Domenico Trezzini
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Domenico Trezzini (Astano, 1670 – San Pietroburgo, 19 febbraio 1734) è stato un architetto e urbanista svizzero, di origini ticinesi. Figlio di Gioacchino e di Felicita Tomasina Antonietti da Astano, fratello di Lucia, Giovanni Maria e Giovanni Battista. Sposatosi tre volte, ha sette figli: Felicita e Tomasina (figlie della prima moglie Giovanna de Vetiis), Pietro Domenico (della seconda moglie), Giuseppe, Gioacchino, Matteo, Caterina, Eleonora Maria (della terza moglie Maria Carlotta). Probabilmente è nipote dell'architetto astanese Giovanni Maria Tressino che il 19 giugno 1677 a Crema vince con lo stuccatore intelvese Girolamo Aliprandi da Laino la gara d'appalto per la costruzione della facciata della chiesa monastica di Santa Monica; già nel 1666 si era attuata la costruzione di una scalinata di marmo davanti all'altar maggiore con due ingressi laterali verso la sagrestia posta sotto l'altare, ad opera di Andrea Manni di Rovio, residente a Gazzaniga nel Bergamasco. Non a caso nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo di Astano l'altare maggiore è una sua creazione.
La sua fama è legata all'incarico ricevuto dallo zar Pietro I il Grande di progettare la nuova capitale San Pietroburgo.
Formatosi a Roma, nel 1699 è documentato a Copenaghen assieme all'architetto militare Domenico Pelli di Aranno, anche lui di origine ticinese. Le sue grandi capacità organizzative e costruttive erano già state messe alla prova dal re di Danimarca Federico IV nella costruzione di fortezze costiere perciò la scelta non è casuale.
Il 1 aprile 1703 l'inviato dello zar Andrej Ismailov lo convince ad accettare l'arduo compito ricevuto dallo zar Pietro I il Grande di creare dal nulla nella zona delle paludi della Neva la nuova capitale San Pietroburgo per fronteggiare lo strapotere della vicina potenza svedese. Dopo un lungo e rischioso viaggio per nave approda ad Arcangelo proseguendo con vari mezzi di fortuna fin sulle rive del Baltico. Vi giunge nel febbraio del 1704, dando avvio agli indispensabili lavori di bonifica e di palificazione con l'ausilio di 30000 mugik (servi della gleba) requisiti per editto del 1 marzo 1704; finalmente il 30 maggio 1706 lo zar Pietro I posa la prima pietra della fortezza di San Pietroburgo progettata secondo i principi del Vauban, architetto militare di Luigi XIV, il re Sole. Nella neonata città edifica ponti, canali, palazzi (tra cui il palazzo d'Estate), ospedali, il Collegio dei dodici, monasteri e chiese, tra cui spicca la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (posa della prima pietra, il 7 giugno 1712), caratterizzata dalla guglia dorata alta 123 metri, sovrastata da un angelo dorato, contenente le tombe di Pietro I, di Caterina II, di Nicola I, di Alessandro II e di Nicola II.
Nel 1716 al compimento della gigantesca opera di edificazione della cittadella, che costò la vita a 100.000 servi della gleba, lo zar lo ricompensa con una bella casa, una vasta tenuta e conferendogli il grado di colonnello. Molto stimato per l'opera prestata alla corte dello zar, anche sotto il regno della zarina Caterina I (1725-1727), dello zar Pietro II (1727-1730) e della zarina Anna Jwanowna (1730-1740) disegna e realizza, tra l'altro, una serie di modelli abitativi per differenti classi sociali. Tra il 1730 e il 1732 si occupa di progettare la Porta di Pietro nella Fortezza dei Santi Pietro e Paolo. Muore a San Pietroburgo il 19 febbraio 1734.
La sua opera verrà continuata da Rastrelli, Quarenghi e dal lontano discendente Giuseppe Trezzini. Dalla sua produzione prende avvio lo stile architettonico definito barocco pietroburghese. Lasciò sue opere pure a Kotlin, Narva e Kronstadt.
[modifica] Opere principali
- 1712 - 1733 Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, San Pietroburgo, Russia
- 1722 - 1742 Collegio dei dodici - Università, San Pietroburgo, Russia
- 1706 - 1714 Monastero di Alexander Nevskij, San Pietroburgo, Russia
- 1710 - 1714 Palazzo d'Estate, San Pietroburgo, Russia
- 1726 Palazzo d'Inverno, San Pietroburgo, Russia
[modifica] Bibliografia
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- Luigi Simona, Artisti malcantonesi in Danimarca e altrove, "Almanacco Malcanonese e bassa Valle del Vedeggio", 1948, 25-27.
- Giuseppe Ehret, L'attività degli architetti Trezzini a San Pietroburgo. 1705-1757, BSSI, Bellinzona 1953.
- Virgilio Chiesa, L'arch. Pietro Antonio Trezzini non è figlio di Domenico. Un errore da rettificare, "BSSI", Bellinzona 1962, 38-41.
- Aldo Crivelli, Artisti ticinesi in Russia. Catalogo critico, Locarno, Unione delle Banche Svizzere, 1966.
- Richard Pipes, Russia unter the old Regime, ed. Weidenfeld & Nicholson, London 1974.
- Victor Antonov, Capomastri italiani a Pietroburgo nel Settecento, in "Bollettino storico della Svizzera italiana", Bellinzona 1978, 164-173; Id., Decoratori ticinesi a Mosca, BSSI, 1981, 158-167.
- Jurij Ovsyannikov, Dominiko Trezini, Leningrad, 1987.
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- Ettore Lo Gatto, Gli Artisti italiani in Russia, vol. I, Gli architetti a Mosca e nelle province, ed. Libri Schewiller, Milano 1990; Id., vol. II, Gli architetti del secolo XVIII a Pietroburgo e nelle tenute imperiali, Scheiwiller, Milano 1993; Id., vol. IV Scultura, pittura, decorazione e arti minori, Scheiwiller, Milano 1991.
- William C. Brumfield, A History of Russian Architecture, ed. Cambridge University Press 1993.
- Grazia Koellner, Bibliografia dell'emigrazione artistica malcantonese a San Pietroburgo, Caslano 1993.
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- Giampiero Cuppini (a cura di), Gli architetti italiani a San Pietroburgo, ed. Consorzio Università - Città di Bologna, 1996.
- A. Mario Redaelli-Pia Todorovic (a cura di), Quaderni La Ricerca, serie I-VI, ed. ERL, Montagnola, 1997-1999.
- L. Carubelli, Presenze intelvesi nella vita artistica cremasca: fonti e documenti, Arte Lombarda, 2006, 247, 255.