Vasanello
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Vasanello | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Lazio | ||
Provincia: | Viterbo | ||
Coordinate: | |||
Altitudine: | 265 m s.l.m. | ||
Superficie: | 28,58 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 144,85 ab./km² | ||
Comuni contigui: | Bassano in Teverina, Gallese, Orte, Soriano nel Cimino, Vignanello | ||
CAP: | 01030 | ||
Pref. tel: | 0761 | ||
Codice ISTAT: | 056055 | ||
Codice catasto: | A701 | ||
Nome abitanti: | Vasanellesi | ||
Santo patrono: | San Lanno Martire | ||
Giorno festivo: | 5 maggio | ||
Sito istituzionale | |||
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Vasanello (VT) è un comune con 4.157 abitanti, che dista dal Capoluogo circa 30 km.
Indice |
[modifica] Il Nome del Paese
A fianco dell'antica Via Amerina, in un altopiano poco elevato, fra il Monte Cimino ed il Tevere, si trova Vasanello, circondato da una cornice di monti che lo chiude a semicerchio: ad Est le montagne della Sabina, a Nord quelle dell'Umbria, ad Ovest la catena dei Cimini, mentre a Sud si eleva il solitario Soratte.
Le origini del paese si perdono nella storia e lo stesso nome Vasanello ha una genesi molto travagliata. Il documento più antico che riporta il nome è un'epigrafe marmorea collocata nella chiesa di S. Salvatore nell'anno 1038, a ricordo di Domenico che fu "Archipresbiter in castro Vassanello". In un documento del Marzo 1058 estratto dal Cartario di S. Sillvestro, è riportata una concessione fatta da Tebaldo Abate ad alcuni suoi congiunti "De tenimentu Vassanello". Leggendo attentamente questo documento si nota che tutte le lettere b sono state sostituite con v e lo stesso si può supporre sia avvenuto con la v di Vassanello, tanto più che in altri documenti dello stesso cartario il paese è sempre indicato come Bassanello, mentre in quelli successivi, fino al 1287, troviamo entrambe le dizioni.
Nella "Fabrica Ortana" del Leoncini sono trascritte le bollette di pagamento dell'anno 1384 dei Castelli di Vassanello e Vassano (Bassano in Teverina). In un documento del Cartario di S. Silvestro in data 16 Dicembre 1292 si parla di "Castri Vagnoli" (Bagnolo).
Il 13 Aprile 1400 infine veniva concesso in feudo il "Castrum Bassanelli" e da quell'anno è sparita la dizione Vassanello.
Da tutto ciò si può dedurre che il vero nome è Bassanello e che esso tragga origine dalla famiglia patrizia romana dei Giunii Bassi, che possedette beni nel nostro territorio. Altri lo fanno derivare da Bassareus, epiteto di Bacco , in onore del quale, in questa zona ricca di vigneti, si svolgevano feste solenni.
Il nostro patrimonio epigrafico è povero e queste ipotesi non possono essere documentate, ma non si può comunque ignorare che per cinque secoli il nome è stato Bassanello.
[modifica] Il Castello Orsini (XII Secolo)
Sulla piazza principale di Vasanello, a protezione dell'antico borgo, si innalza austero il castello baronale. Sino al 1885, il suo "maschio", (il Torrione, alto circa 18 mt.), era unito alla torre d'angolo quadrata (ora campanile della Chiesa di S. Maria), dalle mura castellane (il "Muraglione), percorribili entro il loro spessore da un camminamento aperto. Lungo queste mura difensive, in prossimità del "Torrione", si apriva la porta d'ingresso principale del paese, sopra la quale spiccava un dipinto rappresentante il Protettore S. Lanno.
Il Castello è costruito in tufo, ha forma rettangolare, ed i suoi angoli sono difesi da quattro torri cilindriche. I coronamenti merlati, sia delle torri che delle mura perimetrali, attualmente coperti a tetto, sono a balzo su archetti sostenutI da barbacani in peperino. Tanto le torri quanto le mura sono rafforzate da scarpate, al termine delle quali corre un cordone che cinge il torrione e si estende lungo tutta la parte meridionale del castello.
Il fossato era scavato lungo tutto il margine esterno del castello, e davanti all'ingresso principale, ai piedi del grande portone in ferro chiodato, sul cui architrave di peperino spicca lo stemma dei Della Rovere (una quercia con le lettere I. R. lì collocato agli inizi del 1500, in occasione del matrimonio tra Nicola Della Rovere e Laura Orsini), sono ancora visibili i cardini del ponte levatoio. Il castello, che attualmente si presenta in forma maestosa, è stato costruito in epoche diverse, seguendo l'evoluzione militare della difesa e, in tempi più recenti, vi sono stati aggiunti i necessari accessori per la dimora dei baroni.
Il primitivo nucleo del castello doveva essere un semplice bastione che si elevava non oltre l'attuale primo piano ed insieme alle mura di cinta ed alla torre quadrata (attualmente Campanile) faceva parte di tutto un sistema difensivo all'ingresso del vecchio borgo. L'evoluzione dell'antico bastione ha richiesto un lunghissimo spazio di tempo, dall'epoca Etrusco-Romana, in cui esso veniva innalzato, fino agli inizi del 1500, in cui fu terminato in occasione del matrimonio tra Nicola Della Rovere e Laura Orsini. La storia del Castello è la storia di Vasanello.
Nel 1278, Orso Orsini si impadronì di Bassanello (antico nome di Vasanello), Palazzolo, e Colle Casale, e li tenne sino al 1882, finché Martino IV lo costrinse a restituirli in quanto questi castelli erano sotto la sovranità della S. Sede. Nel periodo che Orso Orsini fu signore di Bassanello, Fece costruire il primo piano del castello elevando anche le quattro torri. Nel 1305 il popolo di Bassanello di sottomise a Viterbo.
L'atto di sottomissione è firmato da Jacobellus Petri Necci e Puccius Angeli Jordani, procuratori degli abitanti. Nel 1351, Vannoccio Vanni figura castellano di Vasanello per un anno, nominato dal Rettore. Nel registro del Cardinale Albornoz (1464) il castello è soggetto alla sovranità immediata della S. Sede. Gregorio XI (1330-1378) nel 1377 affidò "ad beneplacitum" la castellania di Bassanello a Neruccio di Enricuccio di Soriano in ricompensa di servizi militari prestati nella repressione della ribellione del 1375 del Patrimonio e della Sabina. Bonifacio IX (1356-1404) ne infeudò nel 1396 a terza generazione Andrea Tommacelli (che era suo fratello). Martino V (1368-1431) lo diede in vicariato a Lodovico Colonna, il condottiero che nel 1424 liberò Aquila da Braccio da Montone.
Eugenio IV (1383-1447) nel 1433 investì di Bassanello Gentile Migliorati con passaggio del feudo alla sua morte, alla moglie Elena Orsini ed ai figli di Lei. A questi (Cosimo e Lodovico Orsini, nipoti del Cardinale Latino) Nicolò V nel 1452 confermò l'infeudazione. Il castello fu ereditato da Orsino Orsini (1473-1500), figlio di Lodovico e di Adriana Mila. Orsino sposò a Roma il 21.05.1489 Giulia Farnese (1471-1524), detta "la bella", figlia di Pier Luigi Farnese dei duchi di Parma e Piacenza, e di Giovannella Caetani e sorella di Alessandro salito al trono Pontificio col nome di Paolo III. Con questo matrimonio iniziò il periodo aureo del castello, anche perché Giulia Farnese portò in dote rilevanti ricchezze. La titolavano sponsa Christi "La sposa di Cristo" dacché notoriamente fu l'amante del Papa Alessandro VI (1431-1503).
Il 31 Luglio del 1500, Orsino Orsini moriva a soli 27 anni tragicamente, a Bassanello, per il crollo del solaio che lo sorprese nel sonno. Laura Orsini (1492- ?), erede di Orsino, sposò Nicola Della Rovere, l'atto matrimoniale fu stipulato nel Novembre 1505 con grande solennità, davanti al Papa Giulio II ed otto Cardinali. Alla sposa venivano assegnati in dote Bassanello, Palazzolo e Cerqueto; Nicola Della Rovere morì nel 1535 lasciando due figli: Giulio ed Elena.
Nel 1557, Bassanello fu dato giudiziariamente in pegno, con Gallese, a Vittoria della Tolfa, vedova di Camillo Orsini, per il recupero dei frutti percetti dai Della Rovere su S. Angelo in Capoccia rivendicato dal detto Camillo nel 1552.
Giulio Della Rovere riscattò il pegno l'anno successivo ed alla sua morte (1577), non lasciò eredi ed il feudo di Bassanello passò al nipote Giulio Colonna, figlio di Elena Della Rovere e Stefano Colonna. I Colonna tennero la Signoria di Bassanello sino al principio del secolo XVIII con il titolo di Duchi di Bassanello e Principi di Carbognano.
Giulio Cesare Colonna, Duca di Bassanello e Principe di Carbognano, nel 1728 sposò Cornelia Barberini figlia ereditiera d'Urbano, da questo matrimonio nacquero due figli: Urbano e Carlo. Carlo ereditò dalla madre (1797) il fedecommesso Barberini; Urbano ereditò (1787) i feudi del padre (Bassanello, Carbognano, Roviano...). Pertanto Carlo continuò la linea dei Principi Barberini; i discendenti di Urbano invece si chiamarono Barberini Colonna di Sciarra. A questi rimane Bassanello ed ultimo erede alla fine del secolo XIX fu Matteo Barberini di Sciarra.
Al principio del 1900 i beni di Bassanello passarono alla Banca d'Italia e da questa alla locale Università Agraria. Il castello fu invece acquistato nel 1907 da Monsignor Luigi Misciattelli. Prefetto dei Palazzi Apostolici, il quale iniziò subito il restauro di questo monumento medioevale con gusto e competenza artistica. Il grande portone d'ingresso del castello, immette nel cortile, non molto grande, pavimentato con mattoni rossi disposti a spina di pesce. Sul lato sinistro un bellissimo pozzo in peperino di epoca rinascimentale, sul lato destro si sviluppa la scala esterna(a profferio) che conduce ai piani superiori, poggiante nel lato centrale sopra due archi sostenuti da un pilastro esagonale.
Dall'apertura degli archi si accede al piano terra nella sala d'armi, dove ancora esistono i sedili perimetrali in peperino, ed i lampadari in ferro battuto dell'epoca e nella parte centrale si apre un grandissimo camino cinquecentesco in peperino. Il piano terra è caratterizzato da piccole porte con gli stipiti arrotondati alla sommità e corridoi lunghi e stretti. Bellissimi anche i soffitti a cassettone decorati con varie fantasie geometrico-floreali. Da una porticina, che si apre sul cortile, in fondo alla grande torre, si accede alla prigione, appena illuminata da una finestrella con inferriata, che presenta un'interessante caratteristica: una fessura per passare il cibo. Le pareti della prigione sono affrescate con figure di guerrieri, scene di uccisione e simboli della religione cristiana eseguiti da prigionieri. Le porte del primo piano sono di stile cinquecentesco, come pure il fregio di squisita fattura che corre sotto il soffitto del salone, tutto ciò a confortare la tesi che in quel secolo il primo piano subì adattamenti e restauri.
Sopra l'architrave della porta esterna del secondo piano, è scolpito un nome: LAURA. È il ricordo di Laura Orsini, figlia di Orsino Orsini e Giulia Farnese, che come sopra accennato, nel 1505 si unì in matrimonio con Nicola Della Rovere, nipote di Giulio II. Ai Della Rovere si deve lo "Statuto di Bassanello", manoscritto su carta menbranacea della prima metà del secolo XVI con firme autografe di Laura, Nicola e Giulio Della Rovere, che è il primo compendio organico delle leggi per la "Terra di Bassanello", attualmente conservato in Comune.
Da citare tra gli ospiti illustri del castello il Duca Valentino (Cesare Borgia), che ha tenuto per un certo periodo una non indifferente guarnigione di soldati e sua sorella Lucrezia Borgia (amica intima di Giulia Farnese), figlia di un Papa, tre mariti, (uno assassinato), un certo numero di amanti, una vita avventurosa, otto figli legittimi, uno illegittimo, l'ammirazione incondizionata dei contemporanei, perfetta castellana rinascimentale, (il tutto in soli 39 anni).-
[modifica] La Chiesa di S. Maria Ass. (XI Sec.)
E' la cattedrale, eretta nel sec. XI, probabilmente sui resti di un tempio pagano, addossata all'antica cinta muraria del paese, misura metri 25 x 12 ed è alta 13.
La facciata è preceduta da un portico asimmetrico, di epoca posteriore alla chiesa, che ne occupa poco più della metà ed è unito al campanile. È costruito in peperino, i suoi architravi poggiano agli angoli sopra due pilastri e nel mezzo sopra due agilissime colonne. All'interno del portico sono custoditi numerosi reperti archeologici che avvalorano l'ipotesi che la chiesa sia sorta su un antico tempio romano. Oltre a steli, frammenti di transenne e di altro materiale ornamentale, durante il restauro del 1925 sono state trovate sotto la cripta della chiesa una pesantissima ara pagana in travertino decorata da una testa di ariete e festoni di fiori su cui si posano uccelli.
Anche l'abside (tricoro) decorato esternamente con costoloni e con archetti penduli sotto le tettoie delle celle laterali, con la sua struttura architettonica, avvalora la tesi della sovrapposizione a fabbricati precedenti.
Il campanile, sicuramente, doveva essere un bastione angolare delle antiche mura. Fu sopraelevato in età romanica con due ordini di bifore poi chiuse, di cui si intravedono gli archi in laterizi. Incorpora uno strato di opus reticolatum in piccoli conci di pietra bianca e un frammento con una croce bizantina. Decorazioni in cotto a spina di pesce ne separano i piani.
La porta della facciata è del secolo XV e in origine da quella parte non doveva esserci alcuna apertura per ragioni di sicurezza, essendo troppo vicino alle mura . Anche l'ingresso al portico è infatti verso l'interno del paese, e dalla stessa parte sulla navata sinistra era l'antica porta quadrata.
Nell'interno, il tempio è diviso in tre navate da due ordinu di colonne cilindriche - due soltanto sono esagonali - monoliti in peperino, sormontate da interessanti capitelli romanici sopra i quali posano gli archi pure in peperino. I capitelli, di stile diverso l'uno dall'altro, sono ornati con disegni geometrici con foglie di acanto, con animali fantastici : l'austerità dello stile romanico tollerava che soltanto sui capitelli si esercitasse il talento dello scultore. Sulle nude pareti di tufo poggia il tetto a travatura scoperta. Le navate terminano con un presbiterio a tre celle al quale si accede per mezzo di nove gradini; sotto il presbitero si apre la cripta.
Due affreschi, all'interno delle absidi minori, sono del secolo XII e mostrano chiari influssi bizantini. il primo mostra il Redentore con i santi Pietro e Paolo che tiene in mano un libro con la scritta "Ego sum lux mundi", dell'affresco dell'altra cella sono sparite le figure laterali ed è restato un personaggio in atteggiamento ieratico con una lunga barba bianca. Tiene in mano la scritta "Beatus qui me servit". La didascalia allude chiaramente al Redentore, mentre la figura si riferisce meglio ad un santo monaco (sovrapposizione ?).
Nell'abside centrale un bel tabernacolo cilindrico del XVI sec. poggia su di un cippo ricavato da un'ara romana. Al di sopra una tavola con l'Assunta di anonimo del '500.
Nella cripta sono conservate reliquie di San Lanno, rinvenute nel 1628 e reincorporate nell'urna di vetro, opera del ceramista fiorentino Giocchino Mortula del XVIII sec. Vi si conserva anche il "mattone di San Lanno", frammenti di spessa terracotta che identificavano il corpo e l'epoca del martirio. A San Lanno e a Santa Lucia sono dedicati i due altari ai fianchi del portone principale, in due cappelle di chiaro stile barocco. Accanto l'ingresso della torre campanaria, in una celletta circolare, si trova il fonte battesimale di rilevante interesse artistico, risalente al XVI sec.
Forse appartiene al sec. XVI la cappella della navata sinistra, che era stata adibita a sacrestia ed è stata riaperta al culto e dedicata al sacro cuore di Gesù dopo il restauro del 1925; gli affreschi della cappella come quelli della cripta, sono opere del Prof. Ercole Aloisi. L'attuale sacrestia originariamente era la cappella interna di S. Lanno.
[modifica] La Chiesa di San Salvatore (XI Sec.)
Come tutte le chiese esistenti nell'antico perimetro di Vasanello ha la facciata rivolta ad oriente. È costruita in tufo, misura circa metri 17 x 10 ed è alta 14.
La facciata che termina a timpano, è percorsa dal basso in alto da due sottili semicolonne sormontate da rudimentali capitelli fino al tetto , sotto il quale corre una teoria di archetti penduli. Anche le pareti laterali esterne hanno la medesima decorazione. Sulla facciata, in alto rispetto al piano stradale, si apre la porta sormontata da una lunetta a tutto sesto. In origine aveva un portico che fu abbattuto quando, nel secolo XIII, fu elevato il campanile; infatti durante il restauro del 1909 furono trovati murati nelle pareti interne del campanile alcuni capitelli delle colonne del portico, molto simili a quelli di Santa Maria.
La chiesa ha tre navate divise da due file di quattro colonne cilindriche in peperino sormontate da capitelli ionici che sorreggono le arcate. Il presbiterio ha tre celle semicircolarie si eleva di alcuni gradini dal piano della chiesa. Nell'anno 1853 vi furono costruite volte a botte, chiuse le colenne entro pilastri in muratura, e aperte grandi finestre. La spinta delle volte produsse gravi lesioni all'edificio che nell'anno 1940 fu completamente restaurato e riportato alla sua struttura originaria. Nel 1951 la Sovrintendenza del Lazio ordinò lavori di consolidamento. Questa chiesa esisteva fin dal principio del Mille, come si rileva da un'epigrafe (già in un sarcofago all'esterno della chiesa ed ora murata nella prima navata a destra) che porta la data del 1038 in ricordo dell'arciprete Domenico che vi si fece seppellire.
L'abside ospita a destra una bella Madonna della Rondine con un Bambino e Santi; al centro un pregevole tabernacolo a pianta trapezoidale in marmo bianco del XVI sec. Il cippo su cui poggia l'altare è venuto alla luce durante il restauro del 1941. È decorato solo su due lati: sul fronte con una croce latina, da cui nascono rami e foglie e un agnello alla base; sul fianco sinistro due animali in corsa tra elementi vegetali. Si può datare tra la seconda metà del VII sec. e gli inizi dell'VIII. Gli affreschi che decoravano la navata sinistra sono pressoché scomparsi a causa dell'umidità risalente dal terreno. Ben conservata è invece l'edicola della Madonna della febbre, il cui affresco, dipinto dal vasanellese Filippo Scarelli nel 1878, si inserisce in un tabernacolo al centro di un grande pannello di metri 4 x 3 diviso in sette quadri affrescati del XVI sec. (la cornice, in rilievo, è datata 1573). A fianco della porta secondaria una serie di affreschi della scuola tosco/umbra del XV sec. attribuiti a Domenico Velandi della scuola di Lorenzo da Viterbo.
[modifica] Le Chiese Minori
Abbazia della Madonna delle Grazie (XVI Secolo)
Particolarmente interessante perché ornata di affreschi attribuiti alla Scuola del Perugino (1445/1523). Da evidenziare la bellissima Madonna con Bambino Benedicente (raffigurata nell'edicola sacra esterna).
Cappella di San Lanno Martire (Patrono di Vasanello)
Eretta intorno all'anno Mille nel luogo dove S. Lando, oggi S. Lanno, subì il martirio nel 296 d.C., conserva un bellissimo affresco del 1493 attribuito al M. di Castiglione in Teverina.
Santa Maria della Stella
Fu costruita nel 1704. E anche qui l'immagine della Madonna posta sull'altare proviene da un'edicola di campagna.
[modifica] Il Campanile Romanico di San Salvatore (XIII Sec.)
E' una torre quadrata alta circa 28 metri, divisa in sei piani separati da vaghe cornici di laterizi.
Sulle quattro facce del primo piano si aprono le bifore, mentre sopra agli altri si sovrappongono le trifore archeggiate a tutto sesto e divise da sottili colonne in peperino.
Nella facciata destra della porta si notano tre busti scolpiti in altorilievo; si tratta certamente di materiale di spoglio d'epoca romana usato quale motivo decorativo.
Questa torre sembra appartenere alla scuola dei Cosmati e ci ricorda i campanili di S. Maria in Cosmedi, di Santa Cecilia a Roma quelli di Bolsena, di Sutri, di Tarquinia.
Lando Leoncini narra che per la costruzione siano state usate pietre della Via Amerina o Veia che attraversava il territorio di Vasanello.
Suffragano questa tesi le tracce che i carri hanno lasciato sulle pietre e che sono ancora oggi visibili.
Si dice che sotto il campanile, che più volte è citato come mausoleo, sia seppellito Elvio, l'ultimo re degli etruschi sconfitto dai romani presso il lago Vadimone, a pochi chilometri da Vasanello.
[modifica] Itinerari Archeologici
La Torricella: parte di un sistema di torri di avvistamento che sembra seguire il tracciato della via Amerina.
Palazzolo: sorge su un alto sperone di tufo ed è circondato da profondi burroni. Palazzolo è quasi certamente l'antico "Castrum Amerinum". Il ponte, sul fosso delle mole, è di epoca romana.
Poggio della Mentuccia: su un colle che sale dal Fosso delle tre fontane è stato individuato lo scarico di una fornace aretina.
Morticelli: scavate nel tufo, una serie di sepolture antropomorfe. Sono di fattura longobarda e risalgono all'VIII secolo d.C.
Pestarole: disseminate nei dintorni di Palazzolo si trovano le "Pestarole", costituite da due vasche poste su due livelli diversi.
Ponte di Valle Gaudenzio: resti di un ponte etrusco del II secolo, che scavalca il fosso di Valle Canale.
E' un ponte a una sola arcata di cui restano le spallette laterali.
La Selva: di rilievo alcune colonne di travertino appartenenti a un tempio dedicato a divinità dei campi.
La nostra escursione si conclude, al Parco del Fontanile, nella Valle di San Silvestro, dove si trova l'omonima chiesa rupestre.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Primo Paolocci (CdL) dal 29/05/2006 (2º mandato)
Centralino del comune: 0761.40891
Email del comune: comune@vasanellovt.info
- Comune: Via Roma, 30
- Fax: 0761.4089389
- Classificazione climatica: zona D, 1891 GR/G
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Siti Web
Pagine Informative del Comune di Vasanello (VT) [1]
Sito Web Ufficiale di Vasanello (VT) [2]