Domenico Amorotto
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Domenico Amorotto (Carpineti ?, ... – Appennino modenese, 5 luglio 1523) è stato un brigante italiano. Fu uno dei più noti banditi del XVI sec. nell'Appennino reggiano e modenese e nella Garfagnana.
Figura quasi leggendaria nelle montagne di Reggio Emilia, per molti anni fu l'ossessione di Francesco Guicciardini, all’epoca governatore papale di Reggio. Si diede alla macchia in gioventù, secondo alcune cronache, dopo aver ucciso un nemico a coltellate in piazza a Carpineti, e raggruppò una banda di altri uomini con conti in sospeso con la giustizia. La sua «carriera» iniziò al servizio dei signorotti locali che si servivano di lui per piccole vendette, poi col padre ed i fratelli Vitale ed Alessandro, si mise al servizio di papa Giulio II quando, nel 1512, questi si impossessò di Reggio. Ebbe la rocca di Carpineti col diritto alla riscossione dei dazi in paese, e questi privilegi gli furono confermati anche da Papa Leone X. Il Guicciardini, salito nel 1517 al governo di Reggio, nonostante i reiterati tentativi diplomatici e militari, dovette combattere per diversi anni senza ottenere la rimozione del montanaro dal suo incarico. Nemico principale di Domenico Amorotto fu per molti anni Cato da Castagneto, altra figura a metà fra il bandito e il capitano di ventura, che aveva le sue milizie filoestensi nel Frignano, ma l’Amorotto lo uccise a tradimento nel castello di Fanano. Si scatenò quindi una sanguinosa guerra fra le due bande, con i frignanesi capitanati da Virgilio da Castagneto, fratello del condottiero defunto, finché l'Amorotto fu ferito dallo zio di Cato e, mentre cercava di riparare a Carpineti, fu ucciso da Tebaldo Sessi e Antonio Pacchioni, alleati dei da Castagneto. La sua testa ed una mano furono esposte nella rocca di Spilamberto e Guicciardini (il cui ruolo nella vicenda non è chiaro) approfittò di questa morte per debellare le bande della montagna reggiana. Appena fuori Civago, frazione di Villa Minozzo (RE) un rudere, gravemente danneggiato dagli anni e dal terremoto del 1920, è chiamato Torre dell’Amorotto perché probabilmente fu uno dei suoi rifugi.