Carosello
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Carosello | |
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Anni di produzione | 1957 - 1976 |
Durata | 10' |
Genere | Intrattenimento |
Rete | Rai Uno |
Progetto:Televisione |
Carosello è il nome di una trasmissione televisiva andata in onda sul primo canale RAI dal 3 febbraio 1957 al 31 dicembre 1976. [1] Carosello veniva trasmesso quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00 tranne il venerdì santo ed ebbe due sospensioni, in occasione dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy e della strage di Piazza Fontana. Carosello consisteva in una serie di messaggi pubblicitari accompagnati da sketch comici o intermezzi musicali. Carosello divenne un'istituzione televisiva ben rigida e congeniata, che funzionò impeccabilmente e senza errori per venti anni, fatta eccezione per i gravi eventi sopra menzionati ed alcuni scioperi ed agitazioni in seno alla RAI che potevano alterare un minimo l'andamento, per esempio inviando la sigla finale senza elencare le marche dei prodotti, perché Carosello non poteva deludere minimamente il proprio pubblico.
Carosello non era e non poteva essere solo un contenitore di messaggi pubblicitari. Per una legge allora vigente, infatti, non era concesso fare della pubblicità in un alcun spettacolo televisivo serale, prima di un intervallo di novanta secondi dall'inizio del medesimo. Tuttavia, sporadicamente, qualche sketch era preceduto da una brevissima presentazione della marca committente.
In Carosello vi parteciparono in veste di registi nomi illustri come Luciano Emmer (che ne è considerato l'inventore), Age e Scarpelli, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone e l'americano Richard Lester. In qualità di attori Totò, Erminio Macario, Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Dario Fo, Mina e persino Eduardo De Filippo e Jerry Lewis.
Indice |
[modifica] Storia di Carosello
Nel 1957 la RAI decise di iniziare a trasmettere messaggi pubblicitari, e per questa innovazione, applicando la legge sopra menzionata, sembrò necessario sviluppare un apposito format televisivo. Nacque così il Carosello, in cui i messaggi pubblicitari (della durata media di 135 secondi) erano inseriti in un contesto di tipo teatrale: introdotti dall'apertura del sipario con accompagnamento di trombe e mandolini, e alternati a brevi spettacoli di varietà. Ogni sketch era seguito da una situazione o frase (link) che faceva da tramite con l'annuncio pubblicitario finale, il cosiddetto codino dove veniva evidenziato il prodotto, destando spesso perplessità tra il pubblico per la scarsa pertinenza con lo sketch. Al contrario, nella pubblicità di una marca di carne in scatola, il codino sembra far parte dello stesso sketch, un' indimenticabile serie di storie Spaghetti western, caratterizzate da fotografie animate e narrate a ritmo di rap ante litteram.
La pubblicizzazione di un dato prodotto seguiva un ciclo di quattro sketch con cadenza settimanale, diversi l'uno dall'altro sebbene con soggetto comune. Nella sigla di chiusura infatti, la speaker annunciava la data della successiva messa in onda. Memorabile uno spot contenitore di una sorta di mini serie a puntate, ovviamente a lieto fine, con protagonista un giovane vittima del furto del proprio scooter di una nota marca. I lettori del settimanale TV Radiocorriere, proprietà dell'ente RAI, potevano conoscere in anticipo gli spot inclusi nel palinsesto.
Questa soluzione ebbe tuttavia un enorme successo; Carosello rimase per molti anni fra le trasmissioni televisive più amate, venendo a rappresentare un tipico appuntamento della famiglia italiana, tanto che ancora oggi la frase "a letto dopo Carosello" è rimasta parte della lingua.
Coppia vincente |
Carmencita e Caballero, popolari testimonial della Lavazza in un celebre - e celebrato - Carosello degli anni settanta ideato da Armando Testa. |
Oltre a introdurre l'innovazione della réclame, e a farlo inserendola in un contesto che aveva il pregio di renderla gradevole (in effetti amata) dal pubblico, Carosello portò anche una serie di innovazioni nel linguaggio televisivo in generale. La sua caratteristica più peculiare era l'inedita brevità (non solo degli spot ma anche degli altri "siparietti"); per questo, gli stacchi teatrali dovevano essere diretti, semplici, attingendo spesso a luoghi comuni e rimanendo molto vicini alla cultura popolare. Un altro motivo di novità fu certamente l'introduzione dell'animazione. La presenza di Carosello ha certamente contribuito a (ri)lanciare la scuola di animazione italiana, infatti parecchi degli spot diventati più noti e apprezzati vennero realizzati da studi grafici italiani cresciuti proprio in quegli anni, come la Gamma Film di Gino e Roberto Gavioli, la modenese Paul Film di Paul Campani, lo studio Pagot (dove operavano Nino e Toni Pagot), ed altri. Da menzionare anche Guido De Maria che, oltre svariati spot, creerà, verso la fine degli anni settanta, un memorabile programma di intrattenimento di sola animazione: Supergulp!.
Rispetto alla pubblicità moderna, la più lampante differenza rimane proprio il tentativo della RAI di integrare le immagini nuove della emergente società dei consumi in un contesto legato alla tradizione nazionale popolare, e quindi rassicurante e a tratti con pretese persino pedagogiche (sebbene certamente caratterizzato da elementi che si potrebbero definire kitsch). Sicuramente il mondo dei pubblicitari, in prima fila la Sipra - che gestiva la pubblicità RAI - vedevano in Carosello uno strumento sfuggito loro di mano, per passare ai "creativi": il personaggio e la storiella erano più importanti del messaggio pubblicitario: Calimero era più famoso del detersivo reclamizzato.
Definito da una certa cultura "diseducativo", di fatto poco pratico e dispendioso per la committenza, data l'eccessiva durata dello sketch, alla fine del 1976 fu annunciata la chiusura, con una serata conclusiva il 31 dicembre 1976, dove un'impeccabile Raffaella Carrà fa l'annuncio di commiato; in seguito, la trasmissione venne sostituita da Spazio F (ricordiamo la prima sigla con la scacchiera che si univa formando un cubo, il quale mostrava i suoi disegni di parti sempre più in alto di un albero a mano a mano che ruotava verso il basso e sulla cima c'era un uccello paradiso che volava via, mentre nell'infraspot il cubo aveva disegnata una primula. Nel 1980 questa sigla è stata sostituita da un caleidoscopio, da tanti pesciolini nel fondale di un mare blu con un'alga dall'81 all'83, da una slot machine con le sigle in miniatura dei tre tg Rai nell'84 e verso la fine dello stesso anno da un ventaglio che si apriva e poi si chiudeva, per consentire ai suoi disegni di farfalle, fiori e rondini di staccarsi, volando via verso una mezzaluna).
I motivi per cui la trasmissione fu interrotta sono probabilmente vari. Il mercato italiano della pubblicità si stava trasformando, divenendo più moderno e dinamico, e i produttori stavano diventando insofferenti verso i limiti di tempo imposti da questo modo di reclamizzare i propri prodotti; anche il pubblico stava cambiando, e la televisione basata su presupposti pedagogici perdeva presa. Le ditte minori che non potevano permettersi i costi di Carosello avevano iniziato a far sentire la loro voce. Infine, i prodotti del mercato internazionale avevano bisogno di un'immagine standard nei diversi paesi e mal sopportavano di dover costruire spot legati particolarmente al contesto italiano.
[modifica] Altri spazi pubblicitari
A Carosello facevano corona altri appuntamenti fissi degli anni sessanta e degli anni settanta. I veri e propri siparietti commerciali, non erano ancora degli spot, erano pochi e concentrati in queste fasce: prima del Telegiornale delle 13,30 era trasmesso Break, che nel 1970 sarà sdoppiato in due, con un'edizione che compare prima del TG della notte; prima della TV dei Ragazzi compariva Girotondo; dopo Gong; nel tardo pomeriggio era trasmesso Tic Tac; nella fascia preserale, Arcobaleno; quindi Carosello, come traino della prima serata; infine, di notte, in realtà si trattava della seconda serata ma, all'epoca, le trasmissioni terminavano prima della mezzanotte, l'ultimo spazio pubblicitario in Do Re Mi. Sul secondo canale, che iniziava le trasmissioni verso sera, e trasmetteva il Telegiornale alle 21,00, l'appuntamento pubblicitario successivo era con Intermezzo e, verso le 22,15, Do Re Mi.
In seguito, nel '73, furono aboliti i nomi (tranne che per Carosello ed Intermezzo) e gli appuntamenti si moltiplicarono.
Nel 1996 Alberto De Martini creò www.Carosello.it, il primo contenitore di pubblicità in linea. Primi inserzionisti furono Saab, Dreher e Baci Perugina.
[modifica] Bibliografia
- G. Ceserani, Storia della pubblicità in Italia. Laterza 1988
- G. L. Falabrino, Pubblicità serva padrona, cap.5: La rivoluzione di Carosello. Il Sole 24 Ore 1999
- M. Giusti, Il grande libro di Carosello. Sperling & Kupfer, Milano 1995
- A. Grasso, Storia della televisione italiana. Garzanti 1992