Gambasca
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gambasca | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
|
|||||||||
Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Piemonte | ||||||||
Provincia: | Cuneo | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 479 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 5,77 km² | ||||||||
Abitanti: |
|
||||||||
Densità: | 67 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Carpenetti, Barra, Para, Comba Nari | ||||||||
Comuni contigui: | Brossasco, Martiniana Po, Revello, Rifreddo, Sanfront | ||||||||
CAP: | 12030 | ||||||||
Pref. tel: | 0175 | ||||||||
Codice ISTAT: | 004094 | ||||||||
Codice catasto: | D894 | ||||||||
Nome abitanti: | gambaschesi | ||||||||
Santo patrono: | San Giacomo | ||||||||
Giorno festivo: | 25 luglio | ||||||||
Visita il Portale Italia |
Gambasca (così anche in piemontese e in occitano) è un comune di 387 abitanti della provincia di Cuneo.
Si trova in Valle Po e fa parte della Comunità Montana Valli Po Bronda e Infernotto. Situato sulla destra orografica del fiume Po, gode di un panorama che spazia dal monte Monbracco (1307 m slm), ultima propaggine del gruppo orografico del Monviso sulla pianura saluzzese, allo stesso Monviso, fino alle Langhe. Il paese è posto ai piedi della dorsale che separa la Valle Po dalla Valle Varaita ed il suo territorio è costituito da una parte pianeggiante e coltivata che degrada verso il Po e da una parte montagnosa dove predominano ampi castagneti un tempo sfruttati per le loro castagne e oggi in parte in stato di abbandono, e cedui per la produzione di legname.
Indice |
[modifica] Cenni storici
Fu possedimento dei marchesi di Saluzzo, che donarono nel 1138 un castegneto sito nei pressi di Gambasca all' Abbazia di Staffarda; in seguito, nella prima metà del 1200, furono le monache di Riffreddo a gestirne il territorio (tanto che la madre badessa poteva fregiarsi del titolo di Contessa di Gambasca).
Il territorio a più riprese veniva conteso tra i due potenti istituti religiosi, ma a conferma della piena potestà del monastero, nel 1434 la badessa-contessa Mercia de’Pugneti concesse alle terre di Gambasca e Rifreddo gli Statuti.
Nel 1621 le terre vennero cedute dal monastero alla comunità gambaschese, diritti alle decime compresi, ma già nel 1657 i Savoia (nella persona di Carlo Emanuele II) investendo il nobile Francesco Havard di Senantes del titolo di Marchese di Gambasca sottresse le terre ai contadini: alla sua morte il paese fu infeudato dagli Isnardi di Caraglio, e successivamente dal Marchese Luigi Coardi di Carpeneto (1771), che nel 1833 cedette le terre del paese al Comune, compresa una somma di Lire 12.000.
Nel 1635 si ricorda nei boschi di Gambasca l'uccisione dell'ultimo esemplare di orso bruno della Valle Po di ben 461 chilogrammi.
Tra il 1928 e il 1946, in seguito di un Decreto Reale, Gambasca fu unita amministrativamente al vicino Comune di Martiniana Po, diventandone frazione; ha riconquistato la sua autonomia solo dopo la fine della seconda guerra mondiale.
[modifica] Le masche di Gambasca
Nell'ottobre del 1495 alcune donne di Gambasca, Caterina Borella, Caterina Bonivarda, Giovanna Cometta e Bilia dei Galliani, vennero accusate di essere masche, della setta delle masche, insieme ad altre donne della Valle Po. Si aprì così un lungo e doloroso processo che vide l'inquisitore Vito dei Beggiami condannare al rogo tutte e 9 le accusate, le quali dopo giorni di prigionia e di tortura confessarono le loro malefatte: riunioni stregonesche lungo le gravere del Po, incontri e balli col demonio, uccisione di bambini e riesumazione dei loro corpi dai cimiteri, malefici lanciati contro concittadini che non rientravano nelle loro simpatie, riti satanici in cui si rinnegava la fede in Dio e le streghe si univano carnalmente coi loro demoni. Gli atti processuali rinvenuti presso il Comune di Rifreddo riportano alla luce gli interrogatori a cui furono sottoposte le accusate. Tra tutte quella che resistette più a lungo al disagio della prigionia e alla crudeltà delle torture fu Caterina Bonivarda, continuò per oltre un mese a professarsi innocente, finché rassegnata, impaurita e annientata dai metodi inquisitori confessò. Gli atti rinvenuti non danno esplicita notizia della morte delle donne, non sappiamo quindi se siano intervenuti fatti in loro favore che possano averle salvate dalla condanna. Di certo questa vicenda è estremamente affascinanate. Tant'è che la casa editrice Il Mulino ha pubblicato, nel 2006, il libro Streghe di Grado Giovanni Merlo che, ispirandosi ai documenti ritrovati a Rifreddo, traccia le linee di una possibile vicenda che traspare dagli atti giudiziari. La Proloco di Gambasca ha poi preso a cuore la storia delle proprie antenate e ha svolto studi e ricerche che potessero riportare alla luce quanti più dettagli possibili sulla vita delle 4 donne coinvolte. Da questo lavoro di studio e ricerca è nata, nell'estate del 2007, una mostra fotografica che ha esibito, durante i festeggiamenti della festa patronale, una raccolta di foto in bianco e nero con le quali si è tentato di dare una rappresentazione visiva delle protagoniste e delle fasi di quel processo.
[modifica] Da visitare
Al centro del paese sta la Parrocchia di San Sebastiano, che vanta antiche origini: consacrata del Vescovo di Torino nel 1497, era stata eretta come cappella già nel 1492. La facciata reca un affresco ottocentesco raffigurante il Santo; è da segnalare il bel portale settecentesco in rovere scolpito e nell’interno la fonte battesimale in stile barocco piemontese del 1739. Poco distante sorge la cappella di Santa Lucia, nel nucleo più antico del paese, costruita intorno al 1700 grazie alle elemosine dei gambaschesi; sulla facciata spicca un dipinto della Santa recante in mano i suoi occhi. Si segnalano inoltre la Cappella di San Rocco caratteristica per la sua pianta ottagonale e la Cappella di San Defendente in frazione Carpeneti: eretta a fine ‘700 è la più ampia delle cappelle, al suo interno degna di nota è una raffigurazione della Sacra Sindone.
Gambasca offre, inoltre, la possibilità di molte passeggiate nei suoi splendidi boschi ricchi di quiete e silenzio alle quali si possono abbinare una visita alle antiche borgate ancora intatte e nella tarda estate, la ricerca di funghi che si trovano abbondanti ai piedi dei castagni. Da non perdere una scampagnata a Gravera Granda, un'amena località sulle colline del paese, in un paesaggio incontrastato e immersa nel verde dei faggi da dove si può godere di un splendido panorama sulla Valle Po. Da qui si può proseguire per un’escursione tra radure verdi e boschetti fino a “Col la Gura” oppure al “Ciuf” o Rocca San Giovanni a m. 1432, il punto maggiormente elevato del Comune, sul crinale tra le valli Po e Varaita che offre una vasta veduta sulle valli e sulla pianura.
[modifica] Economia e gastronomia
L’economia, legata un tempo principalmente all’agricoltura, all’allevamento e alla coltivazione delle cave di pietra a monte del paese, oggi si sta evolvendo in attività più redditizie come l’artigianato e il commercio del legno, la meccanica e l’industria casearia. Gambasca è inoltre una tappa gastronomica imperdibile della Valle Po: i ristoranti e le pizzerie offrono specialità piemontesi e non. Le famose paste di meliga sono una rinomata specialità locale.
[modifica] Feste e manifestazioni
Prima fra tutte è la Festa Patronale di San Giacomo che si celebra l’ultima domenica di luglio; è un importante appuntamento per la comunità dove si mescolano vecchie tradizioni e modernità. Di altrettanto interesse sono le feste legate alle cappelle: il 1° Maggio si celebra la festa di San Defendente, la prima domenica di agosto si festeggia San Rocco mentre la terza domenica di settembre si onora Santa Lucia.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Alfredo Barra (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0175 265121
Email del comune: disponibile non disponibile
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti