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Monopolio - Wikipedia

Monopolio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il monopolio è una forma di mercato dove un unico venditore offre un prodotto o un servizio per il quale non esistono sostituti stretti (monopolio naturale) oppure opera in ambito protetto (monopolio legale, protetto da barriere giuridiche). Deriva dal greco μόνος (monos: «solo») e πόλιον (pòlion, da πόλειν — vendere).

Una situazione di monopolio può crearsi come conseguenza di:

  1. esclusività sul controllo di input essenziali (es. diamanti grezzi De Beers);
  2. economie di scala, laddove la curva del costo medio di lungo periodo è decrescente, ossia che un aumento della produzione, diluendo i costi su più unità di prodotto, ne riduce l'incidenza media (questa condizione può dare luogo a un monopolio naturale); un esempio è il (discusso) caso delle ferrovie;
  3. brevetti;
  4. licenze governative.

Indice

[modifica] Forme di monopolio

I monopoli sono spesso caratterizzati in base alle circostanze da cui hanno origine. Tra le categorie principali si hanno monopoli che sono il risultato di leggi o regolamentazione (monopoli legali), monopoli che hanno origine dalla struttura dei costi di un dato sistema produttivo (monopolio naturale). I fautori del liberismo in economia sostengono che una classificazione più fondamentale dovrebbe distinguere tra monopoli che nascono e prosperano grazie a una violazione dei principî del libero mercato (monopolio coercitivo) e quelli che si mantengono tali grazie alla superiorità del prodotto o servizio offerto rispetto a quello dei potenziali concorrenti.

[modifica] Monopolio legale

Un monopolio basato su leggi che esplicitamente limitano la concorrenza è detto monopolio legale (o de jure). Laddove sia il governo stesso, e non un privato dietro concessione del governo, a operare in condizioni di monopolio, si parla di monopolio di Stato.

[modifica] Monopolio naturale

Per approfondire, vedi la voce Monopolio naturale.

[modifica] Concorrenza monopolistica

Per approfondire, vedi la voce Concorrenza monopolistica.

[modifica] Analisi economica

[modifica] Caratteristiche del monopolio

  • Venditore unico
In un monopolio puro, un'unica impresa è l'unico produttore di un bene, o il solo fornitore di un servizio, solitamente a causa di restrizioni all'entrata nel mercato. La definizione del mercato, e dunque della natura di monopolio, può essere d'altronde non univoca: ad esempio, l'impresa che produce il gelato A è monopolista nel mercato per il gelato A, ma non nel mercato dei gelati in generale; questo porta al punto seguente.
  • Assenza di beni o servizi sostitutivi
Il prodotto o servizio deve essere unico in una maniera che vada al di là della mera identità del marchio, e non può essere facilmente rimpiazzato (la Coca-Cola non è un monopolista).
  • Comportamento da price maker
In un monopolio puro, l'impresa monopolista controlla l'intera offerta del bene o servizio, ed è in grado di esercitare un rilevante controllo sul prezzo, cambiando la quantità prodotta, adottando, dunque, un comportamento da price maker (in opposizione al comportamento da price taker dell'impresa che opera in concorrenza perfetta).
  • Barriere all'entrata
La ragione per cui un monopolista non ha concorrenti è che barriere di un qualche tipo limitano la possibilità che altre imprese accedano al mercato. A seconda della forma di monopolio, tali barriere possono essere economiche, tecniche, legali (ad es. nel caso di brevetti o concessioni).

[modifica] Produzione in condizioni di monopolio

A differenza delle imprese che operano in condizioni di concorrenza perfetta, l'impresa che opera in condizioni di monopolio deve soddisfare l'intera domanda di mercato per il suo prodotto. Si suppone che la domanda sia, ceteris paribus, una funzione decrescente del prezzo; rovesciando questa argomentazione, il prezzo del lato della domanda, che i consumatori sono disposti a pagare per acquistare il prodotto, è una funzione decrescente della quantità offerta, \ p(q) tale che \ \frac{dp}{dq}<0.

Il monopolista fissa la quantità di prodotto ottima \ q^{*} in maniera tale da rendere massimo il proprio profitto; risolve dunque implicitamente un problema di ottimizzazione:

\ q^{*}=\arg\max_{q}\pi(q)=p(q)q-c(q)

dove \ \pi(q) è la funzione profitto, \ p(q)q sono i ricavi e \ c(q) denota i costi sostenuti per la produzione, anch'essi funzione della quantità prodotta. La condizione del primo ordine per un massimo è:

\ \frac{d\pi}{dq} = p(q)+p'(q)q-c'(q)=0

Le quantità \ p(q)+p'(q)q e \ c'(q) sono dette rispettivamente ricavo marginale (MR, dall'inglese Marginal Revenue) e costo marginale (MC, dall'inglese Marginal Cost); condizione per l'ottimalità della produzione è dunque:

\ \textrm{MR}(q)=\textrm{MC}(q)

Dividendo ambo i membri per la quantità non negativa \ p(q) e riorganizzando i termini, tale condizione può essere riscritta come:

\ \frac{p(q)-c'(q)}{p(q)}=-\frac{dp}{dq}\frac{q}{p(q)}=-\frac{1}{\eta}

dove \ \eta denota l'elasticità della domanda rispetto al prezzo, \ \eta=\frac{p(q)}{q}\frac{dq}{dp} (ossia la variazione percentuale della quantità domandata in risposta a una variazione infinitesimale del prezzo). Dunque la condizione di ottimalità della produzione in condizioni di monopolio può scriversi come:

\ p(q)\left(1+\frac{1}{\eta}\right)=c'(q)

Quest'ultima espressione giustifica il cosiddetto indice di Lerner di potere di mercato, dato da:

\ \frac{p(q)}{c'(q)}=\frac{1}{1+\frac{1}{\eta}}

che misura la "distanza" del prezzo di mercato dal costo marginale, a cui sarebbe pari in condizioni di concorrenza perfetta, e del quale è maggiore in condizioni di monopolio.

In più, dobbiamo considerare le leggi dell'Economia Politica, le quali dicono che in assenza di monotonicità, convessità e transitività, le curve di indifferenza dei consumatori, in regime di monopolio, si intersecheranno e non si avrà più soddisfazione maggiore passando ad una curva di indifferenza più "alta". Stessa cosa varrà per il monopolista, anche se questa cosa riguarderà le curve Isoquanti, i quali rappresentano le combinazioni di di fattori che producono OUTPUT diversi.

[modifica] Monopolio come fallimento del mercato

Il monopolio può dar luogo a un fallimento del mercato; esso dà infatti adito a una perdita secca di surplus del consumatore rispetto alla concorrenza perfetta.

[modifica] Voci correlate


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