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Discussione:Decio - Wikipedia

Discussione:Decio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

[modifica] Standard stilistici

Questa voce è stata reimpostata sulla base dello schema: Progetto:Storia/Antica Roma/B. Si invitano i futuri utenti a seguirne tale traccia o partecipare a discussione nel progetto:Storia/Antica Roma. Grazie. --Cristiano64 Non vivere come se ti fossero concessi 10.000 anni (Marco Aurelio) 15:00, 20 apr 2008 (CEST)

[modifica] Ciao a tutti

Ciao a tutti, sono entrato a leggere alcune notizie sulla figura di Decio e trovo che ce ne siano alcune esatte ma alcune che non lo sono. Ho lavorato sulla figura di questo imperatore al tempo della mia tesi di laurea, e sono giungo ad alcune conclusioni. nei prossimi giorni, con più pazienza, inserirò alcune correzioni e mi terrò in contatto con voi. A presto. Ugo Marelli

Ciao Maximianus.

Ho espanso l'articolo conservando le informazioni del tuo incipit. Spero che tu sia d'accordo, altrimenti fai tu ... Marius @ 11:04, Nov 5, 2004 (UTC)

hai fatto benissimo.... non ti preoccupare.... la mia era solo una bozza per non lasciare vuoto lo spazio dell'imperatore Decio........ MAXIMIANUS

[modifica] Apologia delle persecuzioni?

Riprendo alcuni brani direttamente dalla voce per muovere delle osservazioni

"Durante il suo regno ebbe luogo la prima persecuzione organizzata dei cristiani, attuata per far fronte alla ormai chiaramente percepita forza disgregante della minoranza cristiana organizzata nella Chiesa. In precedenza si erano avuti solo provvedimenti locali contro i cristiani spesso scatenati dalle sollevazioni popolari causate dal fanatismo dei cristiani che distruggevano statue, danneggiavano templi, o assalivano sacerdoti gentili, e comunque erano provvedimenti ad personam per reati contro l'ordine pubblico e non si perseguivano i cristiani in quanto tali."


A quali episodi concreti, testimoniati dalle fonti storiche, si fa qui riferimento?

Perché mi sembra che se si tenta di giustificare le persecuzioni, dicendo che i cristiani erano violenti e quindi meritavano di essere processati, almeno si dovrebbe porre mano alle fonti e citarle a piene mani.

Non solo. Ma così facendo si svia l'attenzione di chi legge da un problema molto più consistente. Infatti gli si fa intendere che i cristiani fossero perseguitati perché colpevoli di reati penali, mentre, come dimostrano le fonti storiche, vennero perseguitati per ragioni di ordine religioso, vennero cioè perseguitati per le idee che esprimevano.

E inoltre, altro problema affrontato dalla critica recente è il connubio tra religione e politica che caratterizzava la società romana, senza capire il quale non si comprende nemmeno la motivazione profonda da cui scaturiscono le persecuzioni anticristiane. I Romani erano superstiziosi e, infatti, videro nel saccheggio di Roma del 410 d. C. la prova irrefutabile di una punizione divina.

Non bisogna poi trascurare il fatto che gli imperatori, dal tempo di Augusto, erano venerati come divinità, culto che i cristiani rifiutavano senz'altro.

Nel 64 d. C., ad es., i cristiani vennero perseguitati perché accusati dell'incendio di Roma. Si vuole forse far credere a chi legge che erano colpevoli?

Quando Plinio il Giovane indirizza la famosa lettera a Traiano, né la lettera né la risposta dell'imperatore hanno nulla a che vedere con le presunte violenze dei cristiani, ma col solo fatto che i cristiani si rifiutavano di sacrificare agli dei e di venerare l'immagine dell'imperatore e, sia detto tra parentesi, Plinio dice di non fare alcuna distinzione fra uomini, donne, anziani e bambini (notoriamente pericolosi teppisti persecutori di sacerdoti gentili).

A scanso di equivoci cito testualmente:

"Chiedevo loro se fossero Cristiani. Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta, minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero, dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione."

Mi sembra che qui la fonte sia chiara: non si perseguitano le violenze commesse dai cristiani, ma il fatto stesso di essere cristiani.

E più avanti:

"Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente, cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi. Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse, ricorrendo pure alla tortura."

Anche qui mi sembra che la fonte sia chiarissima e non necessiti di ulteriori commenti.

"Né soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella norma" (Epist. X, 96, 1-9)

Con questo mi permetto di contestare l'osservazione secondo cui la religione cristiana, ai tempi di Decio, fosse un fenomeno religioso minoritario. Se lo fosse stato, tra l'altro, l'imperatore non se ne sarebbe curato più di tanto. ("percepita forza disgregante della minoranza cristiana organizzata nella Chiesa")


Del resto il polemista Tertulliano, in tempi più vicini a Decio osservava: "Le vostre sentenze muovono da un solo delitto: la confessione dell’essere cristiano. Nessun crimine è ricordato, se non il crimine del nome"

"Con Decio i cristiani ormai percepiti chiaramente come gruppo disgregante della stabilità dell'Impero vengono perseguiti in quanto tali. Decio istituì il certificato di sacrificio, che attestava chi avesse compiuto il sacrificio agli Dèi e quindi fosse di religione romana, per onorare gli Dèi bastava anche solo offrire un pò di incenso (vedi i cosiddetti thurificati). Non bisogna però esagerare la portata di tali provvedimenti, gli ufficiali incaricati di certificare gli avvenuti sacrifici chiusero in molti casi un'occhio di fronte alle provocazioni ed alla fanatica volontà di martirio di molti cristiani, il numero di martirizzati, come attesta persino Origene fu davvero esiguo, anche perché la pena di morte era prevista solo nei casi più gravi di vandalismo o lesa maestà.

Una cosa alla volta:

1) Non vi sembra che quell' "anche solo un po'" faccia sembrare a chi legge che il povero Decio aveva tentato di tutto per riportare sul cammino della ragione i fanatici cristiani, ma loro no, nulla, ostinati... Ma che scherziamo? Facciamo pendere la bilancia dal lato di chi, comunque, ha torturato e ucciso piuttosto che dalla parte di chi le torture le ha subite? E poi che vuol dire quel chiudere un occhio? Si tratta di una considerazione desunta dalle fonti o di un'intuizione generica?

2) Non bisogna però esagerare la portata di tali provvedimenti. Cioè? Riusciamo a dare delle cifre concrete? Così, giusto per avere un'idea.

3) E poi, scusate, fossero stati cento o centomila. Mi sembra che qui si trascuri il fatto fondamentale che sono stati perseguitati e uccisi a causa delle loro idee, che sono stati processati perché avevano una fede religiosa che non coincideva con quella della maggioranza. Mi sembra paradossale il fatto che oggi si tenta a tutti i costi di far riemergere dal passato recente (vedi i vari libri neri del comunismo) gli episodi in cui più chiara è stata la lesione dei diritti fondamentali dell'uomo (tra cui il diritto alla libera espressione delle proprie idee) e poi, quando si guarda al passato, cosa si fa? Si cerca di mettere in ombra l'aspetto della persecuzione ricorrendo a mezzucci come la censura delle fonti (tipo Plinio), la denigrazione dei cristiani (erano violenti) ma poi non si citano le fonti e gli episodi concreti.

4) La pena di morte era prevista solo nei casi più gravi di vandalismo o lesa maestà. Il delitto di lesa maestà era proprio il delitto per cui erano perseguitati fin dai tempi di Traiano. Era, infatti, considerato lesa maestà il rifiuto dei cristiani di venerare l'immagine dell'imperatore, come dice Plinio e come conferma Tertulliano.

5) Dall'Apologetico di Tertulliano apprendiamo che le forme di violenza e di punizione adoperate contro i Cristiani erano le seguenti: lavori forzati nelle miniere, relegazione nelle isole (12,5), torture e lacerazioni (2,15; 21,28), ungulae, croci, fiamme, decapitazioni, bestie feroci (12,3; 30,7; 49,4; 50,3), lapidazioni, incendi (37,2; De spect. 27). Un bell'elenco, che certo farà annoverare i var imperatori, tra cui anche Decio fra le maggiori personalità della storia romana.

Per chiudere, la sezione della voce in cui si parla della persecuzione contro i cristiani è cedevole sotto il profilo della ricostruzione storica, manca della citazione delle fonti, ne trascura di importantissime che dimostrano il contrario di quanto asserito nella voce stessa.

Spero rispondiate al più presto a queste osservazioni, dopodiché inserirò il riferimento alle fonti e modificherò la voce in un senso più consono alle fonti stesse. --Aristarcodisamo 16:57, 5 gen 2008 (CET)


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