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Giovanni Battista Caproni - Wikipedia

Giovanni Battista Caproni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Gianni Caproni, sulla sinistra, a bordo di un Caproni Ca.32
Gianni Caproni, sulla sinistra, a bordo di un Caproni Ca.32

Giovanni Battista "Gianni" Caproni , Conte di Taliedo (Arco3 luglio 1886 – Roma27 ottobre 1957) è stato un ingegnere aeronautico, imprenditore e pioniere dell'aviazione italiano.

Indice

[modifica] La vita

Giovanni Battista Caproni nacque in Trentino, in territorio allora Austriaco, nella frazione di Massone (allora comune di Oltresarca), tra Trento ed il Lago di Garda. I genitori, il geometra Giuseppe Caproni e Paolina Maini, erano piccoli possidenti, il giovane Giovanni Battista poté così ottenere un’adeguata istruzione. Frequentò inizialmente la Realschule di Rovereto, laureandosi poi in Ingegneria civile al Politecnico di Monaco di Baviera nel 1907. L'anno successivo conseguì una specializzazione in elettrotecnica presso l'Istituto Montefiori di Liegi, dove conobbe Henri Coandă. Fu durante la permanenza a Liegi che iniziò a coltivare interesse nell'allora emergente campo dell'aeronautica, dopo aver assistito ad una dimostrazione dei Fratelli Wright. Questo interesse giunse a maturazione con un soggiorno a Parigi dove entro in contatto con diversi pionieri dell'aeronautica.

Ritornò quindi ad Arco, dove iniziò la realizzazione del suo primo velivolo a motore, il Ca.1. Aveva già realizzato un aliante, o veleggiatore, secondo il termine in uso all'epoca, di tipo biplano, assieme all'amico Henri Coandă. Il progetto non riscosse interesse, e Giovanni Battista poté contare solo sul fratello maggiore, Federico Caproni, ed il meccanico Ugo Sandri Tabacchi, che diventò anche il “pilota collaudatore”.

Prima che il prototipo giungesse a completamento, Caproni si trasferì in territorio italiano, infatti proveniva da una famiglia di solide tradizioni irredentiste. La destinazione scelta era Taliedo, nella zona della Linate, dove venne fondata la Caproni e il velivolo compì il suo primo volo il 27 maggio 1910, rimanendo distrutto nell'atterraggio. L'incidente era probabilmente dovuto alla pressoché nulla esperienza del pilota, proprio il meccanico Tabacchi e non a difetti del velivolo. Fondò in questo periodo anche la Scuola di Aviazione Caproni. Verso la fine del 1910 Caproni si trasferì poi a Vizzola Ticino, in provincia di Varese (presso l'attuale Aeroporto della Malpensa), dove proseguì lo sviluppo di biplani, con i modelli da Ca.2 a Ca.7.

A partire dal 1911, si concentrò sullo sviluppo di monoplani, con i modelli che vanno da da Ca.7 a Ca.16. Questi ebbero maggior successo, e vennero prodotti in piccole serie. Da questa serie di aerei, Gianni Caproni sviluppò il Ca.18, destinato all'osservazione aerea, ma l'aereo uscì sconfitto dal 1° concorso militare italiana, tenutosi all'inizio del 1913. La dittà si trovò così in difficoltà economiche e lo stesso anno venne acquistata dallo Stato Italiano, ma Giovanni Battista Caproni vi rimase come direttore tecnico.

Nonostante le difficoltà è in questo periodo che iniziò lo sviluppo dei trimotori da bombardamento che, dal prototipo Ca.31, porteranno alla sviluppo della famiglia di bombardieri, biplani, Ca.32 (300 hp - Ca.1), Ca.33 (450 hp - Ca.3), Ca.44 (600 hp - Ca.5) e triplani Ca.40 (Ca.4). Oltre che alle capacità tecniche di Caproni, fondamentale fu il contributo di Giulio Douhet allora comandante del Battaglione Aviatori (La Regia Aeronautica vedrà la luce solo nel 1923), che convinto della bontà del progetto, riuscì ad aggirare l'opposizione del Generale Maurizio Moris, allora ispettore dell'aeronautica.

Poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, Giovanni Battista Caproni rifiutò un invito dall'Impero Austro-Ungarico a trasferire la sua ditta in Austria, questo e la tradizione familiare, fecero si che durante la prima guerra mondiale venisse considerato dagli austriaci come traditore, assieme a Cesare Battisti e Nazario Sauro.

La guerra dimostrò la bontà dei trimotori Caproni, che furono utilizzati dalle Forze Aeree di Italia, Francia, Regno Unito e Stati Uniti e prodotti all'estero su licenza. Anche se la sua fama deriva da questa famiglia di bombardieri strategici, Gianni Caproni fu anche tra i pionieri dell'aereo da caccia, nel 1914, dal Ca.18, derivò il caccia Caproni Ca.20, rimasto allo stadio di prototipo.

Sempre più convinto delle capacità dell'aeroplano e del suo utilizzo come trasporto civile[1]. Tali convinzioni porteranno a rielaborazioni come trasporto passeggeri dei trimotori da bombardamento, e progetti certamente più visionari, come il Caproni Ca.60 Transaereo, un gigantesco idrovolante a scafo per 100 passeggeri, destinato a rotte transatlantiche. Peculiare era la caratteristiche di avere tre gruppi di ali triplane montati sopra lo scafo e dove erano installati 8 motori. Il velivolo compì un breve “balzo” il 4 marzo 1921, ma rimase distrutto in un incendio poco dopo mentre era in riparazione. Altri progetti giganti di Caproni, come il biplano Caproni Ca.73, il più grande aereo terrestre nel periodo tra il 1929 e il 1934, furono più fortunati.

Negli anni tra le due guerre mondiali, Gianni Caproni, si impegnò anche a dare a quella che era nata come ditta familiare la forma di un vero e proprio gruppo industriale, che arrivò a contare più di 20 consociate (Gruppo Caproni).

Nel 1940 venne nominato Conte di Taliedo. Inizialmente contrario all'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, era fermamente convinto che sarebbe stato un conflitto di macchine, vinto da chi "ne avrebbe schierato il maggior numero e della qualità migliore".

Con l'armistizio dell'8 settembre 1943, i principali stabilimenti della Caproni si trovavano nella Repubblica Sociale Italiana. In quel periodo Giovanni Caproni assunse un atteggiamento di tergiversazione. Comunque dopo la fine della guerra venne spiccato un ordine di arresto nei suoi confronti per collaborazione con le forze occupanti tedesche e per aver favorito il regime fascista. Caproni preferì mantenersi latitante fino al 1946, anno in cui viene assolto in fase istruttoria per non aver commesso il fatto.

Nel periodo tra il 1944 e il 1945 il nome di Giovanni Caproni, compare a proposito delle vicende relative al motore del Reggiane Re.2007. Questo caccia, un probabile falso, era destinato a diventare il primo caccia a reazione italiano. Il Conte di Taliedo venne invitato a intercedere presso le forze tedesche per ottenere alcuni motori per i primi prototipi, in quanto la prima fornitura tardava ad arrivare.

Dopo il proscioglimento, Caproni tentò di riorganizzare il suo gruppo industriale. Tra il 1947 ed il 1951 cercò finanziatori e committenti in tutto il mondo: URSS, USA, Francia e Israele . Provò ad ottenere finanziamenti anche presso le banche vaticane.

Morì nel 1957 all'età di 71 anni. A lui sono dedicati l'Aeroporto di Trento e il vicino Museo dell'Aeronautica.

[modifica] Note

  1. ^ www.aerei-italiani.net Articolo sui progetti di Giovanni Battista Caproni originariamente pubblicato su "Il secolo XX" - gennaio 1919

[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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