Walter Duranty
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Giornalista (1884-1957),fu corrispondente del New York Times negli anni Venti e Trenta del ventesimo secolo.
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[modifica] Gli scritti
La corrispondenza dall’Unione sovietica e la sua intervista allo stesso Stalin lo rese celebre in patria e ben visto dallo stesso presidente sovietico. Particolarmente importanti furono gli articoli da lui scritti negli anni trenta,nei quali sosteneva sempre con maggiore convinzione la politica economica di Stalin e ne elogiava le grandi doti personali,fino ad arrivare all’apologia,alimentando il culto della sua personalità anche in occidente ,e contribuendo non poco ad occultare la vera realtà economica e politica dell’U.R.S.S. Celebri sono diventate le corrispondenze del 1931 ,nelle quali il Duranty tesseva le lodi dei piani quinquennali sovietici,con tanto di interviste a funzionari o altre personalità sovietiche.
[modifica] IL premio
Queste corrispondenze valsero al giornalista il famoso Premio Pulitzer del 1932. Ma gli articoli più controversi dovevano ancora venire. La politica di collettivizzazione aveva provocato una forte reazione nelle campagne ucraine ,di conseguenza le autorità sovietiche per riuscire a piegarne la resistenza approvò una politica di requisizione delle derrate alimentari ,dando inizio a una vasta carestia.
[modifica] Holodomor
Le requisizioni provocarono una carestia le cui vittime si contarono a milioni ,dai quattro ai sette a seconda delle stime. Le autorità sovietiche chiusero le frontiere agli affamati ,impedirono anche il movimento all’interno dell’Unione Sovietica a chi cercava mezzi di sostentamento ,negando con convinzione le condizioni critiche della popolazione e rifiutarono ogni aiuto. Le sofferenze delle popolazioni sono state descritte da Robert Conquest nel suo straordinario libro Harvest of sorrow ,-Racconto di dolore-,lavoro che ha visto la luce negli anni Ottanta. Un altro scopo di questa politica,era la russificazione dell’Ucraina ,in quanto le spinte autonomiste del “granaio d’Europa “preoccupavano i dirigenti sovietici. Questa politica di russificazione colpì anche altre zone dello stato sovietico. I servizi segreti sovietici ,l’OGPU ,“organizzarono” viaggi nelle zone colpite per poter impressionare e convincere l’opinione pubblica che la politica sovietica stava riportando notevoli successi e che contava sul sostegno della popolazione. Durante questi viaggi ,gli incontri con persone felici,bambini ben pasciuti e mandrie che pascolavano tranquille erano molto frequenti. IL leader radicale francese Herriot, lo scrittore Bernard Shaw,e appunto il corrispondente a Mosca per il New York Times, Walter Duranty, furono tra i protagonisti di questi viaggi propagandistici. Gli ucraini invece,per descrivere questa tragedia ,coniarono il termine Holodomor,che vuol dire strage da fame provocata dall’uomo.
[modifica] Giornalisti veritieri
Nonostante gli sforzi delle autorità e i servizi compiacenti di certa stampa,una tragedia di questa proporzione non poteva rimanere occultata. Determinati a far conoscere la verità,giornalisti come Malcolm Muggeridge e Gareth Jones entrarono in territorio sovietico e descrissero la vera situazione della popolazione. La loro testimonianza non ebbe un grande eco,e lo stesso Walter Duranty continuò a negare la carestia continuando a lodare il governo di Stalin. Erano molti allora che volevano credere nell’utopia socialista,e il grido di dolore del popolo ucraino venne presto dimenticato. Il Maggeridge arrivò ad accusare senza mezzi termini il Duranty di essere il più grande bugiardo della storia del giornalismo.
[modifica] Ritirate il premio
Il lavoro di Robert Conquest e di altri giornalisti e storici,nonché le pressioni delle comunità ucraine sparse nel mondo e dello stesso governo di Kiev,hanno riaperto la questione del Pulitzer assegnato al nostro inviato in terra sovietica. Tutto sembrava portare alla revoca del premio,e una apposita commissione nell’ottobre del 2003 si riuniva per discutere se togliere il riconoscimento al Duranty. Una occasione storica per rendere onore alle vittime di questa tragedia e una possibilità per cancellare una grande fonte di imbarazzo per tutta la stampa libera. La quale si è nella sua quasi totalità schierata per il ritiro del premio. Ma con grande sorpresa il premio non è stato ritirato,in quanto la commissione non ha riscontrato una chiara prova della malafede dell’inviato. Una beffa per le vittime e per chi ,rischiando vita,come i giornalisti Malcolm Muggeridge e Gareth Jones ,si prodigarono nella ricerca della verità.
Il direttore del New York Times , Bill Keller , ha ammesso che il loro corrispondente a Mosca negli anni Trenta era un falsario,i cui articoli erano vergognosi e disgustosi,e ha disconosciuto il premio al giornalista facendo conoscere i nomi di chi nel passato e nel presente hanno screditato il lavoro di Duranty