Temporada Romagnola
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La definizione Temporada Romagnola (detta anche Mototemporada Romagnola) era originariamente utilizzata per indicare una serie di gare motociclistiche primaverili che, a partire dalla metà degli anni quaranta sino al 1971, venivano disputate sui circuiti cittadini della riviera e dell'entroterra romagnoli, come Milano Marittima, Lugo, Cesenatico, Rimini e Riccione. Il termine "Mototemporada" è mutuato dallo spagnolo "Moto temporada" che significa "stagione motociclistica".
Nate nel secondo dopoguerra con l'organizzazione volontaristica di vari motoclub della zona e con l'utilizzo di mezzi spesso di fortuna, le manifestazioni rappresentarono il simbolo della rinata voglia di vivere del popolo Romagnolo dopo gli orrori della guerra e riscontrarono un tale successo di pubblico da divenire, in brevissimo tempo, un imprevisto quanto importante veicolo pubblicitario.
La costante ed incredibile presenza media di decine di migliaia di spettatori, convinse le case costruttrici italiane a partecipare alle manifestazioni in veste ufficiale e con i migliori piloti, subito seguite dalle case europee e, poi, da quelle giapponesi.
Già alla fine degli anni cinquanta le gare della "Mototemporada" verranno inserite nel calendario delle competizioni valevoli per il Campionato Italiano Seniores ed assumeranno sempre maggiore rilievo sulla stampa nazionale ed estera, fino ad essere considerate, nella seconda metà degli anni sessanta, il prologo del Campionato Mondiale. Infatti, grazie alla partecipazione delle squadre più importanti ed all'assenza di ordini di scuderia dettati da motivi di classifica, i giornalisti sportivi potevano valutare, sul campo, la reale forza dei piloti e delle macchine che si sarebbero disputata, dalle settimane successive, la conquista del titolo iridato.
Nelle sue varie edizioni, la "Mototemporada" venne frequentata, in veste ufficiale o semi-ufficiale, da molte squadre di alto rilievo come MV Augusta, Norton, Gilera, Bianchi, Aermacchi, Matchless, Morini, AJS, Mondial, Ducati, Yamaha, Linto, Paton e Honda, solo per citarne alcune.
Si sfidarono, sui circuiti cittadini della riviera romagnola, piloti come Agostini, Pasolini, Provini, Pagani, Bergamonti, Spaggiari, Parlotti, Grassetti, Francesco e Walter Villa, Buscherini, Perrone, Patrignani e tantissimi altri assi italiani, senza dimenticare la nutrita pattuglia dei piloti stranieri, tra i quali è d'obbligo ricordare Hailwood, Read, Duff, Herrero, Redman, Ivy, Molloy, Simmonds, Findlay, Taveri, Bryans, Carruthers e Andersson.
Occorre anche dire che la partecipazione di grandi nomi del motociclismo mondiale era favorita, oltre che dalla presenza dei vari team, anche dai lauti premi in denaro messi in palio e, soprattutto, dalla calorosa partecipazione degli appassionati che trasformava la gara in una gigantesca festa popolare, dove un esercito di massaie preparava prelibate leccornie, rigorosamente annaffiate da torrenti di Lambrusco e Sangiovese.
Una dimensione dello sport motoristico tipico della terra romagnola e che si concluse tragicamente il 4 aprile 1971 con la gara disputata a Riccione e riservata alle 350, nella quale perse la vita Angelo Bergamonti, durante un epico duello con Giacomo Agostini, sotto una pioggia torrenziale.
La morte di Bergamonti segnò la fine delle competizioni motociclistiche su circuiti cittadini, così come la "tragedia di Guidizzolo" aveva segnato quella della Mille Miglia.
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