In nome del popolo italiano
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In nome del popolo italiano | |
Titolo originale: | In nome del popolo italiano |
Lingua originale: | Italiano |
Paese: | Italia |
Anno: | 1971 |
Durata: | 103' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | commedia |
Regia: | Dino Risi |
Soggetto: | Age, Furio Scarpelli |
Sceneggiatura: | Age, Furio Scarpelli |
Casa di produzione: | International Apollo Films |
Distribuzione (Italia): | Fida Cinematografica |
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Fotografia: | Sandro D'Eva |
Montaggio: | Alberto Gallitti |
Musiche: | Carlo Rustichelli |
Scenografia: | Luigi Scaccianoce |
Costumi: | Enrico Sabbatini |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
In nome del popolo italiano è un film del 1971, diretto da Dino Risi.
Il magistrato inquirente Bonifazi (Ugo Tognazzi) scopre che un imprenditore avido, disonesto e senza scrupoli, Renzo Santenocito (Vittorio Gassman) potrebbe essere implicato nella morte della giovane Silvana (Ely Galleani), una ragazza che spesso accompagnava persone ricche e facoltose a cene e festini per conto di una sedicente agenzia di pubbliche relazioni. Nasce presto una forte antipatia tra i due protagonisti e mentre Bonifazi si ostina a voler scoprire la colpevolezza dello spregiudicato Santenocito questi, con altrettanta ostinazione, cerca di crearsi un alibi per la sera del presunto omicidio di Silvana. Quando finalmente l'industriale riesce a costruirsi un falso alibi questo sarà abilmente distrutto dal volenteroso magistrato. Gli ultimi avvenimenti unitamente agli indizi già raccolti, saranno sufficienti ai giudici per dichiarare colpevole del delitto Santenocito e condannarlo alla prigione. Quando tutto sembra finito, Bonifazi viene casualmente a conoscenza dell'esistenza di un diario redatto dalla giovane defunta e ne sarà il primo lettore: la ragazza dichiara nelle ultime pagine che si sarebbe suicidata. Questa scoperta avviene negli istanti in cui la nazionale di calcio italiana vince un'importante partita contro l'Inghilterra. Tra le urla e gli atti di teppismo dei tifosi festanti il giudice Bonifazi intravede i peggiori comportamenti di quegli italiani cialtroni e disonesti ormai da lui identificati in Santenocito. Disgustato distruggerà, in nome del popolo italiano, la prova dell'innocenza dell'avversario, condannandolo così a scontare una giusta carcerazione, ma per un reato non commesso.
Intervistato circa vent'anni dopo, negli anni di tangentopoli, Dino Risi ricordò di aver fatto questo film anche per riflettere già allora sul potere arbitrario di cui dispongono, e di cui talvolta forse abusano, i giudici in nome di un fine di giustizia che "giustifica i mezzi" non ortodossi adoperati. Un inquietante interrogativo per quegli anni (1992-1994), quando ci si chiedeva se era giusto incarcerare preventivamente i presunti corrotti per indurli a confessare.[citazione necessaria]
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su In nome del popolo italiano dell'Internet Movie Database
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