Crauti
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CRAUTI | |
Prodotto agroalimentare tradizionale (ai sensi dell'art. 8 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173) |
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Categoria: | prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |
Zona di produzione: | |
Regione: | Trentino Alto Adige |
Il termine crauti, sempre usato al plurale, deriva dal tedesco Kraut "erba, erbaggio".
Mentre nella lingua d'origine tutti gli ortaggi a foglia e persino alcune spezie sono considerati Kräuter, l'italiano crauti corrisponde piuttosto a Sauerkräuter, ovvero i cavoli acidi. Sono così frequenti nella dieta germanica, che in Italia formano, insieme a patate e salsicce, il cliché nutrizionale generalmente attibuito ai Tedeschi.
Nella ristretta accezione italiana, la parola indica dunque una preparazione a base di cavolo cappuccio, sottoposto a fermentazione lattica naturale e controllata con aggiunte di sale da cucina. Il procedimento, usato principalmente come metodo di conservazione, modifica il profilo organolettico del vegetale e conferisce ai crauti il tipico sapore deciso e un po' aspro.
Il risultato è un alimento ricco di vitamine e sali minerali. Contrariamente a quanto si pensi, i crauti non disturbano la digestione, anzi la favoriscono, poiché rinforzano la flora intestinale, allontanando così batteri e virus patogeni.
I crauti appartengono alla tradizione gastronomica di alcune regioni italiane, fra cui il Trentino-Alto Adige; sono ovviamente molto diffusi in Austria e Germania.