Massimo Bontempelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Massimo Bontempelli (Como, 12 maggio 1878 – Roma, 21 luglio 1960) è stato uno scrittore italiano. Accanto ai suoi amici Alberto Savinio e Giorgio De Chirico, rappresenta il tentativo di un'adozione degli sperimenti surrealistici nell'arte italiana che, secondo la sua concezione teorica, chiama il «realismo magico».
Indice |
[modifica] Biografia
Dopo la sua laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Torino nel 1903, (con due tesi, una sul tema filosofico del libero arbitrio, una in materia linguistica sulle origini dell'endecasillabo), Bontempelli lavora come giornalista (per Il Marzocco, La Nazione e Nuova Antologia) e come insegnante. Fa parte prima ai circoli carducciani-tradizionalisti e poi a quelli futuristi. Nella prima fase collabora, tra l'altro, alla rivista La Voce sotto lo pseudonimo di “Minimo Maltempelli” e pubblica i suoi primi volumi (Socrate moderno, 1908 e I sette savi, 1912) che presto disconosce. Dopo la prima guerra mondiale a cui partecipa come ufficiale d'artiglieria e come corrispondente de Il Messaggero, si avvicina al futurismo e scrive con tali influenze Il purosangue. L'ubriaco (1919), un volume di poesie, e i romanzi La vita intensa (1920) e La vita operosa (1921).
Sono i suoi soggiorni da giornalista a Parigi negli anni 1921 e 1922 a metterlo in contatto con le nuove avanguardie francesi e a cambiare profondamente la sua immagine dell'artista moderno. Infatti, nei brevi romanzi La scacchiera davanti allo specchio (1922) e Eva ultima (1923) si nota uno stile ispirato all'arbitrio irrazionale e alla casualità apparente dei sogni, un'impostazione di scrittura che coincide in gran parte con le pretese del Primo manifesto del Surrealismo di André Breton (1924).
Stringe amicizia con Luigi Pirandello che, all'occasione della loro collaborazione per il «Teatro d'Arte», lo spinge a scrivere anche drammi per la sua compagnia. Ne nascono Nostra Dea (1925) e Minnie la candida (1927), ambedue messi in scena dal maestro siciliano.
Realismo Magico |
"Unico strumento del nostro lavoro sarà l'immaginazione.
Occorre riimparare l'arte di costruire, per inventare i miti freschi onde possa scaturire la nuova atmosfera di cui abbiamo bisogno per respirare. (...) Il mondo immaginario si verserà in perpetuo a fecondare e arricchire il mondo reale. Perché non per niente l'arte del Novecento avrà fatto lo sforzo di ricostruire e mettere in fase un mondo reale esterno all'uomo. Lo scopo è di imparare a dominarlo, fino a poterne sconvolgere a piacere le leggi. Ora, il dominio dell'uomo sulla natura è la magia. (...) (Immaginazione, fantasia: ma niente di simile al favolismo delle fate: niente milleunanotte. Piuttosto che di fiaba, abbiamo sete di avventura. La vita più quotidiana e normale, vogliamo vederla come un avventuroso miracolo: rischio continuo, e continuo sforzo di eroismi o di trappolerie per scamparne. L'esercizio stesso dell'arte diviene un rischio d'ogni momento. Non esser mai certi dell'effetto. Temere sempre che non si tratti d'ispirazione ma di trucco. Tanti saluti ai bei comodi del realismo, alle truffe dell'impressionismo. (...) Ecco la regola di vita e d'arte per cent'anni ancora: avventurarsi di minuto in minuto, fino al momento in cui o si è assunti in cielo o si precipita.)" |
Con Curzio Malaparte fonda nel 1926 la rivista internazionale "900", Cahiers d'Italie et d'Europe che fino al 1927 è pubblicata in francese e si rivolge a tutti gli intellettuali cosmopoliti del cosiddetto «novecentismo» (oppure «stracittà»). Su questa piattaforma espone la sua poetica innovatrice del «realismo magico» che, secondo il modello francese, invita l'artista moderno a scoprire l'incanto dell'inconscio e delle avventure imprevedibili, però senza rinunciare alla funzione di controllo della sua ragione umana. Come “mitografo” l'artista deve rivelare il “senso magico scoperto nella vita quotidiana degli uomini e delle cose” semplificando la realtà problematica e complessa nella società di massa e traducendola in favole e miti nuovi. L'edizione integrale di questo suo programma del movimento avviene nel 1938 sotto il titolo L'avventura novecentista.
Se i suoi primi romanzi e racconti di stampo “magico” hanno ancora una certa originalità ricca d'idee che si riscontra anche nella raccolta La donna dei miei sogni e altre avventure moderne (1925), l'arte narrativa di Bontempelli si consuma invece alla fine degli anni Venti in un costruttivismo troppo astratto, artificioso ed intellettualistico. Già i romanzi Il figlio di due madri (1929) e Vita e morte di Adria e dei suoi figli (1930), ma tanto più le opere posteriori come Gente nel tempo (1937) e Giro del sole (1941), mostrano questa tendenza ad una realizzazione meccanicamente manierata della sua trovata stilistica.
Coltiva, inoltre, un forte interesse per l'architettura razionalista; e per questo motivo, dal 1933, dirige con Pier Maria Bardi la rivista Quadrante. Insieme alla sua compagna, la scrittrice Paola Masino, è spesso all'estero per viaggi, conferenze e dibattiti culturali.
Convinto assertore del fascismo, nel quale vede il mezzo politico più adatto a sostenere la nascita di una società moderna in Italia, Bontempelli nel 1930 è nominato Accademico d'Italia. La sua avversione al provincialismo di «strapaese» però lo porta a trovarsi spesso su posizioni antitetiche a quelle dichiarate dal Regime, fino all'espulsione dal PNF nel 1939. Al confino a Venezia matura, negli anni di guerra, una revisione delle sue ideologie. Nel 1948 viene eletto senatore nelle liste del Fronte Popolare; la nomina è stata invalidata però per i suoi trascorsi fascisti.
Nel 1953 vince il Premio Strega con il suo ultimo libro L'amante fedele. Una grave malattia gli impedisce di proseguire il suo lavoro negli ultimi anni di vita, confinandolo in un penoso isolamento. All'età di 82 anni, muore a Roma il 21 luglio 1960.
[modifica] Narrativa
- Socrate moderno (1908)
- I sette savi (1912)
- La vita intensa - Romanzo dei romanzi (1920)
- La guardia alla luna (1920)
- La vita operosa (1921)
- Nuovi racconti d'avventure (1921)
- Viaggi e scoperte (1922)
- La scacchiera davanti allo specchio (1922)
- Ultime avventure (1922)
- Eva ultima (1923)
- La donna dei miei sogni e altre avventure moderne (1925)
- L'eden della tartaruga (1926)
- Donna nel sole e altri idilli (1928)
- Il figlio di due madri (1929)
- Il neosofista (1929)
- Vita e morte di Adria e dei suoi figli (1930)
- Mia vita, morte e miracoli (1931)
- Stato d grazia (1931)
- La famiglia del fabbro (1932)
- <<522>> Racconto di una giornata (1932)
- Valoria (1932)
- Galleria degli schiavi (1934)
- Gente nel tempo (1937)
- Giro del sole (1941)
- Viaggio d'Europa (1942)
- Le notti (1945)
- L'acqua (1945)
- L'ottuagenaria (1946)
- L'amante fedele (1953)
[modifica] Drammi
- La guardia alla luna (1916)
- Siepe a nordovest (1919)
- Nostra Dea (1925)
- Minnie la candida (1927)
- Bassano padre geloso (1934)
- Cenerentola (1942)
- Venezia salva (1947)
[modifica] Lirica
- Il purosangue. L'ubriaco (1919)
[modifica] Saggistica
- La donna del Nadir (1924)
- Pirandello, Leopardi, D'Annunzio (1938)
- L'avventura novecentista (1938)
- Sette discorsi (1942)
- Introduzione e discorsi (1944)
- Opere scelte a cura di Luigi Baldacci (1978)
[modifica] Opere su Bontempelli
- Luigi Baldacci: Massimo Bontempelli. Torino 1967
- Fernando Tempesti: Massimo Bontempelli. Firenze 1974
- B. Nuciforo Tosolini: Il teatro di Parola - Massimo Bontempelli. Padova 1976
- Fulvia Airoldi Namer: Massimo Bontempelli. Milano 1979
- A. Saccone: Massimo Bontempelli – Il mito del ‘900. Napoli 1979
- Luigi Fontanella: Il surrealismo italiano. Roma 1983, pp.139-155
- AAVV: Massimo Bontempelli scrittore e intellettuale. Roma 1992
- Luigi Fontanella: Storia di Bontempelli: Tra i sofismi della ragione e le irruzioni dell'immaginazione Ravenna 1997
- Elena Pontiggia: Massimo Bontempelli Realismo magico e altri scritti sull'arte, Milano 2006
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Massimo Bontempelli
[modifica] Collegamenti esterni
Predecessore: | vincitori Premio Strega | Successore: |
---|---|---|
Alberto Moravia | 1953 | Mario Soldati |