Teatrino di Corte (Monza)
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Il progetto del Piermarini per il complesso della Villa arciducale di Monza (XVIII secolo) non prevedeva un teatro di corte, forse perché lo stesso architetto in città aveva anche costruito il Teatro ducale.
Fu solo con l’avvento del napoleonico Regno d’Italia che, nel 1807, iniziarono i lavori per un teatrino all’interno del complesso della Villa Reale per volere del Vicerè Eugenio di Beauharnais.
Luigi Canonica fu incaricato del progetto, con il compito di realizzare un teatro di rappresentanza in un piccolo spazio. L’ambiente a disposizione era quello adibito in origine alle cucine della reggia. Il teatro è dunque ricavato in un ambiente a pianta rettangolare, con un semplice palco centrale sopraelevato rispetto al piano della sala. La qualità dell’acustica è garantita dalla controsoffittatura in legno intonacato che funge da cassa di risonanza. Le pareti all’intorno sono delicatamente affrescate con decorazioni floreali, maschere e strumenti musicali. Sotto il palcoscenico, sopraelevato per offrire agli spettatori la migliore visibilità, sono tuttora conservati i meccanismi originali per il cambio delle scene. Sul fondale di tela un dipinto di Andrea Appiani con una scena boschiva di Bacco fanciullo a cavallo di una capretta.
Alla chiusura della Villa dopo l'assassinio del Re Umberto I, il teatrino fu usato come magazzino; fu poi utilizzato in occasione delle Biennali d’Arte di Monza nel secondo decennio del XX secolo.
Dopo i restauri, la sala del Teatrino è tuttora utilizzata per concerti, balletti e conferenze.