Shuriken
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Shuriken (手裏剣,手離剱) alternativamente shiriken nel dialetto della capitale, è una parola giapponese che indica dardi di varie dimensioni e fogge, suddivisibili in due grosse categorie: i Bo Shuriken e gli Hira Shuriken. La prima e la più diffusa è costituita da proiettili a 4 lati di forma allungata, lunghi dai 12 ai 21 centimetri, pesanti dai 35 ai 150 grammi e somiglianti a grossi chiodi. L'altra comprende vari dardi a forma di croce (jūjiken, 十字劔) o di stella con svariati numeri di punte, a volte più precisamente denominati shaken (車劔, lame rotanti), scagliati manualmente imprimendo al proiettile un moto rotatorio. L'arte marziale che ne tramanda le tecniche d'uso è nota come Shurikenjutsu (手裏剣術).
[modifica] Tecniche di lancio
Esistono fondamentalmente 3 metodi per lanciare uno hira shuriken:
- Dal basso verso l'alto: In questa tecnica lo shuriken viene tenuto tra la nocca dell'indice e il polpastrello del pollice ed il lancio dato da un movimento tipo frusta del tricipite che finisce con un analogo movimento del polso. I pro di questa tecnica sono che è molto veloce e non scopre il torace, i contro sono che il movimento di frusta rende difficile un tiro preciso in oltre lo shaken viene lanciato in verticale e quindi è più facile da schivare. Si consiglia di usare questa tecnica solo se si è sicuri di poter colpire il bersaglio.
- Dall'alto verso il basso: in questa tecnica lo shuriken viente tenuto tra la nocca dell'indice e il polpastrello del pollice ed il lancio è dato da un movimento che coinvolge tutti i muscoli del braccio. Il movimento parte da una situazione in cui il braccio è steso in avanti, viene portato velocemente con la mano sopra la spalla e poi sfruttando il peso del braccio e dello shaken stesso vieno steso in avanti in modo da aumentare la potenza. I pro di questa tecnica sono la potenza che deriva da questo movimento e il raggio d'azione che ne consegue. I contro sono che un movimento così amplio risulta più evidente e scopre la parte del torso relativa al braccio usato per lanciare il chè risulta particolarmente pericoloso nel caso di un lanciatore mancino perché scopre più facilmente il cuore. Ne si suggerisce l'uso solo nel caso il bersaglio sia molto lontano
- In esterno: In questo caso lo shaken può essere tenuto tra l'indice e il dito medio oppure tra il polpastrello del pollice e la nocca dell'indice. La prima si usa quando lo si vuole far scorrere tra le dita al momento del rilascio ma ciò implica un movimento di polso tipo frusta: in seguito a questo si perde meno potenza durante il lancio ma è più difficile colpire precisamente un bersaglio. Tenendo lo shuriken nell'altro modo si ottiene l'effetto contrario; in entrambi i casi il movimento del braccio avviene dall'interno verso l'esterno. La mano dove si tiene lo shaken viene portata sopra la spalla opposta da lì viene effettuato un movimento estensivo molto veloce. È in assoluto la tecnica più efficace poiché non ha deficit ne in potenza ne nella copertura di parti vitali inoltre il lanciare lo shaken di taglio rende più difficile schivarlo e gli fa coprire uno spazio di danno maggiore.
In tutti e tre i casi bisogna tenere conto che il rilascio deve avvenire quando la linea tracciata dal percorso dello shaken viene ad incrociare quella tracciata in avanti a partire dalla bocca dello stomaco. In sintesi immaginando che a partire dalla bocca dello stomaco parta una retta che si protrae in una lunghezza unguale a quella del braccio lo shaken deve essere lasciato in corrispondenza del punto in cui il suo centro viene a coincidere con questa linea.
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