinare una specifica micro-unità produttiva, garantendo equilibrio tra territorio e abitanti.

[modifica] Besagno

Besagno, (390 m. slm.) è frazione di ca. 500 abitanti posta a sud di Mori sulle prime pendici N/E del Monte Baldo. Già accampamento di origini romane , oltre alla chiesa dedicata alla Presentazione della Beata Maria vergine al tempio vi si può ammirare un pregevole affresco del 1400 sulla facciata di casa Girardelli in piazza Castelbarco,a ricordo della pace conclusa fra veneziani e Castelbarco. Sul territorio circostante predomina la coltivazione della vite con varietà pregiate destinate per lo più alla spumantizzazione , e il castagno, un tempo fonte di sussistenza e pane dei poveri. Notevoli i resti degli insediamenti del fronte italiano della prima guerra mondiale.

[modifica] Tierno

Tierno, (214 m. s.l.m.) è una frazione di circa 1000 abitanti, posta a sud di Mori ai piedi del Monte Baldo. Sono presenti i resti del castello "Castel Palt" che è situato in località Coste di Tierno; confina con il comune di Brentonico in località Talpina e con la frazione di Besagno in corrispondenza dei declivi delle Coste di Tierno. Tierno è famoso per il suo carnevale: il "Gran carnevale di Tierno" che ogni anno attira molta gente. Soprattutto per la grande distribuzione dei "bigoi co' le sardele",ormai diventati il marchio della manifestazione.

[modifica] Sano

[modifica] Ravazzone

Ravazzone è la frazione posta più ad oriente del Comune ed è in rapporto storicamente col fiume Adige, anche se in realtà ne è discosta. Ravazzone Una strana tradizione locale dice che l’Adige un tempo era molto più alto e correva sotto le case, nelle quali si mostrano ancora gli antichi anelli di ferro per fissarvi le barche. Sul territorio di Ravazzone c'era il “porto” sull’Adige, il guado ed anche il traghetto, ambito feudo nel medioevo. Il paese assumeva allora le caratteristiche di un piccolo centro commerciale, soprattutto di transito e di piccola frontiera sia di Mori che, in epoca più recente, dei Quattro Vicariati (Ala, Avio, Brentonico e Mori). L’abitato era ed è unitario, allungato sulla via principale, che dal Garda portava alla destra Adige ed all’altro porto di Sacco. Ora quell'unica via, porta dalla strada statale 220 alla strada provinciale 90.


[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Mario Gurlini (lista civica) dal 24/05/2004
Centralino del comune: 0464 916200
Email del comune: segreteria@comune.mori.tn.it

Il vicesindaco è Saverio Radam.

Gli assessori sono: Franco Sandrinelli, Renato Bertolini, Bruno Bianchi, Walter Gazzini, Saverio Radam, Renzo Longhi.

Il presidente del consiglio comunale è Claudio Civettini.

I consiglieri comunali eletti nel 2004 sono: Claudio Poli, Angiola Turella, Marco Gelmini, Roberta Canali, Nicola Ciaghi, Leonardo Zanfei, Saverio Radam, Renzo Longhi, Mauro Maggiani, Elena Berti, Camilla Gazzini, Walter Gazzini, Stefano Caneppele (dimissioni luglio 2007), Bruno Bianchi (surroga agosto 2007), Walter Mazzucchi, Stefano Barozzi, Paolo Gobbi, Renato Bertolini, Franco Sandrinelli.

[modifica] Manifestazioni

Il paese è teatro di varie manifestazioni, le più importanti delle quali sono il "Carnevale", la "Festa di Primavera" e soprattutto la "Ganzega d'Autunno", che si svolge il primo fine settimana di ottobre.

Il Carnevale di Mori si caratterizza per essere il più lungo del Trentino. Ben otto manifestazioni sono organizzate dalle singole frazioni e si susseguono nei fine settimana per circa un mese.

La "Ganzega d'Autunno". I cinquant’anni, che collegano la storia del popolo trentino alla suggestione e agli eventi proposti dalla Ganzega d’Autunno, sono quelli che furono anni duri per la popolazione che vide con i propri occhi lo sviluppo della storia mondiale. A cavallo degli anni 1880-1930, nel pieno dell’ondata di miseria che colpì l’Italia, molte famiglie furono costrette ad abbandonare il loro paese per recarsi in America in cerca della fortuna tanto desiderata. La forza lavoro era stata falcidiata: la 1° Guerra Mondiale aveva sottratto dalla terra molti giovani braccianti e lasciato grandi vuoti tra le genti rurali. Con il ritorno in patria i profughi si trovarono di fronte a scenari di paesi completamente distrutti, e tessuti sociali da ricostruire. All’interno di questo contesto sociale ed economico distinto da grandi cambiamenti, non è mai scomparsa la voglia di vivere che ha consentito ai trentini di non arrendersi nonostante le numerose difficoltà. Le giornate della Ganzega d’Autunno si pongono come obiettivo quello di riportare lo spirito della vita trentina, la voglia di fare festa che nasceva quando, alla fine del raccolto, la gente si ritrovava insieme per festeggiare: per far “ganzega”. La coinvolgente atmosfera creata dal centro storico della borgata di Mori, vi condurrà indietro nel tempo attraverso scorci di vita quotidiana, gastronomia tipica, laboratori e spettacoli a tema.

Il "Grest", appuntamento annuale ospitato nelle strutture dell'oratorio parrochiale, che prevede per due settimane giochi e animazioni pomeridiane per i bambini dai 7 ai 13 anni, .

[modifica] La festa di S.Giuseppe e la grostolada

La grostolada di S.Giuseppe è la più grande distribuzione gratuita di grostoi,i dolci tipici del carnevale e della primavera. Questa distribuzione è un elemento significativo della festa che trae origine dall'antica venerazione della popolazione di Mori per la Madonna e S.Giuseppe, a cui è dedicata la chiesetta che si trova a Montalbano. Inoltre si origina dalla tradizione di festeggiare con il giorno di S.Giuseppe l'arrivo della primavera, con il caratteristico marendot, a base di radicchio, uova sode e grostoi, consumato insieme sugli spazi e sui massi posti nei pressi del santuario. Montalbano risulta essere il luogo più ricco di riferimenti per la gente di Mori, quali il santuario con il suo romitorio e l'enorme orologio, i ruderi del castello, gli spazi per lo svago e l'attività sportiva, la via attrezzata, gli enormi massi di frana e un'impagabile scorcio della borgata e della vallata. A testimonianza di ciò è sufficiente sfogliare un qualunque depliant di promozione turistico-culturale per ritrovarvi un logo con la riproduzione del caratteristico santuario. Nella preparazione dei grostoi, componente importante della festa, sono impegnati una cinquantina di volontari per tutta la giornata precedente il giorno della festa. A esempio dell'enorme mole di lavoro necessario per la preparazione dei grostoi basti sapere che si impiegano 200kg di farina,grappa,uova,burro,zucchero,olio,con una spesa superiore ai duemila euro.(lettere di Sergio Dal Ri presidente del comitato)--Supermoio86 (msg) 23:14, 31 mar 2008 (CEST)

[modifica] Luoghi di ritrovo e socializzazione

Ci sono diversi locali pubblici di grande richiamo: La Vecchia Mori in Piazza Cal di Ponte, un bar, ristorante-pizzeria con molti posti a sedere anche all'esterno; Il Borgo Antico, pregievole pizzeria nella frazione di Molina; La Trattoria al Dazio, situata all'imbocco della frazione di Ravazzone Sulla Statale Che attraversa Il paese ; il Murphy's un pub di stile irlandese, fra i primi ad essere aperto in Italia; la Torcia, dove si ritrovano principalmente i giovani della Vallagarina; l'Xpoint, un pub ad apertura estiva in stile australiano cioè all'aperto con alcune capanne che ospitano i banchi degli avventori e dei posti a sedere. Il Bar/Pub Devil, altro luogo di ritrovo giovanile, all'inizio di via Terranera, dove, c'era anche la possibilità di giocare a biliardo, La Vineria Baroldi, locale da aperitivo, situato in pieno centro storico, dove è possibile degustare molte varietà di vino. Il Soardi Center, dove sono ubicati sia la discoteca Fanum che il ristorante pizzeria La Botte, si trova lungo la statale che porta verso Riva del Garda, fra Mori vecchio e Loppio. Ma il luogo preferito da grandi e piccini è la Gelateria Pasticceria Bologna, di Castellari Osvaldo, dove è possibile guestare il miglior gelato artigianale di tutto il Trentino.

[modifica] Associazioni

Il comune di Mori si distingue per il numero elevato di associazioni presenti. Circa una novantina. Esse testimoniano la ricchezza d'iniziative, l'intrapprendenza, lo spirito associativo e l'indole volontaristica dei residenti.

Da due anni è attivo il gruppo Albora che organizza momenti di aggregazione rivolti in modo particolare ai giovani. www.albora.org. Dal sito si può scaricare "Tam Tam - Iniziative Moriane" dove si trova il programma dettagliato, ed aggiornato mensilmente, delle proposte delle associazioni per tutto il comune.

[modifica] Cultura

  • E' presente un osservatorio meteorologico (meteosarth) riportante i valori climatici del luogo e le previsioni meteorologiche giornaliere.

[modifica] Attività economiche

Nella prima metà dell’800 l’economia moriana si basa sulle attività di trattura e filatura della seta. Le filande Salvotti, Lupatini, Grigolli, Salvadori e Lutteri più i 2 filatoi lungo il Cameras rappresentano l’unica fonte di occupazione dell’età preindustriale. Le malattie del baco da seta fanno però sprofondare l’attività in una crisi solo in parte lenita dal sorgere di una fabbrica di carta a mano, una pelletteria e una segheria. Fortunatamente la coltivazione della vite prende sempre più piede, con i filari di Negrara e Marzemino difesi talvolta da contadini col fucile in mano. Le condizioni sociali sono tuttavia aggravate da un’epidemia di colera, dalle malattie della vite e dall’inondazione provocata dal Cameras nel 1868. La fine del secolo coincide con una decisa ripresa economica che va di pari passo con una sempre più diffusa istruzione popolare. Parte della popolazione moriana trova occupazione in alcune fabbriche roveretane, dove vige l’oculata amministrazione del barone Malfatti. La vera industrializzazione resta solamente un miraggio, in quanto i pochi capitali presenti vengono investiti in proprietà terriera, scansando così il rischio del nuovo e dell’avventura, come osservò il de Cristiani nel 1766 “la diffidenza porta ad un ritardo dello sviluppo”. Alla vigilia della prima guerra mondiale ben 8 cantine della borgata esportano vini pregiati in Austria-Ungheria (per oltre 60000 ettolitri), ma solo la cantina Grisi è attrezzata su base industriale. La coltura della vite dà un impiego a tempo parziale per 200 operai, mentre il tabacco (da poco tempo affacciatosi sul panorama agricolo trentino) richiede il lavoro di 150 persone per 5 mesi. Una cinquantina di persone lavora nelle segherie, falegnamerie, concerie e piccole industrie alimentari. Una scuola con cinque classi più una classe serale è già presente a Mori, mentre un teatro all’aperto presso la birreria Grisi è luogo frequentato per dimenticare la crisi. Dopo la prima guerra mondiale molte persone sono costrette a sopravvivere con il “sussidio profughi”, che verrà presto sospeso. Nel 1921 la S.C.A.C, che fabbrica manufatti in cemento, apre a Mori Stazione, dando così occupazione a numerosi moriani. La situazione economica è messa a dura prova dal cambio delle corone in lire, che fa registrare una perdita del 40%, costringendo così 5/6 famiglie l’anno ad emigrare all’estero in cerca di fortuna. Nel 1928 il regime fascista decreta l’accorpamento di Mori e San Felice, ampliando la superficie comunale fino a 19,94 km quadrati.--Francisfordzano 18:13, 27 mar 2008 (CET)

[modifica] Sport

Esiste una squadra locale di calcio, l'Unione Sportiva Mori Santo Stefano, la cui prima squadra gioca in eccellenza.

La squadra cittadina di hockey su prato, l'UHC Adige ha ottenuto risultati anche a livello nazionale.

Inoltre anche la A.S.D. Pallamano Mori club che da anni svolge attività agonistica nel campo dell'handball sia maschile che femminile.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Variazioni

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1923 aggregazione di territori del soppresso comune di Valle San Felice e della frazione Loppio (Censimento 1921: pop. res. 126) staccata dal comune di Brentonico; nel 1971 aggregazione delle frazioni Marzano, Nomesino, Pannone e Varano staccate dal comune di Pannone ora Ronzo-Chienis (Censimento 1961: pop. res. 813). [1]

[modifica] Note

  1. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3


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