Castello di Riva
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II castello di Riva è un complesso fortificato che si trova a Ponte dell'Olio, in provincia di Piacenza. Posto sulla riva destra del torrente Nure tra il corso d'acqua e la strada provinciale che collega Piacenza a Ferriere, controllava il passaggio nella val Nure. La sua collocazione, nel punto in cui la pianura finisce e la vallata si strige addentrandosi tra le colline, era strategica poiché permetteva il controllo del passaggio verso il mare, in Liguria, attraverso la val d'Aveto, (Ponte dell'Olio deve il suo nome ai magazzini di olio d'oliva) e in Lunigiana attraverso la val di Taro.
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[modifica] Storia
La prima menzione della località risulta da un atto del 1199 ma la costruzione dell'attuale maniero risale al 1277 come testimonia l'iscrizione scolpita al suo interno (MCLXXVII fuit factum hoc castrum), la sua edificazione si deve alla famiglia piacentina dei Del Cairo. Dal 1323 assieme ai vicini castelli di Montesanto e Veano (o Bicchignano) formava uno avamposto di protezione dei territori della famiglia Anguissola, che era proprietaria della bassa fascia collinare della val Luretta, val Trebbia e di buona parte della val Nure. Nel 1546 passò a Ottavio Farnese, per arrivare con vari passaggi di mano nel 1884 ai nobili romani Rispoli che affidarono i lavori di ristrutturazione e restauro all'architetto Colla, che aveva precedentemente curato il restauro del palazzo Gotico di Piacenza, lavori che incisero pesantemente sull'aspetto originario del castello, con aggiunte e modifiche discutibili.
[modifica] Struttura
Costruito con le pietre del fiume, è parzialmente circondato dal fossato. Ha pianta a forma di triangolo isoscele, con torri di forma diversa poste ai vertici e lungo il lato più lungo. Le mura merlate sono sovrastate dal cammino di ronda. Un elegante loggiato, costruito nel 1703 con archi a tutto sesto, collega la torre maggiore con una torre intermedia. L'ingresso si trova sul lato sud-est, è protetto da una torre con porta a saracinesca e ponte levatoio.
La torre maggiore si trova a nord-ovest, nel punto d'incontro dei lati maggiori del perimetro, è un'imponente mastio quadrato cinquecentesco, ornato di beccatelli collegati da archetti sui quali sono appoggiati i merli a coda di rondine. Ospitava nel sotterraneo la prigione, a piano terra la sala delle armi con quattro stanze sovrastanti. La base del torrione è lambita dalle acque del fiume che da quel punto si incanalano nella bocca del canale, chiamato Rivo San Giorgio, che, costruito nel medioevo a scopo irriguo, attraversa la pianura oltrepassando San Giorgio Piacentino.
[modifica] Leggende
Due sono le leggende che aleggiano intorno al maniero. Secondo la prima, esiste un cunicolo sotterraneo che, partendo da una torretta posta sul lato nord, passava sotto il fossato e si collegava ad un edificio che faceva parte della cerchia di difesa più esterna che era adibito un tempo a maglio di ferro. Un'altra versione narra di un condotto che metteva in comunicazione il castello di Riva con altri due situati sulle colline (Montesanto e Veano di Vigolzone), correndo addirittura al di sotto del greto del torrente. Più probabile è che fosse presente un tunnel, di cui non vi sono comunque tracce, per garantire la fuga in caso di assedio.
La seconda leggenda ricorda la storia della figlia del fiorentino Nicolò Soderini, che era ospite della moglie del signore di Riva Gian Giacomo Anguissola, Beatrice Tedeschi, e divenne ladra per amore.
[modifica] Bibliografia
- Carmen Artocchini Castelli piacentini - Edizioni TEP Piacenza 1967
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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