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Trattato di Casalanza - Wikipedia

Trattato di Casalanza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Trattato di Casalanza fu stipulato presso Capua (oggi in provincia di Caserta) il 20 maggio 1815 tra l’esercito austriaco e quello napoletano di Gioacchino Murat, re di Napoli (e cognato di Napoleone Bonaparte), sconfitto nella battaglia di Tolentino. Il trattato stipulato in casa Lanza pose fine al decennio napoleonico nel regno, che l'imperatore Francesco I d’Asburgo riconsegnò all'alleato Ferdinando IV di Borbone. La convenzione fu sottoscritta, per i napoletani, da Pietro Colletta, plenipotenziario del generale in capo, Michele Carascosa. Per gli austriaci, il trattato fu firmato da Adamo de Neipperg, plenipotenziario del generale in capo Federico Bianchi (in seguito per riconoscenza nominato dal Borbone duca di Casalanza) e da lord Burghersh, ministro plenipotenziario di Sua Maestà britannica presso la corte di Toscana.

Dopo accese discussioni, agli alleati furono ceduti tutti gli arsenali e le piazzeforti del regno, con la temporanea eccezione di Gaeta, Pescara e Ancona; in sostanza il regno di Napoli tornava a Ferdinando IV. L' 8 Dicembre 1816 il re sceglierà di chiamarsi Ferdinando I delle Due Sicilie.

Indice

[modifica] Testimonianze storiche

Ritroviamo traccia dell’evento in un articolo dell’epoca apparso su "Il giornale delle Due Sicilie" (con supplemento al n. 1 del 23 Maggio 1815):

« Alle ore 8 del 20 maggio 1815: [si sono riuniti] i Gen. in capo delle due Armate (Austriaca e Nap.): Bianchi e Carascosa; il Ministro inglese Lord Burghersh; i plenipotenziari generali Neipperg e Colletta.

Le trattative si protrassero per nove ore con tredici articoli.
Gran parte delle benigne condizioni del Trattato erano già state concesse dal Re col Proclama di Messina, ma col Trattato divennero Patti.

Col Trattato vi fu: cessazione della guerra nel Regno di Napoli. Il cambiamento del governo, non per Rivoluzione di interessi o di Fortuna, ma per placida evoluzione di nomi e di forme. La cessione delle Piazze, dei Forti e dei magazzini militari al Governo naz. di Ferdinando, perciò la negazione alle truppe d'impadronirsi dei materiali di guerra. L’arbitrio di ognuno di restare o di partire. La conservazione dei beni dello Stato acquistati per compra. La garanzia del Debito Pubblico. Ferdinando IV per il Congresso di Vienna (1° ott. 1814 – 9 giu. 1815) e per il Trattato di Casalanza (20 mag. 1815) riebbe il Reame, dove entrò trionfante su di un bianco destriero il 17 giu. 1815. L’anno dopo (8 dic. 1816) assunse il nome di Ferdinando I (delle Due Sicilie) »

Nella convenzione veniva tra l’altro sancito lo scambio dei prigionieri, quindi un’amnistia generale, il riconoscimento del debito pubblico e garantita la nobiltà insieme a gradi, onori e pensioni dei militari che avessero giurato fedeltà al Borbone.

Copia dello storico trattato — menzionato dal Generale Pietro Colletta nella sua Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 — è conservata nella biblioteca del Museo Provinciale Campano, in Capua (Caserta).

Scrive il Colletta sul trattato da lui firmato in casa Lanza:

« ...[Murat] diede incarico di trattare ai Generali Carrascosa e Colletta. Disse al primo che patteggiassero il mantenimento delle vendite, dei doni, di tutto ciò che lasciavagli fama di buon Re ne' Napoletani.
Al secondo che gli chiedeva cosa volesse concedere ai nemici, rispose: "Tutto fuorché l'onore dell'esercito e del popolo".
I negoziatori dopo lunghe, agitate conferenze, vicine a rompersi, firmarono: pace fra i due eserciti; la Fortezza di Capua cedesi il 21 Maggio; Napoli e i suoi castelli il 23 Maggio; poi il Regno tutto; i presidii che uscivano dalle fortezze dovevano avere gli onori convenuti... »

La casa ove fu ratificato il trattato di Casalanza, temporaneamente requisita dagli Austriaci, sorgeva su di un’antica masseria, della quale il barone Biagio Lanza (17461832), patrizio capuano, cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, ampliandola nel 1794, aveva fatto una residenza di campagna, non lontana dalla sua residenza di Capua.[1].

Casa Lanza
Casa Lanza

Casa Lanza -parte di un'antica tenuta della famiglia Lanza, di Capua- si trova a sette chilometri da Capua (in provincia di Caserta), in località Spartimento di Roma (anche detta Torre Lupara), nel Comune di Pastorano (CE). Oggi non ne sopravvivono che eloquenti resti poiché nell’ottobre 1943 -durante la Seconda guerra mondiale- venne minata da militari tedeschi in ritirata (sussiste soltanto la cappella di Sant'Anna, del 1712, annessa alla casa e tutt'oggi concessa dai Lanza al culto pubblico). Andò tra l’altro distrutto il tavolo su cui era stata firmata la convenzione, assieme al calamaio originario, mentre resta il drappo che ospitò le storiche firme. Un’epigrafe sul cancello fu apposta nel 1892 dalla Provincia di Terra di Lavoro perché si potesse agevolmente e velocemente leggere dai passeggeri della Roma-Napoli.

[modifica] Testo originale della convenzione

I sottoscritti, dopo il cambio delle plenipotenze, delle quali erano stati rivestiti dai rispettivi loro Generali in capo, sono convenuti dei seguenti articoli, salva però sempre la ratifica degli anzidetti Generali in capo.

Art. 1) A contare dal giorno, in cui sarà stata sottoscritta la presente Convenzione militare, comincerà un armistizio fra le truppe alleate e le truppe napoletane su tutti i punti del Regno di Napoli.
Art. 2) Tutte le P.zze, cittadelle e Forti del R. di N., egualmente che i porti e gli arsenali d’ogni genere, saranno consegnati nel loro stato attuale alle Armate delle potenze alleate, alle epoche fissate nell’articolo seguente, per esser quindi consegnati a Sua Maestà il Re Ferdinando IV. Ne sono soltanto eccettuate quelli e quelle che fossero già state consegnate prima di questa epoca. Le P.zze di Gaeta, Pescara e Ancona, di già bloccate dalle Forze di terra e di mare delle Potenze alleate, non trovandosi nella linea di operazione dell’Armata del Gen. in capo B.ne di Carrascosa, egli dichiara non poter nulla decidere sulla loro sorte, atteso che que’ comandanti sono indipendenti e non sottoposti ai suoi ordini.
Art. 3) Le epoche per le consegne delle P.zze e per la marcia dell’Armata austriaca sopra Napoli sono fissate nel modo seguente: la P.zza di Capua sarà consegnata il dì 21 Maggio a Mezzo giorno. L’Armata austriaca prenderà quel giorno stesso la sua posizione sul canale dei Regi Lagni. Il 22 Maggio l’Armata austriaca prenderà la sua posizione nella linea di Aversa, Afragola, Melito e Giugliano.
Le truppe napoletane marceranno quel giorno verso Salerno, ove si recheranno in due giornate di marcia e si acquartiereranno in quella città, e ne’contorni, per attendere colà la decisione della loro sorte futura.
Il dì 23 Maggio l’Armata alleata prenderà possesso della città, della cittadella e di tutti i Forti di Napoli.
Art. 4) Tutte le altre Piazze, cittadelle e Forti, ad eccezione delle sopramentovate, che anche si trovano nelle frontiere del Regno di N., come quella di Scilla, Amantea, Reggio, Brindisi, Manfredonia, ecc., saranno egualmente consegnate alle Armate alleate, del pari che tutti i depositi d’artiglieria, gli arsenali, i magazzini, e gli stabilimenti militari di qualunque genere, dal momento che questa Convenzione perverrà in quella Piazza medesima.
Art. 5) Le guarnigioni delle Piazze usciranno con tutti gli onori di guerra, armi e bagagli, casse militari, effetti di abbigliamento dei corpi, e carte relative all’amministrazione, ma senza artiglieria. Gli Uffiziali del genio e dell’artiglieria di queste P.zze consegneranno agli Uffiziali delle Armate alleate, a tale oggetto nominati, tutte le carte, piani ed inventarii del genio, e dell’artiglieria dipendenti da quelle P.zze.
Art. 6) Saranno prese delle misure particolari fra i comandanti rispettivi delle dette P.zze e gli Uffiziali Generali comandanti le Truppe alleate per la maniera delle cessioni, non meno che per gli infermi ed i feriti, che si lasceranno negli ospedali, e per i mezzi di trasporto da somministrar loro.
Art. 7) I Comandanti napoletani delle P.zze restano responsabili della conservazione dei magazzini, che vi si trovano nel momento della loro consegna, e che saranno resi con tutto l’ordine militare, egualmente che tutto ciò che si trova nel recinto delle Fortezze.
Art. 8) Saranno prontamente inviati degli Uffiziali dello Stato Maggiore delle Armate alleate, e napoletane nelle differenti P.zze sopramentovate per dar cognizione ai Comandanti delle presenti stipulazioni, e portar loro l’ordine di uniformarsi alla loro esecuzione.
Art. 9) Dopo l’occupazione della Capitale, il resto del Territorio del Regno di N. sarà interamente ceduto alle Armate alleate.
Art. 10) Sua Eccellenza il Generale in Capo Barone Carrascosa s’impegna, sino al momento dell’ingresso dell’Armata alleata nella Capitale, a vegliare sulla conservazione di tutti gli effetti pubblici appartenenti allo Stato, senza alcuna eccezione.
Art. 11) L’Armata alleata s’impegna a prendere le misure onde evitare qualunque specie di turbolenze civili, e far seguire l’occupazione del Territorio di N. nel modo il più pacifico.
Art. 12) Tutti i prigionieri di guerra fatti reciprocamente in questa campagna, tanto dalle Armate alleate, quanto dall’Armata nap., saranno prontamente consegnati dall’una parte e d’altra.
Art. 13) Sarà permesso ad ogni estero o Napoletano di uscire dal Regno con passaporti legali, fra lo spazio di un mese dopo la data della presente Convenzione militare. Gli infermi ed i feriti debbono farne la domanda nello stesso spazio di tempo.

La presente Convenzione, nel caso in cui riceverà la ratifica, sarà cambiata nel più breve termine possibile. In fede di che i sottoscritti vi hanno apposti la loro segnatura ed il sigillo delle loro Armi.
Fatto sulla linea dei posti avanzati
Casalanza innanzi Capua il
20 maggio 1815.

Sottoscritti: il Conte Neipperg, Ciamberlano, Cav. dell’Ordine militare di Maria Teresa e dell’Ordine di S. Giorgio di Russia, Gran Croce degli Ordini della Spada di Svezia, di S. Anna di Russia, e di S. Maurizio e Lazzaro, Feld Maresciallo, Luogotenente Comandante una divisione dell’Armata austriaca.

Il Barone Colletta, Ten. Generale, Consigliere di Stato, Commendatore dell’Ordine Reale delle Due Sicilie, decorato della medaglia di onore, Comandante in capo il genio dell’Armata napoletana.

In virtù dei miei poteri, e come Generale in capo dell’Armata di Sua Maestà l’Imperatore d’Austria in Napoli, io ratifico i soprascritti articoli della presente Convenzione militare.
Casalanza 20 Maggio 1815.
Bianchi Ten. Generale

In virtù dei miei poteri, e nella mia qualità di Gen. in capo dell’Armata napoletana Noi abbiamo approvato e ratificato, approviamo e ratifichiamo i sopradetti articoli della presente Convenzione militare.
Dato in Casa Lanza innanzi Capua
il 20 maggio 1815.
Il Barone Carrascosa.

Sottoscritto e ratificato da noi Inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di Sua Maestà Britannica alla Corte di Toscana in assenza de’ Comandanti in capo delle Forze inglesi di terra e di mare, impiegate sulla spiaggia di Napoli.
Dato a Casa Lanza innanzi Capua il
20 maggio 1815.
Lord Burghersh

Domande addizionali fatte dal Negoziatore
napoletano, e risposte date dal Negoziatore austriaco.

Domande:

  1. Il mantenimento del debito pubblico.
  2. La conferma dell’acquisto dei beni dello Stato non che delle dotazioni e donazioni fatte dal Governo dal 1806.
  3. La conservazione dell’Ordine Nazionale delle Due Sicilie.

Risposte:

  1. Il debito pubblico sarà garantito.
  2. La vendita dei beni dello Stato è irrevocabilmente mantenuta
  3. La nobiltà antica e nuova sarà conservata.

Ogni militare al servizio di Napoli, nato nel Regno delle Due Sicilie, che presterà giuramento di fedeltà a S.M. il Re Ferdinando IV sarà conservato nei suoi gradi, onori e pensioni.

Quindi il Negoziatore austriaco ha aggiunto i seguenti articoli:

  1. Niuno potrà essere ricercato né inquietato per le opinioni e la condotta politica che avrà tenuta anteriormente al ristabilimento del Re Ferdinando sul Trono di Napoli, in qualunque tempo ed in qualsiasi circostanza.
    Sarà in conseguenza accordata piena ed intera Amnistia, senza la menoma eccezione.
  2. Ogni Napoletano è abilitato a possedere gli uffizi e gli impieghi civili e militari del Regno.

S.M. l’Imperatore d’Austria avvalora queste disposizioni con la sua formale garanzia.
Casa Lanza, 20 Maggio 1815

Approvato dai sottoscritti

Conte Gen. plenipot. Neipperg ecc.
Barone Gen. plenipot. Colletta
B.ne Generale in capo Bianchi ecc.
B.ne Generale in capo Carrascosa

[modifica] Note

  1. ^ Cfr.: Archivio storico Lanza: Memorie della famiglia Lanza –1806, manoscritto di don Biase Lanza e Capys n.33, 2000, pag. 86 nota 1.

[modifica] Bibliografia

  • Pietro Colletta, Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 (Napoli, 1834);
  • in biblioteca del Museo provinciale campano, a Capua (Caserta) -sez. manoscritti: Trattato di Casalanza
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