Interprete (lingua)
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Un interprete, inteso come conoscitore di una lingua straniera è una persona che, a differenza di un traduttore traduce oralmente (o tramite segni nel caso delle lingue dei segni) da una lingua di partenza verso una lingua d'arrivo.
L'interpretazione è caratterizzata non solo dall'evanescenza della lingua orale, ma anche dalla mimica, dalla gestualità, da buone conoscenze di retorica, di scioltezza e comprensione della lingua parlata.
In Italia, come anche in altri paesi europei ed extraeuropei, non esiste alcun albo ufficiale per gli interpreti (e anche per i traduttori), come invece accade per esempio con i medici, gli avvocati o gli ingegneri. La maggior parte degli interpreti professionisti sono raggruppati in associazioni di categoria, quali AIIC (federazione internazionale), AITI e Assointerpreti.
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[modifica] Modalità
Si distinguono fondamentalmente due modalità: l'interpretazione simultanea e consecutiva. Durante l'interpretazione simultanea l'interprete traduce simultaneamente il discorso dell'oratore dalla lingua originale nella lingua d'arrivo. L'interprete (solitamente si tratta però di almeno due interpreti che si alternano ad intervalli regolari, genericamente di circa 30 minuti) svolge il suo lavoro in una cabina isolata acusticamente dal resto della sala, utilizzando cuffia e microfono. La contemporaneità delle azioni di ascolto, traduzione ed enunciazione, quasi sempre di testi altamente tecnici o retoricamente complessi, rende necessario un percorso formativo specifico che, oltre allo studio linguistico di alto livello, contempli anche lo studio e la pratica di questa disciplina. L'interpretazione consecutiva invece non si avvale di nessun altro strumento se non il blocco per gli appunti dell'interprete. Questo ascolterà porzioni di testo della durata variabile (solitamente da pochi minuti fino a 10-12) prendendo appunti (prise de note) per poi ricostruire l'intero discorso al termine dell'intervento dell'oratore.
[modifica] Formazione
La formazione dell'interprete ha luogo presso istituti universitari o parauniversitari (in Italia i corsi di laurea - secondo livello - sono quelli di Trieste e Forlì). È volta al perfezionamento delle conoscenze linguistiche sia della lingua madre che delle lingue di lavoro, come anche di elementi di sostegno come la presa di appunti (per l'interprete di consecutiva), elementi per l'esercizio della memoria e lo studio di materie ausiliarie come diritto, medicina o economia. Inoltre vengono normalmente considerati anche alcuni aspetti della teoria dell'interpretazione.
[modifica] Storia
Nel XVIII secolo erano principalmente motivi economici e con finalità commerciali che spingevano l'istituzione di scuole per la formazione degli interpreti. La definizione interprete rimase tuttavia vaga fino al 1945, dato che fino ad allora veniva confusa con il termine traduttore. Solo dopo il 1945 e con la fondazione delle grandi organizzazioni internazionali si può parlare di una delineazione precisa del ruolo dell'interprete come mediatore orale tra due parlanti una lingua non comune. In Germania il primo corso di laurea specifico per la formazione di interpreti venne aperto nel 1887 all'Università di Berlino presso il Seminario di Lingue Orientali, in vista dell'allargamento coloniale dell'Impero Tedesco.
[modifica] Interprete consigliere
Presso le grandi conferenze internazionali in cui vengono normalmente richiesti degli interpreti è solitamente richiesta la presenza di un interprete consigliere. Il suo ruolo principale è quello di coordinare i gruppi di interpreti presenti e di fungere da tramite tra gli interpreti e il datore di lavoro.