Varlam Tichonovič Šalamov
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Varlam Tichonovič Šalamov , in russo Варлам Тихонович Шаламов (Vologda, 1 luglio 1907 – Mosca, 17 gennaio 1982) è stato uno scrittore, poeta e giornalista sovietico.
Prigioniero politico, sopravvisse all'esperienza dei gulag.
Figlio di un prete ortodosso e un'insegnante, si diploma al ginnasio nel 1923. Dopo due anni di lavoro, viene ammesso nel 1926 all'Università Statale di Mosca, nel dipartimento di Diritto Sovietico, dove durante i suoi studi si unisce ad un gruppo trockista. Viene arrestato il 19 febbraio 1929 e condannato a tre anni di lavori forzati nella città di Vyšera, sugli Urali settentrionali; l'accusa è quella di aver distribuito le "Lettere al Congresso del Partito", note anche come "Testamento di Lenin", in cui vengono sollevate critiche all'operato di Stalin, nonché di aver partecipato ad un picchetto dimostrativo per il decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre con lo slogan "Abbasso Stalin!".
Viene rilasciato nel 1931 e lavora nella città di Berezniki fino all'anno successivo, quando rientra a Mosca e riprende a dedicarsi alla scrittura. Nel 1936 vede la luce il suo primo racconto "Le tre morti del Dottor Austino".
Il 12 gennaio 1937, durante le "grandi purghe", è nuovamente arrestato per "attività trockiste contro-rivoluzionarie" e mandato ai lavori forzati nella Kolyma, tristemente nota come "la terra della morte bianca", per cinque anni. Nel 1943 gli venne poi comminata una seconda pena, stavolta per dieci anni, per "agitazione antisovietica". Tra le accuse, l'aver definito Ivan Bunin "un classico scrittore russo".
Dapprima lavora come forzato nelle miniere d'oro, quindi in quelle di carbone. Le condizioni di vita dei forzati erano rese ulteriormente estreme dal clima della regione; si ammalò di tifo e più volte fu messo a regime punitivo, sia per i suoi reati d'opinione che per i tentativi di fuga.
Nel 1946 è ridotto allo stremo (il termine gergale russo è dochodjaga, доходяга, "giunto in fondo"). La sua vita viene salvata dal medico-prigioniero A. I. Pantjuchov, che correndo qualche rischio riesce a prenderlo come suo assistente presso l'ospedale del campo di prigionia. Questa nuova sistemazione gli consente di sopravvivere e successivamente di scrivere di nuovo. Rilasciato nel 1951, continua a lavorare presso l'ospedale del campo e a scrivere. Nel 1952 spedisce alcune sue poesie a Boris Pasternak, che le apprezza pubblicamente. Al termine della sua prigionia, la sua famiglia non esiste più; la figlia, ormai adulta, rifiuta di riconoscerlo.
A Šalamov viene permesso di lasciare Magadan nel novembre 1953 - otto mesi dopo la morte di Stalin - e si trasferisce nel villaggio di Turkmen, nella provincia di Kalinin, non lontano da Mosca. Inizia a lavorare alla raccolta di racconti della sua vita di forzato, "I racconti di Kolyma", che completerà nel 1973.
Dopo la morte di Stalin tantissimi zek (abbreviazione gergale per zaključënnyj, заключённый, "prigioniero") furono rilasciati e riabilitati - molti di essi postumi. Šalamov viene riabilitato ufficialmente nel 1956; un anno più tardi torna a Mosca, dove lavora come corrispondente della rivista letteraria "Moskva". La sua salute è tuttavia minata dagli anni di prigionia, e gli viene versata una pensione di invalidità.
Šalamov entra in contatto con Aleksandr Solženicyn, Boris Pasternak e Nadežda Mandel'štam. Continua a scrivere poesie e saggi parallelamente ai "racconti di Kolyma", molti suoi lavori vengono fatti uscire dall'Unione Sovietica per vie traverse e diffusi attraverso il samizdat. La prima edizione completa in lingua russa dei "racconti di Kolyma" viene pubblicata a Londra nel 1978. Solo nove anni dopo, nel 1987, la raccolta verrà pubblicata sul suolo russo, alla vigilia del collasso dell'Unione Sovietica. "I racconti di Kolyma" è considerata una delle più importanti raccolte di racconti della letteratura russa del XX secolo.
In Occidente le novelle di Šalamov furono sempre pubblicate senza il consenso o la conoscenza dell'autore che sorprendentemente nel 1972 ha ritrattato il contenuto delle novelle, forse obbligato dalle autorità sovietiche. A causa di un peggioramento delle condizioni di salute passa gli ultimi tre anni della sua vita in una casa di riposo per scrittori anziani e disabili a Tušino.
Šalamov morì a Mosca. Oggi è sepolto al cimitero di Kuncevo.
[modifica] Pubblicazioni
- ISBN 0140186956 I racconti di Kolyma
- ISBN 0393014762 Grafite
- ISBN 5170044925 Vospominaniia (memorie)