Agro Romano
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Agro Romano è geograficamente il nome che si dà alla vasta area rurale (in parte pianeggiante ed in parte collinare) che si estende attorno alla città di Roma. Politicamente e storicamente ha rappresentato l'area di influenza del governo municipale di Roma.
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[modifica] Storia
[modifica] Età romana
La Roma di Romolo e dei suoi immediati successori aveva un territorio molto ristretto, anche rispetto ad altre città latine vicine come Praeneste: e questo territorio era delimitato dai termini: cippi piantati nel terreno a delimitazione dell'area di influenza di una città o di un privato cittadino.
La leggenda vuole che proprio per una questione di confini (quindi di superamento dei termini) Tullo Ostilio dichiarasse guerra ad Alba Longa distruggendo la gloriosa città latina ed incamerandone i territori, nel 635 a.C.
Con la proclamazione della Repubblica nel 510 a.C., tutto il territorio occupato dai Romani nel Latium vetus venne proclamato ager publicus, dunque l'equivalente degli attuali terreni demaniali, gestiti dallo Stato e concedibili ai privati. Le autorità municipali romane all'epoca erano i consoli stessi. In definitiva, era come se Roma avesse un gigantesco territorio comunale in continua espansione in Europa.
Ottaviano Augusto costituì la carica del praefectus Urbis ed altre cariche che divisero l'amministrazione della città di Roma da quella dell'Impero Romano. Perciò si pose anche il problema di delimitare il territorio del municipium di Roma: oltre alla Regio I Latii et Campaniae amministrata da un governatore apposito, i confini dell'autorità municipale di Roma vennero fissati ad centesimum lapidem, ovvero "al centesimo miglio" di ciascuna via consolare convergente a Roma. Perciò de iure le autorità municipali romane controllavano la quasi totalità del Lazio e parte della Toscana da Talamone a Terracina e anche parte dell'Abruzzo e dell'Umbria.
La stessa ripartizione territoriale venne confermata dalla ri-suddivisione delle province fatta da Diocleziano.
[modifica] Medioevo
Dopo la caduta dell'Impero, i praefecti Urbis continuarono ad essere eletti finché non vennero totalmente esautorati della loro potestà di fronte all'avanzare del potere del Papa, che divenne quindi il vero rappresentante del municipio di Roma.
L'Agro Romano inteso come zona politicamente soggetta al municipio di Roma continuava ad estendersi teoricamente fino ad centesimum lapidem, ma in pratica molte zone di confine erano finite in mano ai Longobardi e altre furono amministrate da enti religiosi se non dallo stesso Papa che iniziò a gestire il territorio tramite il sistema dei patrimonia e delle domuscultae.
[modifica] Oggi
Il motu proprio del 6 luglio 1817 di papa Pio VII stabilì i confini del municipio di Roma assegnando alla Capitale oltre all'attuale territorio comunale anche gli attuali comuni di Fiumicino, Pomezia ed Ardea. I confini della Comunità di Roma furono dunque ben delimitati, e non rimasero più nebulosi, e tali sono rimasti fino alla costituzione del comune di Pomezia (in esso incluso anche l'attuale comune di Ardea) a seguito della sua fondazione durante la bonifica fascista e, negli anni novanta, di Fiumicino.
[modifica] Geografia
L'Agro Romano geograficamente è delimitato a sud dai Monti Prenestini, dai Colli Albani e dalla pianura pontina; a ovest dal Mar Tirreno; a nord dalle alture che circondano il Lago di Bracciano e a est dai Monti Tiburtini.
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