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ZSU-57-2 - Wikipedia

ZSU-57-2

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

ZSU-57-2

lo ZSU visto di 3/4 anteriore
Caratteristiche generali
Equipaggio 6
Lunghezza 6,22-8,48(con i cannoni) m
Larghezza 3,27 m
Altezza 2,75 m
Peso 28,1 t
Corazzatura ed armamento
Corazzatura acciao saldato max 15mm
Armamento primario 2 cannoni antiaerei da 57mm
Armamento secondario
Apparati di tiro ottici
Mobilità
Motore diesel V-54 a 12 cilindri
520 hp
Trazione cingoli
Sospensioni Cristie
Velocità 50 km/h
Potenza/peso 18:1 hp/ton
Autonomia 420 km
Pendenza max 60%%

Lo ZSU-57-2, un veicolo sovietico derivato dal T-54, è un semovente d’artiglieria contraerea che ha fatto la sua apparizione negli anni ’50, e mostrato in pubblico nel 1957.

Indice

[modifica] Sviluppo

I sovietici hanno sempre avuto il massimo rispetto per la minaccia posta dagli aerei tattici della NATO, e la loro gamma di sistemi antiaerei, compatibilmente alla tecnologia disponibile, è stata costituita da un'ampio ventaglio di sistemi delle migliori caratteristiche possibili. Inizialmente, però, le armi difensive mobili erano assai rudimentali, caratterizzate da cannoni trainati oppure mitragliere binate da 14,5mm sistemate su veicoli come i BTR-152. Il cannone S-60, tra le loro migliori realizzazioni, sostituiva la precedente arma Modello 1939 da 37mm, e in affusti trainati, a 4 ruote, divenne un'arma comune nell'esercito. Abbinato a radar di tiro di vario genere, era un sistema assai efficace.

Ma per migliorarne la mobilità fino a permettere l'uso di tali cannoni anche sul campo di battaglia si richiedeva una diversa installazione, che poteva essere soddisfatta solo dallo scafo di un carro armato moderno, e così un'aliquota dei veicoli in produzione venne dirottata a questa esigenza. Questo anche perché, per migliorare la letalità dell'impianto, venne progettato un'affusto binato, particolarmente grande e pesante per un sistema tattico mobile.

Durante gli anni '50 venne scelta la configurazione migliore e poi alacremente affrontata la progettazione di dettaglio di tutta l'impiantistica, fino a quando il nuovo veicolo risultò approntato e pronto per la produzione.

[modifica] Tecnica

Lo scafo, derivato da quello del carro, aveva una blindatura meno pesante di quella del T-54, la cosa si vedeva anche dal numero delle ruote, già di per sé pesanti 200kg, che sono state ridotte da 5 a 4 per parte. Tutto questo portava il rapporto potenza-peso a 18,5:1, grazie ad un peso inferiore a 30 t, e migliorava di conseguenza la mobilità. La torretta, molto grande, aveva i cannoni sistemati al centro, con i serventi protetti da un largo scudo a prova di schegge e proiettili di piccolo calibro. Sulla parte posteriore vi era un cestello per la raccolta dei bossoli usati.

lo ZSU con il suo numeroso equipaggio in torretta, munito del classico casco antiurto di tipo sovietico
lo ZSU con il suo numeroso equipaggio in torretta, munito del classico casco antiurto di tipo sovietico

In termini di armamento, lo ZSU-57-2, con i suoi 2 cannoni da 57mm, è a tutt’oggi il più potente veicolo antiaereo artiglieresco mai entrato in servizio. Questi cannoni erano da 60 calibri, per cui si possono considerare una sorta di pantografia dei Bofors da 40/60mm. Erano talmente grandi, e la torretta vista dal basso sembrava così simile ad un modello "normale", ovvero con il tetto chiuso, che a tutti gli effetti questo mezzo appariva come un "carro con 2 cannoni" piuttosto che un semovente d'artiglieria.

L'alimentazione era probabilmente simile a quella del S-60, con clip di 4 colpi da caricare sulla rastrelliera di alimentazione, mentre i bossoli esplosi erano convogliati, con un nastro trasportatore, in una gabbia metallica sistemata dietro la torretta. In tal modo il pavimento della torretta non ne veniva ingombrato, e i serventi potevano concentrarsi su altre mansioni.

La bassa velocità di brandeggio delle sue armi, come anche l’elevazione, 30 e 20 gradi al secondo rispettivamente, ha contribuito a limitare il successo operativo di questa realizzazione, ma soprattutto la sua torretta scoperta non aveva una apparecchiatura di controllo del tiro sufficientemente sofisticata. Peraltro, i suoi cannoni hanno una gittata max in quota di 8800 e sull’orizzonte di 12000m e una dotazione di munizioni di ben 320 colpi (da 5kg l'uno). La cadenza di tiro pratica, con i clip di 4 colpi, scende a 60-70 al minuto rispetto ai 120 teorici. Esso può sparare, in pratica, fino a 4-6km di distanza.

vista posteriore, si noti la torretta chiusa con la rastrelliera raccoglibossoli
vista posteriore, si noti la torretta chiusa con la rastrelliera raccoglibossoli

Le munizioni potevano perforare, nel tipo AP, ben 96mm di acciaio a 1000m (Vs. 25 a 500 dello ZSU-23-4), con la capacità di penetrare un blindato leggero ad almeno 2-3km e i fianchi di un carro, anche di tipo moderno (solo per i fianchi dello scafo) fino a 1km. In effetti, i cannoni contraerei da 35mm del tipo Oerlikon GDF, con munizioni perforanti decalibrate possono quasi eguagliare questo valore, potendo raggiungere i 40mm/60°/1000m, ed essi sono agevolmente quotati come efficaci contro i fianchi della maggior parte dei moderni carri armati.

[modifica] Servizio operativo

In azione lo ZSU 57-2 è stato poco valido contro gli aerei, soprattutto per la mancanza di un radar di scoperta, ma molto efficace contro obiettivi al suolo, grazie alla potenza dei cannoni usati, con proiettili da circa 1000 m/sec di velocità iniziale.

La macchina ha partecipato a vari conflitti in Asia, sia in Vietnam, contro gli aerei americani, i quali, volando per lo più a media e alta quota, erano poco vulnerabili contro le mitragliere di calibro minore (come lo ZSU-23-4, che in effetti ebbe una parte del tutto marginale in tale conflitto). Rispetto alla mitragliera da 57mm S-60, lo ZSU aveva un maggiore volume di fuoco essendo in istallazioni binate, e una maggiore mobilità. Ma le batterie di S-60 avevano radar di controllo del tiro con sistemi centralizzati PUAZO, che controllavano tutta la batteria, concentrando i 4 pezzi su obiettivi singoli. In pratica, la presenza di radar, nella difesa statica di obiettivi strategici, risultò più importante della mobilità del mezzo, e le batterie trainate sono state in generale molto più efficaci e temibili dei semoventi veri e propri, sia pure armati di cannoni analoghi.

Durante la Guerra dei sei giorni lo ZSU non impedì all'aviazione israeliana di sconfiggere duramente gli arabi, mentre per il resto combatté in quella del Kippur e in numerosi altri conflitti, incluso quello del 1982. Esso è entrato in azione anche in altri frangenti, come nel Golfo Persico, contro l'Iran, poi contro gli USA.

La Cina ne ha fatto una copia, ma non si sa quanto diffusa.

[modifica] ZSU-57-2 o Shilka?

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Pur essendo meno moderno e reattivo dello Shilka che lo ha seguito, il ZSU-57-2 paradossalmente è un sistema teoricamente più adatto alle esigenze odierne, perché ha una gittata ben più idonea a colpire elicotteri (e anche aerei) con missili ATGW, che operano in genere a 3-4km, molto fuori tiro dello ZSU-23-4. In teoria, potrebbe persino competere con gli 8km degli Hellfire(!), e senza dubbio è una minaccia mortale, con le sue raffiche, contro veicoli leggeri o fanteria equipaggiati di missili a lungo raggio: le sue munizioni hanno un tempo di volo di circa 5 secondi, contro i 20 di un missile TOW, su 4 km di gittata.

Effettivamente, il vecchio ZSU, assai rapido nei tempi di reazione come ogni altro semovente contraereo, avrebbe il tempo per reagire e distruggere il lanciamissili prima che esso possa guidare la propria arma a segno, sparando fino a 60 colpi da 2,4kg in tale arco di tempo.

Lo stesso vantaggio è possibile sia contro elicotteri (che hanno una maggiore mobilità ma sono meno corazzati) che contro un veicolo armato di missili anticarro. Un M113 con missili TOW, per esempio, sarebbe molto vulnerabile su di un raggio compatibile con la portata dei suoi missili. Sia le munizioni AP che quelle esplosive potrebbero squarciarne la corazzatura leggera senza problemi, mentre la torretta, per quanto relativamente lenta, ha pur sempre una velocità di movimento doppia rispetto a quella di un normale carro armato sovietico.

la sommità anteriore del mezzo mostra, attraverso il cielo scoperto, le armi di bordo
la sommità anteriore del mezzo mostra, attraverso il cielo scoperto, le armi di bordo

Peccato dunque che il mezzo non sia stato aggiornato in maniera adeguata, per esempio con lo stesso apparato di tiro dello Shilka e nuove munizioni APDS e HE con spoletta di prossimità, oltre che un motore di maggiore potenza per ruotare più in fretta la torre (peraltro, contro bersagli aerei lenti anche così sarebbe più che sufficiente).

Avrebbe potuto essere una sorta di antesignano dell'OTOMATIC, anche mantenendo la torre scoperta (ovvero, senza protezione NBC), ma può essere che il vero problema fosse la difficoltà di progettare un'adeguato sistema di alimentazione delle munizioni che elevasse la cadenza pratica di fuoco, sebbene i sovietici avessero molta dimestichezza con i sistemi di alimentazione automatica. L'unica possibilità pratica per quest'aggiornamento, sarebbe stata probabilmente quella di eliminare uno dei cannoni, per ospitare un apparato di alimentazione automatica per l'altro, il che assieme a proiettili con spoletta di prossimità e un sistema di controllo del tiro, avrebbe dato origine ad un vero "otomatsky", per quanto possibile per una macchina da 30 tonnellate (anziché 46).

La protezione balistica, eccetto che la parte superiore del mezzo, è migliore di quella dello Shilka, mentre anche la velocità e la mobilità sono superiori, con un'autonomia pure molto maggiore. Curiosamente, il lungo scafo dello ZSU-23-4 consente però di superare trincee più lunghe (2,8 vs 2,7m.).

Nell'insieme, l'impressione che si sia voluto (come d'altra parte fecero anche gli americani con il M163 VADS) privilegiare oltremodo il volume di fuoco da opporre ai jet attaccanti a bassa quota, abbia poi nuociuto alle possibilità di contrasto antiaereo una volta che missili guidati precisi e affidabili sono diventati la minaccia più comune.

In questo caso, la necessità si è spostata nuovamente su sistemi caratterizzati da un "braccio lungo" d'impiego, ma se gli americani hanno provato (e fallito) con il DIVAD (armi da 40mm con spoletta di prossimità), i sovietici hanno avuto successo con il 2S6 Tunguska, che abbina cannoni da 30mm per gli ingaggi ravvicinati a missili per le maggiori distanze. Se gli americani nel loro fallimento hanno riutilizzato il concetto del semovente con cannoni binati da 40mm, i sovietici hanno lasciato perdere soluzioni che avrebbero comportato una sorta di OTOMATIC e si sono dati ad un sistema misto, se non altro più leggero. Se questo sia stato dovuto all'inadeguatezza della soluzione di artiglieria "pura" o se sia stato dovuto alla volontà di esaltare al massimo le prestazioni operative a scapito della semplicità di progetto non è dato di sapere.

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