Caterina de' Medici
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Caterina de' Medici (Firenze, 13 aprile 1519 – Castello di Blois, 5 gennaio 1589) fu contessa d'Auvergne, duchessa d'Urbino e poi regina di Francia dal 1547 al 1559.
Figlia di Lorenzo II de' Medici (1492-1519), duca d'Urbino, e di Madeleine de la Tour d'Auvergne (1495-1519), nelle sue vene scorreva sangue francese e italiano. Sembra che il nome Caterina le sia stato dato in memoria di Caterina Sforza, la madre di Giovanni dalle Bande Nere, il quale aveva sposato Maria Salviati, riunendo così i due rami della famiglia Medici.
Sposa di Enrico II, fu madre di Francesco II, Carlo IX, e di Enrico III. Il suo bisnonno paterno era Lorenzo il Magnifico e il papa Leone X, quindi, era suo prozio.
Prima regina poi Reggente di Francia, Caterina de' Medici è una figura emblematica del XVI secolo. Il suo nome è legato alle guerre di religione contro le quali ha lottato tutta la sua vita. Sostenitrice della tolleranza civile, tentò numerose volte di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri. Una leggenda nera che la perseguita da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, attaccata al potere e persino malvagia. Caterina de' Medici è stata poco a poco rivalutata dagli storici che oggi riconoscono in lei una delle più grandi regine di Francia. Il suo ruolo nel massacro della notte di San Bartolomeo contribuisce ancora oggi tuttavia a farne una figura controversa.
Indice |
[modifica] Biografia
[modifica] Da duchessa d'Urbino a regina di Francia
[modifica] Caterina, posta in gioco di dispute diplomatiche
Caterina de' Medici nasce a Firenze nell'aprile del 1519; qualche mese più tardi i suoi genitori muoiono entrambi. Appena nata, Caterina si ritrova dunque orfana. È affidata alle sue zie ed al papa Leone X, anch'egli membro della famiglia de' Medici. Questa famiglia avrà un grande ruolo nella vita di Caterina. Porta il titolo di duchessa d'Urbino ed è l'unica ereditiera della fortuna dei Medici. Nel 1523 suo zio è eletto Papa con il nome di Clemente VII. Nel 1529 è presa in ostaggio dai fiorentini (aveva otto anni) e subisce l'assedio di Firenze da parte delle truppe pontificie. Resterà per tutta la vita marchiata da questa crudeltà politica. Passa una parte della sua infanzia in un convento di religiose prima di raggiungere suo zio ed i suoi cugini a Roma. A Roma riceve un'educazione molto curata. È coinvolta nell'alleanza tra il Papa e Francesco I di Francia che prevede il suo matrimonio con il secondogenito, Enrico. L'importanza della dote di Caterina deve inoltre colmare il debito delle finanze reali. Il suo matrimonio con Enrico II ha luogo nel 1533 ed i festeggiamenti sono grandiosi.
[modifica] Il matrimonio di Caterina
L'alleanza con il Papa di fatto non avrà mai valore a causa della morte di quest'ultimo, sopraggiunta l'anno successivo. Ai primi tempi del matrimonio Caterina non occupa che un piccolo spazio a Corte. Ma il 10 agosto 1536 il primogenito di Francesco I, Francesco di Francia, muore. Caterina diventa Delfina e duchessa titolare di Bretagna (1536-1547) e prende gradatamente il proprio posto nella Corte. Ma Caterina ed Enrico non hanno ancora eredi (ci metteranno dieci anni per averne). Su Caterina incombe dal 1538 la minaccia di un ripudio ma riceve l'appoggio inatteso di Diana di Poitiers, della propria cugina e di quella di Enrico. Lascia che Enrico ostenti dappertutto i colori di Diana.
È a quest'epoca che Caterina sceglie il proprio emblema: la sciarpa d'Iris (=l'arcobaleno). Teme sempre più di essere ripudiata. Alla fine partorisce nel gennaio 1544 un erede: Francesco, il futuro Francesco II di Francia. Avrà dieci figli, dei quali sette sopravvivranno oltre l'infanzia.
Quando Francesco I muore nel marzo del 1547, Enrico d'Orléans diviene Enrico II e Caterina regina di Francia.
[modifica] Caterina sotto il regno di Enrico II
Accade allora una completa ridistribuzione delle carte. All'inizio, Caterina compete con Diana di Poitiers, ma questa ben presto riceve tutti gli onori: è insignita del titolo di duchessa del Valentinois. Nel duello che oppone La Châtaigneraie e Jarnac, Caterina prende le parti della duchessa d'Etampes che sostiene Jarnac, ma l'influenza di Diana è sempre più grande. La favorita ottiene persino la responsabilità dell'educazione dei figli reali e gli affronti nei confronti della regina si moltiplicano.
Per consolarsi, Caterina riunisce attorno a sé una corte sempre più italiana: Ruggieri, Simeoni, Strozzi, Gondi ... Tutti entrano presto nell'apparato amministrativo reale. Il 10 giugno 1549 Caterina è ufficialmente consacrata regina di Francia nella basilica di Saint-Denis, ma la cerimonia è macchiata da un'umiliante esibizione di Diana de Poitiers. A partire dal 1552, Enrico II riprende i combattimenti a est del regno. Durante questo periodo, Caterina è nominata reggente e controlla l'approvvigionamento e i rinforzi delle armate con l'aiuto del conestabile Anne de Montmorency. Poco dopo, è inviata dal re al parlamento di Parigi a chiedere denaro per proseguire la campagna d'Italia. La situazione è ristabilita nel 1558 e la pace firmata nel 1559 a Cateau-Cambrésis. Questo trattato tuttavia fa perdere i fondamentali possedimenti italiani della Francia e Caterina è furiosa.
Il 10 luglio 1559 Enrico II muore in seguito ad una ferita all'occhio, ricevuta durante un duello contro Gabriel de Montgomery, all'occasione del matrimonio della loro figlia Elisabetta con Filippo II di Spagna, celebrato per procura in quei giorni. Caterina, per manifestare il proprio dolore, decide che non si vestirà che di nero in segno di lutto (anche se il lutto regale si esprimeva solitamente con il bianco). Cambia quindi il suo emblema: la lancia spezzata con il motto « Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore » (Lacrymae hinc, hinc dolor).
[modifica] Il regno di Francesco II
A Enrico II succede il figlio primogenito, Francesco II, ancora quindicenne. La nuova Corte si installa al Louvre. Tutti si aspettano che Caterina scompaia: deve restare quaranta giorni là dove è morto suo marito. Ma sin dal giorno dopo della morte di Enrico II, Caterina de' Medici non intende opporsi ai Guisa, che sono ricchi e per giunta imparentati con la famiglia reale (Francesco II aveva sposato Mary Stuart, discendente dei Guisa per parte di madre, Maria di Guisa) e che hanno preso il potere. Interviene solamente nella ridistribuzione dei favori reali, e Diana di Poitiers non ne soffre troppo: riceve infatti il castello di Chaumont in cambio di quello di Chenonceau che Caterina esige ritorni alla corona.
La prima preoccupazione di Caterina è la salute di suo figlio. Francesco II soffre di una malformazione congenita. Nonostante l'inesperienza della giovane regina, Mary Stuart, Caterina non si mostra troppo e le lascia sempre il posto d'onore. Presa tra i Guisa del partito cattolico e tra i protestanti, Caterina è costretta al doppio gioco. Il suo prendere contatti con i protestanti e Luigi di Borbone, principe di Condé, le causa il sospetto e la diffidenza da parte dei Guisa e di Mary Stuart. Supportando il dialogo interconfessionale quale soluzione unica della crisi, è isolata nel consiglio. Non può affermare il proprio parere, né impedire l'esecuzione di Anne du Bourg nel dicembre 1559. La situazione si degrada rapidamente con la Congiura di Amboise nel marzo 1560. La morte di Francesco II, nel dicembre 1560, la ferisce profondamente, ma le permette anche di prendere in mano le redini del potere.
[modifica] L'esercizio del potere
[modifica] La Reggenza e il proseguimento della politica di tolleranza
Carlo Massimiliano non ha che dieci anni nel 1560. Sale sul trono con il nome di Carlo IX. Il re Francesco non è ancora morto che Caterina si è già portata avanti: negozia ormai con Antonio di Borbone, principe di sangue, per determinare chi tra loro due terrà la reggenza.
Caterina de' Medici è ispirata da due correnti: l'erasmismo, orientato verso una politica di pace, e il neo-platonismo che predica la missione divina del sovrano perché l'armonia regni nel proprio regno. Caterina de' Medici e il cancelliere Michel de l'Hopital sono da classificare nel campo dei "post-evangelici", che raggruppa allo stesso modo abati, vescovi, pastori ed esponenti del parlamento. I post-evangelici concordano su alcuni punti con i calvinisti dal punto di vista teologico. Hanno le stessa concezione augustiniana dell'uomo assolutamente sedotto dal peccato. Si distaccano tuttavia dal protestantesimo sul fatto che per essi l'uomo ha una parte di libero arbitrio che gli evita di cadere arbitrariamente nel bene o nel male. L'uomo è in collaborazione con Dio per fare il bene sulla Terra.
L'emergere di Caterina de' Medici e di Michel de l'Hopital sulla scena politica fa sì che vi sia una progressiva riduzione della pressione sui riformati. Il 17 gennaio 1562 Caterina de' Medici promulga l'Editto di gennaio che costituisce una vera rivoluzione poiché rimette in causa il legame sacro tra l'unità religiosa e la continuità dell'organizzazione politica. Con l'Editto di gennaio viene autorizzata infatti la libertà di coscienza e di culto per i protestanti, a condizione che questi restituiscano tutti i luoghi di culto di cui si sono appropriati. Questo editto fa parte della politica di concordia voluta da Caterina de' Medici e da Michel de l'Hopital. Secondo loro, i riformati non sono la causa del male che si è abbattuto sulla terra ma un agente di conversione che Dio ha inviato perché l'umanità si renda conto del proprio peccato. La missione dei dirigenti politici è dunque per Caterina de' Medici quella di indurre gli uomini ad allontanarsi dalla corrente di violenza crescente che incombe sul regno. L'Editto di gennaio tuttavia non ha successo a causa degli antagonismi troppo accesi che oppongono protestanti e cattolici.
La prima guerra di religione comincia nel 1562 con la strage di Wassy, ad opera dei Guisa. La morte e l'imprigionamento dei principali capi della guerra permettono a Caterina di riportare la pace nel regno. Prendendo le distanze dai Guisa, la fiorentina accorda infine agli ugonotti la pace di Amboise nel marzo del 1563. L'editto prevedeva già una certa libertà di culto nelle case signorili e nelle città. Nell'agosto 1563 Carlo IX diventa maggiorenne. Caterina abbandona la reggenza, ma Carlo IX le riconferma immediatamente tutti i poteri già posseduti.
Caterina inizia in questo periodo anche a costruire e a trasformare le regge reali: fa rifare le Tuileries da Philibert Delorme e chiede a Primatice di costruire il mausoleo dei Valois a Saint-Denis, il capolavoro in onore del defunto Enrico II. Redige nel 1564 una lettera per suo figlio “per il controllo della Corte e per il governo”, una serie di consigli a proposito di come un re debba impiegare il proprio tempo e sulla maniera di occuparsi della propria Corte. Tra febbraio e marzo del 1564 organizza grandi feste a Fontainebleau. Il mese di marzo segna anche l'inizio del « grande viaggio attraverso la Francia » di Carlo IX, voluto e organizzato da Caterina. Il viaggio regale dura 28 mesi, fino al 1566. Ad ogni tappa il re si mostra alle città insieme con la regina madre: Caterina vuole far conoscere il giovane sovrano al popolo.
Nel 1567 i conflitti riprendono. È la volta della « sorpresa di Meaux » : Carlo IX e Caterina si rifugiano a Parigi. La popolarità della regina madre diminuisce sempre più nell'opinione pubblica. La situazione peggiora continuamente e la politica di tolleranza pare non funzionare più. Caterina si sposta nuovamente dalla parte dei cattolici e congeda Michel de l'Hopital nel maggio del 1568. Battaglie terribili si succedono, che portano il paese alla rovina. Nel 1570 Caterina spinge i protestanti ad accettare il trattato di Saint Germain.
[modifica] La notte di San Bartolomeo
Tuttavia Caterina torna a preoccuparsi presto della crescente importanza del partito ugonotto e dell'influenza che ha sul re l'ammiraglio di Coligny. Questo vecchio capo della Riforma riunisce a sé i rancori di una nobiltà turbolenta. Caterina tenta un'ultima conciliazione tra i due partiti organizzando il matrimonio di sua figlia Margot con il principe di Borbone Enrico III di Navarra, erede dei possedimenti borbonici e di quelli navarresi. Ma davanti all'intransigenza di entrambi gli schieramenti, acconsente a far abbattere i principali capi ugonotti arrivati a Parigi per le nozze. Il massacro, detto della notte di San Bartolomeo, ha inizio nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1572. Delle ipotesi contraddittorie si affrontano ancora oggigiorno sulla responsabilità di questo massacro degli ugonotti presenti a Parigi. Una di queste attribuisce la colpa a Caterina, ma altre insistono sulla volontà ancora latente del giovane re di discostarsi dall'influenza della madre e della sua politica di tolleranza. Questo massacro, che fece diverse migliaia di vittime a Parigi e in provincia, peserà tremendamente sulla popolarità di Caterina nel pensiero dei protestanti e nella storia. Due anni più tardi, Carlo IX muore di tubercolosi.
[modifica] L'instancabile ricerca della concordia
Il duca d'Anjou, terzo figlio di Caterina, succede a suo fratello sotto il nome di Enrico III, dopo essere tornato in Francia dalla Polonia, di cui era stato eletto re. Enrico è il figlio preferito di Caterina e senza dubbio il più intelligente tra i tre. Caterina lo lascia governare da solo, senza tuttavia cessare mai di impegnarsi per la pace. È lei infatti che porta avanti i negoziati e che viaggia attraverso la Francia per far rispettare gli editti di pace. Inizia quindi nel 1578 un secondo viaggio per la Francia che la porta a Nérac dove fa sì che sua figlia Margherita si riconcili con il proprio sposo il re di Navarra. Nel conflitto che vede opposto il re al proprio fratello, Francesco duca d'Alençon, Caterina è costantemente presente affinché si ristabilisca nuovamente la pace. Nonostante abbia ormai quasi raggiunto i sessant'anni, non esita mai a pagare di tasca propria il prezzo dell'impopolarità della corona francese. Nel 1585 parte per l'est per richiamare i Guisa all'ordine. Nel 1586 inizia nel sud-ovest dei negoziati con Enrico di Navarra. Nonostante la diffidenza nei confronti della famiglia reale, dopo il suo peregrinare per il paese quando Caterina è in vista di Parigi, tutta la cittadinanza le muove incontro e acclama questa indomita donna che ancora a 68 anni trova la forza e la caparbietà di lottare per il proprio ideale della concordia: è il vero trionfo di Caterina. Infine, allo scoppio della Giornata delle barricate (1588) la regina madre non ha paura di affrontare la ribellione parigina e percorre a piedi le strade di Parigi aprendosi un varco tra le barricate. A forza di battersi con e contro tutti per l'armonia interna al regno, Caterina de' Medici è divenuta agli occhi dei contemporanei una figura fuori dal comune che impone rispetto. Tuttavia, la sua ostinazione a lottare inutilmente contro degli elementi incontrollabili fa sì che Caterina si allontani dalla realtà e che la sua causa sia più che mai priva di considerazione.
[modifica] Sconfitta e fine del regno
Qualche giorno dopo l'assassinio del duca Enrico di Guisa al castello di Blois nel dicembre 1588, del cui piano il re non l'aveva informata, Caterina si ammala. Muore circondata dall'amore dei propri cari, ma completamente abbattuta per la rovina della sua famiglia e della sua politica. Poiché la Basilica di Saint-Denis è nelle mani dei congiurati, non può esservi sepolta. Le sue spoglie rimangono a Blois ed entreranno a Saint-Denis solo ventidue anni più tardi.
Le accuse secondo cui Caterina avrebbe fatto avvelenare la regina di Navarra Giovanna d'Albret e poi, involontariamente, suo figlio Carlo IX sono solamente l'opera di due romanzieri (Michel Zévaco per la prima e Alexandre Dumas[1] per entrambe) e non si fondano su alcun elemento tangibile.
[modifica] I figli
- Francesco (1544-1560), re di Francia dal 1559 al 1560, sposò Maria Stuarda (1558)
- Elisabetta (1545-1568), sposò Filippo II di Spagna (1559)
- Claudia (1547-1575), sposò Carlo III di Lorena (1559)
- Luigi (1549-1550), duca d'Orléans
- Carlo (1550-1574), re di Francia dal 1560 al 1574, sposò Elisabetta d'Austria(1570)
- Enrico (1551-1589), re di Francia dal 1574 al 1589, sposò Luisa di Lorena (1575)
- Margherita (1553-1615), sposò Enrico di Borbone(1572)
- Francesco (1555-1584), duca d'Alençon poi d'Anjou
- Vittoria e Giovanna di Valois (1556), gemelle, la prima morta a due settimane e la seconda ancora nel ventre materno.
[modifica] Leggenda nera di Caterina de' Medici
[modifica] Storiografia
La personalità di Caterina de' Medici è difficile da delineare con precisione perché alla sua figura è da sempre legata una leggenda nera. La tradizione popolare ne ha perpetuato la memoria facendo di lei l'incarnazione della spietatezza, del machiavellismo e del dispotismo. Per molto tempo persino gli storici hanno divulgato questa immagine senza rendersi conto dei propri errori. Un processo di reale disinformazione ha fatto di Caterina de' Medici un mostro sanguinario. Si è dovuto attendere la seconda metà del XX secolo perché la storiografia tradizionale della regina fosse completamente rimessa in questione (Jouanna, Garisson, Bourgeon, Crouzet…).
Dall'epoca delle guerre di religione sia i cattolici che i protestanti hanno deriso e disdegnato la politica di tolleranza della regina madre. Un'efficace propaganda rivolta contro i Valois ha perpetuato un'immagine completamente falsata della regina. La sconfitta dei Valois nel 1589 non ne ha permesso la riabilitazione. Peggio, nel XVII secolo, gli storici ed i memorialisti hanno deliberatamente disprezzato questi ultimi per elevare ancor più l'immagine della nuova dinastia dei Borboni. Si dimenticò allora che i magnifici risultati ottenuti da Enrico IV prima e da Richelieu poi non furono che la pura continuità della politica di Caterina de' Medici. Nel XVIII secolo la saggia politica della regina è percepita come un dispotismo opprimente ed arbitrario. La denuncia dei re del resto andava di moda. Marat ripeté con la descrizione dell'oscurantismo le storie più sordide per denunciarli. In questo modo la Rivoluzione Francese diede un aspetto definitivo alla leggenda nera di Caterina de' Medici. Nel XIX secolo gli scrittori, Dumas per primo, la scuola repubblicana e la tradizione popolare ripresero tutti i pregiudizi senza tener conto della totale discordanza tra fatti e leggende.
Oggi la figura di Caterina de' Medici è stata riabilitata dagli storici, tuttavia una opinione popolare tradizionalmente negativa continua ad esistere. In alcuni castelli della Francia, ad esempio, qualche guida continua ancora a raccontare, senza fondamento alcuno che tale armadio di Caterina de' Medici era servito a nascondere i veleni [2], ovvero le storie più sordide che impressionano il pubblico. Tutto questo ha contribuito ad alimentare la leggenda nera di Caterina de' Medici sino ai giorni nostri.
[modifica] Leggenda
I principali tratti attribuiti dalla leggenda nera alla figura di Caterina de' Medici sono:
- una donna dominatrice che cercò di accaparrarsi il potere. Bisogna considerare che Caterina de' Medici aveva la legittimità dalla propria parte. In quanto regina madre, preservare l'eredità dei suoi figli fu per lei un obbligo. Poiché la Francia era messa sottosopra dalle lotte tra fazioni, far rispettare la monarchia e salvaguardare l'integrità del regno era suo dovere. Si arrabattò come meglio poté e usò l'autorità contro le persone malintenzionate. Poiché ebbe preso a cuore questa sua funzione, Caterina de' Medici fu una donna di potere così come lo era stata la sua vicina Elisabetta I. Alla stessa maniera di Francesco I o Enrico IV, anche lei cercò di rendere il potere regale più forte.
- una donna malvagia che è pronta a ricorrere ai mezzi più estremi per conservare il potere. Cosa non si è detto su questi famosi veleni, su queste trappole segrete o ancora su questi assassini che avrebbe tenuto a suo servizio. Sono insinuazioni per la gran parte senza alcun fondamento. Gli storici hanno creduto a torto che fosse stata lei ad organizzare il massacro della notte di San Bartolomeo. Alcuni l'hanno persino immaginata esaminare con sdegno il mucchio di cadaveri dei protestanti massacrati nel cortile del Louvre.
- una adepta del machiavellismo. Gli avversari di Caterina l'accusavano di tergiversare tra i partiti e persino di creare la discordia per regnare meglio. In realtà Caterina de' Medici non si fidava di alcun partito e passò la sua vita a cercar di contenere le loro ambizioni per mettere in luce solamente il re. Sono il degrado del potere reale e la debolezza dei suoi mezzi che obbligano Caterina de' Medici ad appoggiarsi ora a questo ora a quel partito.
- una italiana che lascia che la Francia venga governata dagli stranieri. Per molte cose Caterina era considerata come una straniera. È vero che aveva un disastroso accento italiano. Quando arrivò in Francia per sposare il duca d'Orléans sapeva a mala pena parlare il francese. Ma la regina si è sempre considerata una francese, francese era ciò che si sentiva dentro l'anima e ciò che era anche per il sangue materno. D'altro canto, la regina ha effettivamente introdotto nella corte e al potere alcuni dei suoi famigliari di origine italiana come i Gondi e i Birague. Ma la maggior parte di questi era cresciuta in Francia e possedeva una cultura ed un'intelligenza raffinata. La loro politica fu sempre rivolta al servizio del loro paese di adozione.
- una donna irritabile divorata dalla gelosia. Gli scrittori hanno avuto la tendenza a esagerare l'odio di Caterina de' Medici verso Diana di Poitiers, favorita di suo marito. È vero che Caterina non provava alcuna simpatia per colei che chiamava "la puttana del re", ma da qui ad immaginarla una selvaggia vendicativa nei riguardi della favorita alla morte di Enrico II è andare un po' troppo lontano. I romanzieri hanno ripreso a torto la leggenda che Diana de Poitiers fosse incaricata dell'educazione dei figli reali e che ciò causava amarezza alla regina. In realtà Caterina de' Medici vegliava sui suoi figli molto di più di quanto facesse Diana.
[modifica] La personalità
Caterina de' Medici è una regina amabile e attenta al benessere dei propri sudditi. È una regina che regna con il cuore. La si è dipinta di nero, ma in realtà è la donna più ottimista della sua epoca. Crede nella pace, nella riconciliazione. Il regno dei suoi figli è in gioco, è per loro che lei si è consacrata al regno. Caterina de' Medici ha avuto la tendenza ad essere una madre alquanto possessiva.
[modifica] Curiosità
Non soddisfatta della cucina della corte di Francia Caterina dei Medici fece venire a Parigi cuochi dalla Toscana e fondò così la “famosa” cucina francese. [3] [4]
[modifica] Caterina de' Medici al cinema
Numerose attrici hanno incarnato il ruolo di Caterina de' Medici che ha ispirato molti registi:
- Nel 1916, D.W. Griffith la rappresenta avida di sangue mentre prepara minuziosamente il massacro dei protestanti.
- Marguerite Moreno la rappresenta con i tratti di una donna autoritaria e irritabile ne Les Perles de la couronne un film di Christian Jaque, realizzato nel 1937.
- Françoise Rosay, la rappresenta con gli stessi tratti ne la Reine Margot, film realizzato da Jean Dréville, uscito nel 1954.
- Marisa Pavan in Diane, film realizzato da David Miller, apparso sugli schermi nel 1956.
- Alice Sapritch, ne la Reine Margot, serie televisiva, uscito nel 1961.
- Isa Miranda, in Hardi ! Pardaillan, film realizzato da Bernard Borderie, apparso sugli schermi nel 1964.
- Dominique Blanchar, ne le Chevalier de Pardaillan, realizzato da Josée Dayan, diffuso nel 1988.
- Alice Sapritch, in Catherine de Médicis : Le Tocsin de la révolution, serie televisiva realizzata da Yves-André Hubert, diffusa nel 1989.
- Virna Lisi, ne La Reine Margot, film realizzato da Patrice Chéreau, apparso sugli schermi nel 1994.
- Marie-Christine Barrault, in Saint-Germain ou la Négociation un telefilm mandato in onda su France 3.
[modifica] Note
- ^ Alexandre Dumas esporrà le due tesi nel romanzo La Regina Margot
- ^ Destini di donne - Caterina dei Medici (tedesco)
- ^ mangiar bene
- ^ Cucina Toscana
[modifica] Bibliografia in francese
- Jean-François Solnon, Catherine de Médicis, Perrin, 2003
- Janine Garrisson, Catherine de Médicis : l'impossible harmonie. Payot, collection « Collection Portraits intimes », Paris, 2002. 165 p. ISBN 2-228-89657-8.
- Denis Crouzet, Le haut cœur de Catherine de Médicis. Une raison politique aux temps de la Saint-Barthélemy, Albin Michel, coll. « Histoire », 2005 (ISBN 2226158820).
- Jean-Hippolyte Mariéjol, Catherine de Médicis. – Paris : Tallandier, coll. « Biographie », 2005. – 646 p., 22 cm. – ISBN 2-84734-226-5.
- Thierry Wanegffelen, Catherine de Médicis : le pouvoir au féminin. – Paris : Payot, coll. « Biographie Payot », 2005. – 444 p.-[8] p. de pl., 23 cm. – ISBN 2-228-90018-4.
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Caterina de' Medici
- Portale Storia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di storia