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Giovanni Zonara - Wikipedia

Giovanni Zonara

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Giovanni Zonara (greco: Ἰωάννης Ζωναράς, Joànnes Zonaràs) fu un cronista bizantino ed un teologo, attivo a Costantinopoli nel XII secolo.

Indice

[modifica] Vita

La sua vita ci è nota solamente da quanto ci ha lasciato scritto egli stesso nelle sue opere.

Zonara nel suo Commentario al Canone 7 del Sinodo di Neocesarea (314-25) menziona il secondo matrimonio dell'imperatore Manuele I con Maria d'Antiochia che fu celebrato il 25 dicembre 1161.

Ciò ci fa supporre che le cariche di cui ci parla in altri momenti siano state ricoperte sotto Giovanni II (1118-1143) o sotto Manuele I (1143-1180) e non sotto Alessio I, come si riteneva in precedenza.

Zonara fu Πρωτοασηκρήτις (Protoasecrétis) o primo segretario privato dell'Imperatore, cioè capo della cancelleria imperiale.

Fu anche δρουγγάριος τῆς βίγλης (drungarios tes bigles), titolo che nel XII secolo non indicava il capo della guardia del corpo imperiale, ma uno dei massimi cavalieri dell'Impero.

In seguito si ritirò e passò il resto della sua vita scrivendo libri. Non è sicuro dove si sia ritirato: alcune fonti indicano Hagia Glykeria (santa Glicerìa), un'isola della Propontide, nota anche con il nome di Niandro, altre un monastero sul Monte Athos.

Sarebbe vissuto 88 anni ed alcune fonti affermano che sia stato sepolto nel monastero di Sant'Elia.

[modifica] Opere

Le opere di Zonara sono citate spesso dagli scrittori bizantini successivi che esprimono i più alti apprezzamenti della sua scienza e capacità.

[modifica] Epitome

La sua opera più importante è un compendio chiamato L'epitome delle storie (Ἐπιτομή Ἱστορίων). È anche nota anche con il nome di Χρονικόν (Chronikòn) o Annales. L'opera, organizzata in 18 volumi, si estende dalla creazione del mondo fino alla morte di Alessio (1118).

Fu compilata utilizzando diversi autori greci, di cui Zonara spesso riporta il testo originale. Per la prima parte è ampiamente debitore nei riguardi di Giuseppe Flavio; per la storia romana seguì principalmente Cassio Dione Cocceiano. Altre fonti furono Giovanni Scilitzes e Michele Psello per il periodo posteriore al 811.

L'epitome quindi è di grande importanza perché ci permette di conoscere una parte della storiografia di Roma altrimenti ignota.

Infatti dei primi 20 libri di Cassio Dione Cocceiano abbiamo solo le epitomi scritte da Zonara ed anche degli ultimi libri di cui abbiamo anche le epitomi scritte da Giovanni Xifilino, Zonara ci ha conservato numerose affermazioni di Cassio Dione che Xifilino ha invece omesso.

Per la parte finale dei suo lavoro Zonara scrisse come testimone oculare degli eventi che descrive, ma con una stringatezza che sorprende, specie in considerazione degli interessanti ed importanti eventi del suo tempo. Tuttavia le sue carenze sono ampiamente supplite dall'Alessiade di Anna Comnena, la figlia di Alessio I.

La sua storia fu continuata Niceta Coniata, la cui opera inizia dalla morte di Alessio.

La prima edizione "moderna" dell'Epitome fu stampata nel 1557 sotto la supervisione di H. Wolf a Basilea in folio in tre volumi. L'edizione successiva faceva parte della Collezione di autori bizantini di Parigi e fu stampata a Parigi da Charles Du Fresne nel 1686, 2 voll. in folio. Fu ristampata a Venezia. Nell'800 un'edizione è stata stampata a Bonn da Pinder e Buttner-Wobst nel 1841-1897 ed un'altra a Lipsia da Lindorf in 6 voll., (1868-75).

Ne esiste anche una traduzione latina di Hieronymus Wolfius pubblicata per la prima volta nel 1557 e ristampata nel 1868.

L'autore orienta la sua opera con la religione: la prima parte tratta della religione ebraica, la seconda del periodo romano-cristiano.

La suddivisione attualmente in uso segue quella del bizantinista francese Charles Du Fresne, Seigneur Du Cange (16101688), in otto libri.

I libri 1–12 espongono la storia mondiale dalla creazione fino alla Tetrarchia. I libri 13–18 trattano della storia bizantina da Costantino I fino alla morte di Alessio I Comneno nell'anno 1118.

[modifica] Gli specchi ustori di Archimede

All'interno dell'Epitome, Zonara descrive anche la vicenda degli specchi ustori di Archimede con meticolosa puntualità. La sua testimonianza, forse derivata da Cassio Dione e altri autori assieme a quella di Giovanni Tzetzes, resta tra le pochissime descrizioni di quell'episodio singolare durante l'assedio di Siracusa.

[modifica] Commentario

Zonara scrisse un Commentario (Ἐξήγεσις) sui Canoni degli Apostoli, sui Concili Ecumenici e locali e sui Padri della Chiesa (Ἐξήγεσις τών ἱερών καί θείων κανόνων etc.).

Il Commentario dei Canoni degli Apostoli fu stampato, con una traduzione latina, da J. Quintinus, Parigi, 1558; quello dei Concili e dei Padri della chiesa fu stampato da Antonius Salmatia, Milano, 1613

Entrambe le parti furono pubblicate in Greco e Latino da Beveridge (Beveregius), nel suo Pandectae Canonum, Oxford, 1672.

[modifica] Altre

Ci sono anche altri piccoli lavori di contenuto religioso la cui attribuzione a Zonara non presenta dubbi.

Λόγος πρὸς τοὺς τὴν φυσικὴν τῆς γονῆς ἐκροὴν μίασμα ἡγουμένους, ... stampata da Edmondus Bonefidius, Jus Orientale, 1573, 8vo., e da Johannes Leunclavius (Löwenklau), Jus Graeco-Romanum, vol. i. p. 351.
Ἐκ προσώπου τῶν ἀρχιερέων περὶ τοῦ μὴ δεῖν δὺο δισεξαδέλφους τὴν αυτὴν ἀγαγέσθαι πρὸς γάμον per dimostrare che a due nipoti non è lecito sposare la stessa donna, stampato da Cotelerius, Monument. Ecclesiae Graecae, Parigi, 1681, 4to

Zonara scrisse anche un commentario sui poemi di Gregorio Nazianzeno ed alcune vite di Santi.

[modifica] Lexicon

Il Lexikon (Συναγωγὴ λέξεων συλλεγείσα ἐκ διαφόρων βιβλίων), che è stato pubblicato la prima volta a nome di Zonara (ed. J. A. H. Tittmann 1808) è probabilmente opera di un Antonius Monachus. Lo stesso Tittmann crede che sia lo stresso lavoro citato da Suidas con il titolo di Ἐτυμολογικὸν ἄλλο ὁ δεύτερον, nel qual caso non potrebbe essare stato compilato da Zonara, visto che Suidas è probabilmente vissuto un secolo prima.

[modifica] Inoltre

Esistono anche diversi altri manoscritti di Zonara, il cui elenco è in:

  • Fabricius. Fabric. Bill. Graec. vol. xi. p. 222, foil., vol. vii. p. 465, foil.
  • Scholl, Geschichte der Griechischen Litteratur, vol. iii. pp. 155, 247, 467.

[modifica] Fonti


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