Culto degli antenati
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L'espressione culto degli antenati si riferisce all'insieme delle pratiche e credenze religiose basate sull'idea che i membri defunti di una famiglia o di un clan veglino sui propri discendenti e siano in grado di influire positivamente o negativamente sul loro destino. I riti associati al culto degli antenati hanno in genere lo scopo di assicurare che gli antenati siano felici e bendisposti verso la propria discendenze.
Questa forma di religiosità ha una notevole importanza antropologica, essendo presente in moltissime culture. Vestigia di questa forma di religiosità si possono identificare anche in molte culture del mondo occidentale; un esempio è la festività cattolica della Commemorazione dei Defunti. Fra le culture in cui il culto degli antenati è presente in modo più radicato ed evidente si possono citare quella cinese e le numerose culture dell'Africa subsahariana.
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[modifica] Culto degli antenati in Cina
In Cina, il culto degli antenati (拜祖, pinyin, o 敬祖, jìngzǔ), ha lo scopo di onorare il ricordo delle imprese nobili degli antenati. Nella scala dei valori della morale cinese tradizionale, la pietà filiale (di cui l'adorazione degli antenati è un'estensione), 孝, è la principale. L'uomo pietoso riconosce e onora nei genitori, negli anziani e negli antenati la causa ultima della propria esistenza. In questo senso, la venerazione per gli antenati in Cina contiene elementi di confucianesimo e taoismo, e si colloca su un piano morale più che strettamente religioso. Ciononostante, molte delle forme in cui questa venerazione si esplica coincidono con quelle usate per comunicare col mondo spirituale. Per esempio, vengono allestiti altari in onore degli antenati, sui quali si fanno offerte e sacrifici, almeno in specifiche festività (per esempio nel Qingming, nel Chongyang e nella Festa dei Fantasmi).
[modifica] Culto degli antenati in Africa
Sebbene le culture dell'Africa subsahariana siano in effetti molto varie (basti pensare che in questa vasta regione si contano almeno 1200 distinti gruppi etnico-culturali), il culto degli antenati costituisce uno degli elementi fondamentali comuni alla maggior parte di esse.
Quasi tutte le religioni tradizionali africane sono, in senso lato, monoteiste, nel senso che identificano in un unico Dio creatore l'origine dell'universo e la fonte ultima di ogni bene. D'altro canto, questo Dio creatore viene concepito come un essere troppo superiore per interessarsi attivamente alle vicende umane e indirizzarne il corso. Di conseguenza, le preghiere e il culto sono indirizzate in genere a spiriti inferiori, e in particolare a quelli degli antenati defunti. Anche laddove le credenze tradizionali sono state sostituite dal cristianesimo o dall'islam, qualche forma di venerazione per gli antenati sopravvive sincreticamente con i nuovi valori religiosi.
[modifica] Gli antenati nella cosmologia africana
Quasi tutte le culture africane tradizionali condividono la concezione della realtà come unione tra un principio vitale immateriale e la realtà come la conosciamo nella nostra esperienza. Questi due piani sono fortemente interdipendenti, per cui ogni evento sul piano materiale ha necessariamente un corrispettivo spirituale. A ogni evento positivo corrisponde una volontà benevola da parte di un essere spirituale, e ogni disgrazia è conseguenza di una colposa disattenzione dell'uomo verso i propri doveri spirituali o dell'azione di uno spirito malevolo.
La comprensione delle forze che muovono gli eventi è affidata a coloro che hanno la capacità di leggere i segni cosmici e di interpretarli. Sono questi gli uomini o le donne del sacro (della medicina, della magia, o di altre funzioni fisico-spirituali che variano da cultura a cultura). Il ruolo dell'esperto del sacro è quello di fungere da mediatore. Essendo capace di interpretare la realtà – dono divino riconosciuto attraverso una qualche forma di iniziazione – egli è anche capace di intercedere presso gli spiriti. Tale persona può assumere il ruolo di profeta, mettendo in guardia la comunità dagli effetti nefasti di comportamenti che violano l'ordine spirituale delle cose.
Le creature spirituali hanno un'influenza sul mondo materiale che varia in funzione della loro prossimità a esso. Le relazioni che legano Dio creatore alla realtà quotidiana degli uomini sono estremamente indirette, per cui è improbabile che Dio - nonostante il suo interessamento per la realtà - possa intervenire a questo livello. Fra gli spiriti più vicini al mondo materiale degli uomini ci sono per esempio quelli legati al mondo naturale (per esempio agli animali) e gli spiriti degli antenati defunti.
La persona che muore, infatti, entra a far parte del mondo spirituale. Non tutti i defunti, tuttavia, acquisiscono lo status di antenato (degno di venerazione): a seconda delle culture questo può dipendere da molti fattori, inclusi il sesso (uomo o donna), il rango sociale, la moralità della condotta in vita, l'appartenenza etnica, e persino il tipo di inumazione riservato alla salma.
Gli spiriti degli antenati sono interessati agli eventi che riguardano i loro discendenti viventi, che costituiscono il loro legame con il mondo terreno. In molte culture, si ritiene che colui che muore senza discendenza, o che non è ricordato dalla sua progenie, tenda ad allontanarsi progressivamente da Dio o spegnersi nell'oblio, in una sorta di seconda e definitiva morte. Al contrario, un antenato che mantiene un forte legame con il mondo terreno è potente e in condizioni di influire sulla vita materiale. Spetta ai viventi rinnovare e consolidare il loro rapporto vitale con gli antenati, e quindi al tempo stesso riaffermare il loro benessere nella vita ultraterrena. Vale la pena ricordare che presso i popoli pastori, ad esempio i nilotici, non vi è vita dopo la morte fisica e solo alcuni anziani sono "recuperati" da Dio che li tiene in vita e che permette loro di intercedere a favore del mondo fisico.
[modifica] La morale del clan
La benevolenza degli antenati è in particolare indirizzata a garantire la prosperità della famiglia o del clan, e il suo successo nella società. Questo si ricollega alla concezione africana generale della moralità, in larga misura basata sull'idea che ciò che permette la crescita del potere di una persona e la sua salita nella scala sociale è bene; tutto ciò che impedisce questa ascesa è male. La persona non può pensare di risalire la scala sociale se non rispetta gli antenati. Da qui l'importanza di adempiere i riti propiziatori nei tempi stabiliti, ma anche di offrire agli antenati azioni o libagioni quando se ne presenta l'occasione.
Il successo o insuccesso della persona nella società sono tradizionalmente valutati contemporaneamente in relazione all'individuo come membro del clan (ogni individuo cerca di ottenere il massimo prestigio possibile all'interno del suo clan) e in relazione al clan come parte della comunità (ogni individuo cerca di valorizzare il proprio clan rispetto agli altri). Questa duplice prospettiva (individualista e famigliare) definisce una scala di valori ben precisa: per esempio, un'azione che aiuti una persona a scapito di altri nel proprio clan è riprovevole perché la forza del gruppo ne esce sconfitta, ma la stessa azione rivolta al di fuori del clan potrebbe essere accettabile. Analogamente, le colpe dell'individuo sono accentuate se gettano vergogna sul clan. Questo schema morale tradizionale è in via di mutamento nell'Africa moderna; l'influenza della cultura occidentale (anche indiretta, per esempio attraverso l'urbanizzazione) sta infatti spostando l'enfasi progressivamente dalla famiglia all'individuo.
[modifica] Forme del culto
Gli strumenti che i viventi hanno a disposizione per contribuire al benessere degli spiriti degli antenati sono il culto e la fecondità; entrambi sono considerati manifestazioni del principio vitale che sostiene l'universo. La fecondità assicura una progenie numerosa agli antenati, che a sua volta conferisce potenza e capacità di controllare il mondo. Un segno di rispetto per gli antenati, di grande valore simbolico, è quello di nominare i figli col loro nome. In molte regioni dell'Africa non è raro sentire un uomo rivolgersi al figlio chiamandolo "padre" o "madre"; il bambino non solo ha il nome del genitore, ma ne incarna lo spirito. L'antenato avrà un occhio di riguardo verso la persona che fa rivivere il suo nome. L'ordine con cui si danno i nomi degli antenati ai propri figli – diverso nella culture patrilineari e matrilineari – indica l'importanza che l'antenato ha nel mondo spirituale.
Il culto degli antenati africano è in genere basato su alcune distinzioni di fondo, per cui alcuni antenati sono più importanti di altri. Le due distinzioni principali sono legate alla prossimità e al sesso. Per prossimità si intende la vicinanza dei rapporti, e quindi il proprio padre e nonno sono più importanti del bisnonno e del trisnonno. Proprio per questo motivo il Dio creatore è raramente oggetto di culto; si trova infatti talmente lontano dalla famiglia, nella scala delle relazioni, da non interessarsi alla vita quotidiana della gente (in alcune culture, i suoi interventi possono essere addirittura mossi da invidia e cattiveria). Il sesso è un'altra distinzione importante, nel senso che spesso vengono attribuiti diversi valori al genere maschile o femminile. Questo ha valenze differenti a seconda delle culture. Presso molti popoli, i soli antenati che valga la pena ricordare sono gli uomini; in altre avviene il contrario.
Il culto consolida il legame fra i viventi e i defunti e garantisce che questi ultimi continuino a vegliare sulla loro progenie e proteggerla. Il culto si esplica in numerose forme; si rivolgono preghiere all'anziano, si lodano le sue imprese in vita, si fanno offerte, si riserva uno speciale rispetto ad animali o piante che gli sono considerate particolarmente vicini. Riti, amuleti, maschere, totem, tabù, nomi segreti, giuramenti, l'appartenenza a gruppi d'età o altre forme di casta sono tutte manifestazioni della religiosità africana e quindi hanno un ruolo anche nel culto degli antenati.
L'antenato può manifestarsi attraverso eventi o la possessione di un suo discendente. In questo caso occorre saper leggere l'evento e interpretare il messaggio. Al contrario, un antenato che non riceva gli onori che gli spettano può maledire la propria progenie.
[modifica] Sincretismi
L'islam e il cristianesimo, penetrando nell'Africa subsahariana, hanno avuto effetti diversi sulle pratiche di culto degli antenati, in alcuni casi dando luogo a pratiche e sistemi di credenze culti sincretiche.
La religione musulmana teoricamente condanna il culto degli antenati come eresia, ma in pratica questo tipo di credenze è ampiamente tollerato. Nel mondo swahili e in altre comunità islamiche africane, per esempio, si tengono feste ufficiali in onore degli antenati.
Il cristianesimo nel suo insieme non ha avuto un atteggiamento uniforme verso il culto degli antenati. Le sette evangeliche e alcune chiese protestanti lo hanno vietato come superstizione blasfema, talvolta paragonandolo addirittura all'adorazione di Satana. La chiesa cattolica e le più importanti confessioni protestanti hanno inizialmente tenuto un analogo atteggiamento di condanna, per poi spesso riconsiderare le proprie posizioni e, in qualche modo, inglobare le pratiche di venerazione degli anziani nella loro dottrina (per esempio in accordo con il principio dell'inculturazione). In quest'ottica, molte chiese cristiane cercano di reintegrare il culto degli anziani nella forma del culto di Cristo (l'antenato più potente, colui che ha vinto la morte) o dei santi. In ogni caso, la venerazione dei defunti, di per sé, è in genere favorita in quanto del tutto in accordo con l'idea cristiana della vita dopo la morte.
L'insegnamento cristiano ha a sua volta influito sui riti tradizionali. Presso alcune culture, l'idea di intercessione presso Dio in favore degli antenati è stata aggiunta su influenza cristiana. Presso altre, dove la venerazione degli antenati era quasi assente, ha rivivificato la pratica e fornito contenuti interpretativi nuovi. È questo il caso delle culture pastorali della Rift Valley, dove il culto degli anziani, un tempo non molto sentito, è stato rafforzato dall'avvento del cristianesimo.