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Maria Addolorata - Wikipedia

Maria Addolorata

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L'Addolorata. Statua settecentesca venerata a San Severo.
L'Addolorata. Statua settecentesca venerata a San Severo.

Maria Addolorata (o Maria Dolorosa, Madonna Addolorata, L'Addolorata oppure Madonna dei sette dolori) (in latino Mater Dolorosa) è un titolo con cui viene molte volte chiamata ed invocata dai cristiani Maria, la madre di Gesù.

Il titolo si basa su alcuni racconti dei Vangeli.


Indice

[modifica] I sette dolori di Maria

Tradizionalmente, dalla lettura dei Vangeli, i cristiani hanno enucleato sette dolori affrontati da Maria.

[modifica] Profezia del vecchio Simeone

Nel Vangelo secondo Luca il vecchio Simeone preannuncia a Maria le difficoltà che dovrà incontrare e superare:

« Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima. »   (Luca 2,34-35)

[modifica] La fuga in Egitto

Maria e Giuseppe devono fuggire in Egitto per mettere in salvo il loro figlio Gesù durante la persecuzione di Erode: cfr. Vangelo secondo Matteo 2,13-21

Maria Addolorata. Statua conservata a Żejtun, Malta.
Maria Addolorata. Statua conservata a Żejtun, Malta.

[modifica] La perdita di Gesù nel Tempio

Quando Gesù ha 12 anni Maria e Giuseppe lo perdono per tre giorni nel Tempio di Gerusalemme: cfr. Vangelo secondo Luca 2,41-51

[modifica] L'incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis

Quando Gesù sale al Calvario portando la croce Maria lo incontra: cfr. Vangelo secondo Luca 23,27-31

[modifica] Maria ai piedi della croce

Il Vangelo secondo Giovanni ci dice che Maria si ferma sotto la croce sulla quale è crocifisso Gesù:

« Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. »   (Giovanni 19,25-27)

[modifica] Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto

Dopo che Gesù è morto e deposto dalla croce Maria lo accoglie tra le sue braccia prima che venga sepolto: cfr. Vangelo secondo Matteo 27,55-61

[modifica] Maria vede seppellire Gesù

Maria è presente quando Gesù viene sepolto: cfr. Vangelo secondo Luca 23,55-56

[modifica] Culto

Da secoli in Europa si venera la Madonna sotto questo titolo. Il culto dell'Addolorata è presente in particolar modo nel sud Italia soprattutto a Pozzallo nel ragusano.
Talvolta nella pittura Maria è stata rappresentata trafitta da una o più spade.
Particolarmente famoso è diventato nei secoli l'inno Stabat Mater Dolorosa.

La memoria liturgica ricorre il 15 settembre e fu introdotta da Papa Pio VII nel 1814. In molte città e paesi è festeggiata anche nel giorno del Venerdì Santo.

[modifica] La Vergine Addolorata nel culto dell'Ordine dei Servi di Maria

Il termine Addolorata e il tipo iconografico corrispondente - la Vergine con una o sette spade nel seno - erano impensabili nella cultura religiosa del tempo dei Sette Santi Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria (sec. XIII), ma tutti i contenuti storico-dottrinali e quindi devoti furono ben coscienti nella spiritualità mariana dei Servi. Alle origini essi pregarono la Vergine gloriosa regina del cielo perché Maria era nella gloria, e la vedevano vestita della sua storia terrena di sofferenza e di privazione - l'abito di vedovanza, segno della sua passione sul Calvario.

Con il passare dei secoli queste motivazioni dettero origine a varie le espressioni di devozione: la Madonna ai piedi della Croce; la Compagnia dell'abito; la Confraternita dei Sette Dolori approvata da Roma nel 1645; il Terz'ordine; la Corona dell'Addolorata; le varie Congregazioni femminili all'Addolorata, ecc. Tra il 1668 e il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto della Madonna dei Dolori. Intanto il 9 giugno 1668 la S. Congregazione dei Riti permise all'Ordine di celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine. Nel relativo decreto si faceva menzione del fatto che i Servi di Maria portavano l'abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio. Infine il 9 agosto 1692, papa Innocenzo XII concesse ai frati e alle suore dell'Ordine dei Servi la facoltà di celebrare la festa dei Sette Dolori della Beata Vergine la terza domenica di settembre, con l'ufficio e messa propri.

Altre tappe importanti nella diffusione del culto all'Addolorata sono il 18 agosto 1714 in cui la S. Congregazione approvò la celebrazione liturgica dei Sette Dolori il Venerdì dopo la Domenica di Passione, e il 18 settembre 1814 in cui la festa dell'Addolorata della terza domenica di settembre - oggi fissata al giorno 15 settembre - veniva estesa a tutta la Chiesa latina.

[modifica] Tradizioni locali

[modifica] San Severo (FG)

A San Severo il culto della Vergine Addolorata è il più praticato dopo quello dell'Incoronata Patrona Santa Maria del Soccorso e viene attivamente praticato sin dal 1707, quando l'Arcoconfraternita di Orazione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo si strinse attorno al miracoloso dipinto della Pietà, che accoltellato da un pellegrino nel 1557, sanguinò. Nel 1730 fu acquistata l'imponente statua barocca dell'Addolorata che all'inizio veniva portata in processione il Venerdì Santo ed il terzo Venerdì di ogni mesee che successivamente prese parte solo ai riti della settimana santa, più precisamente alla processione penitenziale del mattino, la quale solo casualmente si incontrò con quella del Cristo Flagellato alla colonna dell'Arciconfraternita del Rosario. Fu così che nel XIX secolo si decise di organizzare meglio l'evento e ancora oggi all'alba del Venerdì Santo avvine l'incontro tra la statua della Vergine e del Figlio flagellato. Oltre alla processione la statua dell'Addolorata è protagonista della commovente Ora della Desolata e del suggestivo e toccante rito del Bacio dell'Addolorata, a cui prende parte un gran numero di fedeli.

[modifica] Palese Macchie (BA)

A Palese-Macchie (Bari) l’unica notizia storicamente accertata circa la devozione verso Maria venerata col titolo di Addolorata, riguarda l’inaugurazione (31-3-1860) del piccolo altare a lei dedicato, nella Chiesa parrocchiale del 1846, ora demolita. Questa faceva seguito alla donazione da parte della statua dell’Addolorata che dovrebbe essere quella che attualmente è conservata nella Chiesa parrocchiale odierna. Circa la processione, essa potrebbe aver avuto luogo già nel “venerdì che precede le palme” di quello stesso anno; invece la statua fu restaurata negli anni Cinquanta e nel suo ritorno a Palese fu riaccompagnata con solenne processione verso la parrocchia.

Le uniche notizie certe si hanno circa la partecipazione dell'effigie alle prime processioni dei Misteri. La prima storicamente accertata, composta dall’Addolorata, dal Calvario e dal Cristo morto, risale alla Settimana Santa del 1901. La Processione dei Misteri deve la sua formazione, incentivazione e regolamentazione (primi documenti risalenti al 22-11-1905 e 18-2-1906), e dunque anche il Culto dell’Addolorata, a don Demetrio Magrini, primo parroco (dal 20-5-1903 al 22-2-1942).

[modifica] Pescara

A Pescara il culto partì dall'attuale frazione Pescara Colli (un tempo solo una foresta). Tra il XVI e il XVII secolo, secondo la leggenda, alcuni contadini ritrovarono un'immagine dipinta su una pietra, che raffigurava Maria trafitta da sette spade e col Figlio morto sulle ginocchia. I contadini portarono l'immagine nella vicina cappelletta, ma il giorno dopo la videro di nuovo dov'era comparsa e allora (pensando ad uno scherzo) la ricollocarono nella cappella. Intanto la notizia si era sparsa nei paesi limitrofi. Il giorno dopo, però, rividero l'immagine al suo posto originario, tra i cespugli, e allora riportandola nella cappella vi misero delle guardie notturne che si davano il cambio ogni ora. Niente da fare: l'immagine si trovò ancora al posto dove era comparsa. Allora i fedeli capirono che la Madonna voleva rimanere lì e allora fu subito eretta nel luogo dell'apparizione una cappelletta dove sistemare l'immagine. Nel corso dei secoli la cappella s'ingrandì: nel '600 aveva un campanile e nell'Ottocento aveva assunto l'aspetto attuale. Nel secolo scorso venne proclamata Basilica Minore. Tra il XIX e il XX secolo, venne realizzata una statua della Madonna dei Sette Dolori, con un pesante vestito nero e ricamato d'oro, con tanto di corona e cuore trafitto da sette pugnali. La statua è portata in processione più volte l'anno: ai primi di giugno (quando ricorre la festa patronale), il 15 settembre, il Venerdì santo (in quell'occasione, però, la Madonna viene vestita di un abito interamente nero) e il 12 maggio, giornata del Ringraziamento (perché ricorda un miracolo avvenuto nel 1863, quando la Madonna fece piovere dopo lunga siccità). Nel Santuario si conserva ancora l'immagine dipinta ritrovata dai contadini.

[modifica] Belluno

Antichissima nella città veneta la processione della Madonna Addolorata. Fu la congregazione religiosa dei Servi di Maria che nel 1468 fece costruire all'interno della chiesa gotica di Santo Stefano di Belluno una cappella dedicata al culto dei sette dolori di Maria. Nel 1716 iniziò la già citata processione che ancor'oggi si svolge due domeniche prima di Pasqua. La preziosa Statua della Madonna inizia il suo cammino dalla chiesa di Santo Stefano e prosegue per Piazza dei Martiri, la più importante piazza della città, per poi proseguire per le altre vie cittadine accompagnata dai canti processionali devozionali di tradizione popolare. La statua di Maria presenta cuore trafitto da sette spade, forse simboleggianti i maggiori dolori ai quali tutta l'umanità è soggetta. Correlata alla celebrazione liturgia vi è l'antica Sagra de i fisciot (sagra dei fischietti) che ogni hanno presenta centinaia di bancarelle lungo il percoso che da via Matteotti giunge fino alla fine di via Simon da Cusighe attraversando il centro cittadino. Al termine della giornata vi è lo spettacolo pirotecnico per festeggiare Maria e ringraziarla per la sua materna protezione.

[modifica] Altre raffigurazioni

Nel corso del Trecento si diffuse nell'Europa centrale di lingua tedesca un nuovo soggetto iconografico, noto con il nome di Vesperbild. La parola significa letteralmente immagine del tramonto, o del vespro, e sta ad indicare una serie di piccole sculture in legno dipinto, in gesso o in terracotta, che rappresentano la Madonna seduta che sostiene, sulle proprie gambe, il corpo esanime e irrigidito di Gesù, morto la sera del venerdì santo. Questa rappresentazione non è riconducibile ad alcun racconto presente sui Vangeli, né, eventualmente, sui testi apocrifi che narrano le vicende della vita di Cristo. Una invenzione, dunque, o più semplicemente una interpretazione popolare di ciò che verosimilmente potrebbe essere accaduto subito dopo la deposizione di Gesù dalla croce: i testi sacri narrano che al momento della crocifissione e della sepoltura la Madonna era presente accanto al proprio Figlio.

Dai Vesperbild nacque infatti il tema iconografico, noto col nome di Pietà, che numerosi maestri del XVI secolo dipinsero. La più famosa è senz'altro la Pietà di Michelangelo Buonarroti, che scolpì in un bianco blocco di marmo di Carrara da lui scelto personalmente, opera di straordinaria bellezza e di struggente fascino custodita in una cappella della Basilica di San Pietro a Roma. Oggetto di grande culto è anche la Statua dell'Addolorata di Taranto (appartenente all'omonima arciconfraternita), di chiaro stampo barocco, imponente ed enfatica nella sembianza, austera nel vestimento; dotata di un'espressione di dolore intenso con chiarissima componente tragica.

Una magnifica rappresentazione della Vergine Addolorata, è la statua lignea in stile barocco scolpita nel settecento dall'artista sanseverese Sebastiano Marvocca per la nobile Arciconfraternita di "Orazione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo". Vestita di un sontuoso abito nero sfarzosamente ricamato in oro, con un pugnale (anch'esso in oro) piantato nel petto, e un morbido fazzoletto in tulle arricchito di delicati ricami sempre in oro. Dal volto traspare un sentimento di ineguagliabile, ma senza enfasi, e senza accentuazione tragica nell'espressione e nei gesti, in una inscindibile miscela tra phatos e "fiat", che evidenzia grande sofferenza ma completo abbandono alla volontà di Dio e al suo disegno. Si tratta di una una tra le rappresentazioni più significative della Madre Addolorata, soprattutto per quanto concerne l'interpretazione artistica e religiosa della stessa. La statua è esposta alla pubblica venerazione nella chiesa di Santa Maria della Pietà in San Severo (FG).

[modifica] Bibliografia

  • Eugenio M. Casalini, osm. La Madonna dei Sette Santi, Edizoni Mrianum, Roma 1990.
  • Con Maria accanto alla Croce, lettera del priore Generale dei Servi di Maria, Roma, 9 agosto 1992.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

L'antica processione della Madonna addolorata a Belluno


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