See also ebooksgratis.com: no banners, no cookies, totally FREE.

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Il grande Gatsby (romanzo) - Wikipedia

Il grande Gatsby (romanzo)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il grande Gatsby
Titolo originale The great Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Anno
(1ª pubblicazione):
1925
Genere: romanzo
Sottogenere:
Ambientazione: New York - Long Island
Anno di ambientazione: 1922
Protagonista: Jay Gatsby
Coprotagonisti: Nick Carraway
Antagonista: Tom Buchanan
Personaggi secondari: Daisy Fay - Jordan Baker - Henry C. Gatz
Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 1965
Editore: Arnoldo Mondadori
Edizione:
Traduzione: Fernanda Pivano
Collana: Oscar Mondadori
Pagine: 215
Capitoli 9
ISBN
ISSN
Progetto Letteratura
«  La sua vita era stata confusa e disordinata...ma se poteva ritornare a un certo punto di partenza e ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe riuscito a scoprire qual era la cosa che cercava. »

Il grande Gatsby (tit. or. The Great Gatsby) è un romanzo dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald pubblicato per la prima volta a New York il 10 aprile 1925 e definito da T.S. Eliot "il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James".

Ambientato a New York e a Long Island durante l'estate del 1922, Il grande Gatsby è il più acuto ritratto dell'anima dell'età del jazz, con le sue contraddizioni, il suo vittimismo e la sua tragicità.
La storia, che secondo la tecnica di Henry James viene raccontata da uno dei personaggi, narra la tragedia del mito americano che aveva retto il paese dai tempi dello sbarco a Plymouth Rock e può essere considerata l'autobiografia spirituale di Fitzgerald che, ad un certo punto della sua vita, chiuso con l'alcolismo e con la vita da playboy, vuole capire quali erano stati gli ostacoli che avevano inabissato la sua esistenza.

Il questo libro, come scrive il suo biografo Andrew Le Vot,[1] Fitzgerald "riflette meglio che in tutti i suoi scritti autobiografici il cuore dei problemi che lui e la sua generazione dovettero affrontare... In Gatsby, pervaso com'è da un senso del peccato e della caduta, Fitzgerald assume su di sé tutta la debolezza e la depravazione della natura umana".

Indice

[modifica] Trama

Figlio di poveri contadini del North Dakota, James Gatz fugge dalla famiglia convinto di poter trasformare se stesso e costruirsi una nuova identità.

« James Gatz: era questo il suo nome vero, o almeno quello legale. Lo aveva cambiato a diciassette anni, nel momento in cui ebbe inizio la sua carriera: quando vide lo yacht di Dan Cody gettar l'ancora nella secca più insidiosa del Lago Superiore »

Egli incontra il ricco proprietario di uno yacht, Mr Dan Cody, che, grato perché il giovane lo ha avvertito della presenza di uno scoglio che avrebbe potuto far affondare il suo yacht, lo assume e gli fornisce una "giacca azzurra, sei paia di calzoni bianchi e un berretto con visiera da yacht".

James, che è diventato Jay Gatsby, viene inviato a Louisville per un addestramento militare e si innamora di Daisy Fay, una ereditiera di diciotto anni, e viene ricambiato. Trascorrono insieme un felice periodo e quando Gatsby deve partire per le armi si giurano eterna fedeltà. Ma quando Gatsby, che si trova in Europa, viene a sapere che Daisy ha sposato un ricco finanziere di Chicago, Tom Buchanan, giura di riconquistarla.

Cambiato il nome con quello di Jay Gatsby e l'abbigliamento, si reca in Inghilterra dove frequenta l'ambiente di Oxford per cinque mesi perché vuole avere un accento più raffinato e alla fine ritorna in America dove, conquistata la ricchezza con il contrabbando e altre attività illecite, compra una enorme villa sullo stretto di Long Island sulla sponda opposta dove Daisy con il marito Tom trascorre le estati. Gatsby, che vuole ad ogni costo riconquistare Daisy, è sicuro che il suo sogno si trasformerà in realtà e da quel momento ogni sua azione sarà tesa a quell'unico scopo.

Nick Carraway, che nel romanzo ha funzione di narratore, esprime la visione di un mondo opposto a quello di Gatsby: conformista, moralista e puritano. Nato, come egli stesso racconta, da una famiglia agiata e influente del Middle West si era laureato a New Haven nel 1915 ed aveva intrapreso un tranquillo, anche se non troppo retribuito, lavoro in borsa e si era sempre accontentato di appartamenti modesti. Nick che è un conformista e un moralista, rappresenta il mondo opposto a quello di Gatsby ma dovrà riconoscere che "c'era in Gatsby qualcosa di splendido, una sensibilità acuita alle promesse della vita".

Egli abita in una modesta villa a West Egg, a trenta chilometri dalla città, confinante la villa di Gatsby:

« "La mia casa era all'estremità dell'uovo, a una cinquantina di metri soltanto dallo stretto, presa tra due edifici enormi...Quello alla mia destra era qualcosa di colossale sotto tutti i punti di vista: una copia accurata di qualche Hotel de Ville della Normandia, con una torre da una parte, incredibilmente nuova sotto una barba rada di edera ancora giovane, una piscina di marmo e più di venti ettari di prato e giardino. Era il palazzo di Gatsby....quanto alla mia casa, era un pugno in un occhio, ma un pugno tanto piccolo da essere trascurabile, così avevo il panorama sul mare, una vista parziale sul prato del mio vicino e la rassicurante prossimità di gente milionaria, tutto per ottanta dollari" »

Una sera Nick viene invitato a cena a casa di Tom Buchanan che aveva sposato Daisy una sua cugina "in seconda dal lato paterno" e conosce l'amica di Daisy, Jordan Backer, con la quale egli intreccerà una insignificante relazione.
Il matrimonio di Daisy e Tom, pur all'apparenza tranquillo, non ha solide basi. Tom ha per amante Myrtle, la moglie del meccanico Wilson che possiede un'officina sulla strada che porta a New York in una zona squallida e desolata e un pomeriggio, in cui Nick si reca a New York in treno con Tom, gliela fa conoscere.

Trascorrono i giorni e Nick, che ogni sera ascoltava la musica proveniente dalla casa di Gatsby e osservava il via vai di gente che andavano e venivano nei suoi giardini, non aveva ancora conosciuto il famoso Gatsby e l'aveva visto solamente da lontano, in piedi davanti alla villa che tendeva le braccia con un gesto di desiderio verso la "luce verde" che brillava nella notte. Quella luce, come scrive Rollo May [2]"è simbolo del mito americano: essa allude a nuove potenzialità, nuove frontiere, la nuova vita che ci attende dietro l'angolo [...] Non esiste destino; se esiste, lo abbiamo costruito noi stessi [...] La luce verde diventa la nostra più grande illusione... nasconde i nostri problemi con le sue infinite promesse, e intanto distrugge i nostri valori. La luce verde è il mito della Terra Promessa che genera ideali alla Horatio Alger"

Ma un giorno Nick riceve un invito:

« Uno chauffeur in uniforme azzurra, come un uovo di pettirosso, quel sabato mattina di buon'ora attraversò il mio prato con un biglietto straordinariamente cerimonioso del suo padrone; esso diceva che Gatsby si sarebbe sentito onorato se quella sera avessi partecipato alla sua "festicciola" »

Alla festa trova Jordan e ha modo così di conoscere Gatsby che mantiene sempre un atteggiamento riservato e moderato. Si reca ad un paio delle sue feste e un giorno Gatsby si reca a trovarlo:

« Una mattina alle nove, verso la fine di luglio, l'automobile smagliante di Gatsby sbucò sul viale roccioso che conduceva al mio cancello ... Era la prima volta che Gatsby veniva a trovarmi, benché fossi andato a due delle sue feste, avessi girato con lui sul suo idrovolante, e dopo inviti ripetuti mi fossi servito frequentemente della sua spiaggia »

E inizia a raccontare della sua vita come a voler scacciare le accuse "che davano sapore alla conversazione nei suoi salotti".

Gatsby racconta a Nick che egli era di famiglia agiata e che i suoi erano ormai tutti morti; che era stato allevato in America ed educato a Oxford, che aveva viaggiato e che aveva partecipato alla guerra diventando maggiore. Egli mostra a Nick la medaglia con cui era stato decorato e una fotografia di Oxford presa al "Trinity Quad" convincendolo così che quanto stava dicendo era la verità:

« Era la fotografia di una mezza dozzina di giovanotti in maglione a righe sparsi in un cortile al di là del quale si scorgeva una schiera di guglie. C'era Gatsby con l'aria un tantino più giovane e una mazza di cricket in mano. Allora era vero tutto »

In quell'occasione Gatsby gli dice che ha intenzione di chiedergli un grande favore. Così, tramite Jordan Baker, Gatsby chiede a Nick di fargli incontrare Daisy a casa sua. Nel frattempo Nick viene a conoscenza della storia di Daisy e Gatsby attraverso il racconto di Jordan.
Nick invita Daisy a casa sua per prendere un e i due si incontrano.

« "Sono molti anni che non ci vediamo" disse Daisy con la voce più normale che le riuscì di trovare. "Saranno cinque a novembre" »

Dopo una festa di Gatsby alla quale Dasy partecipa con il marito, egli è sicuro di aver ritrovato per sempre la donna tanto amata ed è certo di poter ripetere in tutto il passato e confida a Nick il suo sogno

« Pretendeva nientemeno che Daisy andasse da Tom a dirgli: "Non ti ho mai amato". Dopo che avesse cancellato quattro anni con quella frase, avrebbero potuto decidere sui passi più pratici da fare. Uno di questi consisteva nel ritornare a Louisville, dopo che Daisy fosse stata libera, e sposarsi in casa di lei come se fossero stati ancora al punto di cinque anni prima »

Ma Nick dice: "Non si può ripetere il passato". "Non si può ripetere il passato? Ma certo che si può" risponde Gatsby.

Daisy si recherà quasi ogni pomeriggio da Gatsby illudendolo così nel suo sogno fino a quando, in un afoso pomeriggio, Daisy, Tom, Nick, Jordan e Gatsby cercano sollievo recandosi a New York in un albergo affittato per l'occasione. Qui Tom provoca Gatsby davanti a tutti con insinuazioni sul suo conto fino a quando chiede direttamente a Gatsby cosa vuole da sua moglie: "Voglio sapere che cos'ha da dirmi il signor Gatsby" "Vostra moglie non vi ama" disse Gatsby, "Non vi ha mai amato. Ama me". Ma Daisy è riluttante e quando Gatsby pretende che lei lo dica a Tom ella protesta dicendo" Pretendi troppo". Gatsby cerca di parlarle:

«  Ma ad ogni parola lei si ritirava sempre più in se stessa, finché lui rinunciò e soltanto il sogno morto continuò a battersi mentre il pomeriggio svaniva, cercando di toccare ciò che era di più tangibile, sforzandosi, infelice e senza disperazione, di raggiungere la voce perduta di là dalla stanza »

Sulla strada del ritorno, mentre passavano davanti al garage di Wilson Myrtle, tenuta chiusa in stanza dal marito che aveva sospettato un suo tradimento, riesce a fuggire ma viene investita dalla macchina di Gatsby guidata da Daisy che non si ferma e prosegue la sua corsa fino a East Egg dove la raggiunge Tom al quale lei si affida pur non rivelandogli la verità.

Myrtle rimane uccisa sul colpo e Wilson, preso dalla disperazione e deciso a vendicarsi, va da Tom con la pistola per ucciderlo.

Ma quando Tom gli rivela che la macchina che aveva investito Myrtle la guidava, come lui credeva, Gatsby, Wilson si reca da Gatsby che sta facendo un bagno in piscina e continua a sperare che Daisy appaia.

Verrà ucciso da Wilson che a sua volta si ucciderà. Lo chauffeur, il maggiordomo, il giardiniere e Nick si avviano correndo verso la piscina:

«  Vi era, appena percettibile movimento dell'acqua mente il flusso fresco si dirigeva faticosamente verso lo scarico dell'altra estremità della piscina. Con piccole increspature che erano appena ombre di onde il materasso carico si spostava a caso nella piscina. Un alito di vento che riusciva appena a corrugare la superficie dell'acqua bastò a interrompere l'accidentale percorso col suo carico accidentale. Un fascio di foglie, sfiorandolo, lo fece girare lentamente, tracciando nell'acqua un sottile circolo rosso. Fu quando ci eravamo già avviati con Gatsby verso casa, che il giardiniere vide il cadavere di Wilson leggermente discosto nell'erba, e l'olocausto fu completo. »

Nick si trova solo ad affrontare la situazione. Telefona a tutti, anche a Daisy ma viene a sapere che era partita mezz'ora prima con Tom senza lasciare indirizzo. Due giorni dopo arriva un telegramma da una città del Minnesota firmato Henry C. Gatz che chiede di rinviare il funerale fino al suo arrivo:

« Era il padre di Gatsby, un vecchio solenne, molto sgomento e costernato, infagottato in un gran cappottone da poco prezzo contro la calda giornata di settembre. »

Il giorno del funerale Nick chiede al ministro luterano di aspettare ancora mezz'ora. Egli spera ancora che arrivi qualcuno. "Ma fu inutile. Non venne nessuno". In realtà una persona arriva, è l' ubriacone delle feste che Nick aveva trovato tre mesi prima nella biblioteca di Gatsby e costui esclama: "Ma perdio! Ci andavano a centinaia!." E aggiunge: "Povero bastardo!".

Dopo il funerale di Gatsby Nick riflette sull'America e in questo modo la tragedia di Gatsby viene ad identificarsi con la perdita dei miti e la fine del sogno americano. Nick decide di abbandonare l'est e di tornare a casa.
L'ultima sera Nick scende alla spiaggia e si stende sulla sabbia lasciandosi andare ai ricordi e gli torna alla mente la capacità di meravigliarsi di Gatsby:

« E mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, pensai allo stupore di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in quella vasta oscurità dietro la città dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'é sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia ... e una bella mattina... »

In questi puntini di sospensione si sente l'attimo di disperazione di Nick e poi la ricerca di un mito che dia senso all'assurdità dell'esistenza.
Il romanzo si conclude con un'ultima frase che sembra essere un poscritto:

« Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato. »

[modifica] I personaggi

I personaggi sono resi con realistica bravura attraverso i loro gesti, il loro aspetto e la conversazione. Nick, il narratore e in questo caso anche il testimone, che come Fitzgerald è coinvolto ed estraneo alla vicenda, serve a renderne più evidente lo stacco dimensionale. Presente nell'opera è il commosso sentimento elegiaco anche nelle scene più drammatiche.

[modifica] Lo stile

Scritto utilizzando in modo magistrale la tecnica dello scorcio, Fitzgerald riesce ad intrecciare gli avvenimenti presenti con quelli passati in nove brevi capitoli. Le scene sono concatenate rapidamente con un distacco obiettivo e la prosa, scorrevole e modulata, indica un netto cambiamento nella narrativa dello scrittore che si avvicina alla forma di Henry James e Joseph Conrad.

[modifica] I temi

Numerosi i temi dell'opera tra i quali spicca quello della mancanza di affetti autentici, del crollo dei miti, del peccato e dell'inferno. Ma il tema principale del romanzo è quello della solitudine, della incomunicabilità e dell'indifferenza. Nessuno comunica alle lussuose feste di Gatsby ma solo "entusiastici incontri tra gente che non si conosceva neanche di nome".
Il più solo di tutti i personaggi è appunto Gatsby nella cui lussuosa villa si svolgono quelle feste favolose alle quali egli non partecipa. Tutto ciò che avviene nella sua casa avviene per il solo scopo di poter far venire da lui Daisy.


Gatsby è il prototipo dell'uomo solo, da quando lo si vede per la prima volta nell'ora del crepuscolo fermo sul prato della sua lussuosa villa mentre guarda con gli occhi fissi la luce verde che si riflette sul pontile della casa di Daisy dall'altra parte della sponda, al momento del suo funerale. Mentre Gatsby è nella bara a Nick sembra di udire la sua voce che gli dice supplicando di fargli venire qualcuno perché così, da solo, non ce la fa più. Nick promette e dice:

« Ti farò venire qualcuno, Gatsby. Non preoccuparti. Fidati di me e ti farò venire qualcuno »

ma "non venne nessuno". E sono proprio queste tre parole a sottolineare l'estrema solitudine di Gatsby.
Nessuna parola arriva da Daisy, non c'è un fiore.

L'indifferenza, che aveva caratterizzato i personaggi di Daisy e Tom,

«  Erano gente indifferente, Tom e Daisy - sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia indifferenza o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettesse a posto il pasticcio che avevano fatto »

raggiunge l'apice nella scena del funerale dove la pioggia aumenta il senso di tristezza e di solitudine.

Il senso di solitudine, l'indifferenza nei confronti degli altri, è dovuta al fatto, come sostiene Rollo May [3] che "Quando si perde la capacità di vivere i propri miti, si perdono anche i propri dèi".
Nel romanzo vi è un simbolo che Fitzgerald usa per dimostrare questa teoria. Si tratta degli occhi del dottor T. J. Eckleburg che si scorgono su un grande cartellone pubblicitario a metà strada tra New York e West Egg.
George Wilson sconvolto dal dolore per la morte della moglie fissa quel cartellone e non riesce ad allontanare lo sguardo da quegli occhi "azzurri e giganteschi" e a Michaelis, suo vicino di casa che gli dice che dovrebbe avere una chiesa alla quale rivolgersi in momenti così tragici, egli, parlando tra di sé, mormora:

« "Dio sa quello che hai fatto, tutto quello che hai fatto [...]. Ritto dietro di lui, Michaelis vide con un sussulto che stava guardando gli occhi del dottor T. J. Eckleburg che emergevano, sbiaditi e enormi, dal dissolversi della notte." »

Non serve che l'amico gli dica che si tratta solamente di un cartellone pubblicitario, Wilson continua a fissarlo sconvolto.

Il cartellone che Wilson rimane a fissare è solamente un ingrandimento fotografico simbolo di un mondo che confonde la fotografia con la realtà, dove il denaro ha usurpato il ruolo di Dio e la pubblicità e il commercio trionfano.

[modifica] La fortuna dell'opera

Il libro venne rappresentato sulle scene nel 1926 dal drammaturgo Owen Davis e in opera musicale nel 1999 da John Harbison.
Da esso furono tratte anche tre versioni cinematografiche: la versione muta del 1926, la versione del 1949 del regista Elliott Nuget interpretato da Alan Ladd e quella del 1974 con la regia di Jack Clayton e la sceneggiatura di Francis Ford Coppola interpretato da Robert Redford e Mia Farrow.
Il romanzo venne tradotto per la prima volta in Italia nel 1936 da C. Giardini con il titolo Gatsby il magnifico e nel 1950 da Fernanda Pivano con il titolo Il grande Gatsby.


[modifica] Note

  1. ^ Andrew Le Vot, F. Scott Fitzgerald. A Biography, New York, Doubleday 1983, p.142
  2. ^ Rollo May, Il richiamo del mito, Rizzoli, 1991
  3. ^ Rollo May, Il richiamo del mito, Rizzoli 1991 pag. 122

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -