Disturbo dell'identità di genere
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Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG), detto anche disforia di genere, è una condizione in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico o comunque a quello assegnato anagraficamente alla nascita. Il termine disforia di genere venne introdotto nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk[1]. Il DIG è indipendente dall'orientamento sessuale[2] e non va confuso con esso[3]: infatti una transessuale da maschio a femmina (MtF) può essere eterosessuale o lesbica, così come un transessuale da femmina a maschio (FtM) può essere eterosessuale o gay. Alcuni studi hanno trovato un rapporto fra orientamento sessuale e soggetto con transessualismo primario o secondario, tuttavia la stessa definizione di transessualismo primario o secondario può essere discutibile[4]
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[modifica] Diagnosi
Il DIG è catalogato fra i disturbi mentali del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), tuttavia viene definito autenticamente transessuale (per l'ottenimento del consenso per il cambio di sesso) solo chi non ha psicopatologia associata, in altre parole, chi non ha un disturbo mentale. Secondo Peggy Cohen-Kettenis, questa contraddizione è dovuta più che altro a motivi pratici: ad esempio, se non fosse classificato come disturbo mentale nel DSM-IV, le compagnie assicurative di diversi Paesi non coprirebbero le spese di trattamento. Questo problema sta venendo discusso riguardo alla stesura della prossima edizione del manuale, il DSM-V (previsto per il 2011).
Secondo il DSM-IV, i criteri diagnostici per identificare il disturbo dell'identità di genere sono i seguenti: [5]
- Il soggetto si identifica in maniera intensa e persistente con individui di sesso opposto (a quello anagrafico)
- Questa identificazione non deve essere semplicemente un desiderio di qualche presunto vantaggio culturale derivante dall'appartenenza al sesso opposto (a quello anagrafico).
- Deve esserci l'evidenza di una condizione di malessere persistente o di estraneità riguardo al proprio sesso anagrafico.
- L'individuo non deve presentare una condizione di intersessualità (es. sindrome di insensibilità agli androgeni o iperplasia surrenale congenita)
- Deve esserci un disagio clinicamente significativo o compromissione in ambito sociale, lavorativo e nelle relazioni interpersonali.
Anche secondo Anne Vitale il manuale sarebbe da rivedere: in seguito ai suoi studi, propone una sua teoria[6] e suggerisce che il termine disturbo di identità di genere venga rinominato disturbo d'ansia da deprivazione dell'espressione di genere (Gender Expression Deprivation Anxiety Disorder o, in sigla, GEDAD).
[modifica] Incidenza
Fonti diverse indicano stime diverse sul numero di individui con distrurbi dell'identità di genere:
[modifica] Note
- ^ Davide Dèttore. I Disturbi dell'Identità di Genere. Ecomind. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Glossario. Coordinamento Nazionale FTM. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Mirella Izzo. Omosessualità transessuale: un sommerso che emerge. Crisalide Azione Trans, 22 dicembre 2001. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Mirella Izzo. Transessualismo "primario", "secondario", parafilie, autoginefilia: Alcune riflessioni. ArciTrans. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ inglese Diagnostic criteria for Gender Identity Disorder. BehaveNet Clinical Capsule. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Anne Vitale. Ripensare la terminologia del disturbo di identità di genere nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Crisalide Azione Trans. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Peggy Cohen-Kettenis. Disturbi dell'identita' di genere: eziologia, prevalenza e management clinico. Psychomedia. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Wendy Moelker. Dati statistici sulla transessualità e sui disordini di identità sessuale. Web4Health. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Disturbi dell'identità di genere. Transessualismo. Manuale Merck. URL consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Deliberazione della giunta regionale 4 settembre 2003.n.1324; L.R. n. 28/2000, art. 20, comma 8. Approvazione protocolli diagnostico terapeutici relativi alle prestazioni rese in regime di day hospital e day surgery. Autorizzazione regionale. 4° Provvedimento. (Allegato B). Sito ufficiale della regione Puglia. URL consultato il 18 giugno 2007.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Relazione di Peggy Cohen-Kettenis (docente di psicologia presso la Vrije Universiteit di Amsterdam e responsabile del Gruppo sui Disturbi dell'Identità di Genere del Dipartimento di Psicologia del Centro Medico della stessa Università).
- Disturbi dell'identità di genere
- (EN) Studio sull'incidenza - di Lynn Conway
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