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Va' dove ti porta il cuore - Wikipedia

Va' dove ti porta il cuore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Va' dove ti porta il cuore
Titolo originale
Autore: Susanna Tamaro
Anno
(1ª pubblicazione):
1994
Genere: romanzo sentimentale
Sottogenere: romanzo epistolare
Ambientazione:
Anno di ambientazione:
Protagonista:
Coprotagonisti:
Antagonista:
Personaggi secondari:
Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 1994
Editore: Rizzoli
Edizione:
Traduzione:
Collana:
Pagine:
Capitoli
ISBN 8817129496
ISSN
Progetto Letteratura

Va' dove ti porta il cuore è un romanzo scritto da Susanna Tamaro e pubblicato per Baldini e Castoldi nel 1994.

È in assoluto il libro italiano del Novecento che ha venduto il maggior numero di copie (oltre 14 milioni in tutto il mondo [1]). Incentrato sui sentimenti e gli affetti familiari, ha incontrato un grande successo di pubblico diventando un vero e proprio "caso" letterario: scritto in forma epistolare, ha il suo cuore nella confessione che una anziana signora fa alla propria nipote, facendo emergere una silenziosa menzogna che ha travolto la sua famiglia.

Dal libro è stato tratto anche l'omonimo film diretto da Cristina Comencini.

Indice

[modifica] Soggetto

Olga è la nonna di Marta, con la quale ha vissuto per parecchi anni. Diventata oramai quasi adulta, la ragazza decide di partire per l'America. Tra le due, che si sono separate in seguito ad un periodo di crisi, vige il patto di non contattarsi per un periodo più o meno lungo.

Oramai malata, Olga ritiene di non avere più abbastanza da vivere per rivedere Marta. D'altro canto, ella sente l'assoluto bisogno di confidare a sua nipote le sue sensazioni ed alcuni suoi segreti (vedi trama). Si pone dunque il dilemma se rompere il patto e cercare di contattare Marta, oppure tacere, rischiando di fare un grave torto a sua nipote (la quale, al suo ritorno a casa, potrebbe chiedersi come mai nessuno l'abbia mai informata della malattia della nonna). Dato che entrambe le soluzioni sono assai insoddisfacenti, Olga decide di lasciare alla nipote per iscritto quanto ha da dire.

Scrive così una lettera-diario indirizzata alla giovane. Anche ritornando dall'America dopo la morte di Olga, Marta sarà senz'altro in grado di trovare il diario e leggere il messaggio. Durante l'esposizione dei fatti viene tra l'altro descritta in maniera approfondita la figura di Ilaria, madre di Marta e figlia di Olga.

[modifica] Tecniche letterarie

I dubbi della narratrice Olga (se contattare o meno il narratario, ossia Marta) sono alla base di un amalgama assai omogeneo tra i famosi generi letterari cui si è accennato: il romanzo epistolare e il diario. Entrambi sono concentrati sulla prospettiva della vita interiore di chi sta raccontando o leggendo.

Notevole è la la complessità dell'intreccio: infatti, l'esposizione degli avvenimenti non rispetta la loro cronologia, ma semplicemente il succedersi delle idee e delle memorie della narratrice. Il carosello dei ricordi progredisce scandito dalle date che si succedono man mano che Olga scrive il suo diario, raccontando degli avvenimenti che coinvolgono almeno quattro generazioni. Numerosi sono quindi i flash-back e le anticipazioni. Sono inoltre abbastanza frequenti le pagine che in pochi paragrafi illustrano gli eventi accaduti nel corso di diversi decenni (ad esempio lo stralcio in cui Olga spiega la storia tumultuosa delle zone dell'Istria, continuamente travagliate dalle varie guerre del Novecento). Viceversa, altri tratti del libro si intrattengono a lungo su una breve fase della storia di famiglia.

Per spiegare alcuni meccanismi della vita interiore della narratrice, si ricorre in continuazione al procedimento retorico della similitudine. Ad esempio, l'invecchiamento di una persona viene paragonato allo sviluppo dell'ostrica, la cui corazza con il tempo diviene da una parte più dura, ma anche più fragile. Una rottura della corazza significa che Olga, nella fase finale della sua vita, rischia in qualche modo di non poter più sopportare l'impatto con gli eventi in corso.

[modifica] Trama

personaggi
personaggi

Figlia di genitori rigidi, Olga nasce a Trieste, in una famiglia borghese di origini ebraiche e cresce in semisolitudine senza sentirsi amata. Al momento di terminare gli studi al ginnasio, i genitori le negano la possibilità di frequentare l'università. Olga, spirito inquieto e intelligente, trascorre la sua giovinezza a casa con i genitori senza riuscire a trovare un fidanzato, immersa in un'idea romantica dell'amore, ma senza neanche fare nulla per cercarlo.

Ormai quasi trentenne, accetta nel di sposarsi con Augusto, socio abruzzese del padre ma questi mostrerà poco interesse per Olga, preferendo invece dedicarsi alla sua passione per gli insetti. Il matrimonio di convenienza porta Olga ad un chiaro scetticismo nei confronti delle decisioni puramente razionali. La donna, trasferitosi a L'Aquila, diventa sempre più inquieta e depressa mentre il mondo è sconvolto dalla seconda guerra mondiale: alla fine della guerra apprende della distruzione della sua casa paterna e con il marito ritorna frettolosamente a Trieste dove acquistano una villetta alla periferia della città per accogliere i suoi genitori, ormai vecchi. La coppia si trasferisce quindi in Friuli.

Prendendo come prestesto il mancato arrivo di un figlio (impossibile dato che fra Olga e Augusto non vi sono praticamente rapporti sessuali) Olga si reca per due settimane alle terme di Porretta, qui conosce un dottore di idee comuniste, Ernesto con il quale inizia ad intrannere una relazione segreta. Olga, inizia a sentire il sentimento amoroso che aveva cercato per tutta la vita.

Ritornata a Trieste, la donna scopre di essere incinta di Ernesto ma decide comunque di tenere la bambina che chiama Ilaria. Intanto prosegue la relazione segreta con Ernesto, con incontri clandestini ma una notte il medico si schianta contro un albero con la sua automobile e muore.

Olga scopre la morte dell'amante dopo qualche mese e cade in una profonda depressione, tanto da iniziare a trascurare la figlia Ilaria che accusa il colpo e inizia a nutrire un profondo rancore verso la madre.

Con l'aiuto di un gesuita tedesco, Olga inizia lentamente a riprendersi e avvia un percorso spirituale, ma deve scontrarsi con la sempre più crescente ostilità della figlia Ilaria. Quest'ultima con il preciso intento di allontanarsi dalla famiglia, s'iscrive alla facoltà di filosofia dell'università di Padova, dove inizia a frequentare assiduamente gli ambienti del Sessantotto nonché i collettivi femminili imbevendosi delle nuove idee politiche con un preoccupante fanatismo.

In questo periodo muore Augusto, malato da diversi anni. In punto di morte, Augusto confida ad Olga di aver sempre saputo che Ilaria non era sua figlia, gettando la donna in un profondo sconforto. Dopo la morte del marito, Olga tenta di recuperare il suo rapporto con Ilaria, ma quest'ultima è sempre più ostile nei suoi confronti tanto che giunge ad allontanarla forzatamente dalla sua casa di Padova.

Ilaria lascia gli studi di filosofia che peraltro aveva seguito malamente e si unisce alla comunità di un santone che rende ancora più instabile la già fragile psiche della ragazza. Ilaria rimane incinta e alla madre racconta che il padre è uno studente turco (in realtà è un suo ex professore di filosofia).

Ilaria e la piccola bambina vivono in una specie di comune guidata dal santone. Ilaria è sempre più fragile, ha sperperato tutti i suoi soldi, fa uso di droghe e psicofarmaci. Sommersa dai debiti, Ilaria si rivolge alla madre Olga chiedendole un grosso presito ma la madre per la prima volta in vita sua dice di no alla figlia: quest'ultima esplode in un pianto isterico, nasce una lite violenta e Olga, fuori di sè si lascia sfuggire il segreto sulla vera paternità di Ilaria: allorché quest'ultima fugge via disperata, schiantandosi contro una quercia poco dopo e morendo qualche giorno dopo all'ospedale.

La piccola figlia di Ilaria, rimasta orfana, viene affidata alla nonna Olga. Olga, anche se anziana, cresce la nipote sviluppando con lei un rapporto affettuoso, favorita anche da una certa affinità di carattere.

Durante l'adolescenza però la nipote, travagliata da una dura inquietudine, si scontra sempre più violentemente con la nonna, giungendo spesso a provocazioni arroganti e volgari.

Superata la maturità, la nipote decide, indecisa sul suo futuro, di partire per l'America. Olga è colpita da un ictus e ormai, comprendendo di essere alla fine della sua vita, scrive una lunga lettera-diario alla nipote con lo scopo di svelarle tutti i segreti della sua vita ed esortandola sempre ad andare dove la porta il cuore.


[modifica] Critica al romanzo

Nonostante il plauso di una buona parte del pubblico, il romanzo è stato oggetto di dure e numerose critiche. In particolare, è stato tacciato di sentimentalismo.[2] In diversi frangenti, come quello in cui la protagonista riflette se avere o meno un figlio, l'approccio razionale alla soluzione di un problema viene apertamente criticato. Spesso, inoltre, il libro mira ad un forte coinvolgimento emotivo del lettore, il che può facilmente provocare una reazione di rifiuto categorico.

Per citare un famoso esempio di critica a questo best-seller, si ricordi come il romanzo è diventato anche oggetto della satira graffiante di Daniele Luttazzi, che lo parodiò col libro Va' dove ti porta il clito (1995). La Tamaro, trovando la parodia gratuita ed offensiva, volle protestare ed intraprendere le vie legali contro Luttazzi. Per farlo, non trovò altro modo che querelarlo per plagio, pur essendo motivata da ben altre considerazioni. La causa fu vinta dal Luttazzi.

[modifica] Note

  1. ^ Al 12 aprile 2008, ANSA su News Excite
  2. ^ mollica



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