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Il Popolo della Libertà - Wikipedia

Il Popolo della Libertà

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« Oggi nasce ufficialmente qui il grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i parrucconi della vecchia politica. Invito tutti a entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole. »
(Silvio Berlusconi, dal discorso in Piazza San Babila a Milano, 18 novembre 2007)
Il Popolo della Libertà

federazione di partiti politici italiani
Leader Silvio Berlusconi
Fondazione 18 novembre 2007
Coalizione con Lega Nord e MpA
Ideologia Cristianesimo democratico, liberalismo, conservatorismo liberale
Deputati 273
Senatori 146
Europarlamentari 25
Organo ufficiale Il Giornale della Libertà
Sito web http://www.ilpopolodellaliberta.it/

Il Popolo della Libertà (PdL) è una formazione politica di centro-destra la cui costituzione, avvenuta ufficialmente il 28 febbraio 2008, venne annunciata nel corso di una manifestazione da Silvio Berlusconi il 18 novembre 2007 a Milano in Piazza San Babila, e che ha candidato le proprie liste alle elezioni politiche italiane del 2008, in seguito alle quali è risultato il primo partito politico italiano per numero di suffragi.

Il movimento nasce dall'incontro delle principali formazioni politiche del centro-destra italiano: Forza Italia, il partito fondato nel 1994 da Berlusconi, Alleanza Nazionale, il partito della destra italiana, assieme a gruppi minori di orientamento democristiano, liberale, socialdemocratico e centrista, che nella XVI legislatura hanno formato un gruppo parlamentare unico e che, nel progetto di Berlusconi, si unificheranno completamente.

Per le elezioni politiche del 2008 il PdL ha stretto un'alleanza con la Lega Nord, che ha presentato le sue liste nel Centro-Nord, e con il Movimento per l'Autonomia, che ha partecipato alla competizione elettorale solo nel Centro-Sud.

Indice

Storia

Le origini

L'idea di costruire un partito unico di centro-destra era nata già nel 1994, all'indomani della vittoria elettorale del Polo delle libertà e della formazione del primo governo Berlusconi. Tra i promotori del progetto, oltre a Ferdinando Adornato, oggi nell'UDC, vi era in particolare l'esponente di An Pino Tatarella, allora soprannominato il "ministro dell'armonia", per i suoi propositi di concordia tra tutte le forze del centro-destra [1].

Manifestazione per la Libertà contro il Governo Prodi, Roma, 2 dicembre 2006
Manifestazione per la Libertà contro il Governo Prodi, Roma, 2 dicembre 2006

Quest'idea, tuttavia, iniziò a concretizzarsi soltanto nell'estate del 2005, quando l'allora premier Silvio Berlusconi iniziò a ipotizzare seriamente la nascita di un soggetto politico unitario di centro-destra, il cui primo nome proposto dallo stesso Berlusconi fu Partito del popolo italiano. Berlusconi, in quell'occasione, dichiarò che la nascita del nuovo movimento unitario sarebbe avvenuta nell'autunno dello stesso anno, ma la proposta non venne realizzata.

La vittoria dell'Unione di Prodi alle elezioni del 2006 imprime una decisa accelerazione al processo unitario. Il 2 dicembre 2006, nel corso della manifestazione per la libertà a Roma contro il Governo Prodi a cui presero parte tutti i partiti della CdL, fatta eccezione per l'UDC, Silvio Berlusconi annunciò che era sua intenzione dare vita a un grande Partito della Libertà, che unisse in un unico soggetto politico il "Popolo della Libertà", vale a dire l'elettorato del centro-destra, a suo modo di vedere stanco delle divisioni interne alla coalizione. In un primo momento Berlusconi definì Gianfranco Fini come un possibile leader.

L'ipotesi di un grande partito unitario del centro-destra venne riproposta a più riprese durante la stagione politica, ottenendo da subito il consenso di Alleanza Nazionale ma non di UDC e Lega Nord, le quali si dichiararono da subito contrarie a qualsiasi processo unitario. Dopo mesi di voci, il 6 agosto 2007 Michela Vittoria Brambilla registrò il nome e un simbolo del Partito della Libertà per conto di Silvio Berlusconi, che ne risultò titolare.

Questa mossa, anticipata pochi giorni prima da La Stampa ma smentita dal leader della CdL, venne spiegata da Berlusconi dicendo che l'obiettivo era quello di mettere al sicuro il nome, in modo che nessuno se ne appropriasse indebitamente, in attesa che i partiti del centro-destra si fossero messi d'accordo. Il nome e il simbolo rimanevano dunque a disposizione del progetto futuro e non dei Circoli della Libertà, guidati dalla Brambilla. Nel progetto di Berlusconi ci sarebbero state due strade per il futuro Partito della Libertà: presentarsi come partito unitario una volta raggiunto il consenso degli alleati o, in caso contrario, presentarsi come lista civica dei Circoli della Libertà come sostegno esterno a Forza Italia.

La "rivoluzione del predellino": nasce il PdL

Il leader del Popolo della Libertà e di Forza Italia, Silvio Berlusconi
Il leader del Popolo della Libertà e di Forza Italia, Silvio Berlusconi

Il 18 novembre in tutta Italia si tenne l'iniziativa Subito al voto organizzata da Forza Italia, una campagna popolare di raccolta firme per chiedere nuove elezioni. Nel presentare i dati dell'iniziativa, Berlusconi,in piazza San Babila a Milano, annunciò lo scioglimento di Forza Italia e la nascita di un nuovo soggetto politico unitario del centro-destra, inizialmente da lui chiamato Partito del Popolo della Libertà, "aperto a tutti coloro che ne vogliano fare parte"; l'iniziativa, annunciata da Berlusconi di fronte a numerosi simpatizzanti parlando dal predellino della propria auto, venne ribattezzata dagli organi di stampa come la Rivoluzione del predellino.

Il 19 novembre Berlusconi, in una conferenza stampa nella quale ha presentato gli obiettivi del partito, annunciò che sarebbero stati gli elettori a scegliere il nome definitivo del partito e che si sarebbero tenute elezioni primarie per eleggere il leader. In tale occasione Berlusconi presentò il simbolo del partito e dichiarò che il nome del nuovo soggetto politico sarebbe stato scelto dagli stessi elettori nell'occasione di una seconda raccolta firme, durante la quale si sarebbero organizzate anche le prime pre-iscrizioni.

Il partito non raccolse, in quel momento, il consenso dei tre principali alleati di FI, quali la Lega, l'UDC e AN, la quale, pur avendo fino ad allora sostenuto il progetto unitario, giudicò confuso e superficiale il modo in cui esso era nato; aderirono invece da subito quasi tutti i partiti minori di matrice liberale e centrista. L'opposizione più dura venne da parte di Gianfranco Fini: «Il nuovo partito di Berlusconi? Comportarsi come sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione» e «Il Cavaliere ha distrutto la Casa delle Libertà e ora dovremmo bussare alla sua porta con il cappello in mano e la cenere in tasca. Non siamo postulanti. io tornare all'ovile? Sono il presidente di An, non una pecora».[2].

Il nome del nuovo movimento venne definito ufficialmente il 12 dicembre 2007 come Il Popolo della Libertà a seguito di una giornata di votazioni svoltasi il 2 dicembre dello stesso anno. Secondo i dati di Forza Italia l'opzione Il Popolo della libertà prevalse su Il Partito della Libertà ottenendo rispettivamente il 63,14% e il 36,86% delle preferenze. La votazione venne organizzata anche con l'ausilio dei Circoli della Libertà. Alcuni sostengono che sia stato scelto questo nome alternativo anche perché il termine "Partito della Libertà" sarebbe risultato essere un marchio di proprietà della Federazione dei Liberali Italiani, la quale il 5 ottobre avrebbe diffidato la Brambilla e Berlusconi dall'uso dello stesso[3] e contestualmente presentato una richiesta di danni pari a 30 milioni di euro per l'uso indebito di tale marchio. [4]

Berlusconi aveva dichiarato che l'assemblea costituente del Popolo della Libertà sarebbe avvenuta in data 27 marzo 2008 e la campagna di iscrizioni fra il 15 febbraio e il 15 marzo 2008. Tutto però venne lasciato in sospeso e fu congelata qualsiasi data per la nascita del PdL in occasione della caduta del Governo Prodi e della proclamazione da parte del Capo dello Stato di elezioni anticipate per il 13 e 14 aprile 2008. La fine del governo di centro-sinistra consentì tra l'altro un veloce riavvicinamento tra le forze politiche della CdL, i cui dissensi dopo la nascita del PdL avevano fatto temere la definitiva fine della coalizione di centro-destra.

Elezioni politiche 2008

La lista unica del centrodestra

Gianfranco Fini, numero due del Popolo della Libertà
Gianfranco Fini, numero due del Popolo della Libertà

Dopo la caduta del governo e l'indizione di elezioni anticipate, la politica italiana perse il fragile equilibrio bipolare su cui si era costruita la Seconda Repubblica. Se il centro-sinistra aveva subito lo strappo fra La Sinistra - l'Arcobaleno e il Partito Democratico, che mise fine dopo tre anni all'esperienza dell'Unione, il centro-destra apparve improvvisamente e prevedibilmente ricompattato. La scelta del Pd di correre da solo, però, ebbe effetti anche sulla CdL, che nella situazione del momento si sarebbe ritrovata come un insieme disunito di più di venti partiti[citazione necessaria] a competere contro il solo Pd. In questa situazione, vari esponenti del centro-destra espressero l'ipotesi di andare al voto con i soli quattro partiti fondatori della CdL, ma ciò non venne accolto positivamente dai "piccoli partiti" e in particolare da La Destra.

L'8 febbraio 2008 la situazione si stabilizzò con una brusca accelerata da parte di Berlusconi al processo di costruzione del Popolo della Libertà: il leader della CdL annunciò, alla trasmissione televisiva Panorama del giorno, che Alleanza Nazionale aveva trovato un accordo per entrare nel PdL e che alle vicine elezioni politiche avrebbe presentato il simbolo del nuovo partito, assieme a quello della Lega solo al Nord, la quale Lega si sarebbe federata con il PdL senza confluirvi.

La data dell'8 febbraio venne tra l'altro a cadere proprio nel giorno anniversario della morte di Pino Tatarella, che più di tutti si era battuto per realizzare il sogno di un partito unitario di centro-destra [1].

L'annuncio dell'adesione di AN al nuovo partito[5] segnò di fatto la ripresa del progetto del partito unico, messo nel cassetto in vista della crisi di governo. Mentre il 9 febbraio Berlusconi apriva la campagna elettorale del PdL al meeting dei Circoli della Libertà a piazza San Babila e lanciava il nuovo slogan «Rialzati, Italia», tutti i partiti che avevano precedentemente aderito confermarono la loro adesione, assieme alle nuove adesioni di Azione Sociale, annunciata il 9 febbraio, e ai Popolari Liberali di Carlo Giovanardi, che aveva aderito già quattro giorni prima.

Con la creazione del Popolo della Libertà, il centro-destra ha presentato perciò un quadro politico notevolmente semplificato. Estranei al PdL, oltre la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia di Lombardo che hanno presentato le proprie liste rispettivamente nel Centro-Nord e nel Centro-Sud Italia, restano altri due partiti della vecchia CdL: l'UDC e La Destra.

Tali partiti hanno respinto gli inviti di Berlusconi e Fini ad entrare nel Popolo della Libertà, sottolineando l'importanza di mantenere l'identità del partito, pur rimanendo nella coalizione di centro-destra, magari con un accordo simile a quello concluso con la Lega Nord. Per i leader del PdL tale soluzione non viene ritenuta praticabile ed è considerata solo un rallentamento del processo unitario. Di fronte ciò, sia La Destra che l'UDC hanno deciso di presentarsi da soli alle elezioni.

La campagna elettorale 2008

Il programma elettorale del partito, presentato da Silvio Berlusconi il 29 febbraio 2008 con lo slogan «Rialzati, Italia!», è strutturato su sette punti principali (definiti "missioni"):

  1. rilanciare lo sviluppo
  2. sostenere la famiglia
  3. più sicurezza, più giustizia
  4. i servizi ai cittadini
  5. il Sud
  6. il federalismo
  7. un piano straordinario di finanza pubblica

Due dei più ambiziosi obiettivi di tale programma sono arrivare a far costare di meno lo Stato ai cittadini (non più di un terzo del PIL) e dotare il paese di tutte quelle infrastrutture di cui è carente. Per ridurre i costi punta soprattutto alla totale riorganizzazione ed informatizzazione della pubblica amministrazione, alla soppressione di tutti gli enti inutili e al dimezzamento del personale che ricopre cariche pubbliche [6].

La campagna elettorale del Popolo della Libertà, cominciata all'indomani della fine della legislatura, vide accendersi i toni da entrambe le parti verso le settimane precedenti al voto. In particolare, evento che inasprì i toni della campagna fu l'annuncio da parte di Silvio Berlusconi, il 22 marzo 2008, di una cordata italiana per l'acquisto della compagnia aerea di bandiera, l'Alitalia, nella quale sarebbero entrati anche, probabilmente, i figli del leader del centrodestra. L'annuncio venne visto dalla maggior parte degli avversari politici del PdL come un annuncio puramente propagandistico. Il giorno dopo Berlusconi precisò di avere soltanto auspicato un impegno di imprenditori italiani in una cordata, ma smentì una partecipazione in prima persona della sua famiglia.

Evento che contraddistinse gli ultimi giorni di campagna elettorale fu lo scontro fra PD e PdL sul confronto televisivo fra i due principali candidati premier. La legge della par condicio, infatti, prevedeva che a tutti i candidati alla presidenza del Consiglio vi fosse pari partecipazione televisiva, e il rinnovato panorama politico con quindici candidati non avrebbe permesso un duello in TV come quelli avvenuti prima delle precedenti elezioni fra Berlusconi e Romano Prodi, allora unici candidati. L'agognato duello fra Veltroni e Berlusconi, alla fine, non si tenne, ma l'ultimo giorno di campagna elettorale i due politici poterono confrontarsi nella stessa trasmissione, seppur uno dopo l'altro, a Matrix, su Canale 5, dove i due ebbero a disposizione tre quarti d'ora ciascuno.

Altro caso che inasprì i rapporti fra le due forze politiche fu la vicenda sulle schede elettorali: Berlusconi, infatti, denunciò una presunta irregolarità delle schede, che a suo avviso non esplicitavano la presenza di due coalizioni ed erano soggetti ad errore da parte dell'elettore. Particolarmente criticate furono le parole del principale alleato del PdL e capo della Lega, Umberto Bossi, il quale aveva metaforicamente minacciato di «prendere mano ai fucili» nel caso le schede fossero rimaste com'erano allora.

La vittoria del PdL

Le elezioni politiche del 2008 si sono concluse con un netto successo dell'alleanza di centro-destra, che ha ottenuto complessivamente il 46.81%[7] alla Camera e il 47.32%[8] al Senato, conquistando la maggioranza assoluta in entrambe le camere. Il Popolo della Libertà ha ottenuto singolarmente il 37.39% alla Camera e il 38.17% al Senato. La larga vittoria del centro-destra ha incoronato il PdL primo partito politico italiano.

Cicchitto e Gasparri, capigruppo alla Camera e al Senato
Cicchitto e Gasparri, capigruppo alla Camera e al Senato

XVI Legislatura: il Governo Berlusconi IV

Per approfondire, vedi la voce Governo Berlusconi IV.

Dopo la vittoria politica del centrodestra, il PdL e i due partiti alleati, la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia, costituiscono la maggioranza parlamentare della XVI Legislatura, inaugurata il 29 aprile 2008 con l'elezione dei due presidenti delle Camere. I politici designati per tali compiti sono due membri del PdL: Renato Schifani al Senato (eletto lo stesso giorno) e Gianfranco Fini alla Camera (che, a causa della maggioranza più ampia richiesta alla Camera, viene eletto al quarto scrutinio il 30 aprile).

Fabrizio Cicchitto diventa presidente del gruppo parlamentare alla Camera,[9] Maurizio Gasparri al Senato.[10]

Il 9 maggio il Governo Berlusconi IV entra in carica con il giuramento davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'incarico era stato affidato al leader del PdL il giorno precedente, e Berlusconi aveva accettato senza la consueta "riserva", come avvenuto solitamente nelle legislature precedenti. Dei 21 ministri complessivi del Governo, 17 appartengono al Popolo della Libertà. Il 12 maggio il Consiglio dei Ministri nomina i sottosegretari del Governo.

Intanto, l'11 maggio 2008 il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lascia la presidenza di Alleanza Nazionale e affida a Ignazio La Russa il compito di portare AN, tra la fine dell'anno e l'inizio del 2009, alla definitiva confluenza nel PdL.

Valori

« Quattordici anni dopo non c'è una parola da cambiare dei valori e dei principi fondamentali della nostra azione politica. »
(Silvio Berlusconi, dal discorso alla manifestazione dei Circoli della Libertà in Piazza San Babila a Milano, 9 febbraio 2008)

I riferimenti ideali del partito si rintracciano nel cristianesimo democratico e nel liberalismo. I principi cattolici sono quelli della dottrina sociale della Chiesa cattolica, con particolare riferimento all'importanza del ruolo della famiglia nella società, mentre i principi liberali si delineano nel sostegno dell'iniziativa privata, delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, nonché nella necessità di attuare sgravi fiscali per le piccole e medie imprese. Tra le tematiche care alla destra e ben rappresentate nel partito ci sono la priorità alla sicurezza del cittadino, la lotta all'immigrazione clandestina, il sostegno alle forze dell'ordine, come anche l'attenzione alle politiche sociali e l'importanza dell'identità nazionale. Il PdL infine sostiene la necessità di profonde riforme costituzionali che trasformino l'Italia in senso federalista e presidenzialista.

Nel discorso tenuto il 9 febbraio 2008 a Milano, Silvio Berlusconi affermò che Il Popolo della Libertà sarebbe diventato il partito unico del centro-destra e che i valori che muovono il "popolo" che sostiene il movimento, sono gli stessi che Berlusconi stesso delineava nel discorso della discesa in campo del 1994 e che non ha mai mancato di sottolineare nel corso della sua azione politica. La politica per il leader di Forza Italia "deve essere al servizio dei cittadini", non i cittadini al servizio della politica ed essere "fondata più sui valori che sugli interessi".

E ancora:

« Le radici giudaico-cristiane dell’Europa e la sua comune eredità culturale classica ed umanistica, insieme con la parte migliore dell’illuminismo, sono le fondamenta della visione della società. I valori nei quali ci riconosciamo sono in specie quelli condivisi dalla grande famiglia politica del Partito Popolare Europeo: la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l’eguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà. »
« Noi crediamo che la persona - con i suoi valori ed i suoi principi, con la sua morale e la sua ragione di esistere e di migliorarsi – sia il principio ed il fine di ogni comunità politica, la sola fonte della sua legittimità. E che non possano esistere un’autentica giustizia ed una autentica solidarietà, se la libertà di ogni singola persona non viene riconosciuta come condizione essenziale dallo Stato. »
« Il Popolo della Libertà è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale. »

Collocazione europea

Attualmente, ciascun partito mantiene la propria collocazione nel panorama politico dell'Unione europea:

Silvio Berlusconi ha più volte dichiarato che il Popolo della Libertà è "l'equivalente italiano del Partito Popolare Europeo, la casa dei popolari e dei liberali": se il PdL sarà un partito unico, la sua collocazione sarà pertanto nel Partito Popolare Europeo.

Adesioni

Le radici storico-politiche de Il Popolo della Libertà.
Le radici storico-politiche de Il Popolo della Libertà.

Hanno aderito al progetto de Il Popolo della Libertà:

Il Partito Repubblicano Italiano, per le elezioni politiche 2008, ha inserito propri candidati nelle liste del PdL (come già accaduto nel 2006 con Forza Italia per le elezioni della Camera e in parte del Senato) mantenendo però totale autonomia.

Risultati elettorali

Voti % Seggi
Politiche 2008 Camera 13.642.742 37,4 276
Senato 12.678.790 38,2 146

Note

  1. ^ a b Il sogno di Tatarella è realtà
  2. ^ http://it.wikiquote.org/wiki/Gianfranco_Fini
  3. ^ Giammarco Brenelli. Diffida "Partito della libertà". Sito Federazione dei Liberali, 5 ottobre 2007. URL consultato il 09-2-2008.
  4. ^ Citazione per danni "Partito della libertà". Sito Federazione dei Liberali, 3 gennaio 2008. URL consultato il 09-2-2008.
  5. ^ Così Gianfranco Fini, in un'intervista tratta da RaiNews, ha spiegato perché, dopo essere rimasto alquanto perplesso circa il modo in cui il PdL era nato nel novembre 2007 (all'indomani della cosiddetta "svolta del predellino"), si è poi convinto a farvi aderire An:
    « È cambiato il patto politico. Ero e sono contrario a confluire in un partito deciso unilateralmente da Berlusconi, della serie: prendere o lasciare. Così non è: tutto quello che stiamo costruendo e che costruiremo fa parte di un progetto condiviso assieme. Il Popolo delle libertà che stiamo proponendo agli italiani non nasce a San Babila, sul predellino o ai gazebo: nascerà nell'urna il 13 e 14 aprile. »
  6. ^ http://www.forzaitalia.it/speciali/PROGRAMMA2008.pdf
  7. ^ Ministero dell'Interno - Elezione della Camera dei Deputati del 13 - 14 aprile 2008. URL consultato il 15-04-2008.
  8. ^ Ministero dell'Interno - Elezione del Senato della Repubblica del 13 - 14 aprile 2008. URL consultato il 15-04-2008.
  9. ^ Gruppo Popolo della Libertà. Camera dei Deputati. URL consultato il 8-5-2008.
  10. ^ Gruppo Il Popolo della Libertà. Senato della Repubblica. URL consultato il 8-5-2008.

Bibliografia

  • Silvio Berlusconi. Verso il Partito della Libertà: l'identità, i valori, il progetto.Milano, Mondadori, 2006. ISBN 8804558393.

Altri progetti

Voci correlate

Collegamenti esterni


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